domenica 1 gennaio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 9

Capitolo n. 9 - sunrise


“Dovevi vedere come se lo mangiava con gli occhi! Insomma stava flirtando con il mio uomo … quel pezzo di …”
“Chris! E dai …” – Robert rise, prendendolo per mano – “Avanti sediamoci qui.” – gli disse dolcemente, sistemandosi sulla sabbia tiepida, sotto ad un gazebo bianco, che qualcuno aveva abbandonato sulla spiaggia di Malibu.
“Ovvio che lavorando allo studio Geffen, se prende esempio dal suo capo …”
“Vedo che Glam ti sta simpatico …”
“Assolutamente sì … Non ho nulla contro di lui, è un uomo di certo adorabile, almeno per Kevin, però in quanto a fedeltà …” – e sorrise, rilassandosi.
“Adesso calmati Chris, lo sai che Tomo con quell’aria da orsacchiotto perso nel bosco conquista tutti …”
“Orsacchiotto cosa??! … Credi che non gli basti? …” – chiese mesto, facendo un broncio irresistibile.
“Tu sei una meraviglia … Non ho presente questo … Denny?”
“Sì …” – ringhiò – “E’ davvero bello, credimi papà …” – ed aggrottò la fronte imbarazzato.
Downey gli accarezzò i capelli – “Puoi chiamarmi come vuoi, l’importante è che tu stia bene … e la smetta di essere geloso dei fantasmi!” – replicò sereno.
“Lo terrà d’occhio. E se solo si azzarda a toccarmi Tomo, lo stiro con il suv!”
“Ecco, siamo a posto …” – concluse sconsolato.


Shannon si tolse la camicia.
Il lungomare di fronte al suo vecchio alloggio, che non aveva mai voluto mettere in vendita, era deserto a quell’ora di mattina.
“Cristo che caldo …” – sussurrò quasi, nel timore di disturbare i pensieri di Tomo, che stava camminando al suo fianco in silenzio.
“Giornata da incubo direi … per fortuna che si sta alzando un po’ di vento Shan.”
“Infatti … allora Josh rimane con voi nel fine settimana?”
“Certo … vai con Owen a Londra?”
“L’idea è questa, i nonni vogliono rivedere July, ma Josh non vuole venirci, per il torneo di nuoto.”
“Peccato se non ci sarai.”
“Sono tra due fuochi Tomo, sai che Owen è legato a miss Rice come … una cozza allo scoglio! Ahahhah”
“E’ estremamente affettuoso con i suoi genitori … è una cosa bella …” – disse sospirando.
“Ehi … volevi parlarmi, mi sembri turbato da qualcosa, posso aiutarti?”
“Spero di sì Shannon, riguarda anche te.”
“Di cosa parli?” – domandò incuriosito.
“Si tratta di Chris … vuole un bambino.”
“L’adozione all’orfanotrofio di cui parlava alle prove?”
“Appunto.”
“Cosa centro …? Ah capisco, un nuovo fratellino o sorellina per Josh e July, anche per Lula, insomma … e quale sarebbe il problema, scusa?”
“Vedo che siete tutti molto rilassati, anche Jared mi diceva che è un progetto fantastico …” – ribattè perplesso.
“Ok, tu non la pensi così, giusto Tomo?”
“Penso che Chris abbia come un entusiasmo riflesso, ma la paternità è un discorso delicato.”
Shan si bloccò, afferrandolo per le braccia – “Che vai farneticando? Credevo che tu amassi quel ragazzo.” – disse severo.
Tomo prese fiato – “Io lo amo! Ma … non mi sento come quando tu ed io abbiamo desiderato Josh o … o July …”
Shan mollò la presa, sentendo un brivido alla spina dorsale.
“Mi dispiace per voi … sul serio.”
“Serve più tempo … solo questo temo.”
“Lo temi o lo speri? Cosa ti prende Tomo??”
“Niente, cazzo, NIENTE SHAN!” – esclamò, salendo in auto.
Il batterista non gli permise di andarsene, salendo al posto del passeggero.
“Ora rallentiamo e ragioniamo accidenti!”
“Non c’è nulla su cui ragionare … perdonami Shan ho esagerato … vado via ora.”
“Col cazzo che vai via!”
“Non risolverai il malessere che provo Shan … rassegnati.”
“Dimmi la verità.”
“Te l’ho detta!” – inveì, per poi ripetere pacatamente – “ … Te l’ho detta Shan …”


Drake era nel suo trasportino, al sicuro sulla poltrona, che appoggiava al bordo del materasso, dove Jude si era assopito, con Xavier abbarbicato al suo petto.
Robert inarcò il sopracciglio sinistro, poi si avvicinò al giovane senza fare rumore.
“Cosa dovrei pensare se un bel ragazzo sta incollato al mio uomo, sul nostro letto?” – sibilò al suo orecchio.
Xavier spalancò le palpebre, per poi stropicciarsele e volare al collo di Downey – “Ehiii bentornato!! Mi sei mancato tanto nonnino del mio guapito!!” – e rise solare, divertito come non mai dalla situazione.
“Oh Signore!” – mormorò Robert, per poi sghignazzare di gusto.
Law sbadigliò poco elegantemente, accorgendosi del suo ritorno – “Amore …” – miagolò, allacciandosi a propria volta a lui, che se li ritrovò entrambi addosso.
“Gente così non ce la posso fare …”


“Io non lo so … come siamo finiti sul sedile dietro a strapparci i vestiti e …”
“Cazzo Shan!!” – ruggì Jared, soffocando il tono della sua reazione, visto che erano in cucina, con Colin in giro per casa con Claudine ed Henry.
“L’ho consolato, va bene?!”
“So che dovrei essere l’ultimo a criticare una stronzata del genere, ma tale rimane e se Owen o Chris dovessero venirlo a sapere Shan, pensa alle conseguenze!”
“Non è la prima volta che io e Tomo … sai quando … lui ed io ecco … quando facciamo l’amore, è sconvolgente … sarà che dentro di me il suo nome è impresso a fuoco … Eppure io non volevo!”
Si commosse, nascondendo il volto nella spalla di Jared – “Non funziona più tra te ed Owen …?”
“Cosa non dovrebbe funzionare?” – chiese singhiozzando.
“Andiamo al piano di sopra, non voglio che Colin ci veda … avanti muoviti zuccone …” – e gli baciò la tempia sinistra, strofinandoci anche il naso, come accadeva da bambini e si confortavano a vicenda dopo una pessima giornata.


Denny giocherellava con l’oliva del suo secondo Martini.
“Ne dia uno anche a me ed il giro del signore lo offro io.”
“Tomo … ? Ciao, cosa ci fai tu qui …”
“Non posso andarmene in un disco bar? Ciao Denny.” – e ridacchiò.
“Ma sei brillo?” – chiese stupito l’avvocato.
“E tu sei qui per rimorchiare?” – rispose guardandosi attorno.
“In effetti è un locale gay Tomo, per single si spera …” – e rise sonoramente.
“Ma figurati, qui bivaccano certi mariti etero … e non solo … salute!”
“A cosa brindiamo?”
“Alle scelte avventate … a me che sono un coglione Denny.” – e si portò il bicchiere alle labbra tremando.
“Cosa hai combinato?”
“Perché?”
“Sei sconvolto Tomo … non che siano affari miei …”
“Appunto, bevi e non rompermi il cazzo.” – e scrollò le spalle.
Denny sbuffò – “Contento tu. Salute.”


“Hai finito?”
Un grugnito arrivò dal vicolo buio, davanti al quale Denny si era fermato, per fare scendere Tomo a vomitare.
“Fanculo …”
“Grazie mr Croazia! Bell’amico che sei … ti do un passaggio, ascolto le tue disavventure …”
“Finiscila … eccomi, possiamo ripartire.”
“Puoi rimediare una doccia? Fai un tantino schifo …” – e rise.
“E dove? Alla stazione degli autobus??”
“No, a casa mia …”
“Non se ne parla Denny, ti ho già dato troppo disturbo e poi … senti, accompagnami per due isolati, salgo dalla mia ex … di sicuro non mi negherà una doccia …”
“La tua ex?? Ma chi, Vicki??”
“La conosci?”
“Seguivo il vostro gruppo, sapevo che avevi una donna …”
“Secoli fa … giusto … Idea pessima, andiamo ai bus …”
“Ho una soluzione di mezzo: c’è un resort, prendi una camera, sistemati e poi ce ne andiamo da Chris, cosa ne pensi?”
“Ok …”
“Guarda che è un consiglio legale il mio, ora stacco la parcella ahahahah”


Kevin mise a nanna Lula, che gli aveva raccontato ogni dettaglio sulla prima lezione di karate.
“Arrivati soldino di cacio … domani ti accompagno io allora …” – gli disse con tenerezza, rimboccandogli il lenzuolo, sotto lo sguardo amorevole di Geffen.
“Sì papake! Così ti presento miss Berger!”
“Guarda che la conosco già … sogni d’oro.” – e gli sorrise, dandogli un buffetto, per poi accorgersi di Glam.
“Daddy …”
“Ciao tesoro.”
“E’ molto che sei li’?”
“L’essenziale … per vedere quanto sei unico Kevin.” – e lo strinse, sentendo una certa freddezza nell’altro.
“Vorrei andare a coricarmi … oggi mi sono stancato alla Foster …”
“Come mai?” – domandò Glam preoccupato.
“Abbiamo allestito un palco, per una recita dei bambini ricoverati … Ho fatto il falegname.” – disse schernendosi, mentre sostarono di fronte alla loro stanza.
Geffen lo baciò con delicatezza.
“Rimani …?” – disse in un soffio carico di speranze.
Kevin gli sfiorò con i polpastrelli i capezzoli sotto alla camicia aperta, per poi succhiarli con una specie di devozione assorta.
Geffen provava una totale confusione per quel suo agire costantemente inaspettato: si sentì all’improvviso teso, ma Kevin si appese a lui, baciandolo con forza, dopo essere risalito senza mai staccarsi dalla pelle del compagno, partendo dallo sterno, passando sul mento, sino a perdersi nella sua bocca.






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