Capitolo n. 8 - sunrise
Jared si rannicchiò sul cuore di Shan, continuando a parlare.
“Mi dispiace quando lo vedo così … sentirlo arrabbiato, capisci?”
“Lo so, ma forse è davvero il momento di voltare pagina Jay.”
“Sì, l’ho fatto, guarda me ne tornerei in Irlanda da stasera stessa se solo … ma è sbagliato, per un milione di ragioni, anche nei confronti di Glam, in fondo …”
“Guardami e sputa il rospo: lo ami ancora?” – gli chiese severo, stringendolo più forte.
Erano sdraiati su di un lettino prendisole, Josh e Yari nuotavano con Vassily e Peter, mentre Pamela giocava a carte con Antonio e Carmela, prendendosi cura di Ryan, Thomas, July, Isotta ed Amelie: Colin ed Owen sarebbero arrivati insieme dopo una mezz’ora con Becki e Violet, mentre Phil e Xavier erano al luna park poco distante, insieme a Drake.
Jared esitò nel rispondere, poi abbassando lo sguardo ammise l’unica verità consapevole – “Sto imparando dolorosamente a vederlo solo come una persona che è stata fondamentale, ma che non la è più … Non voglio più tradire Colin, non deve più soffrire a causa mia, lo amo tanto … E’ così Shan.”
“E così sia, allora.”
“Ogni volta che penso di poterti perdere, mi sento morire Jude.”
Le sue parole erano soffocate nel cuscino, mentre ci si strofinava la faccia, mezzo addormentato e tiepido, nell’abbraccio di Law, che gli baciò la nuca, sussurrandogli un – “E tu non pensarci mai.”
Sorrisero, Downey si voltò, cercando la sua bocca, assaggiandola lentamente, per poi lasciarsi divorare, perché era ciò che Jude voleva, dimostrandogli che non gli serviva che questo, per essere felice.
“Le insalate sono nei contenitori Kurt.”
“Ok, ci penso io … già tagliate vedo.”
“Le prepara Marc, io ho il terrore di … sì sono paranoico, lo stai pensando giusto?” – disse imbarazzato, mentre se ne stava su di uno sgabello, ancorato alla penisola.
“Essere prudenti è una cosa intelligente, non devi vergognartene e tu mi sa che lo fai troppo spesso amico!” – e rise complice.
“Le bistecche le trovi …” – “Non cambiare discorso Jamie … se non vuoi parlarne, capirò, ma se …” – “OK! Ci … ci sto a dirti che penso sempre sino a venti prima di fare qualunque scelta, tutto ruota intorno alla malattia di merda che ho addosso e sono stufo e svuotato, per il novanta per cento delle ore e che quando …” – prese fiato – “ … Quando faccio l’amore con Marc anziché godere sino in fondo, rimango concentrato sull’unica fissazione ovvia, cioè che potrei contagiarlo!” – ed una lacrima rigò il suo zigomo sinistro.
Kurt lo prese per un polso, delicatamente, portandolo sul divano del living.
“Sediamoci qui Jamie … Brandon mi ha insegnato una tecnica, è semplice … ci si deve abbracciare, liberando le nostre ansie, dando voce a ciò che più ci fa stare male, piangendo se necessario … ma il calore ed il conforto reciproco serviranno ad esorcizzare paure ed angosce appunto … Ti va di farlo con me?”
Jamie annuì, accettando quella sorta di terapia amorevole.
Pochi istanti dopo, mormorò qualcosa – “Veramente Kurt il mio sfogo l’ho fatto prima …”
“Hai ragione … io ho conosciuto uomini, che mi hanno fatto cose orribili … eppure ciò che più mi ha segnato è stata la paralisi, visto che nella morte speravo ad ogni risveglio … poi vedevo il volto di Brandon, ascoltavo le sue parole, percepivo il sapore di caffè quando mi baciava attento e premuroso … così pregavo di rivedere l’alba successiva, finchè non mi rialzai … Ho degli incubi ricorrenti, sono diminuiti negli anni, ma restano spaventosi …”
“Anch’io ne faccio Kurt … sono ricoperto di piaghe e sanguino … la gente intorno scappa, altri mi indicano per strada e mi insultano, io non sento, c’è un silenzio ovattato, che mi tormenta peggio di quegli stronzi … poi scatto come una molla e mi ritrovo nella nostra camera, fradicio di sudore, Marc prende un asciugamano e mi cambia, come se …”
Kurt tornò a guardarlo – “Come se tu fossi suo figlio?” – domandò dolcemente.
“Non potrei definirmi altrimenti … il suo amore è totale …”
“Anche il tuo Jamie, non dimenticarlo mai.”
Chris inciampò, distratto da ciò che stava succedendo sul palco.
Si domandò mentalmente chi fosse quello sconosciuto che stava ridendo e suonando con Tomo, mentre si avvicinava a loro.
Il croato appena si accorse di lui, si illuminò, salutandolo.
“Amore finalmente, ti eri smarrito da Conrad?”
“Sì … ho trovato tutto … salve.”
“Buongiorno, sono dello studio Geffen, è lei che deve firmare il contratto per l’assicurazione?”
“Certo … sì, posso farlo io, scusaci Tomo, torno subito.” – e gli diede un lungo bacio.
Denny non si scompose ed anche questo comportamento intrigò Tomo, che lo congedò cordialmente, invitandolo al concerto.
Chris fece un’impercettibile smorfia, che però non sfuggì all’avvocato.
Se ne andò rispondendo ad una chiamata: era Glam, che lo reclamava in tribunale, per assistere lui e Marc in un’udienza complicata.
Farrell cambiò le piccole ed i gemelli, tornando poi a prendere il sole insieme a Jared, che si era appena fatto un bagno ristoratore.
“Com’è l’acqua?”
“Un incanto … hai messo la crema Cole?”
“Alle pesti sì … a me ci pensi tu?”
“Sì, ovvio … se vuoi chiamo Antonio ahahahh”
“Interessante … ahahaha hai visto mai?” – e gli fece l’occhiolino, salutando Meliti a distanza, che sogghignò.
“Ci manca solo di traviare nonno Meliti … a proposito, saputa la novità? Vuole sposare Carmela!” - disse entusiasta.
“Eh??! Potrebbe essere sua nipote Jay …”
“Ma che centra, l’amore non ha età!”
“Non per fare il guastafeste …”
“Lo so tu pensi sia per denaro … infatti non hai torto, ma il nonno le ha garantito un vitalizio ed un appartamento a Malibu, insomma è stato generoso e chiaro … Solo che lei non lo sa!”
“Ma come non lo sa?”
“Antonio si sta preparando il discorso ed ha chiesto consiglio a me ed a Xavier.” – e rise di nuovo.
Colin si grattò la testa – “Cavoli … ha scelto i due più svegli!” – e fuggì via, tuffandosi, inseguito da un Jared allegramente furioso.
“Ok, qui pensateci voi, devo andare a prendere Lula.”
“D’accordo Glam, Denny mi precedi? Arrivo tra un minuto.”
“Ok, a dopo, arrivederci capo.”
Hopper rimase solo con l’amico e non gli nascose una certa preoccupazione.
“Come va con Kevin?”
“Non ne voglio parlare ora, scusami Marc … Jamie sta bene?”
“E’ con Kurt, a casa nostra, poi ci raggiunge Brandon, che è con i figli credo … ci vedremo a cena.”
“Perfetto.” – disse distratto dai documenti, che stava riordinando nella valigetta.
“Io ci sono Glam …”
“Lo so e te ne ringrazio, ma se mi sono ridotto così alla mia età, forse mi serve ben altro che una chiacchierata.”
“Perché sei così disfattista? Chi ti ha fatto incazzare?”
“Francamente devo prendermela solo con il sottoscritto, Marc. Adesso vai.”
“Ci si vede, non fare casini …” – e si dileguò poco convinto.
“Signora maestra tra poco arriva il mio super papà, è lui che firma i diari!”
Lula fece una delle sue mossettine e l’insegnante al suo fianco sulla panchina, nel giardino della scuola privata, gli indicò che una macchina rossa stava arrivando.
“E’ lui, giusto Lula?”
“Sììì!!!” – e si mise a saltellare.
Glam scese, togliendosi i ray ban a goccia, dimenticati da Jared un secolo prima ad Haiti.
Li aveva conservati, indossandoli raramente.
Lula gli corse incontro e lui lo strinse sul petto, facendolo roteare come al solito.
“Amore mio … come mai c’è la signorina Berger?”
“Voleva parlarti del corso di karate! Dice che sono portato!”
“Buongiorno signor Geffen …” – disse alzandosi, con un bel sorriso.
“Buongiorno a lei, come sta?”
“Bene, grazie. Lula le ha detto del corso?”
“Sì, karate, ok … cioè se a lui piace …”
“Serve anche per la disciplina, anche se Lula è un tesoro.” – e gli accarezzò le ciocche scure.
“Tu non darti arie campione ok?” – e rise, cercando una penna.
“Cosa devo fare?”
“Una sigla qui per l’iscrizione e la privacy … al resto pensiamo noi, includeremo l’importo nella retta mensile …”
“Lula sei contento?”
“Sì papà!! Lo diciamo a papake subito?”
“Papake?” – domandò lei, pensando comunque a Kevin.
“Sì … papà Kevin!” – esclamò Lula.
“Ah ecco … credevo fosse suo figlio signor Geffen, ho … ho fatto una certa confusione …”
“E’ mio marito Kevin, siamo regolarmente sposati ed abbiamo adottato legalmente Lula.” – spiegò tranquillamente Glam.
“Comunque spesso credono che io sia il padre, ma avevo già provveduto …” – e sorrise.
“Papà Glam ha sei figli! E due nipotini!”
“Sette figli Lula! Tu sei il più speciale e lo sai.” – e lo stritolò di baci, facendolo ridere in quella maniera che Glam adorava.
La donna li osservò finchè non sparirono in fondo al vialetto, visibilmente emozionata per quell’incontro.
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