Capitolo n. 36 - sunrise
Jude prese una coperta leggera, per proteggere Camilla da una brezza comunque tiepida.
Si era addormentata sul lettino prendi sole accanto al suo, in terrazza, mentre lui stava raccolto, le gambe tra le braccia, lo sguardo in fondo all’orizzonte.
Il suo volto era triste, rigato da poche lacrime, che si affrettava ad asciugare, nell’attesa di Robert, che lo stava osservando da qualche minuto.
Corse da lui, stringendolo con apprensione – “Tesoro …”
“Ehi … Chris ha mangiato?” – domandò, tremando nell’incavo della sua spalla.
“Jude …”
Si guardarono nuovamente, cercandosi in un bacio, che entrambi sentirono meraviglioso.
Jude reclinò il capo, accogliendo Robert nel suo collo, ostaggio di ulteriori baci caldissimi e lenti.
“Posso aiutarti piccolo?”
“Lo stai già facendo … a volte … tutto è così labile Rob … Può frantumarsi o svanire … è orribile.”
Downey lo fissò, avvolgendo nei suoi palmi le guance arrossate di Jude, che sorrise finalmente – “Certe cose accadono, perché siamo noi a determinarle, anche … un gesto estremo come quello di Chris, nella propria sostanza, è egoistico, ma nel suo caso, non sembrava esserci alternativa. Era come se fosse entrato in un tunnel senza la possibilità di voltarsi indietro e porsi in salvo.”
Law annuì, tornando a stringersi a lui, che un istante dopo prese Camilla, mettendola in mezzo a loro, pronti ad incastrarsi in un groviglio amorevole, coccolandola e ritrovando un minimo di pace.
Jared esitò sulla soglia, ma poi il sorriso di Chris sciolse le sue incertezze.
“Posso …?”
“Ciao Jared … certo, sono felice di vederti. Come stanno i bambini?”
“Bene … ti mandano questi.”
“Splendidi … che bei disegni.”
Jared andò a sedersi, distribuendo quelli che Colin aveva definito capolavori, specialmente quelli creati dai gemelli.
“Direi più un’accozzaglia di colori Chris, ma sai, lui è il padre, dobbiamo capirlo.” – e rise, insieme al ragazzo, che li ripose con cura, insieme a molti altri doni, ricevuti da fan ed amici.
“Ti ringrazio Jay … Cole è stato qui stamattina.”
“Sì, con Jude, vero?”
“Infatti, sono tornati ad essere inseparabili?” – chiese allegro, gustando il gelato, che Robert gli aveva lasciato nel frigo della camera.
“Irish buddy e UK buddy, una garanzia …”
“Tuo fratello è tornato con Owen dall’Europa?”
“Sì … sì, sono rientrati stanotte, non siamo riusciti ad avvisarli prima, sono rimasti scossi nel sapere che tu … Ora, però, stai davvero bene e noi … ed io, volevo chiederti scusa, per quello che mio fratello ha fatto … Gli ho parlato durante il pranzo di oggi ed era …”
“Jared non devi prendere le sue difese ad oltranza e poi l’unico a dovermi delle spiegazioni e scuse era Tomo. L’ha fatto ed è uscito dalla mia vita o meglio sono io che non ce lo voglio più.” – disse deciso, adombrandosi.
“Shannon è un uomo adulto, non doveva fare una simile cazzata, sono arrabbiato con lui, lo prenderei a pugni, sapendo di non potere salire in cattedra, ma non riesco a pensarla diversamente Chris.”
“Acqua passata … Voglio … rinascere e … non permetterò a nessuno di farmi così male in futuro.”
“E’ … un ottimo proposito … Vuoi venire da noi alla End house per la tua convalescenza?” – domandò sorridente.
“Robert mi ucciderebbe, ho declinato il suo invito per primo, visto che tornerò nel mio attico dove intendo scrivere canzoni, leggere e … prendermela dolce.”
“Sei in gamba Chris, sono fiero della tua reazione ...”
“Anch’io lo sono, credimi.”
Kevin strinse sul cuore Lula, anche quella notte, portandolo con sé.
“Vieni nel lettone con noi amore?”
“Papake … ho sonno …” – sussurrò, tirando su dal naso.
Glam non riusciva a sorridere, come in simili occasioni, nel vedere ripetere quel gesto, con cui il compagno andava ad accucciolarsi tra lui ed il figlio, per riuscire a prendere sonno.
“Kevin come stai? Se vuoi domani ti accompagno io da Chris …” – disse con dolcezza, accarezzandogli i capelli.
“Gli ho scritto una lettera, Vassily l’ha consegnata prima di cena … Forse l’ha già letta, forse no, ma nessuna risposta.” – replicò sofferente.
“Devi dargli tempo o semplicemente accettare le sue decisioni, anche quelle negative: non è la prima volta che Chris reagisce in modo avventato alle proprie disavventure sentimentali …”
“Daddy non siamo in aula, non devi analizzarmi i comportamenti del teste o dell’accusato … perché è così che lo vedi, giusto? Chi tenta il suicidio è colpevole e vittima.”
“Non voglio fare l’analista da quattro soldi Kevin, ma devi ammettere che … ok, non voglio discutere, so quanto ti senti responsabile, quindi vorrei solo aiutarti a recuperare il rapporto con lui, se è questo che vuoi.” – concluse pacato.
“Vorrei ricomporre le pagine di questi giorni daddy … vorrei non avergli proposto di andarcene, ribellandoci a chi ci aveva fatto del male, cioè tu e Tomo. Vorrei … che Shannon non si fosse comportato da stronzo per l’ennesima volta, per poi cavarsela come sta accadendo con Owen, tradito ed ingannato due volte …”
“Volevo … volevo portarvi in Svizzera, una settimana almeno Kevin, lontano da Los Angeles … cosa ne pensi?”
“Ne riparliamo daddy … non ne ho molta voglia … dormiamo adesso? Guarda Lula, sta sognando …” – e gli diede un bacio sulle tempie.
Geffen sorrise, sconsolato da quella staticità, come se l’arrendersi fosse divenuta per lui un’abitudine.
Hopper spense la sigaretta sul marciapiede del molo dodici.
Glam aprì un’altra birra.
“Dio basta, sono le sette e mezza, non esageriamo maestro.” – Marc rise, rifiutando la lattina.
“Ma chi se ne frega … sto diventando un rammollito sai? Costantemente in mezzo ai casini di questi mocciosi …”
“Sei brillo Geffen??”
“Sì! SI’! Sono fottutamente ubriaco e stufo marcio delle lagne di questo, dei melodrammi di quell’altro!!” – sbottò, tirando un sasso ad un gabbiano, appollaiatosi su dei tronchi secchi, portati dall’oceano agitato di quell’alba californiana.
“Sbaglio o non hai più visto Jared?”
“Giusto … sì, come dire?? La ciliegina sulla torta!” – e rise sguaiatamente, spostandosi sulla sabbia tiepida.
Hopper lo scrutò, cercando il palmare, per mostrargli una foto di Jamie.
“Io amo questo ragazzo …” – disse con un’enfasi romantica ed assorta.
“Lo so Marc … ed io amo Kevin, ok? Lo amo da impazzire e mi faccio … oh cazzo non l’abbiamo più fatto … mi manca da morire …”
“L’autoerotismo non è granchè, ma almeno significa che non sei morto …” – e ridacchiò, dandogli una gomitata.
“Spiritoso il nostro re di Boston … adesso sai che facciamo?? Un bagno!!” – e si sollevò con una certa goffaggine, spogliandosi del completo costoso, indossato per andare in aula.
“Ma sei scemo Glam???”
“No! Mi tuffo, sta a vedere!!”
“Ci aspettano in tribunale …” – mormorò rassegnato Hopper, senza riuscire ad impedirgli nulla.
Geffen fece una lunga nuotata, poi ritornò più lucido.
“E’ fredda?”
“No, gradevole direi … Bene, per l’udienza sbrigatela da solo. Io vado da mio marito, devo risolvere un problema urgente.”
“Allora sei pronto Chris?”
“Sì Robert … ho ancora qualche capogiro …”
“Aspetta ti aiuto …”
Donwey gli allacciò la camicia: Chris arrossì.
“Come a New York …” – ricordò flebile.
Robert lo abbracciò – “Sì, ma adesso ricominciamo davvero, ok campione?”
Il cantante arrise alla benevolenza di quel padre per caso, come spesso si definiva Downey, prodigo di attenzioni per lui.
“Certo … farò il possibile, papà … per me esisti tu, con questo … ruolo Rob.”
“Ne sono orgoglioso, ma dovresti dargli una possibilità.”
“Perché si è presentato? L’ha spinto solo la paura di fare una pessima figura nel suo ambiente.” – disse risoluto.
“E se le sue motivazioni fossero differenti stavolta Christopher?”
“Ha avuto anni per dimostrarmi affetto e comprensione, ora è tardi, come per gli altri.” – e gli cadde una busta dalla tasca dei jeans.
“Quella cos’è Chris?”
“Diciamo … un buco nell’acqua. E’ di Kevin.”
“Sembra sigillata.”
“Ottima osservazione Holmes!” – e rise, piegandola, per gettarla.
“Non farlo … se Kevin ha messo nero su bianco le proprie sensazioni, dovresti almeno darci un’occhiata … non pensi?”
“Allora non riesco a spiegarmi papà: devono macinarne di strada per avere il mio tempo, nelle loro esistenze, Kevin, Tomo, persino Denny, guarda quanti fiori mi ha mandato.” – e gli indicò un angolo intasato di vasi e bouquet di ogni genere.
“E’ stato … carino.” – abbozzò impacciato e spassoso, tanto da fargli tornare il sorriso.
“Io amo solo Chris, da quando mi sono svegliato … ed amo …” – inspirò, prendendo le mani di Robert, che perse un battito.
“So che una frase di questo tenore puo’ essere fraintesa, è inevitabile … ma io ti amo Robert, di un sentimento che non vuole inquinare il tuo matrimonio, assolutamente. So quale è il mio posto e lo manterrò, per quanto sarà difficile, è ovvio, però saprò dimostrarti che ne sono convinto e che non fallirò. Ho … bisogno di amarti, nel senso che sei un punto di riferimento fondamentale, ma dovremmo vederci l’essenziale, per questo ho declinato la vostra generosa ospitalità. Nulla mi avrebbe reso più felice, ma ho una casa, dove tu ci sei ed anche Jude … ho incorniciato le nostre foto, con Camilla … siete … la mia famiglia … o almeno me lo auguro …” – disse emozionato.
Downey lo strinse, dandogli le conferme necessarie per completare quella sua rinascita, senza più dubbi.
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