One shot – I crimini del cuore
Inghilterra, sul principio del 1900
“E’ l’aspetto carnale di certe situazioni, che mi distrae dal quotidiano …”
La lettura di Robert si interruppe, a causa di un brusio, proveniente dal lato della sala, dove Jude ed Ewan stavano parlottando da alcuni minuti.
“Cosa ti fa tanto ridere, Jude?” – domandò il moro, abbassandosi gli occhialini e fissandolo.
“Nulla mio esimio Downey … queste riunioni al nostro club sono così coinvolgenti …” – replicò lui in modo suadente, cercando il calice in cui l’amico aveva bevuto un istante prima dell’ottimo cognac.
Il resto della compagnia sorrise ai suoi vezzi, ma Robert preferì richiudere il libro e salutarli, senza molti convenevoli.
Uscì nel parco antistante quella residenza dei signori Farrell, zii di un suo ottimo conoscente, Colin, che stava tornando da Parigi.
I passi di Jude furono veloci, quanto scanzonati, nel raggiungerlo.
“Ehi Rob, non ti sarai mica offeso?” – chiese allegro.
“Non direi.” – replicò l’altro, prendendo fiato.
L’arrivo di Jared, cugino acquisito di Colin, fu un vero sollievo, ma a Jude sembrò dare fastidio l’essere interrotto in quell’amena conversazione.
“Robert se hai tempo …”
“Certo …”
“Ma come? Protesto! Avevi un appuntamento con me!” – si intromise Jude, sgranando quelle pozzanghere luminose, che il destino aveva messo al posto delle sue pupille.
Downey aggrottò la fronte, palesemente stupito – “Che cosa avevamo …?” – a momenti balbettò, ma di rimando Jude scoppiò a ridere.
“Ci sei cascato! D’accordo che all’alba dei tuoi trentacinque anni la mente brillante che possiedi inizia a vacillare …”
“Jude …!” – ringhiò arrossendo vistosamente, ma fu salvato da quell’imbarazzo da Jared, che lo trascinò altrove.
Era un appartamento vista Oxford e Downey lo occupava da quando gli avevano assegnato la cattedra alla prestigiosa università.
“Il tè è pronto Jared. A proposito, grazie per avermi salvato.” – disse in un soffio, mentre gli passava una tazza fumante.
“Prego. Comunque è stato un episodio rivelatore.” – e rise leggero, incantandolo con il suo sguardo blu topazio.
“In che senso?”
“Diciamo … sui tuoi sentimenti Robert.”
“Non ti seguo …” – si schernì, porgendogli una fetta di crostata ai mirtilli.
“Ti ringrazio, la mia preferita … Mi riferisco a Jude: tu sei pazzo di lui!”
Downey impallidì, scoperto ed inerme, davanti alla sicurezza spontanea del giovane, che aveva ventotto anni, uno più di Jude.
“Jared ascolta … non so come tu possa credere a queste sciocchezze.” – provò a difendersi.
“Mi dispiace.” – replicò mortificato.
“Per cosa …?”
“Non hai fiducia in me Robert …” – sottolineò sereno, per riprendere la calma iniziale.
“Ne ho parecchia, ti ho persino raccomandato per … Dio scusami, sono un villano … ed un insolente, meritavi quel ruolo, non hai rivali.”
Jared era un attore, poeta e sceneggiatore di commedie, che qualcuno di rado finanziava: lui detestava i compromessi ed aveva un unico scopo.
“Mi sono innamorato di Colin a dodici anni, sai …? Non me ne vergogno, anche se qui tutti mi metterebbero alla gogna, sudici ipocriti!” – sibilò con astio.
“Jared …”
“E’ andato in Francia a cercare una casa per noi! Farò qualsiasi lavoro, anche lo sguattero pur di vivere con lui! Lontani da qui … e dai suoi parenti …”
Robert tirò un profondo respiro, poi si passò le mani nei capelli, tornando in poltrona, di fronte a Jared.
“Jude si prende gioco di me … io lo amo da impazzire, ma non serve a niente.” – confessò commuovendosi.
Jared gli afferrò le mani – “Devi dirglielo!”
“E con quale auspicio? La sua commiserazione …? La temo più di ogni altro sberleffo!”
“Invece menti a te stesso, visto che pensi ad Ewan, sentendoti inferiore!”
Downey si stupì di tanta perspicacia.
“Riesci a leggermi dentro come nessuno … sì, a giusta ragione, temo la rivalità di Ewan, lui è in intima sintonia con Jude, anche se non capisco sino a che punto.”
“Allora vedi di scoprirlo, forse quei due stanno insieme o forse no!” – e sorrise complice.
Bussarono.
“Chi sarà mai?” – mormorò Rob, affacciandosi alla vetrata laterale, da cui era visibile il pianerottolo.
“E’ Jude …” – rivelò a bassa voce.
“Perfetto! Vi lascio soli, volo via!” – ed aprì al posto del padrone di casa, salutando il biondo Law con la solita verve – “Benvenuto! Mi dai il cambio? Abbiamo avanzato il dolce per le visite inattese.”
“Buonasera Jared … che fortuna … Ciao Rob.”
“Salve … entra pure.” – e lo fece accomodare.
Jude si guardò attorno, apprezzando il tepore di quell’ambiente curato nei dettagli.
“Ne vuoi?” – domandò lieve Robert.
“Sì … sei gentile dopo oggi, infatti io volevo” – “Lascia stare.”
“Impossibile Rob.” – e con un sorriso accettò quello spuntino fuori programma.
“Cosa è impossibile?”
“Rimandare le mie scuse.”
“Per le perenni irrisioni, anche da parte del tuo Ewan?” – disse sarcastico.
“Il mio …? Sento una punta di … gelosia …” – e si appoggiò alla parete rivestita di damaschi.
“Jude non dire idiozie!” – sbottò l’altro irritato.
“Ecco ci risiamo, ho toccato le corde giuste!”
“Provocarmi strenuamente ti dà tanta soddisfazione, vero Jude?!”
“No … pensavo di … Scusami.” – disse con aria smarrita, perdendo lo smalto di quel suo atteggiamento irriverente.
“Jude aspetta …”
“Ci … ci vediamo alla festa dei Farrell, alle nove … ci sarai o …?”
Robert annuì – “Non mancherò.” – ribattè mesto, con un pugnale tra le scapole.
Il ritorno di Colin meritava una cerimonia: la sua famiglia credeva di vederlo arrivare con una fidanzata, così da garantire un erede alla loro blasonata dinastia, ma le loro aspettative furono disattese per l’ennesima volta.
“Diamine, la zia aveva un corredo sparso tra la credenza e la cassapanca …” – sussurrò all’orecchio di Jared, che lo stava stringendo forte tra le gambe magre e vibranti.
I loro baci intossicarono l’aria, almeno quanto il desiderio reciproco di appartenersi.
“Ti adoro Jared … mi sei mancato così tanto …”
“Io morivo senza di te … morivo, lo giuro …”
“Giurami ancora … non posso offrirti l’eternità, unicamente questa unione, che mi dona la voglia di andare avanti, nella speranza di riaverti sempre qui Jared … io ti amo.” – e tornò a baciarlo intenso, preparandolo per fare l’amore a lungo, dimenticandosi degli invitati.
Robert arrivò in ritardo e con un certo sconforto provò a cercare Jude in uno dei saloni, ma inutilmente.
Si spostò in giardino, fuggendo da noiose conversazioni, attratto dalla maestosità di alcune sculture, che circondavano la fontana centrale.
Nel buio frammentato dalla luce di fiaccole e lampioni, scorse la figura a lui cara.
“Jude …”
Purtroppo non era solo ed all’apparenza il suo agitarsi infervorato, confermava i primi dubbi di Robert nell’accorgersi di lui ed Ewan: stavano discutendo.
Si avvicinò tra cespugli di rose screziate di giallo ed avorio, finchè non li udì con chiarezza.
“Quindi è questo ciò che pensi!” – esclamò furente Ewan, brandendo il braccio sinistro di Jude, paonazzo per il fervore.
“Esattamente! E lasciami, non sono una tua proprietà!!”
“Non lo pensavi quando mi hai chiesto di pagare i tuoi debiti!”
“Ti ho restituito tutto, TUTTO HAI CAPITO EWAN?!”
“Ma non è abbastanza, ci sono gli interessi e tu sai cosa voglio!” – ruggì, spingendolo contro al tronco dell’imponente quercia, sotto alla quale le sorelle di Colin organizzavano colorati pic nic.
In quell’istante non c’era nulla di spensierato in quell’angolo di natura inglese: c’erano solo le falangi gelide di Ewan, che premevano sulle costole di Jude, costringendolo ad accettare i suoi baci lascivi nel collo e sulla bocca serrata e contorta in una smorfia, che stravolgeva il volto bellissimo di Law.
“Smettila!!”
L’ordine sembrava emergere dal nulla, dirompente e risolutore.
Robert glielo tolse di dosso, inferocito.
Gli sferrò un pugno, gettandolo in mezzo alle aiuole chiazzate di rosso amaranto.
Jude si accasciò sopra alle radici emerse, sconvolto ed in lacrime.
Ewan fuggì imprecando, senza sfidare oltre il suo avversario.
Robert si piegò verso Jude, sollevandolo con l’accortezza di non fargli domande inopportune, avvolgendolo e dandogli riparo dalle conseguenze dei suoi problemi personali.
“Rob …”
“Sono qui … non dire niente … non mi devi niente tesoro mio.” – e gli sfiorò gli zigomi con un bacio.
“Grazie Robert … non andare via … io voglio stare qui con te … io lo … vorrei davvero …” – disse rifugiandosi nel suo petto, alla ricerca poi delle sue labbra, con la purezza di un cucciolo impaurito.
Si baciarono, con l’ardore di chi aveva rimandato per troppo tempo un simbiotico ritrovarsi, fatto di amore, rispetto e reciproco desiderio.
Il mondo continuava a scorrere, come gli arabeschi formati dagli zampilli d’argento poco distanti, mentre loro si spogliavano nel capanno degli attrezzi, inebriati da una gioia inaspettata e sconosciuta.
Un pagliericcio fu l’alcova più scomoda e divertente, dove scoprirsi, per ogni centimetro di pelle, profumata e liscia, ogni gemito di lussuria, che si mescolò al sudore ed al pianto, ora per l’estasi, che Jude consumò, muovendosi in Robert con vigore, sino all’alba.
“E’ l’aspetto carnale di certe situazioni, che mi distrae dal quotidiano, che greve corre verso un domani, privo di significati, se non fosse per i crimini del cuore, di cui mi rendo colpevole ogni notte, tra le tue cosce generose, amico mio dolcissimo … Così io ti amo, voglio che tu lo sappia, se non da me, da questa confessione, in bilico tra lo scegliere di scomparire o di restare: se avrò abbastanza audacia, ci risveglieremo alle prime schegge di sole. Nel suo cartiglio dorato, esso salverà il nostro incondizionato amore.”
Robert sorrise – “Fine …”
“E’ notevole …” – sospirò Colin, cinturando Jared, sopra al divano di Downey, disteso sul tappeto, con la nuca rilassata sul grembo di Jude, che non aveva mai smesso di giocherellare con le sue ciocche scure e ribelli.
“E’ il nostro destino …” – disse Jude, baciandolo, con la stessa naturalezza con cui Jared e Colin, stavano facendo altrettanto.
Ormai era diventata un’abitudine riunirsi in quel confortevole paradiso, dove nulla era proibito e disdicevole: era il centro del loro universo, che avevano scelto di esplorare, senza dare retta alle altrui ipocrisie.
I conformismi erano stati definitivamente sepolti alla base di quel grande albero secolare, testimone silenzioso di due incredibili storie d’amore: le loro.
THE END
Nessun commento:
Posta un commento