Capitolo n. 24 - sunrise
Sveva aprì la porta sorridente.
“Ciao Glam, accomodati.”
“Ciao cara, come stai?” – le chiese gentile, dandole un bacio sulla tempia sinistra, seguendola per accomodarsi sul divano bianco.
“Meglio di te, credo … Il tuo ritorno è stato vissuto come quello del figliol prodigo?” – domandò con serenità.
“Lula è felice, Kevin … lo stesso, come Jared del resto.” – ammise abbassando lo sguardo.
“Ne parli come se fossero fratelli …”
“Kevin e Jared si sono sentiti come tali, per un certo periodo o almeno è quello che gli ha inculcato Antonio Meliti, adottandoli in un certo senso … Loro sono andati anche oltre, sono stati tutto insomma, si sono amati, ma è stato occasionale … un altro casino.”
“Tu e Colin comunque siete sopravvissuti.”
“Siamo vaccinati, ai colpi di testa di Jared specialmente … Del resto ho scoperto di potere amare anche un uomo, innamorandomi di lui, così terribilmente complicato.”
“Cambi espressione quando ne parli … c’è ancora una punta di sogno nel ricordarlo …”
“Probabilmente sì … c’è molto amore.”
Sveva arricciò il naso – “E’ passata di qui Pamela.” – e rise allegra.
“No, ma davvero? Il mio ciclone …”
“L’ami ancora?” – chiese curiosa.
“E’ speciale … sai, quando una delle mie mogli mi diceva di essere incinta, annuivo, come un bamboccio, forse credendo di avere assolto ad un dovere … Poi me ne andavo a fare il cavolo che preferivo, senza ritegno. Invece con lei … sapendo che aspettava un bambino, capii il motivo per il quale ero al mondo … Ho riscoperto quell’emozione, quando Lula mi ha chiamato papà da subito, appena lo presi tra le braccia, per dargli dei biscotti al cioccolato … Morirei ed ucciderei per quegli occhioni che … che lui ti pianta nel viso, facendoti mille domande, pur restando zitto …” – e si commosse nel dirlo.
La donna gli passò un kleenex ed una coppa di champagne.
“Brindiamo a questo saluto … in fondo non mi è dispiaciuto fare parte di questo tornado chiamato Glam Geffen, anche se sei un casinista … tremendo! Salute!” – ed arrise al ritrovato buon umore anche da parte dell’avvocato.
“Ci sarò sempre per te Sveva, questo è ciò che provo …”
“Apprezzo la tua franchezza … ti voglio molto bene … siamo stati … alla grande.” – e scrollò le spalle.
“Hai ragione … a proposito, questa è una lettera di assunzione presso un collegio di Los Feliz, molto prestigioso … spero tu voglia accettare …”
“Lo farò … Grazie Glam.”
“Ma tu disegni sempre conciato così …?”
La domanda di Chris era svogliata, mentre ciondolava da uno sgabello, in posa nello studio di Xavier.
Si era trasferito da Antonio, preferendo la sua residenza alla Joy’s House.
“Sai i piccioncini sono inguardabili … per me almeno, mentre si riconciliano …”
L’artista lo scrutò, indossando solo un paio di shorts in jeans scoloriti e strappati ovunque.
“Stai fermo … che modello indisciplinato … ah c’è Phil!” – e si illuminò, salutandolo.
“Ciao campione … dammi un bacio.” – lo esortò piegandosi verso di lui, coccolandolo per alcuni istanti, pronto ad uscire per una riunione.
Era elegante nei suoi pantaloni tinta sabbia, sotto la camicia bianca.
Chris boccheggiò – “Ehi mr Derado, potrei scopare un po’ con il tuo Xavy?”
Il regista si voltò infastidito, avvicinandosi a lui – “No, dico, passi la confidenza, ma come ti … cos’è questa puzza??!”
Era rum, che riempiva la lattina di diet coke.
“Tu sei ubriaco fradicio …”
“Phil lascialo perdere … lui non voleva offenderci …”
“Non sono offeso, sono deluso! Sei un ragazzo splendido, perché ti riduci così!?” – inveii contro il cantante, che mutò radicalmente espressione, da sbruffona a disperata.
“Perché sono stato tradito per l’ennesima volta!!” – urlò in lacrime, barcollando contro alla parete, dove si accasciò.
Phil lo aiutò a raggiungere il bagno, dove il ragazzo vomitò, senza mai smettere di piangere.
Xavier prese dei vestiti puliti ed insieme al compagno, scortò Chris in camera da letto, dove finalmente si calmò.
Tomo era impaziente di vederlo, ma Antonio non era molto convinto a lasciarlo passare.
“La mia idea di nucleo riuniva anche tu e Shannon, insieme a Josh e poi a July ovviamente … avete disgregato un legame che funzionava, passi. Avete scelto due bravi ragazzi, passi anche questo. Vi siete quindi rimescolati e qui mi verrebbe già da ridire, ma … non paghi, siete tornati da Chris ed Owen! Mi ero illuso che foste decisi, ma erravo … Rice ne è al corrente?” – domandò aspro.
“No … non so neppure se Shan glielo dirà.” – ammise mesto.
“Perfetto … PERFETTO DIAMINE!!”
Jared scelse la camicia per Colin.
“Sarà un matrimonio memorabile …” – disse, pensando ad una cravatta.
Farrell seguiva i suoi gesti amorevoli, nel privè di una boutique prestigiosa a Malibu.
“Antonio darà una festa epica tesoro …” – disse l’irlandese, posando le scelte dell’altro su di un tavolo del settecento.
“Ce li faremo spedire a casa Jay … ora andiamo, voglio fare l’amore con te.” – disse fissandolo.
Era bello immergersi in quelle sue occhiate cariche di erotismo.
“Facciamolo in macchina Cole … rammenti i nostri deserti …?”
Si baciarono, perdendosi nel sapore di quelle immagini eternamente nitide nelle loro menti.
“Torniamoci …” – respirò Colin, leccandogli le labbra.
“Ora fa troppo caldo …” – rise Jared, stringendolo a sé.
“Torniamoci …” - insistette Farrell, spostando un lembo della sua casacca e succhiandogli un capezzolo, tormentandolo anche con le dita.
Jared reclinò la testa, ritrovandosi contro alla porta, che chiuse a chiave – “Io non ci arrivo all’auto … non … ci arrivo …” – gemette, armeggiando con entrambe le cinture, tolte le quali, i loro jeans finirono alle caviglie.
Niente biancheria intima, a cosa serviva?
Solo di intralcio, ebbero il medesimo pensiero, così come nell’attimo in cui Colin lo sollevò, arpionando le cosce magre di Jared, per poi penetrarlo con affondi tanto roventi quanto bagnati.
Le sue spinte erano un crescendo, in ogni direzione, fino a scoppiare in Jared, che quasi si soffocava, a forza di inspirare con la bocca spalancata, ma sensualissima.
“Sto … sto gocciolando Cole …” – mormorò esausto, tremando avvinghiato ad un Colin ebbro di virilità gioiosa.
“E tu pensi che io abbia già finito, Jay? …”
Gabriel stava leggendo un libro di poesie in latino a Thomas, mentre aspettavano nell’anticamera di Foster, di passare una visita prenotata da Jamie.
Il ballerino arrivò direttamente dalla zona terapie, con Marc, che sorrise nel salutarli.
“Ehi salve …”
“Ciao Gabriel, Thomas …”
“Buongiorno Jamie, Marc come stai?” – e strinse loro la mano educatamente.
“Oggi seduta tranquilla, vero amore?”
Jamie annuì tranquillo, andando a bussare dal medico, che lo doveva controllare da prassi, prima di ogni dimissione dal day hospital.
“Faccio in pochi minuti, poi tocca a voi.” – disse sorridente.
“Ok … grazie.” – replicò Gabriel, lievemente imbarazzato dalla sua cortesia, in particolare per quell’appuntamento mirato a coinvolgerli nel percorso, che anche lui stava facendo per guarire.
“Jamie è stato infinitamente generoso …” – disse Thomas dolcemente.
In lui Hopper vedeva qualcosa di infantile, alternarsi ad una simbiosi intrigante e persino assurda, verso il fratello.
C’era armonia, soavità nel reciproco dimostrarsi amore incondizionato.
“Lui vorrebbe uscire da questo tunnel insieme a voi … Ha ritrovato una sorta di pace interiore, capite …?”
“Iniziando a … non odiarmi più, vero …?” – disse Gabriel schernendosi.
“Sì … non posso nascondertelo.”
“Jamie è stato ricompensato, innamorandosi di te Marc.”
“Sapete io credo che … tutto l’amore, ricevuto dagli altri, sia qualcosa di prezioso ed insostituibile, così come diventa necessario a farci crescere, nel passaggio in cui ci mette alla prova … E siamo noi a doverlo ricambiare, senza pretendere nulla in più.”
CHRIS
SVEVA
THOMAS & GABRIEL
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