Capitolo n. 20 - sunrise
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Quando Jared li vide, il suo stomaco sembrò implodere di gioia, trasmettendogli una vampata di calore generale.
Il sorriso di Colin ed Isotta era unico, nell’incrociare il suo sguardo.
“Non potevamo lasciarti qui, senza di noi …”
“Amore … Cole, Isy … mio Dio …” – e li strinse talmente forte da soffocarli.
Chiuse a chiave il camerino, perdendosi nei baci di entrambi, come in estasi.
“E’ … è una sorpresa bellissima Colin.”
“E’ il minimo per te … certo volevano venire tutti i nostri cuccioli, sarà per un’altra volta.”
“Certo … vieni qui angelo mio …”
“Ha i tuoi occhi Jay …”
“E voi avete tutto il mio amore Cole.”
“Questo pezzo lo dedico all’uomo che … è sopravvissuto al sottoscritto …” – Jared rise solare.
“Lui sa che ho ragione … Colin è per te … lui è il mio ragazzo irlandese, lo amo più …” – le sue iridi luccicarono, poi un respiro profondo – “Ti amo Colin.”
Le note di When the street have no name si diffusero per tutto il teatro affollato di fan e giornalisti, che immortalarono quella sequenza di emozioni, vivide e sincere.
Fu un’esecuzione perfetta, il pubblico ricompensò la band con fragorose ovazioni, sino alla conclusione del concerto.
Da dietro le quinte Colin con in braccio Isotta, vivace nel suo battere le manine morbide e paffute, trasmetteva gioia ed orgoglio per il suo Jared, che si sentiva in cima al mondo, come mai prima.
Geffen scrutava l’orizzonte, oltre la vetrata del suo studio, dove si era sistemato in poltrona da qualche minuto, in attesa di Marc.
“Permesso …”
“Ciao, entra pure …” – disse senza muoversi.
“Come stai Glam?”
Lui rimase in silenzio, inspirando e strizzando le palpebre.
“Versati da bere.”
“No, è presto per me, poi da quando sto con Jamie mi limito parecchio.” – e sorrise, memore di sbornie colossali, sepolte nel passato dei loro esordi in aula.
“Finisco questo e …”
“Cognac d’annata Glam? Sono le nove di mattina …”
“Tu credi … tu credi che loro mi odino abbastanza, adesso?” – domandò improvviso, cambiando tono di voce.
L’iniziale indifferenza, sembrò vestirsi dei colori di un tempo.
“Come, scusa …?”
Geffen si girò lento, rivelando quanto fosse provato e commosso, da quanto stava per dire.
“Glam …”
“Kevin e Jared, parlo di loro!” – esclamò con una vena di disperazione.
Hopper si alzò dal divano, gettando il plico che stava facendo finta di analizzare, per affrontare quella situazione inattesa.
“Sì. Sì, ti odiano di certo, ma perché me lo chiedi??”
“Sono liberi quindi … volevo soltanto questo, liberarli di me, una volta per tutte.” – spiegò amareggiato.
Marc stentava a credergli – “Cosa mi stai dicendo?! Che è stata una macchinazione per farti detestare??”
“E dimenticare … non li ho mai resi felici, forse tu non conosci i dettagli, ma te l’assicuro, è meglio così.” – disse risoluto, asciugandosi le lacrime copiose.
“E Sveva?”
“Lei … lei è stata l’arma vincente per ottenere il risultato in cui speravo … Dopo il ritorno di Jared mi illudevo di potere andare avanti, senza più restare sospeso tra loro, ma Kevin per primo ha cominciato a spezzarsi … E Jared l’ha seguito, senza avere scampo …”
“Quindi hai preferito farti disprezzare piuttosto che cercare altre soluzioni?? Ma sei impazzito Glam?? Jared e Kevin sono distrutti!”
“Ora è così, ma tra qualche mese riusciranno a mettermi da parte, a rassegnarsi, troveranno l’equilibrio giusto, Jared con Colin e Kevin … gli auguro ciò che desidera, anche se al solo pensiero che qualcuno possa toccarlo …”
“Glam tu stai prendendo in giro te stesso … ed anche Sveva, ovviamente.”
“Lei è una donna in gamba, che non ha alcuna pretesa.”
“Insomma te la scopi e va bene così??”
Geffen lo fissò – “Non sono innamorato di lei, non me la voglio sposare, mi piace come donna, lo ammetto, ma nessuno cancellerà mai il mio amore per Kevin e Jared, nessuno.”
Xavier parcheggiò, notando che c’erano ancora alcuni detriti della Ferrari nel piazzale antistante il palazzo di Sveva.
Phil sbuffò, girandosi a controllare Drake, addormentato nel suo seggiolino, ma specialmente Pam, che sembrava un’amazzone sul piede di guerra.
“Ora quella mi sente!” – sibilò combattiva.
Xavier fece un balzo sul sedile – “Ehi! Capisco tu voglia parlarle, ma non accapigliatevi, ricorda che il guapito deve avere la sua poppata tra un’ora!” – disse in modo simpatico.
“Non temete, sarò di ritorno quanto prima. Vado!”
“Cazzo … è … è bello ritrovarti sempre così bagnato …”
“E’ per la voglia che ho di te Tomo …” – gemette Shan, ricevendolo in un’unica spinta, fino in fondo.
Si baciarono forte, lasciando che i loro petti aderissero, mentre il sudore gocciolava dall’addome del croato, che aumentava il ritmo ad ogni respiro dell’altro.
“Ancora … ecco … così … Tomo … mioddio … amore!!” – esclamò sentendosi schiacciare da quell’invasione, ma senza sapervi rinunciare, neppure per un dannato istante.
“Prego, accomodatevi …”
Il tono di Gabriel era pulito e sereno.
Jamie lo seguì con diffidenza, mentre Marc sorrise, cercando la forza di superare la situazione indenni, anche se temeva la verità di quell’ex così attraente.
“Accidenti che casa …” – disse il ballerino, posizionandosi di fronte all’insegnante, in un salotto completamente bianco, con suppellettili in argento e smalto.
Erano all’attico di un grattacielo signorile, in stile moderno, con tanto di piscina sulla terrazza.
“Thomas ed io l’abbiamo acquistata due anni fa … somiglia a quella in cui torniamo a Rio, ma là c’è anche un giardino …”
“Ah però … avete buon gusto tu e …” – “Tom Tom, è mio fratello.”
“Tuo fratello …?” – mormorò Jamie, notando alcune cornici in legno scuro, all’interno delle quali spiccavano delle foto di Gabriel insieme ad un ragazzo più giovane.
“Sì … è lui, infatti.”
“Questo è tuo fratello?? Ma stai scherzando, vero?”
“No Jamie … è Thomas, abbiamo la stessa madre, mentre mio papà era argentino ed il suo, invece, brasiliano.” – replicò con un certo imbarazzo.
“Tu conosci Thomas, Jamie?” – domandò Hopper.
“Sì … solo che pensavo …”
“Voglio toglierti ogni dubbio Jamie, per questo siamo qui, giusto?”
Il giovane scrollò le spalle, riprendendo la calma.
“Quando tu ed io ci incontrammo, Thomas era impegnato ad allenarsi, per partecipare alle olimpiadi, come nuotatore. Questo fatto ci separò e fu … terribile. Mai avrei creduto di potermi legare ad un altro uomo, ma accadde, perché tu eri … tu eri speciale Jamie ed anche Tom Tom capì, dalla lontana Russia, dove avrebbe vissuto almeno tre anni, un’eternità …”
“Ok … continua …”
“Ecco vedi, otto mesi prima, quando ancora vivevamo in Brasile, ebbi un grave incidente d’auto e Thomas mi salvò la vita, con una trasfusione … senza però sapere che era siero positivo … Fu contagiato dall’unico ragazzo frequentato per un breve periodo all’università, quando ancora … non stavamo insieme, lui ed io intendo …”
“Un incidente … hai quella cicatrice sotto lo sterno …” – accennò Jamie, arrossendo nel ricordare quel dettaglio.
Gabriel sorrise a metà, annuendo.
Hopper deglutì a vuoto – “Quindi voi due eravate una coppia …”
“Noi siamo una coppia, Marc.” – affermò serio.
“Vi ho visto mentre … mentre vi baciavate, vicini alla tua auto Gabriel ed ho dedotto che lui fosse il tuo amante …”
“In quell’occasione gli stavo dicendo addio Jamie … per avere un futuro con te, inconsapevole di essere malato e di averti trascinato in questo baratro … Tu poi mi cacciasti, eri furente, solo che … io non ebbi la forza di farti capire come stessero realmente le cose.”
Jamie si rialzò, prendendo uno dei portafoto.
“Dov’è Thomas, adesso?”
“Arriverà tra poco … le cure sono costose, in Brasile ci seguiva uno specialista, amico di famiglia, ma a Los Angeles ci siamo rivolti ad una nuova struttura privata, che collabora saltuariamente con un certo dottor Foster: lui ha una clinica, per noi inaccessibile, nonostante possiamo definirci benestanti.”
“Io … io mi curo lì …”
“Ne sono felice Jamie. Thomas dipinge e pensa a cucinare oltre al resto … E’ rimasto traumatizzato, nell’abbandonare l’attività agonistica, dopo due ori … Le nostre esistenze sono state polverizzate, ma almeno ci siamo ritrovati … Ho solo questo lavoro, pagano bene, però se sapessero …”
“Non accadrà, non da parte nostra almeno, vero Jamie?”
“Sì … assolutamente.” – disse spiazzato, poi sentì un rumore, era di chiavi.
Ne seguì una risata allegra, che fece alzare Gabriel di scatto: corse da Thomas, stringendolo forte – “Vieni piccolo, ti presento Jamie e Marc.”
“Salve … piacere di conoscervi, restate per la cena? Faccio l’arrosto …”
La sua voce ed i suoi modi avevano qualcosa di musicale, era incantevole, nulla avrebbe fatto pensare ai suoi interlocutori che avesse un simile problema di salute.
“No ti ringrazio, ma abbiamo già un altro impegno …” – si scusò Hopper, provando a regolarizzare il respiro, senza riuscire a guardare Jamie, che sembrava smarrito e confuso da quelle rivelazioni.
Note dell’autrice:
ho rubato ampiamente alla sceneggiatura di From beginning to end, film brasiliano, di cui sono protagonisti Gabriel Joao Vasconcellos (Francisco nel film e per noi Gabriel) e Rafael Cardoso (Thomas > Tom Tom) per spiegare quanto successo ai tempi della relazione di Gabriel e Jamie.
E’ un mio personale e spudorato omaggio a questa pellicola, che adoro, ormai si sa ;-)
Per Voi la scena del saluto dei due fratelli innamorati, che anche Jamie rievoca ;-)
http://www.youtube.com/watch?v=LNU43KjsMH0&feature=related
GABRIEL AND THOMAS (gabriel joao vasconcellos and rafael cardoso)
GLAM
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