giovedì 5 gennaio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 12

Capitolo n. 12 - sunrise


Glam li ritrovò insieme nel loro letto, suo e di Kevin, con Lula abbracciato a quest’ultimo.
Era ormai mattina inoltrata.
“Tesoro …”
“Papà …!” – disse svegliandosi per primo, mentre un secondo dopo Kevin faceva altrettanto, sorridendogli – “Daddy … ma che ore sono?”
“Un po’ tardi … come mai non sei a scuola cucciolo?”
“Aveva la febbre, così l’ho tenuto a casa … bentornato.” – e gli diede un bacio, che Geffen ricambiò con una lieve esitazione, comunque percettibile ai sensi del compagno, che provò un forte disagio.
“Ok, devo cambiarmi ed andare in tribunale per le undici, sono in ritardo.”
“Io resto qui!” – “Certo Lula … papake avrà cura di te, scusatemi, ma ho fretta.”
“Glam aspetta … Lula rimani, dico a Norma di portarti la colazione.” – e rimboccandogli le lenzuola, si alzò per seguire Glam nella camera armadio, chiudendosi la porta alle spalle, con aria impacciata.
“Che c’è Kevin?” – domandò l’avvocato distrattamente.
“Daddy ecco … pensavo restassi con noi, cioè se hai lavorato sino a tardi …”
“Ho preferito sostare in un hotel, era notte fonda.”
“Sì, certo … ok …” – rise nervosamente – “Hai fatto bene, non voglio che ti metta alla guida se sei stanco …”
“Non sono ancora da rottamare, comunque grazie per l’interessamento.” – e sorrise di sbieco, allacciandosi la camicia fresca di stiro.
“Possiamo stare un po’ insieme nel pomeriggio? Almeno …”
“Sono giorni intasati di impegni, non posso prometterti nulla ed adesso … devo proprio scappare.” – e con un bacio fugace sulla fronte, tentò di uscire, ma Kevin lo trattenne per un braccio.
“Daddy …”
I suoi occhi erano pieni di lacrime, pronte a zampillare lucenti ed amare.
“Cosa c’è accidenti?” – ribattè brusco.
Kevin lo lasciò andare, senza aggiungere altro.


§ Vorrei rivederti. Questo è il mio numero, un bacio, GG §
Sveva sistemò la corbeille di rose fucsia ed orchidee bianche al centro del proprio living, arredato in stile moderno.
Sorrise, facendo tentennare il biglietto sul mento, indecisa se mettersi o meno in contatto con Geffen.
Alla fine si decise.
“Sono bellissimi.”
“Alla tua altezza direi … tutto bene?”
“Io a meraviglia, ma tu …? Il ritorno alla base? Dovremmo parlarne Glam.”
“Se ne vuoi parlare, volentieri.”
“Hai una famiglia, io non sono quel genere di persone che le rovina, sia chiaro.” – disse decisa, ma in modo pacato e velatamente seduttivo.
“Se mi prepari un caffè, passo a salutarti.”
“Ok … ti mando l’indirizzo.”


Colin preparò i gemelli per la loro visita mensile, mentre Jared faceva altrettanto con Amelie ed Isotta.
“Come mai a me toccano sempre i maschietti ed a te le femminucce?” – domandò in tono polemico, con un sorriso incantevole.
Jared sbuffò, aggiustando i vestitini gialli delle loro principesse - “Perché io sono quello che ha più gusto in fatto di moda! Guarda un po’ qui!” – e sogghignando indicò l’eleganza delle bimbe.
Thomas e Ryan si guardarono per un istante, perplessi, in maniera tanto buffa da scatenare l’ilarità generale.
Simon era salito per accompagnarli e si era aggregato anche Brandon.
“Dov’è Kurt?” – chiese Farrell.
“E’ in clinica con Jamie, aveva la terapia, Marc ha un impegno con Geffen, quindi è andato lui.” – rispose sereno.
Jared fece correre lo sguardo a quello di Colin – “Kurt è un ragazzo davvero generoso.” – sottolineò l’irlandese e lo psicologo annuì, recuperando il trasportino di Amelie, felice per quella scelta.



Tomo lo vide al margine della strada.
Denny stava imprecando e prendendo a calci il pneumatico sgonfio della sua berlina.
Il croato rise, mentre scendeva per aiutarlo.
“Ehi amico, serve soccorso?”
“Oh chi si vede! Se sei sobrio volentieri!”
“Ma che stronzo …” – sibilò.
“Ma che simpatico il mio chitarrista!” – e gli fece una smorfia.
“Non sono tuo.” – disse lui di rimando, sentendosi stupido per quel battibecco inopportuno.
“Ed io pure e allora!?” – e via con un’altra invettiva gestuale, il classico dito medio.
“La giornata comincia bene …” – sospirò Tomo.
“A chi lo dici … allora questo cric, te lo sei mangiato!!?”
Risero, come due adolescenti, proseguendo in quello scambio di battute senza senso, finchè il pneumatico non fu sostituito ed entrambi ripartirono, scambiandosi i cellulari.


“Prego entra …”
“Ciao, grazie … ho portato dei biscotti, non so se siano di tuo gradimento.”
“Temevi non ce ne fossero Glam? Ho appena sfornato una torta di mele … precotta ahahah”
“Niente studenti oggi?”
“Riposo infrasettimanale … e tu?”
“Ho dieci minuti, poi vado a difendere un tizio, che ha frodato due ex mogli.”
“Carino … e tu gli dai ragione?”
“Quando pagano l’onorario non sto a sottilizzare, ma non vorrei perdere tempo, preferirei ascoltarti.”
Sveva gli andò vicino, per baciarlo e lui l’assecondò, godendosi il profumo dei suoi capelli ed i continui sorrisi.
“Non potresti farti sostituire Glam …?”
“No, ma … se vorrai stiamo insieme domani.”
“Dopo la pausa pranzo, prima ho tuo figlio …” – e si interruppe.
“Ci sono molte persone che contano su di me, Sveva, ma ultimamente sto perdendo fiducia in troppe cose.”
“Io non pretendo nulla.”
“Ma non vuoi fare l’amante, è chiaro.”
“Tu vuoi questo Glam?”
“Assolutamente no. Mi piaci e sto bene con te.”
“E’ reciproco … Tu sei un uomo … strano.”
“Lo ammetto. Ti spaventa questo dettaglio?” – e rise.
“Sinceramente non mi faccio problemi se tu hai un uomo a casa che ti aspetta, anziché una moglie, credimi, ma … appunto perché lui è tuo marito, è una faccenda tremendamente seria ed ufficiale, capisci?”
“A tutti gli effetti, soprattutto legali. Quindi …?”
“Ne discuteremo al prossimo appuntamento Glam, non credi?”
“Perfetto.” – e le diede un altro bacio, molto intenso e profondo.
“Ciao bella signora.”
“Ciao … mi telefoni stasera?”
“Certo Sveva, contaci.” – e se ne andò.


“Ancora cinque minuti Jamie … almeno così dice l’infermiera.”
Kurt arrise alla curiosità infantile e continua dell’amico, che scalpitava per alzarsi da quel giaciglio sterile ed andare al luna park insieme a lui.
“Voglio mangiare una montagna di zucchero filato, visto che ho perso un altro chilo!” – disse ridendo.
“Affare fatto.” – e sedendosi sul bordo, Kurt si sporse, dandogli un bacio sulla guancia.
Jamie si schernì – “Sei dolce … un tempo sai, non amavo queste cose, spesso mi infastidivano, ma era solo perché non ho mai amato davvero nessuno … Anzi, è il contrario semmai …”
“L’uomo che ti ha … ecco, sono un coglione a tirare in ballo questo argomento, ma lui lo amavi, giusto? …”
“Pensavo che mi completasse Kurt, mi illudevo di essere in cima alle sue priorità, invece presi una cantonata madornale, viste le conseguenze …”
“Con Marc hai trovato ciò che cercavi, ne sono sicuro.” – e sorridendo, gli scompigliò le ciocche castane.
“Non ho dubbi … in principio ero diffidente, ma lui ha saputo aspettare … Io esisto per lui, sono una persona, non un malato da cui prendere le distanze … Gli sarò grato sino alla fine …” – e sembrò assopirsi, provando la netta sensazione di essere custodito da Marc, senza limiti, senza più avere paura.



Jamie


LULA


Colin and Thomas

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