Capitolo n. 22 - sunrise
Glam accompagnò Lula a scuola, poi rientrò da Kevin velocemente, come promesso.
Il bassista suonava nel proprio studio, seduto sul tappeto al centro di quell’ambiente arredato nei toni caldi del rosso ed arancio.
Lì si erano consumate molte emozioni nelle ultime settimane: mentalmente continuava a chiedersi se doveva condividerle con Glam e se questi avesse ancora qualche diritto sulla sua sincerità, dopo l’ennesima crisi, per la quale si sentiva ancora confuso.
“Tesoro eccomi … adesso possiamo parlare finalmente.” – disse l’avvocato sorridendo.
“Sei davvero tornato?”
“Sì … certo, ma volevo spiegarti alcune cose …” – replicò incerto.
Kevin posò lo strumento, alzandosi per andare al mobile bar, dove scelse una bibita.
“Hai sete Glam?”
“No, grazie … so che sei arrabbiato con me …”
“Arrabbiato? No … semplicemente deluso.” – affermò voltandosi, per fissarlo con aria severa.
“Ti capisco e non ho altro che la mia verità amore …”
Kevin serrò le palpebre, su quell’ultimo vocabolo.
“E quale sarebbe, sentiamola.”
Geffen si avvicinò, cingendolo piano per la vita: gli diede un bacio, che Kevin contraccambiò dapprima con distacco, ma poi fu incapace di rimandare la passione ed il coinvolgimento, procuratigli da un simile gesto.
Avrebbe voluto non staccarsi più da Glam, che non si fermò, portandolo sul tavolo ovale, usato per le riunioni con i musicisti: lo liberò da spartiti, i-pod e cd, che si sparsero ovunque, come i suoi ulteriori baci ed innumerevoli carezze, sul corpo di Kevin, ben presto nudo e caldissimo.
“Daddy … non … non voglio …”
“Sul serio …? Dimmelo ancora … che non vuoi …” – respirò rovente nel suo collo Glam, toccandolo nei punti sensibili, dove sapeva di dargli il piacere più ambito.
Finirono distesi l’uno sull’altro, oscenamente belli in quell’intreccio di gambe e braccia, che sussultavano ad ogni spinta di Geffen nel canale stretto e bagnato di Kevin, ormai senza più difese.
Il giovane era disposto ad annullare qualsiasi motivazione, non gli importava più niente, assolutamente niente di quanto accaduto.
Flora stava scartabellando diversi fascicoli, senza trovare quello che Jared le aveva chiesto.
“E’ un vero caos il mio archivio! Dovremmo chiudere una settimana e fare ordine!” – si lamentò austera.
“Non importa … magari ripasso …”
“Hai l’aria stanca Jared.”
“Siamo appena atterrati da Chicago ed Isotta ha pianto per tutto il volo … non abbiamo chiuso occhio. Cole è abituato, ma Shan e Tomo erano nevrastenici.” – disse ridendo.
“Questa no, questa nemmeno … oh diamine, anche le bollette del villino, ecco dov’erano finite! Che poi cosa lo teniamo a fare …”
Jared sentì un bruciore allo stomaco su quella rivelazione – “Non è stato venduto?” – chiese di botto.
“Come prego?”
“Glam mi diceva che … sì insomma, sapevo che lo studio aveva questa proprietà, ma che era stata ceduta.”
“Assolutamente no Jared … probabilmente Geffen perde colpi!”
“Probabilmente …” – mormorò raggiante.
“Questa è stata la sua … versione dei fatti Jared.”
Kevin riprese fiato, mentre camminava sulla spiaggia insieme al cantante dei Mars, che lo aveva cercato, per avere conferma sul ripensamento di Geffen, senza però svelargli il segreto della casa in collina.
“Come poteva sperare di … pensandoci, forse, non aveva torto, lo abbiamo odiato da morire …”
“Il punto è che quando mi stringe, io non riesco a sfogare il mio risentimento, è come se si sciogliesse …” – spiegò Kevin, profondamente turbato.
“L’essenziale è che non si riformi … E di Sveva, cosa ti ha raccontato?”
“Nulla di preciso … a parte definirla l’elemento di persuasione, per farci convincere su quanto lui fosse stronzo e detestabile, appunto.” – e sorrise mesto.
Jared si bloccò, brandendo i polsi di Kevin, che arrossì – “Colin mi è stato vicino nel modo migliore ed io non voglio deluderlo oltre, ferendolo con i sentimenti provati per Glam, quindi mi auguro di ristabilire la serenità di quel periodo, in cui eravamo una famiglia unita e senza ombre …”
Kevin deglutì, commuovendosi – “Colin merita il tuo amore incondizionato … per sempre.”
Jared annuì, riprendendo a camminare, per riprendere poi la via della End House.
Tomo trovò un biglietto al suo arrivo e l’appartamento vuoto di Chris e delle sue cose.
§ Sei un bastardo … non è cambiato nulla in te ed io mi sono lasciato imbrogliare per l’ultima volta. Pensare che volevo un bambino … non sono mai stato tanto ingenuo, ma quello che ha toccato il fondo rimani sempre tu, STRONZO!!! §
Il croato ebbe come un capogiro, dovuto all’insonnia.
Crollò sul divano, cercando la bottiglietta di minerale nella sacca da viaggio ed il palmare, per inviare un sms a Shan.
§ Chris sa tutto … §
Il batterista al proprio rientro ritrovò invece il compagno con July, felici entrambi di accoglierlo e coccolarlo, dicendogli quanto fosse loro mancato: si adombrò nel leggere il messaggio di Tomo, ma gli rispose semplicemente § Qui nessun casino … ci vediamo presto. §
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