giovedì 26 gennaio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 32

Capitolo n. 32 - sunrise


Denny stava imprecando con un tizio che lo aveva imbottigliato, parcheggiando la sua berlina troppo vicina al suo fuoristrada.
Era un messicano e puzzava di rum già alle nove di mattina.
Alla fine l’avvocato si arrese, notando che un bel ragazzo stava ridacchiando, nell’assistere al suo spettacolo mattutino.
“Tu non sei Chris?”
“Ciao … ci siamo visti al matrimonio di Antonio …”
“Ti conosco da prima, mi piacciono i Red close, sono Denny.”
“Lo so, il socio di Geffen.”
“Eh magari … no, direi più un apprendista stregone …”

“Guarda un po’ chi c’è qui sotto Marc.”
“Che succede?”
“Denny e Chris, ma lo sapevi che eravamo tutti vicini di casa?”
Jamie rise, indossando i jeans scoloriti, dopo una tshirt nera, sotto alla quale si infilarono subito le mani di Hopper.
“Ehi …”
“Ehi …” – Marc sorrise nel suo collo, baciandolo caldo – “Ho troppa voglia di te, per sbirciare il vicinato Jam …”
“Quando mi chiami così …”
Hopper lo girò a sé, stringendolo – “Quando accade, facciamo sempre l’amore quindi …”
Risero, sapendo che erano in ritardo sia per le prove che per il tribunale: si limitarono ad un lungo e profondo bacio, ripromettendosi un pomeriggio tra le lenzuola, dopo un pranzo insieme agli amici Brandon e Kurt, in partenza per la consueta vacanza europea.


“Grazie del passaggio Denny.”
Chris era assorto in pensieri confusi, l’altro lo notò subito.
“E dopo come fai …? Stai in spiaggia fino a sera?”
“No, sto andando ad un appuntamento, Kevin mi ha cercato.”
“Non voglio farmi gli affari del capo, ma credo siano tornati insieme.”
“E neppure i miei, giusto?” – rise nervosamente.
“Siete abbastanza svezzati da cavarvela da soli o sbaglio?” – chiese provocatorio o almeno Chris lo percepì in quel modo.
“Diciamo che sono dalla parte del – te lo avevo detto Kevin! – sapendo che sarebbe tornato con lui nonostante l’ultima stronzata di Geffen.”
“Lui non ha una relazione con la Berger.”
“La Berger, ne parli come se fosse una cosa, tipico gergo legale.” – replicò acido.
Denny accostò.
“Scusa, spesso mi prendo delle confidenze …”
“Che non dovresti Denny. Magari hai ragione tu, occorre essere diretti e sinceri nella vita, affermare le proprie opinioni, però io ne sono sempre rimasto fregato e forse è arrivato il momento di mentire a tutti, va di moda, sai?” – e scese, senza voltarsi indietro.


Lula raccolse qualcosa, correndo sulla sabbia e volando tra le braccia di Glam.
“Soldino di cacio pesi … sediamoci va …”
“Sei stanco Glam?”
“Un po’ … credo sia arrivato Chris.”
Kevin scrutò in direzione della strada, notando i suoi passi incerti.
“Sì eccolo … ok vado, aspettatemi qui.”
“Okkeiii papake! Ciao zio Chris!!” – gli urlò il bimbo gesticolando e lui rispose con un sorriso.
Adorava quella peste, era inevitabile.
Ed adorava Kevin, gli era mancato da morire e saperlo a pochi metri da lui era come una tortura cinese.
Lenta e crudele.
“Ciao … grazie per essere qui.”
“Kevin … tutto a posto vedo.”
“Camminiamo?”
“Come vuoi.”
Fecero pochi passi, poi Chris provò una sottile irritazione.
“Motivo della tua chiamata?”
Kevin guardò l’orizzonte, poi di nuovo lui – “Volevo ringraziarti Chris.”
“Oddio e per cosa?”
“Per avermi aiutato a capire … per avermi sopportato.”
“Avevo un buon motivo per farlo Kevin, peccato fosse diverso dal tuo.”
Il bassista si fermò.
“Abbiamo condiviso dei momenti importanti noi due Chris, ho … ho tradito il mio compagno, con te, ben prima della nostra fuga e lui mi ha perdonato …”
“E’ un classico, per voi e non solo.”
“Tu non ci hai provato con Tomo?”
“A fare cosa? Stai scherzando vero??”
“Se tu ami una persona, almeno quanto la amiamo noi, non credi si debba tornare sulle proprie decisioni e darsi un’ulteriore possibilità?”
Chris stava perdendo le staffe, ma si trattenne, consapevole che Kevin era in buona fede, ma ciò nonostante l’avrebbe preso a calci volentieri.
“IO non sono succube di un uomo come lo sei tu Kevin!” – gli ruggì contro, pentendosi un istante dopo.
“Amo mio marito Chris ed ho avuto un bambino con lui … ne sono innamorato, di entrambi, follemente direi …” – sorrise, con quell’innocenza, che ti faceva innamorare di Kevin.
Chris sentì il cuore spezzarsi, aveva subito all’estremo, andava oltre l’essere succube, era stato usato, non era in grado di vederla in maniera differente, quella sua situazione personale priva di amore vero.
“Buona fortuna …” – mormorò, mentre due lacrime scivolavano dietro agli occhiali scuri, celando i suoi topazi di rara bellezza e colore.
“Chris …”


Tomo stava riponendo le ultime cose che Chris aveva lasciato nell’asciugatrice.
La signora peruviana, che si occupava delle faccende domestiche, aveva stirato le camicie ed i jeans di Armani, che Chris collezionava.
Aveva mandato un sms a Tomo, dicendogli che sarebbe passato a ritirare il tutto prima di sera, pregandolo di non esserci.
§ Le chiavi te le lascio nell’ingresso. Grazie. § aveva concluso laconico il proprio messaggio, ma Tomo non aveva intenzione di accontentarlo.
Sentì aprirsi la blindata ed attese nel living che Chris si palesasse.
Quando lo vide, avvampò per l’emozionante disagio.
“Ti avevo chiesto di …”
“Ho disubbidito agli ordini … mi dispiace Chris …” – disse timido, provando ad avvicinarsi a lui, ma Chris fece dietro front.
“Ok, manderò un fattorino.” – sbottò seccato, sbattendo le chiavi sulla mensola, come promesso.
“Chris aspetta!”
“Aspettare cosa??!” – ringhiò, chiudendo i pugni.
Il croato lo prese per le spalle, con delicatezza, le mani tremanti.
“Lasciami andare …” – disse improvvisamente esausto.
“Chris perdonami … non pretendo tu possa restare, ma almeno non andartene con l’odio che senti, potresti commettere altri errori …”
Il giovane si voltò repentino e furioso - “Errori come chi scusa?? Come Kevin??! No guarda qui l’errore resti SOLTANO TU! FOTTUTO IDIOTA!!”


“Eravamo … innamorati … felici, sembrava una relazione perfetta, rinata … ma sulle ceneri non si costruisce niente di buono, vero papà? …”
Downey era passato a controllare i mobili, che aveva scelto insieme a Jude per l’attico di Chris, che ora stava rannicchiato sul tappeto in stile moderno, appoggiato al divano, dove l’attore era rimasto seduto ad ascoltare il suo sfogo.
“Voi due insieme, mi siete sempre piaciuti … Forse Tomo, però, è rimasto talmente segnato dal suo passato con Shannon, da non potervi rinunciare, se non per …”
“Brevi periodi?” – e si asciugò la faccia, devastata dal pianto.
Robert scivolò accanto a lui, abbracciandolo.
“Vedrai che il tempo sanerà questa ferita Chris … Ora tutto ti sembrerà irrimediabile, ma poi le cose miglioreranno, non sei solo, puoi contare su molte persone che ti vogliono bene.”
“Che c’è di sbagliato in me?”
“Assolutamente niente Christopher.”
Lui sorrise – “Solo tu ed una zia di Boston mi chiamate così …”
Downey rise – “Come zia io sono perfetto!”
La sua verve risollevò gli animi, perchè vederlo in quello stato, lo faceva soffrire: Robert non poteva negarlo a sé stesso.
“Tu mi fai stare bene, rendi i miei disastri meno pesanti … grazie.”
“Molto presto mi racconterai di un nuovo amore, ne sono convinto Chris e sarà l’uomo giusto.” – affermò fiducioso.
“Sei stato clonato, papi?” – domandò radioso.
“Mmm vediamo … il mondo non puo’ reggere un altro Robert Downey Junior, facciamocene una ragione!” – esclamò brillante.
Chris sospirò, sfiorandogli un braccio con estrema tenerezza – “Già fatto Rob … L’ho già fatto.” – e scrollando le spalle, lo congedò con un bacio sulla guancia, profumato della sua giovinezza.


Glam si coricò presto.
Aveva cenato in camera, un semplice passato di verdure, con del pane integrale, che non apprezzava particolarmente.
Kevin era rimasto con Lula nella sala da pranzo, a consumare un arrosto cucinato da Vassily, con i contorni preparati da Peter: il piccolo andava pazzo per quelle ricette sovietiche.
Ora che Lula non ci ascolta Vassily, devo chiederti alcune spiegazioni …”
“D’accordo.”
“Dopo che me ne sono andato, Glam si è sottoposto alla nuova terapia, giusto?”
“Sì.”
“Non sei mai stato un chiacchierone Vassily …”
“Sono un militare, non si cancella, resta nel dna Kevin … Comunque, il signor Geffen era in uno stato pietoso. E’ arrivata l’ambulanza, il dottor Scott ci aveva avvisati. L’ho portato di peso sino al suo letto, poi gli infermieri gli hanno fatto delle flebo, oltre a diverse iniezioni. Monitoravano il battito cardiaco, aiutandolo con l’ossigeno. Due giorni orrendi, non l’ho mai lasciato solo, accompagnandolo anche in bagno. Ho fatto il mio dovere.”
Kevin sorrise – “Non lo metto in dubbio e ti sono debitore Vassily … soltanto tu hai la forza per …”
“Tirarlo su come se fosse un neonato?” – rise vigorosamente, volgendo lo sguardo verso Peter, in fondo al corridoio, con Lula che lo aveva scambiato per un pony.
Quando accadeva, quella montagna di muscoli, alta due metri e venti, assumeva un’espressione talmente dolce, da commuovere Kevin.
“Grazie Vassily … perché non porti fuori il tuo Peter, magari un cinema …” – gli propose complice.
“Ad essere sinceri, talvolta sembra di esserci dentro, ad un film intendo, vivendo a contatto con voi …”
“Hai ragione …” – risero.
“Vado dal mio daddy … mi è mancato da morire.”
“Lo so.”
“Daddy ha … Ecco Sveva è incinta di Glam …”
Vassily inarcò un sopracciglio – “E’ un … uomo virtuoso, penso che avrà figli sino ad ottant’anni, come mio nonno!”
“Oh cavoli spero di …” – Kevin fece una smorfia buffa, poi ritrovò il sorriso, con Vassily che ammiccava, alla sua rinnovata serenità.




CHANNING TATUM is MARC HOPPER AND JAMIE BELL IS JAMIE


CHRIS PINE is DENNY

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