Capitolo n. 15 - sunrise
“Lula non potrà venire a scuola per un paio di giorni, per motivi familiari.”
Kevin avvisò l’insegnante del bimbo, che si dimostrò molto disponibile a risolvere quell’inconveniente.
“Senta, potrei passare nel pomeriggio ed aggiornarlo a domicilio sulle lezioni di stamani. Apriamo un nuovo argomento in storia e non vorrei che Lula rimanesse indietro.” – spiegò cordiale.
“E’ … è molto gentile signor Gabriel …”
“Possiamo anche darci del tu, credo siamo coetanei.” – e rise solare.
Kevin notò per la seconda volta che non aveva accento americano, pur parlando correttamente l’Inglese, sembrava brasiliano od argentino, anche per l’aspetto, molto affascinante per quanto ricordasse.
“D’accordo, l’indirizzo è … del nonno di Lula, il signor Meliti, noi siamo qui.”
“Perfetto, ce l’ho nell’elenco dei delegati, ci vediamo più tardi, buona giornata.”
Per Kevin non si presentava come tale.
Glam stava aspettando di vedere il piccolo, in quella dependance, che sembrava un purgatorio.
Denny era stato interpellato per visionare la situazione legale, così Marc, che aveva espresso dei dubbi da subito.
Ciò nonostante, aveva raggiunto l’amico, soprattutto per comprendere le sue decisioni.
“Francamente sono allibito Glam. Sei impazzito per caso?”
Denny restava seduto in un angolo, silenzioso e turbato, per la tensione che si respirava dal loro arrivo.
“Sei il mio migliore amico Marc, ma adesso non ho voglia di parlarne, spero solo di vedere il mio Lula.”
“Ti capisco, ma il tuo comportamento è ignobile, non mi importa se mi sbatterai fuori dallo studio, dopo questa conversazione, ma sembri ripiombato in quel tuo vivere alla giornata, da perfetto stronzo, incapace di amare o considerare le persone che ti volevano bene anche allora!” – sbottò diretto.
“Resterai tra i miei collaboratori, non preoccuparti di essere sincero, mi stupirei del contrario.” – e si versò un secondo caffè.
“Lula devo spiegarti alcune cose. Vieni tesoro, c’è anche zio Brandon …”
“Ciao zii!” – e salutò Colin e Jared, riuniti in un salotto con Cody.
“Dunque … si tratta di papà.”
“Dov’è?? Non risponde al telefono!” – disse con un saltello, ma sorridendo.
“Lui sta bene, ma ha avuto un incidente con … con la Ferrari.”
“E’ in ospedale …?” – chiese rabbuiandosi.
“No, no … è nel parco, nella casetta dove ti piace giocare con Violet …”
“Ah, ok … come mai è lì? Non riesce a camminare?”
Kevin rise amaro – “Oh no, in realtà zoppica, ma … Lula è difficile spiegarti la nostra situazione, mia e di papà, purtroppo …” – la sua voce si spezzò – “Purtroppo abbiamo dei problemi, che non siamo ancora riusciti a risolvere …”
“Mi dispiace papake …” – e gli diede una carezza sulla guancia sinistra.
“Lui è … è una persona meravigliosa, tu lo sai Lula ed io …” – a quel punto scoppiò a piangere.
Brandon decise di intervenire, ma il clima ormai era compromesso.
Si pentì mentalmente di non avere gestito quel colloquio in modo diverso, ma provò a correre ai ripari – “Lula senti, il tuo papà Kevin sta soffrendo perché non riesce per il momento a spiegarsi con Glam, ma desidera fortemente che tu capisca quanto loro due ti adorino, sempre e comunque, ok?”
Lula si commosse, cercando con lo sguardo quello dei presenti, pronti a confortarlo – “State … state divorziando?”
La sua domanda era legittima, visto che la maggiore parte dei suoi compagni aveva genitori divisi.
Kevin riprese un minimo di controllo.
“E’ una separazione Lula, non voglio prenderti in giro, tu sei un bambino intelligentissimo e sia io che papà Glam viviamo per te …” – e lo strinse sul petto.
“Ho fatto … qualcosa che vi ha fatti litigare?” – domandò esitante.
“Assolutamente NO! Non pensarlo nemmeno amore mio.”
“Ok … meno male …” – e gli diede una serie di baci – “Non piangere papake … sono sicuro che … si risolverà tutto, vero zio Jared?”
Il cantante dei Mars si sentiva affogare in quel frangente, avrebbe voluto trattenere le lacrime, così Colin, ma era davvero impossibile riuscirci.
“Lo spero di cuore Lula … vieni qui.” – e lo avvolsero tutti, coccolandolo per un tempo indefinito.
Jamie andò con Kurt all’acquario, per distrarsi e discutere sulle ultime notizie.
“Non ci credo, Glam con la maestra di Lula, mio Dio che squallore.” – disse il ballerino, spostandosi alla vasca degli squali.
Kurt sorrise – “Eccolo lì, il big Geffen, che stronzo … lo chiamavano così, lo squalo, in tribunale e non solo a quanto pare, ma lo ricordo alla perfezione, un vero puttaniere, senza scrupoli.”
“Frequentavi il suo giro all’epoca?”
“Sì, tutte brave persone come potrai notare, mi viene il vomito.” – disse cingendolo per le spalle – “Vieni, passiamo all’anaconda, credo sia l’ideale per miss Berger ahahahha”
“Dici? Pare sia molto bella.” – disse distratto Jamie, preferendo l’angolo degli snack, dove scelse un tramezzino dai colori che Kurt definì inquietanti.
“Di certo non si è scelto una racchia … io prendo la fetta di torta ai mirtilli grazie.”
“Offro io!”
“Ok, del resto sei tu che mi costringi ad ingozzarmi ogni dieci minuti!”
“Ma sentilo!! Non ti minaccio mica con la forchetta alla gola ahahhaha”
“No … ma è una tentazione perenne ed ho molto appetito in effetti …”
“Fai parecchia ginnastica con il tuo bel dottore vero?” – e gli diede una leggera gomitata complice.
“Almeno quanta ne fai tu, somaro!”
“Bestiola!!”
“Scemo!” – e risero.
“Ti voglio bene Kurt …”
“Anch’io Jamie … anch’io.” – replicò sereno, abbracciandolo.
“Eccolo, sta arrivando con Carmela.”
Hopper indicò Lula, che camminava spedito nel vialetto.
Geffen si illuminò, uscendo per accoglierlo.
Lula corse, volando tra le sue ali robuste e protettive, anche se l’aspetto di Glam era malconcio.
“Anima mia … Lula, soldino di cacio, finalmente …”
“Papà … papà dobbiamo parlare sai?” – disse in modo innocente.
“Lo so, vieni, andiamo al laghetto?”
“Okkeiii!!”
Lula ciondolava i piedini, come d’abitudine, seduto sulla panchina, mentre scrutava i cigni, che eleganti si muovevano su quello specchio d’acqua limpido e ricco di ninfee.
“Papà ti sei fatto male?”
“No … cioè sì, insomma, ma non pensarci.”
“Papake mi ha detto delle cose … e non volevo crederci.” – e tirò su dal naso, mantenendo una certa compostezza, emulando ciò che ammirava maggiormente in Geffen, ovvero quella solidità rassicurante, con la quale lo aveva sempre custodito dal primo minuto in cui si accorsero l’uno dell’altro.
“Potresti dirmele …?”
“Sì … non so se sono bravo come lui a parlare … Papà Kevin dice che tu sei un papà fantastico … ma tu e lui non andate più d’accordo … giusto?”
“C’è stato un … un litigio Lula e non abbiamo ancora fatto pace, è vero …”
“Quindi potreste farla??!” – esultò raggiante.
“Non subito, temo …”
“Ah, ecco …” – disse deluso.
“Ci vedremo ogni giorno, te lo prometto Lula, ma ci saranno dei cambiamenti …”
“Noi restiamo qui dal nonno?”
“No, non penso, tornerete alla Joy’s house, è tua, ricordatelo, mentre io … me la caverò, ma specialmente devi sapere che sono l’unico responsabile di questo guaio e che … che papà Kevin non mi ha mandato via, ok?”
“Questo lo so … lui piange … ti ama tanto …” – disse come spaventato da quelle parole così importanti.
“Sì … lo so Lula.”
“E tu lo ami, vero?!”
“Certo … vi amo moltissimo, però devo … devo superare questa crisi da solo …”
“Hai … hai un altro fidanzato papà?”
“No … senti parleremo di questo domani, ok? Volevo portarti fuori a pranzo …”
“Non posso, viene Gabriel per i compiti …”
“Gabriel?”
“Sì il professore!” – e sorrise.
“Hai ragione, mi raccomando gli studi Lula, sei in gamba … sei l’amore della mia vita.” – e lo abbracciò con intensità.
CHRIS PINE IS DENNY
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