One shot . Il resto di noi
Pov Robert Downey Junior
Il suo sapore allevia il mio risentimento.
Jude si sta facendo una doccia ed io fumo la sigaretta, per la quale riceverò un secco rimprovero.
Ognuno di noi ha le proprie abitudini: lui mi tratta come un rifiuto, io continuo ad infestare le camere d’albergo.
La sua, è sorta nel momento in cui gli ho detto che Susan era incinta.
La mia ha radici più profonde, risalgono ai mesi trascorsi in galera.
Sembra un’altra esistenza, che non mi appartiene, invece sbaglio.
E’ parte di me e sembra davvero ieri, quando Jude mi stringeva sul petto, dopo avere saputo i dettagli di quel periodo ed i segni indelebili tracciati sul mio corpo e soprattutto nella mia anima, dai soprusi di alcuni carcerati, ai quali non sembrava vero di scoparsi una ex celebrità come il sottoscritto.
Solo una notte: per la lunga e penosa confessione, chiusa a chiave in fondo al mio cervello, a quell’intimità violata, che nessuno avrebbe più dovuto toccare.
E’ tornato.
Sbuffa.
“Rob … buttala.”
“Come hai fatto tu con me?”
Ridacchio, ma ho appena finito di piangere, come al solito affogato nel cuscino.
“Che cazzo vuoi dire?”
Me lo chiedi senza alcun interesse, tanto lo sai Jude a cosa mi riferisco e non ti importa.
A te non importa più di me.
“Perché lo facciamo ancora Jude?”
“Facciamo cosa?”
“L’am … il sesso.”
Sorridi.
“Perché ci piace, perché non ho di meglio, perché sei uno stronzo.”
La tua voce sembra danzare tra le parole, schivi le lame di coltelli invisibili, mentre gli stessi colpiscono a morte ciò che resta della mia esile dignità.
“Ok … Ok Jude, allora posso andarmene, se hai finito.”
“Finito di fare cosa?”
Questi tuoi rimbecchi hanno il medesimo suono.
Sono stanco …
Mi rivesto, le mani tremano, sono gelide, la testa mi gira, ho mangiato poco, dopo avere preso due aerei, pur di rimanere almeno un fine settimana in questa casa che non è più mia.
“Dove vai Rob?”
“E cosa ti frega??”
Esplodo.
Fa troppo male.
La tua distanza, il tuo prendermi senza amore, sbattendomi in faccia rancore ed insulti, usandomi come un passatempo, che ti è venuto a noia.
“Non voglio più niente da te Jude!!”
Grido come se mi strappassero tutti i giorni, in cui è rimasto intrappolato il resto di noi, cristallizzatosi di fronte al mio nuovo destino.
Mi afferri per il collo, bloccandomi contro al muro: non mi fai paura e te lo urlo, non puoi distruggere quello che è già a brandelli.
Perché è finita, così, tra di noi, Jude?
Te lo stai chiedendo anche tu e mi lasci, il fiato corto, le dita lastricate di terrore per l’aggressività ingestibile, ti pieghi in due, come se una di quelle lame avesse trovato la strada per colpirti, finalmente.
Resti sospeso, incapace di assimilare ossigeno, come un non morto, quando tra noi non esiste più nemmeno un briciolo di quella vita, che abbiamo condiviso per tre anni.
Laceri l’aria con uno sguardo disperato, almeno quanto i singulti, che sembrano carambolare dalla tua gola al mio cervello, stordendolo, per quanto sono acuti.
Mi riprendi a te, crollando poi sul pavimento, spogliandomi dei pochi abiti e rivestendomi con le tue lacrime.
Come una furia sono nuovamente tuo, senza nemmeno capire cosa vuoi da me, senza più niente da scalfire od opprimere od umiliare.
Io non esisto più Jude.
Ti sollevi, fermandoti, i tuoi fianchi rallentano a fatica, perché il piacere sordo che trai da questo ennesimo assalto appaga qualcosa in te, che ora mi appare osceno ed odioso.
Mancava solo questo a deturpare quello che avevamo creduto l’amore più vivo, che palpitasse su questo pianeta: arroganti come pochi, non credi Jude? …
Colgo nelle tue iridi, screpolate da un pianto tardivo e colpevole, il rammarico di avermi frantumato, con l’indiscutibile opulenza del tuo fisico, alto, solido, caldissimo, in cui mi sono sempre rifugiato, avvolto da una dolcezza, che apparteneva a te ed a te soltanto amore mio …
“… ti amo Rob …”
Come cenere nel vento, i miei pensieri salgono da un cielo all’altro, in una dimensione nella quale occorre coraggio per vivere ed affermare le proprie emozioni: senza paura, avevamo creduto che fosse possibile costruire qualcosa insieme eppure sbagliavamo.
Adesso niente potrà più consolarci.
Le nostre schiene si guardano, i nostri passi si allontanano, non ci sarà un nuovo appuntamento, atteso contando persino i secondi mentre eravamo impegnati altrove, non ci saranno le risate nel raccontarci ciò con cui provavamo a distrarci, per ricacciare la nostalgia reciproca in fondo all’anima, senza successo …
Siamo distanti, è necessario: gli altri a quanto pare hanno vinto Jude.
Una sconfitta, la nostra, troppo amara, mi piomba addosso, mentre la immagino con questi colori nebulosi, tu ancora dentro di me, questo “… ti amo Rob …” che sembra non avere più senso.
Accarezzo il tuo volto, fonte di pura gioia da quando ti conosco e ti stringo piano, voglio solo sentirti respirare nel mio collo, voglio sciogliere questo nodo allo stomaco, che sta soffocando entrambi, rivoglio la mia vita con te Jude.
“… io voglio stare con te … Jude”
E’ un mormorio, che si irradia da questo fantoccio, prendendo vigore, sino a rendermi consapevole, rinnovato e presente a me stesso.
“Voglio che sia così!” – rimarco, girandoti sotto di me, schiacciandoti con fermezza.
Annuisci e … sorridi …
In te, esiste una purezza, che nessuno aveva mai esplorato.
Io la conosco, me ne innamorai all’istante.
L’ho ritrovata, finalmente.
THE END
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