Capitolo n. 26 - sunrise
Quando Kevin li vide in fondo al corridoio, ebbe una fitta alla base del cuore.
Sveva stava parlando con Glam ed aveva uno sguardo preoccupato, mentre i gesti di Geffen sembravano volerla rassicurare.
Il bassista si domandò cosa ci facesse lei alla festa e come fosse entrata senza invito: soltanto una persona poteva averla autorizzata.
“Incinta?”
Sveva annuì.
“Vieni da questa parte, sediamoci …” – disse Geffen, prendendola per mano, con estrema calma.
“Glam guarda io non sono una sprovveduta e …”
“Calmati.” – le sorrise – “Non ti sto accusando di nulla, mi pare. Ora bevi un po’ d’acqua, stai tremando e … e non è il caso.” – aggiunse, porgendole un bicchiere di minerale fresca.
“Ti ringrazio … sembra che la mia notizia non ti spaventi, come … come ha fatto con la sottoscritta …” – e deglutì a vuoto, osservando passare invitati ed amici di Meliti, che non si accorsero di loro, appartati in quel salottino, color turchese.
“Sinceramente sono stupito, nel senso che pensavo prendessi delle precauzioni, sei una donna emancipata e … Sveva guarda, io non parlo mai di queste cose o meglio, non l’ho mai fatto in passato con le donne che frequentavo … Mi è sempre sembrato offensivo …”
“Ok … solo che io ho avuto alcuni problemi di salute ed ho smesso e poi ripreso la pillola e poi … insomma un pasticcio …”
Gli apparve piccola piccola, come se avesse perso quell’allure traboccante fascino e sensualità.
“La cosa buffa Glam è che con il mio ex marito abbiamo cercato un bambino per così tanto tempo e forse alla fine il nostro legame è andato a rotoli perché lui pensava che io non …”
“Sbagliava.” – e rise sereno – “Noi uomini, siamo proprio dei caproni a volte …”
“Tu sei meraviglioso invece …”
“Affatto. Sono una persona piena di limiti, capace di fare soffrire gli altri come nessun altro … anche se, raramente, ho combinato qualcosa di buono, come con Kevin e Lula …”
“Kevin è un ragazzo straordinario …”
Arrivò in quell’istante, mesto ed incerto nel volere sapere quello che già intuiva.
“Daddy che succede?”
“Ehi Kevin … Ecco vedi …” – inspirò – “Sveva aspetta un bambino.” – rivelò, senza indugiare oltre.
Il giovane annuì, andandosene con passo veloce.
“Kevin aspetta!”
“Ciao Chris, volevo farti i complimenti per lo show.”
“Owen … ciao. Grazie …”
“Vieni di là, qui è un mortorio, cosa ti prende?” – chiese allegro.
“Ho … ho rotto con Tomo … pensavo lo sapessi.”
“Shannon non mi ha detto niente … mi dispiace.”
Il cantante ingoiò amaro, pensando al batterista ambasciatore di simili notizie.
Pensò poi a July, alle sue risate quando raramente la cullava, durante le visite a villa Rice.
“Volevo adottare un bimbo … e lui … nicchiava, capisci?” – disse tremando.
“Così avete litigato? … E’ così irreparabile? … Sono mortificato Chris.” – e gli offrì il suo abbraccio, che il ragazzo non rifiutò, iniziando a singhiozzare.
Quando tornò a guardare Owen, sorrise in maniera struggente.
“Forse io … se solo avessi …”
“Cosa Chris?” – domandò aggrottando la fronte e scrutandolo.
Era bellissimo, anche se quel pianto lo stava sfigurando.
“”Se solo mi fossi dato il tempo di … di amarti come meritavi Owen …” – e si ritrasse, come a sfuggire da quella considerazione, che gli apparve inopportuna.
Rice allargò le braccia, sorridendo a metà – “Era destino … Non avere rimpianti, non serve.”
“Tu ami Shan più della tua stessa vita, vero?” – chiese brusco.
“E’ … è l’uomo che amo Chris … è tutto per me.”
“Forse non sa la fortuna che ha avuto nel trovarti Owen … spero non se ne dimentichi, perché tu sei speciale … ed unico.”
“Grazie …” – replicò perplesso.
“Devo andare … scusami.”
“Ho ferito Kevin, vi farò litigare, non so come mi sia saltato in mente di venire qui e rovinarvi la giornata!” – esclamò Sveva, visibilmente provata da quella situazione.
Si alzò repentina per dileguarsi, ma ebbe un capogiro.
Glam la sostenne, accompagnandola, con l’aiuto di Xavier, sopraggiunto per caso, in una camera per gli ospiti.
“Non si preoccupi signora, si stenda, cerco Brandon …”
“Grazie Xavier …” – disse Glam, seguendolo sino alla porta, dove l’artista gli chiese chi fosse quella bella donna.
“E’ Sveva …”
“Oh mamma! E cosa vuole?”
“E’ una lunga storia Xavier …”
“Ma non era finita tra di voi?” – bisbigliò accigliandosi.
“Certo, ma è sorto … no, non è un problema, cazzo! E’ … è incinta …”
“Cavoli!” – e fece un balzo sul posto, coprendosi il volto coi i palmi, per poi farli scivolare lenti – “E … Kevin?”
“Lo sa già … e devo andare a riprenderlo, ovunque si sia rifugiato incazzato nero immagino … appena arriva Cody proverò a cercarlo …”
“Corro a pescarlo nel mucchio … stanno ballando il … sirtaki …” – disse assorto, guardando nel parco.
Tomo se lo ritrovò davanti all’improvviso, girovagando in quel labirinto, in un’ala poco frequentata dagli invitati.
“Chris … ciao …”
“Ciao Tomo.”
“Dove … dove stai andando?”
“Da nessuna parte, come … come sempre.” – e ridacchiò indietreggiando, nascondendo qualcosa dietro ai fianchi.
“Cos’ha lì Chris?”
“Niente. Lasciami passare ora, mi stanno aspettando.” – ringhiò con astio.
“Chi ti sta aspettando, posso saperlo?” – domandò sgranando gli occhi, come a supplicare un minimo di considerazione.
“Non ho nessuna voglia di rimanere qui con te Tomo.”
“Hai solo voglia di scolarti quel cognac o sbaglio?” – sbottò severo.
“Ed a te cosa importa, eh?? Come se ti fosse mai fregato qualcosa di ciò che provavo, di quanto ti amassi e del fottutissimo fatto che volevo un bambino con te, stramaledetto stronzo!!” – gli urlò a pochi centimetri dalla faccia.
Tomo restò immobile, pensando che Chris gliela rompesse sui denti quella preziosa bottiglia, ma non accadde.
La scaraventò in un angolo, passando oltre lui, con una smorfia di dolore indescrivibile – “Sei un misero fallito Tomo … hai buttato nel cesso la nostra relazione, senza ottenere nulla … Nulla.”
La novità si diffuse in fretta.
“Pressione a posto, battito regolare, ma non sono un ginecologo, le consiglio di rivolgersi a quello di fiducia oppure la manderò da qualche collega di Los Angeles.” – disse serafico e paterno Brandon, sistemando gli arnesi del mestiere nella valigetta, che Kurt ripose su di una cassapanca, aprendo poi a Pamela, con in grembo Drake.
“Posso …? Come andiamo dottore?” – si informò con un sorriso stranamente complice per Sveva.
“Benissimo direi … Kurt ci facciamo un giro? Chiamatemi se avete ancora bisogno di me.”
“Grazie dottor Cody …”
“Prego. Auguri.” – e sospirò, scambiando un’occhiata esaustiva con Kurt, che non aveva commentato in presenza di Sveva, visibilmente a disagio.
Ritornò anche Xavier, con Phil ed un vassoio di specialità italiane.
“Le zie di Antonio dicono che sono l’ideale per avere un maschio.” – disse il regista ridendo.
Drake voleva il suo latte e Pamela lo accontentò, ma solo con il biberon.
Meliti era stato bloccato a pochi metri da quella particolare riunione, da Carmelina e Gloriana, che gli sventolarono sotto al naso dei fazzoletti celesti – “Ottimo auspicio Antonio!” – esordirono in coro.
Lui le fulminò, con una delle sue espressioni quasi diaboliche: “Cosa farneticate voi due?? Eh?? Ad ottant’anni, ma vi siete fumate della cicoria avariata!!? Fatemi passare!”
“Un penny per i tuoi pensieri, Kevin …”
Lui strizzò le palpebre, dandogli le spalle, torturandosi gli zigomi con gli indici gelidi – “E’ vecchia come battuta daddy …”
“Come me? Hai ragione tesoro … Possiamo parlarne? Vuoi ...?”
Kevin si voltò di scatto – “Io NON voglio parlarne! Voglio SOLO sapere come andrà a finire questo casino!!”
Geffen si avvicinò, posando le mani sulle sue spalle, facendole arrivare alle scapole di Kevin, per poi avvolgerlo, sotto al porticato delle scuderie.
“Daddy …” – iniziò a piangere.
“Non cambierà nulla tesoro …” – tentò di rassicurarlo, sentendosi in bilico tra il pensiero di Sveva e quello in cui sentiva l’esigenza di chiarire i sospetti sul tradimento con Colin.
Kevin lo spinse via – “Eppure sei un uomo navigato e consumato dall’esperienza, possibile che tu non abbia previsto questo guaio!!??” – inveii furente.
“Dalla … dalla mia prospettiva Kevin, stavo facendo il possibile per …”
“Oh sì … SI’!! TU stavi sminuzzando LA NOSTRA FAMIGLIA, pensando di farmi un FAVORE!!”
Geffen andò a sedersi su di una panchina, asciugandosi il sudore dalla nuca con un fazzoletto, dopo essersi sfilato la giacca.
Cercò nelle tasche, estraendo poi un portapillole in argento, dal quale prese un paio di pasticche, sconosciute a Kevin.
“E … quelle …?”
“Me le ha prescritte Scott, sono per … non ricordo … sono così stressato adesso e l’averti deluso nuovamente …”
Kevin si inginocchiò ai suoi piedi, crollando con la fronte sulla sua spalla sinistra ed inspirando il profumo di Glam, come qualcosa di familiare per lui, da un’eternità.
JACK NICHOLSON is Antonio Meliti
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