giovedì 12 gennaio 2012

SUNRISE - CAPITOLO N. 19

Capitolo n. 19 - sunrise


Colin stentava a credere a quanto riportato nel messaggio di Robert.
Lo raggiunse nel piazzale di una discoteca, che ben conosceva.
“Rob … ciao.”
“Ciao Colin, grazie per l’aiuto, so che dovremmo parlare di altre cose e sono piuttosto imbarazzato.”
“Guarda che io non ce l’ho assolutamente con te e sono immensamente felice di vederti.” – e gli sorrise.
Downey lo abbracciò – “Ti ringrazio … forse non lo merito.”
“Sai che non è così … Jude come sta?”
“Bene, è a cena da Antonio, con Xavier e gli altri, oltre alla nostra Camilla, che non vede l’ora di vederti …” – e sorrise.
“E’ lo stesso per me e Jared … ma … cosa ci facciamo qui? Mi hai scritto di un’operazione di salvataggio …”
“Si tratta di Chris … e Kevin. Sono là dentro.”
“A fare cosa?? Oh cazzo, domanda stupida, ma … Chris? E’ successo qualcosa?”
“Con un sms mi ha detto che Tomo lo ha tradito di nuovo con Shan. So che è il fratello di Jared, ma sono senza parole.”
Farrell era sbigottito – “E’ assurdo … un incubo, come quello che ha travolto Kevin e … e devo riconoscere quanto Jared sia stato turbato dalle scelte di Glam, ovvio.” – ammise sconfortato.
“Li prenderei volentieri a calci in culo tutti Colin, ma ora temo che quei due ragazzi siano sulla strada per rovinarsi, ho provato a telefonargli, ma Chris ha risposto biascicando delle parolacce, era fradicio di alcol … e voglio sperare di nient’altro, ma ne dubito!”
“Senti, ma se andiamo nel locale, potrebbero riconoscersi e … francamente questa figuraccia la feci con Justin e pensavo fosse sufficiente. Mi sbagliavo.”
“Dai coraggio, non posso abbandonarlo e spero che tu faccia altrettanto per Kevin.”
“Ok, muoviamoci.”

Scesi dall’auto di Downey, si avviarono verso l’ingresso, senza potersi camuffare più di tanto, considerata la serata estiva piuttosto afosa.
Quando li intercettarono, tra decine di ragazzi seminudi, la scena che si presentò loro non era minimamente edificante.
Chris era avvinghiato a due ragazzi più palestrati di lui, che se lo stavano spartendo sopra ad un divanetto circolare, mentre Kevin fumava uno spinello, mentre un tizio dall’aspetto squallido, lo palpeggiava oscenamente, senza che lui desse importanza allo spettacolo offerto ad altri tre uomini elegantemente vestiti, che ridacchiavano, passandosi una bottiglia di vodka.
Entrambi i giovani avevano addosso solo dei pantaloni attillati e neppure le scarpe.
“Miseria schifosa …” – disse Robert, puntandoli come un predatore inferocito.
Farrell gli diede man forte ed in pochi minuti, dopo un acceso parapiglia, riuscirono a guadagnare l’uscita, non senza qualche intemperanza da parte di Chris, mentre Kevin piangeva, farneticando su Geffen.


“Gli parlerò …”
Il tono di Jamie era dimesso, ma il suo stringersi a Marc, baciando il suo ombelico e delineando i suoi addominali con la punta dell’indice destro, gli confermava il suo senso di appartenenza al compagno.
Le lenzuola stropicciate rivelavano l’ennesimo amplesso, durante il quale Hopper ebbe la sensazione di avere ritrovato Jamie, senza più ombre.
“Come pensi di contattarlo tesoro?”
“Andrò alla scuola di Lula, ho l’indirizzo, l’ho chiesto a Kevin … A proposito, sono in ansia per lui, sai?”
“Domani vedrò Glam, voglio parlargli e capire, anche se penso di avere già alcune risposte.”
“In che senso Marc?”
“Conosco le sfumature del suo carattere, i periodi trascorsi a giocare con la vita di chi lo amava, erano donne, ma cambia poco, in fondo lui ha la capacità di deludere le persone in modi incredibili …”
“Appunto. Quello che ha deciso a discapito del matrimonio con Kevin rasenta la follia, per me. Erano una famiglia bellissima, possibile che abbia cancellato quello che a tutti sembrava un miracolo? …”


Kevin non riusciva a vomitare, mentre Chris non riusciva a smettere.
“Dov’è Brandon?”
“E’ tornato a New York Colin, con Kurt e Martin … vuoi che cerchi un medico? Magari Foster … o quel Scott?”
“Lasciamo perdere … Lula è da noi, almeno questo … Preparo dell’altro caffè.”
“Ottima idea, vado a controllare come stanno.” – e passò nella stanza adiacente, all’ultimo piano della Joy’s house.
Vassily e Peter non avevano fatto domande, aiutando i due attori a trasportare Kevin e Chris in una parte isolata della residenza.
Era tardi, Jude si era fermato da Meliti con la figlia, rassicurato da Robert telefonicamente.
“Non agitarti tesoro … Arrivo tra poco.”
“Portali qui semmai …”
“Non è il caso, sono distrutti, Colin è da solo, penso che rimarrà di guardia e magari in mattinata ci riuniamo qui per la colazione, così potrai salutarlo …” – disse con un sorriso, che a Jude sembrò di vedere.
“Qualunque cosa, la faremo insieme Rob … ti amo.”
“Ti amo anch’io Jude, a presto …” – e riattaccò.
Farrell ascoltò quella breve conversazione, percependo la serenità di entrambi e ne fu felice.


Robert sistemò Chris in una stanza, all’estremità opposta del corridoio, dove c’era quella in cui Colin aveva cura di Kevin.

“Non voglio dormire … devo … devo uscire …”
“Chris calmati. Vorrei sapere se ne valeva la pena ridursi così.”
“Ho freddo … il mio stomaco …” – ed abbracciò un cuscino.
Downey gli aveva imposto una maglietta sopra ai boxer, ma procurò svelto una coperta, avvolgendolo e massaggiandogli l’addome, come faceva con Camilla.
“Va meglio …?”
Chris sorrise, rannicchiandosi sulle sue gambe – “Resta qui … sarò buono …”
Robert sorrise – “La sbornia ti ha fatto precipitare a quattro anni Christopher?” – chiese con tenerezza.
“Ti … ti penso ogni tanto … sei con me Rob … mi vuoi bene …”
“Sicuro che te ne voglio.”
“Io ti amo … ti …” – e si assopì, togliendo un battito all’uomo, che se ne andò, senza fare rumore.


Kevin si liberò finalmente.
Fece una doccia bollente, si lavò i denti con calma, recuperando il controllo, seppure il suo respiro si spezzasse in continuazione.
Colin si era messo in poltrona, aspettandolo paziente, nella semi oscurità, infastidito dalla luce artificiale quanto Kevin.
“Credevo te ne fossi andato …” – disse con stupore Kevin, quando lo vide.
“Non potevo.” – replicò andandogli vicino.
“Chris è piombato qui, mezzo ubriaco ed in preda alla disperazione … mi ha convinto ad andare al Metropolis, non che abbia fatto fatica …” – e sospirò, asciugandosi le lacrime, che lo stavano lacerando.
Colin lo abbracciò, per consolarlo, all’apparenza senza successo.
Kevin stava crollando, realizzando quanto fosse stato sprovveduto: “Ho un figlio … cosa mi è saltato in mente … cosa Colin?” – singhiozzò.
“Non essere troppo severo, non devi giustificarti con me, sono l’ultimo degli ultimi a poterti criticare.”
“Sbagli … tu sei l’unico che puo’ capirmi …”
Colin tornò a scrutarlo – “Non hai torto Kevin …”
I loro sguardi esitarono l’uno nell’altro per un istante interminabile.
“Non lasciarmi solo Colin … non andare via …”


Farrell scoprì quanto Kevin fosse un amante formidabile.
Il calore del suo corpo, la sua capacità di donarsi al proprio uomo, era viscerale ed assoluto, almeno quanto perdersi nella sua bocca generosa.
La loro pelle sembrava incollarsi, lasciando che il sesso di Colin sprofondasse nell’antro di muscoli e terminazioni nervose, inebriate dalle spinte dell’irlandese.
Adorava baciarlo, lo percepì ingrossandosi in lui, facendolo venire di continuo: Kevin era talmente ricettivo da sconvolgerlo.
Con i talloni il bassista si puntò sui glutei dell’altro, attirandolo maggiormente a sé, mentre le sue braccia si aggrappavano a lui, che si sentiva mordere e succhiare i capezzoli da un Kevin sempre più pervaso di ludibrio e piacere sconfinati.
Raggiunsero l’orgasmo insieme, frantumando spasmi ed ansiti nelle reciproche gole, appagati come mai avrebbero creduto possibile.

“Ti preparo un bagno Colin …?”
Kevin glielo chiese con dolcezza, riservando a Colin la devozione che era stata un’esclusiva di Glam, fino ad allora.
Farrell lo baciò sulle tempie – “E’ quasi l’alba … di solito i bimbi mi vedono al risveglio, il lavoro mi costringe fuori casa fino a sera e …”
Kevin sorrise – “Non aggiungere altro: tu sei un padre magnifico Colin ed un amico insostituibile … Affronterò con dignità le mie giornate d’ora in poi, Glam e le sue decisioni non potranno più calpestarmi … ed è anche merito tuo. Spero di non perderti …”
“Non accadrà … te lo prometto, te lo prometto …” – e lo strinse intensamente.


Isotta lo attirò con i suoi vagiti simpatici e squillanti.
Colin la raccolse con infinito amore dalla sua culla impreziosita da ricami e ninnoli nei colori tenui del rosa, verde e celeste.
La cullò, concentrandosi improvviso su di una foto insieme a lei ed a Jared, scattata in un pomeriggio di gioia trascorso in spiaggia con il resto della loro grande famiglia.
Spense le palpebre sui propri quarzi liquefatti dal rimorso e da un unico pensiero.
§ Jared perdonami … perdonami. §



ISOTTA


CHRIS

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