sabato 8 ottobre 2011

ONE SHOT - THE EAGLE TALES > Le strade del cuore

One shot – The eagle tales > Le strade del cuore


Il primo raccolto era stato eccellente.
Le terre ispaniche risultarono dure da lavorare, per le frequenti siccità, ma l’aratro che Esca era riuscito ad acquistare, barattando la giumenta più vecchia della loro stalla, aveva solcato facilmente quell’aspro terreno, consentendo una proficua semina.
“Gli dei sono stati dalla nostra parte Marcus, le messi sono abbondanti ed il granaio colmo, sono soddisfatto!” – disse fiero, mescolando dei saporiti pezzi di carne, in un sugo denso, una ricetta segreta della madre.
Il romano lo contemplava, nel sorriso del britanno risiedeva la gioia della libertà e lui avrebbe ucciso chiunque avesse infranto o semplicemente incrinato quel loro sogno comune.
“E’ ottima … cervo?”
“Sì … con il pellame ho cucito questa … te ne faccio dono …” – disse con un’esitazione nella voce, porgendo una sacca per la selvaggina a Marcus, che la prese, tastandone la morbidezza.
“Esca … non dovevi … Grazie!” – e lo abbracciò forte, baciandolo poi con dolcezza – “Dove trovi il tempo per dedicarti a queste cose …? Sei straordinario …” – mormorò, accarezzandogli le ciocche biondo cenere.
“E’ per l’amore che nutro nei tuoi confronti e … e quello che sento galoppare dal tuo cuore al mio Marcus …” – disse timido, quasi arrossendo.
“Dopo cena faremo una passeggiata nel bosco, cosa ne dici? La luna è piena, potremo anche cacciare …”
In realtà il legionario non aveva intenzione di dedicarsi alle prede notturne, bensì unicamente al suo amato Esca, dimostrandogli quanto lo desiderasse e fosse fiero del loro legame.

Giunsero in una radura appartata, verso la mezzanotte.
L’atmosfera aveva un qualcosa di magico, ma Esca era agitato.
“Non dovremmo allontanarci dalla fattoria …”
“Hai sigillato le entrate, chi potrebbe violare il nostro mondo?”
Esca si voltò a fissarlo, in quel chiarore celeste – “Nostro … mondo?”
“Certo. Lo abbiamo creato con tanti sacrifici e lo difenderemo strenuamente.”
“Sì lo faremo Marcus …” – poi sospirò – “Stendi il tuo mantello soldato … ho bisogno di te …” – e nel pronunciare quella frase, con una sottile asprezza virile, il ragazzo si tolse veloce le vesti, dopo avere gettato sul terreno le sue armi.
Marcus non se lo fece ripetere.

Il bagliore della luna andava dilatandosi, tra le lacrime calde e felici, che rigavano gli zigomi di Esca: sentiva così a fondo il suo amante, da perdersi in un oblio di piacevole lascivia.
Quando Marcus si sollevò finalmente a guardarlo, Esca cercò nuovamente la sua bocca, sussultando al suo tocco esperto, che lo stava portando all’ebbrezza estrema.
Dilagarono, come due fiumi, che giungevano allo stesso mare, sporcandosi di gemiti ed umori, fluidi e muschiati.

Tornarono tenendosi per mano, come due fanciulli, apparentemente immemori delle dure battaglie combattute in passato, alcune vinte, altre perse, ma sempre con onore.
Videro in lontananza un falò nei pressi del torrente, dove Esca era solito pescare dei pesci saporiti.
“Stranieri …” – sussurrò Marcus, aguzzando la vista.
“Torniamo a casa, presto, forse sono briganti!”
“No Esca, non credo, forse solo una carovana di passaggio, magari dei saltimbanchi …”
“Un circo? E dove sono le fiere?”
“Forse sono soltanto giocolieri Esca … Non importa, sembra tutto calmo, andiamo a coricarci, domani non devi andare al mulino?”
“Sì certo … vorrei comprare olio e legumi, se sei d’accordo Marcus …”
“E nuove frecce, non scordarlo, so che ci tenevi.” – replicò sorridendo, baciandolo sulla tempia sinistra – “Ti amo tanto Esca.”
Il giovane non rispose, bastò il fremito, che percorse il suo corpo, percepito da Marcus, che annuì compiaciuto.


Fu una trattativa divertente, il mugnaio era sagace, ma Esca testardo, quindi il baratto fu ragguardevole.
Esca entrò trionfante nella cucina, portando due sacchi di orzo e farro, pretesi ed ottenuti in paese, ma il suo sorriso si spense, quando vide Marcus seduto con aria ammirata verso una sconosciuta, che all’apparenza gli stava leggendo la mano.
“Esca! Bentornato, ti presento Melania … sai l’accampamento che abbiamo avvistato stanotte …”
“Salve.” – disse serio – “Ho … ho da fare, scusate.” – e sparì nell’ingresso, sentendo le guance arse dalla rabbia.
La ragazza rise – “E’ selvatico il tuo amico …” – bisbigliò.
“No, è un gran lavoratore e non spreca mai un attimo in facezie, io lo rimprovero, non dovrebbe … Mi dicevi di avere due fratelli?”
“Sì, gemelli, Sebastian e Rico, hanno diciotto anni appena compiuti … Vorrebbero diventare lanciatori di coltelli come papà e zio …”
“E tua madre era artista come voi?”
“Ora si occupa solo dei pasti, ma un tempo si esibiva con un serpente!”
“Da non credere … Ecco qui c’è il tegame, che avevi chiesto Melania, fanne buon uso.” – disse cordiale, porgendole la casseruola usata da Esca per gli stufati.
“Te lo renderò domani, giusto il tempo per acquistarne uno al villaggio … Grazie!”
Se ne andò leggiadra, cercando di carpire un saluto più gentile ad Esca, appena rientrato, senza riuscirvi.

Marcus andò a controllare i cavalli, dopo cena, notando che Esca era seduto in solitudine accanto al pozzo, intento ad intagliare alcuni bastoni.
“Non vieni a dormire …?” – gli chiese provando un senso di vaga inquietudine.
Durante il pasto Esca aveva mantenuto un mutismo assoluto, quanto imprevisto, considerato che era solito raccontare le sue missioni al borgo, soprattutto se fruttuose, come quella del pomeriggio.
“Non ho sonno. Se tu vuoi, vai, dormirò nel pagliaio, per non disturbarti.” – disse senza alzare la testa.
Marcus inspirò – “D’accordo, ma non sarà necessario … anzi, voglio aspettarti, posso essere utile?”
“Non qui e non ora.”
“Comprendo …” – e sorrise.
“Cosa comprendi, posso saperlo?? E cosa ci trovi di ridicolo?!”
“A dire il vero niente … semmai … tenero …”
“Cosa?!” – ringhiò, sistemando gli arnesi – “Ho finito! Mi ritiro, devo pensare al tetto domani!”
“Ci penseremo insieme.” – e lo trattenne per un braccio.
“Lasciami Marcus! Non osare …” – “Cosa?!” – “Toccarmi!!” – e si liberò con un gesto brusco.
“Esca!!” – gli urlò, rincorrendolo sino al loro giaciglio, in morbida lana, un’altra transazione efficace, tra Esca e la filanda, dove aveva portato dei succosi frutti, raccolti in un luogo difficile da raggiungere, perché eccessivamente scosceso.
Lui non si arrendeva mai, quando poteva migliorare l’esistenza di Marcus, che ora vedeva come un ingrato, roso dalla gelosia.
L’uomo lo spinse, brandendo i suoi polsi, ma Esca non gliela avrebbe data vinta: “Ti ho detto di lasciarmi!! Se proprio vuoi sfogare i tuoi ardori vai a cercarti quella strega!!”
Marcus a quel punto rise sonoramente, irritandolo ancora di più, ma in compenso lasciò la presa.
“Va bene … allora uscirò a cercarla …” disse scrollando le spalle larghe.
Esca si mise seduto – “Co-cosa …?!” – balbettò.
“Farò ciò che mi hai chiesto. Quale è il problema?” – il suo fare era canzonatorio, ma il pianto di Esca gli lacerò l’anima.
“Ma …? Amore …” – la sua voce divenne come una carezza, capace di fare rigermogliare in Esca la vita: non esitò a stringerlo a sé, portandoselo tra le gambe snelle, ma muscolose – “Toccami dappertutto … toccami ti prego Marcus …” – era una così ardente supplica, che il guerriero non riuscì a controllare il proprio ardore.
Lo seviziò di baci e graffi, lasciando lividi ovunque arrivassero le sue dita temprate ed avide, che lo penetrarono più e più volte, aprendosi un’agevole via in quell’anello di muscoli, che presto avvolse il suo membro pulsante.

L’alba li ritrovò ancora madidi di sudore, avvinghiati e deboli: si erano amati per un tempo indefinibile.
Esca socchiuse le palpebre pesanti – “Marcus … devo alzarmi …”
“No, resta qui con me …” – e lo baciò, leccandogli poi il mento e la gola, come un cucciolo abbandonato, che trovava finalmente qualcuno capace di accudirlo.
“Marcus … devo … io vorrei dirti una cosa …”
“Ti ascolto.”
“Perdonami per il mio insano livore … Melania è bellissima …”
“Davvero?”
“Certo e non dirmi che … ti stai prendendo gioco di me …”
“Affatto. La bellezza è soggettiva e comunque il mio cuore riconosce solo il tuo sembiante, come qualcosa di meraviglioso, sappilo.”
“Te ne sono grato … ciò nonostante a me mancano doti essenziali, che lei possiede ed io …”
“Cosa stai farneticando Esca?” – chiese ridendo.
“Volevi una casa, una moglie, dei bambini, me lo dicesti dopo avere recuperato l’aquila e …” – “Aspetta, aspetta! Era una battuta scherzosa … possibile che tu mi abbia preso sul serio, dopo tutto quello che abbiamo condiviso? Ci siamo innamorati dal primo istante, in quell’arena, l’hai forse dimenticato Esca?” – disse deluso e sorpreso.
“Marcus … sono uno … stupido …”
“Senza dubbio … ahahahahah!”
In cambio ricevette un pugno allo stomaco, attutito dal guanciale, che Esca si era premurato di frapporre tra il suo destro e l’addome dell’amato.


Melania tornò con Sebastian e Rico.
Esca li accolse, offrendo del brodo.
“Spero vi piaccia …”
Lo ringraziarono educatamente, poi i giovani iniziarono a fargli molte domande su come procurarsi il cibo ed alla fine decisero di andare alla ricerca di qualche pernice.
Marcus osservava il loro interagire, senza dare un’opinione, sentendosi escluso da quel conversare amichevole, dove persino Melania interveniva curiosa.
“Torno dai miei, devo lavare i panni, mamma ha dei dolori … Mio padre vi offre questo vino, per la vostra ospitalità.”
“Grazie Melania …”
“Marcus ti unisci a noi?” – “No Esca, devo strigliare i nostri ronzini e sistemare le tegole ...” – disse severo, con un tono di rimprovero.
“Ci vediamo allora!” – replicò l’altro incurante e giocoso.
Quando i tre rincasarono, il loro palesarsi fu accompagnato da canti e risa.
“Dodici bestiole, avete imparato in fretta!” – esclamò Esca.
“Sei un ottimo maestro!” – disse il più tarchiato, ma erano in ottima forma entrambi, atletici ed abbronzati.
“Tieni Sebastian, a noi ne bastano quattro.”
“No … è ingiusto … Ma dov’è Marcus?” – chiese Rico.
“Sono qui.”
Sembrava uno stertore cupo.
“Marcus … hai terminato presto …” – “Trovi Esca? Sai che non sono lento.”
“Ovviamente. Ora devo pensare a queste prelibatezze, arrivederci.” – e congedò o due adolescenti.

“Rosolerò le verdure del nostro orto e poi … Marcus mi stai ascoltando?”
“Non sono mica sordo!” – disse accomodandosi davanti al focolare.
“Lo so … cosa ti prende?”
“Niente.”
“Domani ti aiuterò a finire e …” – “Non serve!”
“Perfetto, farò dell’altro …” – disse turbato.
“Ecco, bravo! Ed era il caso di lasciare loro tutto il bottino?!”
“Abbiamo altro cibo, sono in sei e …” – “Ma ieri non ti davi pena dei loro appetiti!”
Esca deglutì a vuoto, indietreggiando – “Sei di pessimo umore ed io non voglio litigare con te Marcus. Vado a pulirle fuori …”
“Io non sono …!” – ma era già sparito.

Marcus prese le ciotole ed i boccali, le posate ed il pane, che Esca preparava ad ogni inizio settimana.
Il profumo della selvaggina era delizioso.
“Ecco … spero sia di tuo gradimento Marcus.” – e gli servì una porzione abbondante.
“E tu, solo quello?”
“Hai lavorato, mentre io mi trastullavo.”
“Esca … diamine!”
“Sei stato … odioso …” – ed inghiottì un singulto triste.
“Esca …”
“Probabilmente mi consideri ancora tuo servo, ma sarai clemente con la mia impertinenza.” – aggiunse, incrociando le braccia sul petto.
“Ora smettila … perdo la ragione se non sono al centro di ogni tuo singolo gesto, lo ammetto! Sono un idiota, va meglio così? Devo prostrarmi, per farti ritornare il sorriso?!”
Esca rise schernendosi – “Marcus … ora siamo pari …”
“Già, buffo sortilegio … Avanti, beviamo il nettare, che ci hanno omaggiato.”
“Ha uno strano colore …”
“Trovi? Forse è per colpa delle spezie …”
“Aspetta Marcus! Non mi fido! Faccio una prova.”
“Come una prova?”
“Mia nonna mi ha insegnato a scoprire i veleni usando i metalli … ecco, la porto sempre con me, una moneta ormai consumata … ma … utile. Come pensavo …”
Marcus scattò in piedi – “Volevano narcotizzarci? O addirittura …”
“Sono dei nomadi, superstiziosi ed ottusi, ora ci divertiremo, se hai avanzato della melassa?”
“A cosa ti serve Esca?”
“La renderemo infiammabile, non hai salvato il tuo avamposto con questo stratagemma?”
“Sicuro! Ma non vorrai mica …”
“Non siamo assassini, limiteremo solo i confini della nostra proprietà, fingeremo di assopirci e poi …”

Quando il padre e lo zio di Melania si ritrovarono di fronte un muro di fiamme, si spaventarono a morte, mettendo tra loro e quella piana molti chilometri prima dell’alba.
Esca e Marcus esultarono divertiti da quel frangente, ma si rammaricarono per Sebastian, Rico e la sorella, perché senza dubbio ignari ed innocenti.


“Quante stelle …”
Erano nello spiazzo erboso della volta precedente.
Nudi ed allungati, fianco a fianco, tenendosi per mano.
“Sì Esca … ora ne sceglieremo una solo per noi …”
“Ci guiderà?”
“E’ possibile … Ciò di cui non ho incertezza, è che da quando sei arrivato nei miei giorni, l’amore che mi unisce a te, ha tracciato strade indelebili nel mio cuore Esca … Non mi occorre sapere altro.”
Esca si girò, baciandogli la clavicola, con cura.
“Ti amo Marcus.”
“Grazie.”

THE END

http://www.youtube.com/watch?v=KzzDolKpw2o

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