mercoledì 26 ottobre 2011

GOLD - CAPITOLO N. 283

Capitolo n. 283 - gold


All’alba le parole di Jamie investirono la mente di Marc.
“Il provino è stato uno schifo …” – disse mesto.
Hopper si destò lentamente, stringendolo da dietro, un poco di più ed aumentando la sensazione di Jamie di essere custodito in un bozzolo tiepido.
“Mi dispiace piccolo …” – e gli baciò una scapola e poi l’altra.
Niente sesso, Jamie non aveva voluto, Marc neppure si era osato chiederglielo: avrebbe aspettato, rispettando i tempi e le esigenze del ragazzo, che ormai era certo di amare in un modo, che ancora non conosceva.
Lo anteponeva completamente a sé stesso, non come in una battuta melensa, ma per davvero.
“Sono … sono caduto due volte … eppure ho ricominciato, ma la nausea mi impediva di concentrarmi.”
“Eri stanco …?”
“Forse …”
“Se ho qualche responsabilità in questo, ti chiedo perdono Jamie.” – e lo girò, per osservare la sua reazione.
Jamie fece un cenno di diniego – “Assolutamente no Marc. Quando vado a questi appuntamenti parto il giorno stesso, per diversi motivi … e poi torno subito a casa.”
Hopper sorrise.
“Ci saranno altre occasioni … giusto?”
“Sì, tra due settimane a Los Angeles, stessa compagnia …”
“Andrà bene, te lo prometto.” – e lo abbracciò, aspettando sveglio che si riaddormentasse.


Colin era al pc da circa venti minuti.
Jared pensava ad Isotta, ma sapeva che il compagno stava parlando via web cam con Sonia.
Si avvicinò allo studio, per ascoltare la conversazione, nonostante Farrell gli avesse chiesto di essere presente.

“Allora sei sicura …?”
“Sì Colin, il test è positivo. L’ho ripetuto due volte. Mia sorella andava e veniva dalla farmacia qui sotto.” – rise cristallina.
“Ok … ok, allora … tanti auguri …” – replicò emozionato.
“Ti ringrazio, anche se … scusami Colin, ma i nostri contatti si chiudono qui, cioè insomma … sai come eravamo d’accordo.”
“Certo Sonia … sì, certo, lo ricordo perfettamente … magari se solo mi vorrai dare qualche notizia, più avanti o comunque … “ – si commosse.
“Quando nascerà ti mando una foto … ok?” – disse imbarazzata lei.
“Mi farà davvero piacere riceverla, ma se avessi bisogno di me … io ci sono per qualsiasi evenienza.” – affermò sorridente, ma nervoso.


Jared spostava i pezzi di anguria a destra e quelli di melone a sinistra: voleva iniziare con l’ananas.
Quella macedonia era ricca e colorata, aveva un ottimo profumo, così come il mare.
La panchina era comoda, la vista mozzafiato, la sua bici appoggiata allo schienale, la Ferrari di Geffen parcheggiata in parallelo, ad un metro, oltre il marciapiede, dove qualcuno portava a passeggio il cane o pattinava.
“Io ci sono … Eravamo noi fino ad un certo punto …” – disse flebile.
“Ti fossilizzi sulle parole Jared, credo sia un’esagerazione … anche se comprendo il tuo disagio.”
“Un altro figlio … E lui ci penserà di continuo, aveva un forte dispiacere ed al tempo stesso un enorme soddisfazione nel confermarmi che Sonia è rimasta incinta.”
“Di cosa stiamo parlando tesoro …? Mi hai preoccupato al telefono.”
“Glam sei l’unica persona che mi sopporta, te l’ho già detto e sei il solo che puo’ mandarmi a quel paese se esagero, come permetto a mio fratello … sono egocentrico e stupido, sono in una giornata delle mie, ma CAZZO!! Io non potrò mai dargli dei figli, in … in quel modo …”
Geffen si grattò la nuca, in un gesto che Jared conosceva bene. Sorrise.
“Come sei fico oggi avvocato … devi sbranare qualcuno in aula?”
“Tu sei alquanto infantile Jared …” – disse sereno.
“Lo so.”
“Meno male. Sì ho un’udienza alle nove e trenta … devo correre, mi prenderò una multa, non saprò cosa dire per i primi dieci minuti, quindi mi ridurrò a fare il cascamorto con la giudice, mia vecchia amica, per avere la sua pietà …” – e rise.
“Amica quanto?”
“Jared …”
“Vecchia?”
“No … avrà quarant’anni … sì ci siamo divertiti un po’, di solito si va a giocare a golf con loro, ma trattandosi di una donna …”
“Stronzo!”
“E’ preistoria Jay … Dio mio … “ – e sbarrò le palpebre, rivelando i suoi occhi azzurro vivo.
Jared li scrutò – “Sei bello … anche se hai cinquantasei anni … o sono cinquantasette …?”
“Adesso ti affogo e libero il mondo dalla creatura più assurdamente affascinante che io conosca!” – e lo prese in braccio, portandolo verso una caletta.
“Ti rovini le scarpe Glam!” – esclamò divertito il cantante, aggrappandosi a lui.
“Vedrai cosa ti rovinerai tu tra due minuti!” – sogghignò in modo buffo.


Jared arrivò in ritardo al ristorante dove Farrell lo aveva invitato con un sms.
“Scusa Cole …”
“Figurati, ho ordinato solo l’acqua … bene arrivato Jay.” – e gli diede un bacio.
“Cosa prendi?”
“Quello che scegli tu … ascolta, sei sparito stamattina … volevo dirti delle cose.” – disse l’irlandese, quasi con timidezza.
Jared inspirò, giocando poi con la disposizione delle posate.
“Anch’io devo dirti delle cose Colin. Ho visto Glam e ci sono delle notizie, che mi hanno sconvolto.”
“Quali notizie?”
“Si tratta di Jamie … e Marc, sì insomma, loro si sono messi insieme. Jamie ha un grave problema di salute … Sembra una catena, forse non dovrei parlarne, forse non lo doveva fare neppure Glam con me, ma la cosa ci ha sconvolti … E’ sieropositivo, ecco …”
“Jamie?”
“Sì … io lo conosco appena, del resto anche Hopper, anche se ho un’ottima opinione di lui. Si conoscono appena, ma l’ha presa subito sul serio, è coinvolto, innamorato … Glam è molto attaccato a Marc, ne soffre, è preoccupato.”
“Comprendo il suo stato d’animo, solo non vorrei riversasse su di te i suoi problemi emotivi, viste le conseguenze.”
“E’ reciproco … Ti ho sentito stamani con Sonia e … e mi ha fatto male ascoltare certe … certe cose …” – e deglutì, vedendo che il volto di Colin si stava irrigidendo, come il resto.
“Ok … ok, ma spiegami una cosa Jared, spiegami perché non affronti me, dicendo ciò che senti, anziché rifugiarti tra le braccia di Glam a lamentarti!?”
Leto si mise le mani tra i capelli, tornati lunghi e castani; non si faceva la barba da un paio di giorni ed aveva un’aria trasandata, anche se terribilmente seducente.
Colin si pentì subito di ciò che aveva affermato con una certa rabbia, perdendosi nel guardarlo, provando come una fitta generale, pungente e strana.
Avvolse nei propri palmi la nuca di Jared, attirandolo con una mossa inaspettata, quanto intensa, per poi baciarlo forte.
Finirono sul prato di quel dèhor costellato di ombrelloni bianchi e separè in plexiglass.
Colin pensò alla stessa scena vissuta con Jude, ovviamente non con quell’epilogo, ma a come provava una sottile eccitazione ogni volta che scherzavano in una maniera piuttosto discutibile.
Mentre teneva Jared sotto di sé, proseguendo in quelle effusioni, immaginò come Geffen potesse consolarlo, quando entrambi sparivano, per scambiarsi confessioni, attivando una valvola di sfogo pericolosa.
In un secondo realizzò infine, che sia lui che Jared dovevano fare gli stronzi per forza, che non si dicevano tutto e che forse non lo avevano mai fatto.
Si staccò con il fiato corto, senza però smettere di accarezzare gli zigomi di Jared, che aveva annullato qualunque reazione, per godersi a pieno quel momento – “Ti amo … io ti amo Jay … andiamo a casa, voglio … voglio parlare con te … parlare davvero … e poi …”
Fu Jared ad interromperlo, riprendendo quel bacio, che riuniva mille implicazioni, psicologiche e sentimentali, da affrontare finalmente.






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