One shot – Amor mio
OST
http://www.youtube.com/watch?v=af0BnjMV0Is
“Conosci la Scozia, Jamie?”
“Vuoi che ti faccia da guida Channing?”
L’attore inglese si fermò: erano sull’angolo di quella via male illuminata, a pochi metri dall’hotel, che la produzione aveva affittato in toto, per ospitare il cast e la crew del film The eagle.
Channing Tatum e Jamie Bell, ne erano i protagonisti.
Interpretavano due personaggi a tinte forti, per carattere ed indole.
Un romano ed un britanno, un padrone ed uno schiavo.
Le loro vicende avventurose si sarebbero dispiegate durante il secondo secolo dopo Cristo, tra la civile, ma opprimente Roma e le sconosciute terre del nord, oltre i confini conosciuti, dove avrebbero affrontato una missione quasi suicida.
Orde di popolazioni barbare, il clima avverso, c’era abbastanza per desistere, ma Marcus ed Esca erano destinati al successo.
I due avevano accettato l’ingaggio con entusiasmo e conoscersi su quel set fu divertente fino dalle prime ore.
Channing aveva sei anni più di Jamie, ma un carattere semplice, un candore nell’approcciarsi alla vita, sul quale lui ed il nuovo amico si erano anche confrontati.
“Sai la disciplina nel mondo della danza mi ha temprato e poi in questo ambiente, io sono basso, bruttino, non certo come te che sei …”
Jamie si era come impietrito sulle sue stesse affermazioni.
Channing sorrideva sereno, sorseggiando la seconda birra, in un pub dove avevano fatto le ore piccole.
Il giorno seguente erano di riposo.
“Secondo me tu sei un tipo molto interessante e poi balli da Dio.” – affermò convinto fissandolo.
Bell divenne paonazzo, ma schernendosi prese veloce la giacca, farfugliando un – “Andiamo a nanna?? Sono a pezzi!”
“Ok, andiamo a nanna …” – replicò ridendo piano, per quell’espressione buffa, come se fossero due bimbi, ma in fondo Jamie lo era, pensò Tatum.
Era piccolo dentro, quando rideva per la goffaggine di Channing, che si arrabbiava per essersi impigliato nei rovi accanto al torrente oppure inciampava salendo a cavallo di corsa.
“Siamo arrivati Jamie … mi offri qualcosa da bere?”
“Ancora …? Ehm sì … sì certo.”
“Cosa ti prende? Da quando siamo usciti dal locale sembri sui carboni ardenti, ho detto qualcosa di sbagliato? In questo caso scusami Jamie.” - disse serio, sfiorandogli un fianco, sorridendo timido.
“No, ho solo certe paranoie.” – replicò imbarazzato.
“Paranoie? A proposito di cosa?” – chiese stupito.
Bell fece spallucce – “Ok, sono un cretino, ho rovinato la nostra serata …”
“Ma cosa stai farneticando ahahahh?” – e lo abbracciò.
Si cullavano a vicenda, come a consolarsi per qualcosa di non detto.
Erano sotto ad un lampione.
“Channing … una coca cola?”
“Guarda che reggo bene l’alcol, ma come vuoi, una bibita … allora andiamo?”
L’altro annuì, con la voglia di prenderlo per mano e sbrigarsi, togliendosi da quella strada, che all’improvviso gli aveva provocato inquietudine.
La suite era comoda e spaziosa, ma Jamie non era abituato a quei lussi e quasi lo infastidivano.
Tatum accese la tv, scegliendo un canale di film.
“Oh guarda, Vento di passioni … un po’ datato, ma che cast e che trama …”
“Sì, approvo … ecco qui, nettare fresco.”
“Grazie Jamie.” – e si mise seduto ai piedi del divano, su di un tappeto dai toni moderni, verde e nero.
“Non staresti più comodo qui?”
“No, preferisco stare qui, mi raggiungi?”
“Certo Channing … vorrei chiamarti Chan, ma mi viene da ridere …” – e dopo qualche secondo non si trattenne, suscitando una certa perplessità nell’amico.
“Ok … sarà anche divertente … vorrà dire che ti chiamerò Jamming … che ne pensi?”
Bell si era accomodato, dando delle gomitate all’americano, che passò a fargli il solletico, fino a stenderlo, in preda a delle convulsioni esilaranti.
Quando decisero di smetterla, anche per non soffocare, Jamie chiuse gli occhi e Channing spense la tv.
Erano già quasi al buio, con solo un faretto acceso nell’angolo del frigo bar, che dava all’ambiente un riverbero argenteo.
Tatum asciugò le lacrime e poi fece altrettanto, passando il pollice sugli zigomi di Jamie, che si era tolto gli occhiali dalla montatura “da sfigato”, come gli aveva detto uno dei truccatori, ovviamente in modo scherzoso, mentre gli passava le lenti a contatto.
“Grazie …” – mormorò, mentre Channing rimaneva sollevato al suo fianco, appoggiato unicamente sul gomito sinistro.
Erano allungati e finalmente rilassati.
“Per cosa …?”
“Sto … sto bene con te … e non mi faccio dei viaggi mentali scomodi, su come mi vedi, su quello che pensi … sono sempre stato giudicato, sai Channing?” – rivelò, guardandolo finalmente.
“E come dovrei vederti Jamie? Sei un ragazzo meraviglioso e non lo dico tanto per dire, ne sono convinto …”
“Cosa avrei fatto per meritare un simile complimento?” – domandò, dopo avere recepito un battito in meno nel suo petto, rivelato in parte dalla camicia rimasta slacciata a metà, come quella di Channing.
“Mi hai aiutato dal primo giorno, appoggiando le mie scelte, per il copione, i costumi, il cambio di alcune battute … la fiducia che mi ha restituito, con quel tuo discorso per la mia paura di recitare con un mostro sacro come Donald …”
“Sutherland … Dio, me la sono fatta sotto quando ho letto il cast ahahahh”
“Lo so Jamie, ma tu possiedi una sicurezza, che io non conosco … Non mi sento mai all’altezza e poi ho una volontà poco solida, soprattutto con il mio fisico, sono sempre a dieta, non mi trattengo davanti a quei cheese burger ahahah”
“Posso dirti una cosa Channing? E tu mi prometti di … di essere come sei sempre …”
“Sì … lo farò, promesso.”
“Sei talmente bello che potresti anche essere venti chili in più, che la gente si girerebbe a guardarti, come stamattina in quel negozio di vestiti.”
Lo disse tutto in un fiato, chiudendo poi i pugni, come in una contrazione improvvisa.
Channing gli accarezzò con la punta dell’indice destro lo sterno, aprendogli il resto della casacca, per poi posare un bacio nel punto in cui risalì, all’altezza del cuore di Jamie, che stava per esplodere.
Tatum vi appoggiò il volto, inspirando piano – “Ho una moglie Jamie … è un riparo sicuro, contro gli stronzi che mi vorrebbero fuori da certi lavori, additandomi per la mia omosessualità, come se fossi un pervertito. So che l’hai capito dopo cinque minuti dalle presentazioni alla cena con il regista, ricordi? Eppure la tua stima era così sincera, che io mi sono impegnato a non avere segreti con te, a non nascondermi più.”
Bell gli accarezzò la schiena, poi i capelli, avvolgendolo alla fine di quel percorso in cui albergava una tenerezza quasi contemplativa, come a volersi rendere conto che non si trattava di un’allucinazione.
“Io ti voglio bene Jamie …” – e si rialzò lento, andando su di una poltrona poco distante.
Bell si rannicchiò sul posto, scrutandolo.
“Hai paura Channing?”
Lui fece segno di no con la testa, prendendosela poi tra le mani – “Vorrei solo baciarti … baciarti e basta Jamie …” – mormorò.
Bell si diresse al portatile, rimasto in stand bye sulla scrivania.
Selezionò un brano, una ballata emozionante, ma senza alcuna enfasi.
Tese le braccia a Channing, invitandolo tacitamente al centro della stanza: lui sorrise, accettando quella proposta silenziosa.
Si strinsero con il timore di farsi male, soltanto oltre le loro membra solide ed allenate.
“E’ la nostra seconda vita Channing … danzare …”
“Hai ragione …”
“Vorrei che la prima fosse un’altra comunque …” – e lo baciò, deciso e senza dargli scampo.
Tatum si sentì prigioniero di quel suo modo di fare diretto e gliene fu grato dal profondo di sé stesso, dove l’amore per Jamie chiedeva di respirare e vivere, andando ben oltre a quell’intenso contatto iniziale.
I loro vestiti scivolarono, un attimo dopo i loro corpi, sopra ad una trapunta damascata, fresca, ma non fu questa la ragione dei brividi che solcarono le loro anime, accogliente, ma mai quanto le ali muscolose di Channing, che raccolsero il fisico asciutto e ben proporzionato di Jamie: il giovane si abbandonò completamente.
“Mi fido di te … mi fido di te …” – ripeteva, ansimando, mentre Tatum lo preparava.
La sua lingua era dura e bollente, morbida e liquida, come tutto intorno a Jamie, che si sentì invadere in ogni modo, che scoprì desiderabile allo spasimo.
Channing ripercorse il suo busto, dopo avere tormentato il suo sesso, succhiandolo per un tempo breve – “Jamie … mi stai togliendo il buon senso ed il controllo … ti voglio da morire …”
“Allora non aspettare … non farlo.” – e gli afferrò il polso, riportando le sue dita tumide e lubrificate alla propria fessura, già bagnata e pulsante, pronta a riceverlo.
Le iridi di Jamie si sciolsero, quando le sue barriere caddero, una ad una, sentendo in profondità quanto Channing lo volesse, il tempo si dilatò, perché quella marea era intensa e continua, dalla sua gola salivano gemiti di gratitudine, che andavano ad incontrare i suoi, in una fusione ambita, quanto inattesa.
Prima di venire, Tatum si fermò: il suo baciarlo, leccarlo, morderlo, tracciando un percorso immaginario tra il volto, il collo e le spalle di Jamie non cessarono invece, così il tenersi per mano, oltre la fronte di quest’ultimo, che inarcò la schiena, sentendo le prime gocce di sperma pervaderlo e stimolarlo, nel lembo di carne, dove l’amante sapeva di potergli donare un volo senza ritorno.
I palmi di Channing aderirono a quelli di Jamie, iniziando un breve tragitto verso i suoi fianchi, senza mai separare quel connubio pelle contro pelle, madido ed incandescente.
Adesso erano come artigli ed il suo ritmo un colpire inesorabile, il suo piacere esplose, sublimando quello di Jamie, che tentò persino di sottrarsi a quell’orgasmo, inutilmente, perché era troppo, era assurdo provare qualcosa del genere.
Il ventre di Tatum si strofinava al sesso di Bell, per poi incontrare nuovamente il suo capace tocco, che lo finì con gioia.
“Amor mio …” – sussurrò, ma Jamie non comprese o meglio, non volle credere a quelle due semplici e straordinarie parole.
Tatum si puntò sui gomiti, liberando la fronte dell’altro dal sudore e dai capelli fradici – “Amor mio” – riuscì a ripetere, con quel poco fiato rimasto.
“Channing …”
“No … è così che mi chiamerai, amor mio ed io ti risponderò sempre, sì sono tuo.” – e sorrise.
Jamie lo strinse, invertendo le loro posizioni, per poi crollare sul suo busto scolpito e spazioso – “Lo farò … amor mio.” – e gli diede ancora un bacio, prima di dormire, con la serenità di avere trovato un posto dove non avrebbe mai incontrato rifiuti oppure ostacoli: il cuore di Channing.
THE END
Nessun commento:
Posta un commento