Capitolo n. 284 - gold
Il ritorno in auto fu appesantito dal silenzio tra Colin e Jared.
Questi piegò la moderna bici in carbonio, infilandola nel bagagliaio del suv, senza aggiungere altro, finchè non furono nella loro camera insonorizzata.
I figli erano a riposare, mentre miss Wong preparava la cena.
Un pomeriggio afoso, ma soleggiato, perfetto per un tuffo in piscina, dove solo Yari si stava come al solito allenando.
“Chiudi a chiave Jay …”
“Va bene … ci sequestriamo a vicenda?” – rise nervoso.
“Non direi … senti, facciamo prima una doccia.”
“Ok Cole … facciamola.”
Ne tornarono avvolti in accappatoi a mantella, un regalo di Claudine.
Si accomodarono al centro del letto, prendendosi per le mani, fissandosi ed aspettando che uno dei due cominciasse, quella che sembrava una tortura annunciata.
“Eccoci qui Jared … vorrei sapere dove ho sbagliato stamattina con Sonia.”
“Sinceramente non hai sbagliato, forse hai solo dimenticato la tua precedente gentilezza a coinvolgermi in questa esperienza, che si è fermata nel momento in cui hai avuto la bella notizia da lei e sei tornato da solo in prima linea per offrirle aiuto e presenza, lasciandomi in disparte.” – replicò pacato, ma deciso.
“Ti chiedo scusa, ero … ero emozionato e confuso, soprattutto perché lei non vuole affatto coinvolgerci nel percorso della gravidanza.”
Jared sorrise appena – “Erano i patti e tutta questa storia ha rivelato lo squallore insito nelle procedure di inseminazione artificiale od utero in affitto, secondo il mio modesto pensiero.”
“La definirei aridità, non squallore Jared … parliamo di un bambino …”
Il cantante chiuse le palpebre, in preda ad un leggero tremolio – “E tu sei … sei il padre ideale, l’ho sempre sostenuto … Hai fatto molti sforzi quando … quando noi aspettavamo di avere Violet nella nostra vita …” – e riaprì quei sottili lembi di pelle, liberando due lacrime, ancora più luccicanti delle sue iridi blu cobalto.
Farrell le asciugò prontamente con i pollici, in quel gesto che Jared adorava.
“Scusami Colin … è … è un vuoto, l’ennesimo, che mi porto dentro e che né tu e neppure altri potrebbero mai colmare … il non sentirmi completo nell’amarti e nell’appartenerti, nonostante le profonde intenzioni di avere una famiglia classica … forse non riesco a spiegarmi …”
“Lo stai facendo benissimo Jared … Sappi, però, che non mi sono dovuto sforzare minimamente per vivere insieme a te l’arrivo dei nostri figli, nostri capisci?” – e lo accarezzò sulle spalle, baciandolo dolcemente sulla fronte.
Jared annuì, ma Colin voleva andare avanti, seppure turbato da quanto l’altro fosse oltremodo sconvolto.
“I tuoi vuoti … Ne abbiamo tutti, Jared, ma il problema tra noi, è che probabilmente cerchiamo di superarli chiedendo aiuto a persone come Glam o come Jude … Per me lui è un amico sincero, anche se spesso non ho condiviso il suo pensiero, ma è un rapporto solido, lo riconosco, mentre con Geffen, tu …”
“Io cosa …? Lo amo? … Il punto di vista di Glam lo conosci, il mio vorrei spiegartelo, ne hai il diritto pieno e sacrosanto Colin … Lui ha conquistato la mia fiducia dal principio, senza imporsi, aspettandomi … Per poi scoprire che come amici funzionavamo, ma per il resto … Il nostro amore, ecco, è stato un disastro, inficiato dai sensi di colpa, non ci siamo mai sentiti liberi, abbiamo sempre combattuto con i rimorsi, poi i rimpianti, continuando a sbagliare più con noi stessi che con voi … Tu e Kevin, siete rimasti i fantasmi del nostro amore … Ricordi?”
“Sì. Sì Jared … cosa rimane allora? Cosa vi è rimasto?”
“Un’affettuosa amicizia … un figlio sgangherato ed il suo … il suo papà paziente ed … ed innamorato … il sogno di ogni bambino … probabilmente quello che mancherà al piccolo di Sonia e … e se sapesse la verità, scoprirebbe l’uomo più amorevole che io conosca … Nessuno è come sei tu, Colin, devi saperlo: Isotta ne è la testimonianza, l’hai amata da subito, di un’emozione limpida e sincera, senza ingannarmi, senza manipolarmi … Ti sei sempre battuto per i tuoi cuccioli, non li hai mai usati. Ti ammirerò fino alla fine, per questo …”
Era fatto di inchiostro, lo specchio, che ora Jared stava scrutando, negli occhi di Farrell.
“Io ti amerò fino alla fine Jared … E temo sia per questa incomprensione su di te e Glam, che ho cercato qualcuno dove ritrovare certe conferme o se vuoi la piena attenzione o questa ammirazione, di cui parli … Io ho cercato te in Justin, forse anche in Jude, ma in modo differente, egoisticamente persino in Sonia, che aveva un sogno realizzabile grazie a me … Ti ho sempre cercato in ogni persona, da quando ti ho affidato il mio cuore Jared, ostinandomi nel non credere possibile quanto fosse incredibile il nostro legame … In principio eravamo giovani, spaventati, io lo ero almeno, perché non dovevo morire ogni attimo in cui non mi guardavi o non parlavi con me … non potevo essere tanto succube di un altro essere umano, per giunta di un uomo … Una parte di me ti rifiutava, un’altra ti odiava, non ero più libero su nulla, non esistevo neppure … La droga e l’alcol mi devono essere sembrate delle ottime vie di fuga, ma il destino ci possiede e tu eri, sei e sarai sempre il mio destino, lo sai, vero?”
“Per questo mi … mi tradivi? Mi facevi spesso del male in modo incomprensibile ed inaccettabile …”
“Fino al momento in cui ho capito che volevo solo te Jared … io amo soltanto il mio ragazzo americano di Bossier City … L’unico a non subire il peso di questo sentimento, il solo che non avrebbe mai rinunciato a me, a lottare, a riprendersi ciò che era suo di diritto … il suo scapestrato re d’Irlanda …” – e rise mesto, avvicinando le loro fronti.
“Colin …”
“Io non ho più paura Jared … di amarti … ma vacillo ogni volta che leggo nei tuoi gesti quanto amore ti unisce a Glam … Devo essere impazzito in quel dicembre in cui …” – e si morse le labbra.
Jared sospirò – “Non importa … è il passato e noi dovremmo accatastarlo in soffitta, come quei mobili ormai inutilizzati … Un baule, dove qualcuno andrà a curiosare tra cento anni, sorridendo per quanto siamo stati stupidi …” – e sorrise, cercando la bocca di Colin, baciandola dapprima piano, poi lasciando andare ogni sua percezione, affidandola al loro amore sconfinato.
“Quindi il ragazzo ha un problema serio. D’accordo, non facciamo pressioni Glam, cerchiamo di accoglierlo senza fargli capire che noi sappiamo, a meno che tu non convinca Marc a spiegargli con chiarezza quanto potremmo essere d’aiuto.”
Meliti spense il sigaro nel posacenere in alabastro, che Phil gli aveva appena passato, mentre insieme a Xavier e Pamela ascoltavano Geffen, che decise di affrontare l’argomento con loro.
“Jamie si incazzerà, da quel poco che ho capito di lui … Eppure noi riusciremo a fargli cambiare idea …”
“L’unico modo è migliorare la sua vita. Ha soldi? Ha problemi, a parte la salute? Li risolveremo ancora prima che dica una sillaba, saperlo non è un problema, ma non tratterò la cosa come un affare, qui abbiamo un giovanissimo ragazzo, al quale hanno tarpato le ali, una vera ingiustizia, accidenti …” – ed armeggiando con l’accendino, Antonio meditava sul da farsi.
“Lasciamolo respirare, sperando che ci venga a questa cena … Jared lo sa?” – intervenne Xavier.
“Lo aggiornerò subito, così farò con Colin, anzi, vado ora alla End House.”
Kevin sopraggiunse in quell’istante con Lula, che corse subito dal suo daddy.
Pamela si alzò, con un bel sorriso – “Ombre la parola d’ordine sarà fiducia! Le persone malate sono sempre emarginate, ma noi sappiamo che Jamie non è un appestato, quindi lo faremo giocare con i nostri bambini, lo saluteremo calorosamente, lui è uguale a noi.”
“Quindi è matto da legare, ottimo!” – sentenziò Meliti, ridacchiando.
Hopper chiuse la telefonata con un sorriso.
Erano appena atterrati al Lax ed i piloti stavano espletando le operazioni di controllo, prima di farli scendere dall’aereo.
“Un jet privato … i tuoi amici si concedono molti lussi …” – mormorò Jamie, raccogliendo le sue cose.
“Diciamo che il signor Meliti ha parecchie possibilità.”
“Vedo … Credevo fosse un mafioso.”
“E’ una brava persona, anzi a proposito … vorrebbe conoscerci, mi è appena arrivato un invito per stasera … cosa ne pensi tesoro?” – e lo avvolse con un’esitazione, che non sfuggì al ballerino.
“Mi presenti ai tuoi?”
Marc rise di gusto . “Oddio sì …”
“Loro sanno che sono sieropositivo?” – domandò secco.
L’avvocato deglutì a vuoto – “L’ho detto … a Glam … è come un fratello per me. Scusami Jam …” – ma lui gli diede un bacio a stampo, sprofondando poi nel suo petto – “Hai un cuore grande Marc … tu hai un bellissimo cuore …”
“Io … io te ne faccio dono … senza superbia, senza pretese, è tuo, fanne ciò che vuoi Jamie, io non me ne pentirò mai, mai.”
Si baciarono ancora, scherzando poi su cosa mettersi per quella serata a sorpresa.
Jared fu entusiasta dell’idea, appena Geffen gliela comunicò.
Colin gli disse di avere saputo e si rese disponibile fornendo il nominativo di un medico, che conduceva degli studi sperimentali.
“Ti ringrazio … è interessante …”
“Vedi Glam, sono in contatto con lui per James ed anche Camilla …”
“Certo … certo, è un sollievo sapere che ci sono delle speranze, Jamie si sta dimostrando piuttosto riluttante al sostegno altrui, è stato maltrattato dai genitori, sembra essere il denominatore comune di molti … Forse ti salvi solo tu Colin …” – e sorrise, aprendo una bottiglietta di acqua minerale.
Jared e Kevin si erano allontanati con Lula, per andarsi a fare un bagno, prima di prepararsi all’incontro con Marc e Jamie a villa Meliti.
Farrell tossì, cercando un punto da dove cominciare quel discorso, che voleva affrontare con Geffen.
“Noi abbiamo parlato … Jared mi ha detto quanto tu sia fondamentale …”
“Che diavolo stai dicendo Colin?” – chiese stupito.
“Avevo bisogno di sapere, ogni volta lui ti cerca, quando io sbaglio …”
“E’ come se una parte di Jared non fosse cresciuta o si rifiutasse di farlo … Ci siamo sempre detti, tu ed io, che dobbiamo averne cura. Porsi dei limiti, è un compito che spetta solo a me Colin e non sempre ci riesco, ma sono riuscito a non trascendere …”
Farrell si alzò dal divano, per andarsene, ma prima sfiorò la spalla di Glam, in un tocco all’apparenza lieve, ma che in realtà aveva un peso significativo per ognuno di loro.
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