Capitolo n. 285 - gold
Xavier versò un po’ di sangria analcolica nelle tazze dei bimbi, che lo circondavano da cinque minuti.
“Non confonderti mi raccomando nino …”
“Tranquillo Phil … c’è Pamela al tavolo degli adulti …” – e rise – “Guarda, sono arrivati!” – ed indicò l’auto di Hopper, che stava parcheggiando nel viale antistante villa Meliti.
“Tutto esagerato … jet, case da sogno, auto di lusso … non ci sono abituato.”
Jamie aveva un’aria imbarazzata, ma la sua voce tradiva una sommaria irritazione.
“Se vuoi ce ne andiamo subito, loro capiranno, non c’è alcuna pretesa in questa serata …”
“No Marc, se sono la tua famiglia …”
“Assolutamente no, alla mia ti presenterò a Boston, questi sono amici fidati, spesso più importanti di qualsiasi parente.” – e rise, sporgendosi per baciarlo.
Jamie si aggrappò a quel gesto.
“Vorrei … io vorrei tanto fare l’amore con te Jamie …”
“Anch’io … ma …” – “Non dire niente … Adesso pensiamo a divertirci con questi pazzoidi, però in qualsiasi momento, se vorrai tornare a casa, mi fai un cenno e ci volatilizziamo, ok Jamie?”
“Ok … a proposito … ti trasferisci da me Marc, vero?” – e sorrise.
“Non vedo l’ora, grazie piccolo.” – e gli diede ancora un bacio, prima di scendere.
Incontrarono Jared, che salutò Marc con una stretta di mano e poi avvolse Jamie in un abbraccio leggero, quanto il bacio che gli diede sulla guancia.
“Benvenuti, avete fatto buon viaggio?” – chiese con pacata gentilezza.
“Sì … anche se il provino non è stato il massimo …” – rispose il ballerino con serenità: la naturalezza di Leto lo mise subito a proprio agio.
“Cose che capitano … Jamie mi daresti una mano? Sto cambiando Isotta e mio marito non sa più cosa inventarsi per distrarla …” – e rise.
Jamie guardò Marc, che annuì – “Andate pure, io devo parlare con Glam per l’alloggio …”
“Ok, ti seguo, ma non ho alcuna esperienza …”
“Neppure io ce l’avevo sai? Il mio primo neonato è stato Henry, il figlio di Colin, non ti dico che disastro …” – e lo scortò nella nursery.
Farrell li stava aspettando ed accolse Jamie con simpatia – “Vedo che Jay ti ha subito coinvolto, ci servono rinforzi per questa principessa!”
“Dio che bella bimba …” – mormorò Cross ammirandola.
“Vuoi provarci tu, Colin il pannolino, grazie, ma prima la salvietta …” – ed armeggiò con una scatola colorata.
Jamie rimase perplesso, ma poi riuscì in quell’impresa, sentendosi bene, dopo che Isotta arrise alle sue smorfie spontanee.
“Bravissimo …” – disse Colin, con un fare paterno, più verso Jamie, che verso la loro cucciola, nel passarla al ragazzo, che la strinse piano sul cuore.
“Grazie …” – mormorò Jamie.
“Pronto per conoscere il nonno?” – disse Kevin entrando con Antonio.
Jamie si voltò – “Salve … signor Meliti …”
“Chiamami Antonio, salve Jamie, ma ti hanno già messo al lavoro? No, no, sei appena arrivato e che diamine …” – e rise complice – “Vieni, prendiamo un aperitivo in veranda, visto che Marc e Glam stanno già provvedendo. Ah lui è Kevin, il compagno di Geffen.”
“Sì … più o meno i nomi li conosco …” – e sorrise.
“Ma non sai i pettegolezzi, per quelli ci sono io e non terrò chiuso il becco ahahah Quei due armadi che stanno arrivando invece, sono Vassily e Peter, ex sommergibilisti sovietici ed ora body guard di casa Geffen …”
“Cavoli …”
“Buonasera gente!” – esclamò Vassily e Peter fece altrettanto – “Nonno abbiamo acceso la griglia, stiamo facendo il giro di ordinazioni. Jamie tu preferisci carne, pesce …”
“Quello che c’è Vassily … ti ringrazio.”
“Ah non sei una capra come Jared! Bene, allora costolette e filetto per noi almeno!” – e prendendo sotto braccio Jamie, si avviò verso l’esterno.
“E quella bella donna chi è Antonio?”
“Lei è Pamela, la ex di Geffen, madre delle sue gemelle, ma adesso come vedi è incinta, di Xavier … il pittore e scultore, il mio nipote più scapestrato, che sta con Phil il regista, eccoli che arrivano …” – e ridacchiò, davanti alla faccia stranita di Jamie.
Il giovane si grattò la testa – “Devo prendere appunti …”
“Ottima idea! Ragazzi venite, vi presento Jamie, l’amore di Marc.”
A lui piacque quella definizione: Meliti aveva colto l’essenza di ciò che Jamie rappresentava per Hopper.
“Olà Jamie, ma noi ci conosciamo già, ora ricordo …”
“Sì signor Derado … ops Phil, ho ballato in un suo film …”
“Giusto! Dovremmo parlare di un nuovo contratto comunque … c’è quel produttore, Strong, che vorrebbe un musical d’effetto e …” – “Ok, ok, ma qui non vogliono darti pace Jamie, ci dobbiamo rilassare stasera, basta parlare di affari, ok?”
“Il lavoro è ciò che restava nella mia vita … adesso c’è anche Marc …” – disse Jamie con una velata malinconia.
Pamela si accomodò prendendogli la mano destra tra le sue – “Sai Jamie, a volte pensiamo di potercela cavare da soli e chiudiamo le porte, perché non sopportiamo l’idea di fare soffrire gli altri con i nostri problemi e spesso ci riusciamo, ma soltanto con chi non è per nulla interessato a noi … Chi ci ama davvero, invece, farà anche l’impossibile per indurci a cambiare idea ed allora sapremo chi ci ama senza compromessi.” – e sorrise, accarezzandogli i capelli, con tenerezza.
“E’ … è un maschietto …?”
“Sì un guapito …” – disse Xavier, che stava ascoltando incantato dal ragionamento di Pamela.
“Ha già l’immensa di fortuna di avere una madre intelligente … ed anche un padre suppongo!” – e rise, insieme a loro – “Di sicuro un pochino loco, vero Phil?!” – “Vero Xavy … andiamo a tavola, è pronto!”
Erano di nuovo sul tetto, sopra ad un piumino colorato.
Si erano portati anche i cuscini ed una bottiglia di champagne, con delle patatine e dei pop corn.
“Una cena ben riuscita … sono felice di averli conosciuti Marc, non sono stati invadenti … mi sono quasi sentito … normale per una sera.”
“Normale? Che parola orrenda Jamie … vieni qui … Tu sei una creatura meravigliosa, quando ridi, quando parli con me, quando balli … Sei stato incredibile con quelle pesti ahhhah …” – e lo strinse sul petto.
“Volevano imparare il tip tap in un’ora … ho fatto del mio meglio …” – e rise anche lui, baciandogli il collo.
“Sembri volare quando esegui quei passi, poi i passaggi … me lo devi insegnare o sono troppo cinghiale Jamie?” – e lo fissò.
“Tu sei … sei l’uomo che amo …” – lo baciò, cercando poi nella tasca dei suoi pantaloni qualcosa.
Ne estrasse un preservativo.
“Se tu vuoi Marc …” – ed inspirò, accogliendo poi l’ennesimo bacio profondo da parte di Hopper, che sentiva il cuore in fiamme.
Quella barriera tra loro era necessaria, anche se lui avrebbe voluto evitarla, ma Jamie sarebbe stato contrario.
Hopper con tenerezza e passione sparse su quel sembiante asciutto e segnato dagli estenuanti allenamenti, una miriade di baci, che Jamie accolse con una gioia traboccante e vivida.
Scivolare in lui fu semplice, per nulla traumatico per Marc: Jamie si fidava e, seppure invaso, si spinse verso di lui, finchè non lo sentì arrivare in un punto, che lo fece gemere di piacere immediato.
“E’ … è da tanto che non … Marc mioddio … Marc …” – ansimava, liberandosi da qualsiasi timore recondito, ricevendo l’altro in un movimento, che divenne fluido.
Raggiunsero l’apice, tra baci, carezze – “Toccami … toccami Marc …”
“Ti amo Jamie … farò ciò che vuoi … per sempre … sempre.” – furono le sue parole, mentre un tremore percorse i loro corpi, che si abbandonarono ad un successivo riposo, senza distaccarsi minimamente, fino ai primi raggi del sole.
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