domenica 31 luglio 2011

GOLD - CAPITOLO N. 227

Capitolo n. 227 - gold


Jared entrò nella nursery, dove Isotta stava dormendo: c’erano soltanto delle piccole luci azzurre segna passi accese e si accorse che la piccola non era nella culla, solo quando si fu avvicinato ad essa: due grandi lampade a forma di uovo si illuminarono, rivelandogli qualcosa, di cui non si era minimamente accorto.
C’erano palloncini ovunque e mazzi di corbeilles di rose rosse.
Farrell lo raggiunse, con in braccio la loro principessa: si fermò sulla soglia, come ad ammirarlo: “Cole …” – “Senza di voi, io sarei davvero perduto Jay …” – e gli sorrise quasi timidamente.
I reciproci sguardi erano lucidi ed impazienti di un abbraccio, che non tardò ad arrivare.
“Amore mio … amore mio …” – continuava a ripetergli l’irlandese, cospargendo baci sul volto di Jared e poi di Isy, che sorrideva, ripetendo dei gorgheggi, somiglianti ad una sola parola “Ehi … sta dicendo papà o sbaglio?” – sussurrò Leto, ormai in lacrime.
Si strinsero tutti e tre molto intensamente – “E’ proprio nostra figlia, vero Jay?”
“Sì tesoro … sì …” – ed arrise alla sua gioia.
Quando si ritrovarono abbracciati e nudi, nel grande letto della loro camera, Colin sembrò molto più lucido e presente a sé stesso.
“Ti … ti chiedo perdono Jay … ho ricordato, una volta a casa, quello che era accaduto al ristorante e …”
“Non importa … non importa Cole …” – e lo baciò, ma l’altro voleva chiarire il suo punto di vista.
“Non si tratta soltanto di cancellare temporaneamente certe frasi inopportune Jared, ma anche di dirti delle cose cattive, reagendo male ad una tua attenzione, come stasera a cena, è assurdo, non trovi?” – domandò ansioso.
“Hai ragione …” – e si mise seduto, prendendolo per i polsi, con delicatezza.
“Forse era un effetto collaterale delle ultime pastiglie, quelle della vecchia terapia, ma io ne ho parlato con Brandon e lui mi consiglia una nuova tac, per controllare che non ci siano danni ai centri nervosi, quelli da cui dipendono appunto certi sbalzi di umore …”
“Faremo il necessario Colin, ma io continuo a pensare che si tratti solo di quelle sostanze, che da un lato ti aiutano, ma dall’altro alterano la tua percezione degli eventi e dei comportamenti altrui, ok?” – e sorrise, per rassicurarlo completamente.
Tornò ad accoccolarsi sul suo cuore, ormai sereno, tanto da assopirsi dopo pochi minuti, al contrario di Farrell, che rimuginò per un’altra mezz’ora, per poi crollare a propria volta, sino al primo mattino.


Chris si stava sistemando la giacca, senza colletto, tagliata su misura per lui: il suo abito era in un colore grigio scuro, che contrastava con la camicia bianca: “Sei bellissimo.” – disse Kevin sorridendo, mentre stava armeggiando con la scatola contenente i gemelli in oro.
“Sono … nervosissimo … e poco convinto.” – sospirò, sfilandosi quella casacca preziosa, andandosi a sedere su di una poltroncina.
“Che ti prende? Ansia da matrimonio?”
“No Kevin … ansia da stronzo.”
“C’è qualcosa che dovrei sapere? Sai, sono il tuo testimone.” – provò ad ironizzare, ma fu inutile.

Nel frattempo Rice era già al secondo bicchiere di brandy.
Shan inclinò il capo, piuttosto stranito da quel comportamento.
“Stai esagerando Owen …”
“Credi? Ma no …” – e ridacchiò, aprendo un cassetto, per estrarre una busta gialla.
“Cos’è quella?”
“Devi sapere che … che abbiamo due fidanzati molto … esuberanti!” – e gettò sulla scrivania una serie di foto ed una relazione, su carta intestata di un noto studio di investigazioni private.
Shannon si avvicinò, scrutando quegli scatti inequivocabili.
Si sentì mancare un battito, poi strizzò le palpebre – “Che intenzioni hai Owen?”
“Prego, caro?” – e rise sguaiatamente, crollando sul divano in alcantara verde.
“Ma dico, dai i numeri?? Stai per sposare un bastardo che continua ad andare a letto con il suo ex, che per la cronaca è l’uomo che amo cazzo!!” – gridò furioso.
Rice fece spallucce – “Amore … sì, lo so che ami quel troglodita di talento … Ma sai, Chris è come una di quelle splendide mogli copertina, che tutti ti invidiano, che … che persino la tua famiglia stima ed adora, a cui hai garantito ogni bene terreno ed … ed il tuo affetto incondizionato, che è brava a scopare, magari riesce pure a darti degli eredi …” – due lacrime rigarono il suo volto ormai sconvolto sulle sue stesse parole – “E quindi … quindi le perdoni qualsiasi piccola od immensa stupidaggine … GLI perdoni … Chris diventerà il mio sposo e se proseguirà la sua relazione con l’UOMO, che tu ami, allora renderò loro la vita un inferno, te lo prometto Shan.” – ed alzandosi, andò a stampargli un bacio, al quale il batterista dei Mars si sottrasse, con un gesto di stizza.

Geffen passò a prendere Josh insieme a Lula: Tomo gli disse che sarebbe andato per conto suo a Los Feliz, dovendo sbrigare prima una commissione.
Glam non fece caso ai suoi occhi arrossati ed all’inquietudine traboccante da ogni gesto del chitarrista; sorvolò sui dettagli e caricò i pargoli sull’hammer.
Lula era tutto preso a spiegare al suo gemello dell’incarico di paggetto, che lo avrebbe affiancato alla “sua” Violet, in modo così buffo da suscitare l’ilarità anche del padre.

Robert e Jude, posarono l’ovetto di Camilla su una delle numerose panchine, nel parco della residenza di Owen.
Iniziarono a baciarsi, completamente avulsi da quel contesto, che presto si sarebbe animato di almeno duecento invitati.
“Dovremmo … noi dovremmo …”
“Cosa Rob …?” – gli disse Jude, mordicchiando le orecchie piccole e perfette di Downey, che gemette piano nel suo collo – “Amore noi dovremmo entrare in casa …” – aggiunse a fatica, per poi catturare nuovamente le labbra dell’altro.
Law si fermò un istante, ridendo piano – “Secondo te, quanti letti ci sono in quel mausoleo?”
“Parecchi Judsie … ma non è il caso … ecco io pensavo che …”
“Zitto …! Tanto Camy dorme, la sistemiamo in un angolino della stanza e noi approfondiamo il discorso sul primo materasso libero.”
Robert gli leccò il mento, assaggiandolo poi con i denti – “Vorrei ricordarti, mio avvenente marito, che stanotte non ci siamo risparmiati.”
“Solo due volte Rob …!” – “Però lunghissime, Jude!!”
Esplosero in una risata; si rialzarono e finalmente si avviarono verso il salone addobbato per la cerimonia.


Pamela e le gemelle salirono sulla limousine noleggiata da Xavier e Phil, che erano in vena di fare i grandiosi, giusto per prendere un po’ in giro Rice, che in effetti era straricco.
“Ciao nino, tutto bene?” – chiese lei raggiante.
“Sì Pam … ciao, voi siete una favola, vero Phil?”
“Tre dee, santo Glam che si sentiva ispirato e grazie a te mia incantevole signora, che hai provveduto a tutto il lavoro pesante ahahah”
La simpatia di Derado era contagiosa.
Chiacchierarono amabilmente sino a destinazione.


Meliti sottobraccio a Carmela raggiunse Jared, Colin e tutti i suoi nipotini, che gli volarono addosso, ricoprendolo di affettuosità, che lui aveva imparato ad apprezzare a pieno, grazie alla sua curiosa famiglia acquisita.
Prese da parte dopo qualche minuto Jared, accigliandosi – “Come sta Colin?”
“Meglio, devo dire che Brandon lo sta aiutando in un modo incredibile, soprattutto con quel veleno che Cole deve assumere ogni giorno Antonio.”
“Tu come affronti il momento Jay?” – chiese poi con fare paterno.
“Ogni tanto ho qualche cedimento … ma sai che per lui sono pronto a qualsiasi sacrificio.” – e sentì un nodo allo stomaco, acuito dall’arrivo di Geffen.
Meliti lo squadrò, sorridendo amaramente – “E del nostro super eroe, cosa mi racconti Jared?”
“Il nostro … il suo aiuto è prezioso, ma per fortuna non è l’unico a sostenerci.”
“Perfetto … sai dove trovarmi, per qualunque evenienza. Ok?”- e gli fece l’occhiolino, riportandolo nella mischia.


“Posso …?” – “Ciao Tomo …”
“Perdonami Kevin, vorrei rimanere qualche minuto con Chris.”
“Ok … vado a darmi una rinfrescata.” – ed uscì, lasciandolo di fronte al suo più grande rimpianto, con straordinarie fattezze maschili.
“Ciao …”
“Quelle sono per me, Tomo?”
“Sì …” – e gli porse un mazzo di rose rosse.
“Ti ringrazio, non dovevi … cerco un vaso …” – disse, muovendosi nevroticamente per la camera, dove sarebbe stato impossibile trovarne uno.
Le appoggiò quindi al davanzale, sfiorandole con i polpastrelli, quasi a volerne catturare il profumo, come un’irresistibile tentazione, ma con il timore di pungersi.
“Per … per quello che può valere Chris, io …” – “No … Non farlo, ti prego, è già difficile, l’ultimo dei miei desideri è deludere Owen ed i suoi genitori …”
“Ed il tuo primo desiderio, quale resta Chris?” – chiese, puntandolo con le iridi liquide e tremolanti.
Chris ingoiò forse il boccone più amaro della sua esistenza – “Onorare le promesse che ci siamo scambiati, lui ed io, prima di … prima di ripetere vecchi sbagli.” – disse con fermezza, ma con il cuore in fiamme.
“Su questo hai ragione … Non ti importunerò mai più Chris.”
Uscì, come un fantasma, così come si era presentato, lasciando nell’aria l’aroma speziato di una colonia, che acquistarono insieme in Spagna, quando festeggiarono le loro nozze.
Kevin ritrovò Chris riverso nel bagno, aveva appena vomitato, le palpebre gonfie di pianto, l’animo a pezzi ed il vestito un disastro.

Rice era pronto.
L’immagine che gli rimandava la lastra d’argento, di quell’armadio dell’ottocento francese, era sporca di numerosi sbagli.
Shannon era rigido, in piedi davanti alla finestra: “Quella notte dunque, è stata una scopata e via, giusto Owen?”
La sua voce arrivò affilata quanto una lama forgiata secoli prima, come quelle esposte in alcuni corridoi.
“Ci saremo divertiti, ma ho esagerato con la tequila, non rammento un cazzo, abbi pazienza Shan.” - replicò come un estraneo.

Il wedding planner fece accomodare i presenti, distribuendo il programma del rito scelto dai futuri coniugi.
Owen si sistemò, accompagnato da Shan, accanto al pastore.
“Tuo fratello ha un’aria strana Jared …” – gli bisbigliò Farrell, aggiustandosi sulle ginocchia Isy, avvolta in un vestitino in tulle rosa.
“Hai ragione … mi sembra sconvolto.”
“A me Rice sembra brillo invece …”
“O gli sta per venire un infarto Colin … è rosso pomodoro in viso.”
Loro non furono gli unici a notare lo stato poco sereno di Owen, ma era scontato pensare si trattasse di lecita agitazione.

Chris uscì dalla doccia, mentre Kevin trafficava nel suo armadio.
“Ok, qui c’è di tutto, troveremo qualcosa di decente!”
“Kevin … lascia stare, non importa.” – disse il cantante dei Red Close, con una strana calma.
“Chris non scherzare!”
“Non sto affatto scherzando …” – mormorò sommesso, scegliendo un jeans chiaro ed una t-shirt bianca.
“Potresti andare da Owen e dirgli di venire qui da me?”
“Certo … vado subito …” ribattè sconfortato.

I camerieri iniziarono a girare con un aperitivo.
Geffen ne preso uno, passandone altrettanto a Kevin e poi a Jared e Colin.
“Attacco di panico?”
“No daddy … temo il peggio.”
Si erano appartati in uno studio, dove si aggregò anche Shannon, visibilmente turbato.
“Ehi fratellone …”
“Ciao Jared, salve ragazzi … c’è qualcosa di più forte da bere?”
Glam scovò una bottiglia di gin, dietro ad una serie di cornici in argento – “Ad Owen piace gozzovigliare …” – e ridacchiò.
“Sì … non me lo ricordavo quel nascondiglio … e pensare che questa è stata casa mia, un milione di anni fa.”
“Non così tanti Shan …” – disse Colin, posando il proprio calice ed accendendosi una sigaretta.
“Hai ricominciato cucciolo?” – gli chiese Jared, dandogli un bacio sulla nuca.
Farrell aggrottò la fronte – “Non … non saprei, fumavo prima?”
“Avevi smesso …” – e risero divertiti, senza più apprensione all’apparenza.
“Shan, ma Tomo?”
“E’ rientrato, mi ha avvisato con un sms, dicendo che aveva l’emicrania.”
“Ah capisco …”

Phil, Xavier e le gemelle Geffen stavano guardando alcune sculture, nel giardino d’inverno, mentre Pamela era impegnata al telefono, con una chiamata inaspettata.
Stava parlottando con una dottoressa, sicuramente amica di vecchia data, ritirandosi verso l’interno, mano a mano che la conversazione diventava coinvolgente.
Sembrò svanire nel nulla.
“Ma dov’è vostra madre?”
“Non era qui Xavier …?”
“Un attimo fa di sicuro.” – disse Phil – “Cerchiamola.”
Incrociarono Robert e Jude, che avevano appena lasciato Camilla insieme ad Isotta, con i Wong, che le controllavano al piano superiore, durante il sonnellino quotidiano.
“Ragazzi avete visto Pam?”
“No Xavier … qualche problema?”-“Non lo so Jude, credo che un medico l’abbia rintracciata al cellulare …”
“Un medico?” – “Sì Robert … una certa Karen …” – sembrò riflettere, concentrandosi su ciò che aveva ascoltato distrattamente.
“Karen Blissen?” – era sopraggiunto anche Glam, con il resto della sua compagnia.
“Il cognome non lo conosco … chi sarebbe?” – domandò incuriosito Xavier.
“E’ la ginecologa che abbiamo trovato qui in città, siamo andate ad un controllo due giorni fa papà.” – intervenne una delle due gemelle.
“So chi è tesoro, gliela ho raccomandata, è una cliente del nostro studio da anni …” – disse preoccupato.
“Andiamo a cercarla, avanti.” – disse Colin risoluto.
“E dove, qui è un labirinto …” – “Basta farle uno squillo Jared … Vero Glam?”
“Certo Colin, lo faccio hai ragione …”
Una suoneria sudamericana si animò nella zona sul fondo di quel passaggio da un’ala all’altra della villa.
Vi si precipitarono, per verificare cosa fosse accaduto a Pamela.
Lei stava camminando avanti ed indietro, sopra ad un tappeto – “Madre de Dios! Embarazada no puede estar embarazada!”
Geffen si rivolse alle figlie, sbarrando le iridi celeste vivo: “Incinta?? Chi di voi due è incinta??!”
“Incinta?? Ma nessuna di noi papàà!!!”
Pamela andò nell’altra camera, continuando in quella cantilena – “Embarazada a los cuarenta y cinco que no lo puedo creer!!””
Xavier precipitò su di una seggiola – “Incinta a quarantacinque anni ... Oddio ...”
Phil si grattò la testa – “Oh maldito ...”
Glam non riusciva a crederci – “Incinta ... Pam!! Ma chi ... dove?”
Lei tornò indietro, blaterando ancora, creando una situazione comica, alla quale non si poteva resistere.
Phil si piegò a consolare Xavier – “Nino adoraba a ser el padre!”
Geffen sembrò polverizzarlo – “Tu ... tu diventerai padre Xavier? Ma cosa state farneticando ...?”
Robert e Jude lo trattennero, anche se ovviamente l’uomo non aveva alcun diritto di adirarsi per quella circostanza, anche se Pamela era stata la sua donna.
Colin e Jared la recuperarono, visto che non tornava, accompagnandola su di una chaise long, mentre Shannon le portava dell’acqua e Kevin, inaspettatamente, la consolava.
“Cara! Oh scusaci, che idioti!” – esclamò Phil, andando a confortarla.
Xavier non tardò ad unirsi a loro, come Jude, Rob e le gemelle.
“Come farò ...?” – disse lei affranta.
“Come faremo, vorrai dire tesoro, noi saremo con te, se ci vorrai ...” – disse Xavier sgranando i suoi fanali verdi.
Lei sorrise, cercando anche l’approvazione delle figlie, che fu simultanea ed entusiasta – “Avremo un fratellino!” – esultarono.
“Oppure una sorellina.” – disse Colin, che versò del cognac per Geffen, che era stranito.
L’avvocato andò accanto a Pamela – “Cara, perdonami, ma sono rimasto ... mi spieghi cosa centra Xavier?”
Phil si intromise – “Se vieni di là, te lo spiego io Glam.”
Jude strinse a sè Xavier – “Rob, avremo un nipotino, incredibile!”
“Ehm ... sì, non pensavo di diventare ... nonno così presto ...” – ammise con un sorriso irresistibile, per poi posare un bacio tra i capelli del ragazzo, che gli sembrò terrorizzato, ma anche felice di quella inaspettata realtà.



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