domenica 10 luglio 2011

GOLD - CAPITOLO N. 209

Capitolo n. 209 – gold


Kevin fece due piste nere, dopo avere sciato con Brian e Yari per tutta la mattina.
Voleva stare un po’ da solo, a riflettere su quella vacanza, che si stava rivelando un vero disastro.
Provava una forte attrazione per Glam, non poteva essere diversamente, soprattutto perché il suo interesse per altri uomini era pari a zero.
In fondo non cercava un nuovo compagno, da usare per dimenticare Geffen, non era nella sua indole, soprattutto dopo l’esperienza con Chris, che era stata inconcludente e zeppa di sensi di colpa.
Stava osservando le evoluzioni di due campioni, che si stavano allenando, quando gli arrivò un sms - § Mi manchi … §
Glam non voleva arrendersi, anche se le emozioni che sentiva per Jared erano devastanti: ogni volta che si incrociavano, durante le lunghe giornate ricche di impegni, il suo cuore si fermava.
Jared dispensava sorrisi e disponibilità al dialogo, che lui cercava puntualmente di evitare, senza comprendere che il cantante dei Mars subiva questo trattamento come una punizione.
La verità restava una sola: per Geffen non era possibile essergli unicamente amico, così per Jared e lui non faceva nulla per nasconderlo.
In modo sbrigativo, durante l’ultimo momento di tensione, Jared gli aveva sibilato – “Non voglio un amante! Vorrei il Glam che mi voleva bene …!”
Era uno stillicidio, ma per una serie di motivi, almeno in Colorado, non poteva mantenere la giusta distanza da lui; a Los Angeles, forse, le cose sarebbero cambiate.
Kevin sospirò, per poi rispondere § A me manca un poco di pace. §
Trascorsi due minuti, arrivò un nuovo messaggio § Dobbiamo assolutamente parlare. Ti aspetto nella mia camera quando torni: Lula farà il suo sonnellino con Josh, quindi non assisterà al nostro colloquio. Devo dirti delle cose, quindi, PER FAVORE, vieni da me. Grazie. GG §
Un semplice ok fu il suo riscontro: voleva risparmiare a tutti qualche scenata da parte di Geffen, portato all’esasperazione e come genitori dovevano essere maturi ed uniti, per il bene del figlio.


La porta era socchiusa.
Kevin entrò con circospezione – “Glam …?”
“Sono in camera!”
Era sul letto, vestito in jeans e maglietta, circondato da note book e tele comandi: stava guardando un film.
Tolse tutto, sorridendo – “Perdonami, dovevo aggiornare Flora su di una pratica e poi mi stavo annoiando …”
“Ciao … non preoccuparti. Sei pallido …” – disse, notando che Geffen non aveva un bel colorito.
“Ho un’emicrania spacca cervello da stanotte, ma ho preso una compressa e dovrebbe passare.”
“Non se ti vedi la tv, stai al computer e chissà cos’altro! Devi dormire.” – disse ansioso.
“Tu sei più importante Kevin, la cefalea passerà lo stesso.”
“No che non passa … ma hai la febbre, forse?” – mormorò, toccandogli la fronte, dopo essersi seduto sul bordo.
“Ma non credo … Kevin ascoltami …”
“No cazzo, ascoltami tu, sei caldo e … Stenditi e spogliati, devi riposare. Io non me ne vado, ma tu cerca di prendere sonno.” – disse, con gli occhi lucidi.
“D’accordo … comunque non sono moribondo Kevin …”
“Devi stare bene … abbiamo … un bambino …”
“Se è solo per i figli che ho, dovrei vivere in eterno, ma prima o poi se la caveranno da soli tutti …” – e rise.
“Se permetti io penso al nostro Lula …” – e sorrise timidamente.
Geffen si spogliò, restando in boxer.
“Sei dimagrito daddy …”
“Cinque chili, sono un figurino, non trovi?”
“Smettila di fare lo scemo, perdere peso così non è salutare.”
“Così come, Kevin?” – chiese, sfiorandogli dolcemente la fronte.
“Soffrendo …” – “E’ successo anche a te … l’anno scorso questi pantaloni ti stavano più aderenti.”
“Figurati, li ho ricomprati, di una taglia in più!” – e rise, finalmente.
Geffen respirò a fondo – “Vieni sotto … si sta meglio qui.”
“No Glam … non posso, anzi, non devo.”
“Stai forse con Brian?”
“No …” – ribattè come stupito.
“Puoi anche dirmelo Kevin … è … è un bel ragazzo …”
“Ti ho detto di no, cazzo daddy!” – ed un secondo dopo scoppiò a piangere.
Geffen lo abbracciò esitante, ma Kevin affondò il suo viso nel collo di lui, per poi ritrarsi – “Ti odio … ti odio … TI ODIOOO!!!” – ma, nel dirlo, anziché andarsene, iniziò a baciare Glam furiosamente, strappandosi quasi di dosso i pesanti indumenti.
Quello che seguì fu un amplesso altrettanto feroce, dove Kevin sovrastò l’ex compagno, con un’aggressività inconsueta.
Gli venne dentro almeno due volte, senza che Glam opponesse resistenza alcuna.
Infine Kevin lo fece godere con la bocca, succhiando con un’avidità, che quasi spaventò l’avvocato.
Stremato, crollò a pancia in giù al fianco di Geffen, che faticava a stabilizzare il respiro: “Tesoro … così mi ucciderai …”
“Non è cambiato nulla. Io con te non ci torno Glam.”
“Amore … ora calmiamoci e …”
“No … No.” – e si alzò, rivestendosi velocemente – “E’ stata una bella scopata, ma potevi benissimo fartela con Jared, se solo lo volessi. Vi meritate a vicenda.”
“Kevin …”
“Ci vediamo a cena.” – ed uscì.

Il citofono fece due brevi squilli.
“Sì … chi è?”
“Sono Colin, ti ho portato la cena Glam.”
§ Oh cazzo … § - pensò, premendo il tasto, per aprirgli.
“Ciao … ma che ore sono?”
“Le otto e trenta passate. Kevin ci ha detto che non ti sentivi molto bene e così non vedendoti, ho provveduto a consegnare il rancio …” – e sorrise, sistemando il vassoio sullo spazioso comodino.
“Grazie Colin …” – disse Geffen a disagio.
“Spero ci sia tutto. I bambini sono ancora giù con gli altri e Lula ti porterà il dolce.”
“Ti ringrazio, ma non dovevi disturbarti.”
“Figurati … posso sedermi?”
“Certo Colin. Vi siete divertiti oggi?”
“Abbastanza. Tu sembri uscito da una valanga …”
“In effetti … Kevin mi ha strapazzato.”
“Avete litigato?”
“No … non proprio, cioè io volevo parlargli, ma poi abbiamo degenerato … il solito pasticcio, quando si finisce a letto con l’ex … Io sono innocente, ha fatto tutto lui.” – ed abbozzò un sorriso mesto.
“Mi dispiace per quello che è successo con Kevin, so che vi amate … lui ti ama.”
“Anch’io lo amo accidenti!”
Farrell inspirò, concentrandosi su come proseguire quella sua visita a sorpresa.
“Veramente … io sono qui per Jared.”
“Oddio … oggi ne ho abbastanza Colin, non avertene a male, però con Jared devo prendermi del tempo, per rimetabolizzare l’ennesimo disastro, che ho combinato anche con lui. Diciamo che come gay faccio veramente pena. Non che come etero …” – e fece un’espressione talmente buffa, che entrambi scoppiarono a ridere.
Colin si grattò la nuca – “Per me non è semplice sorbirmi i vostri sguardi languidi, sai Glam?”
“Perché non ci picchiamo Colin? Diamo un senso a questo scontro di cuori, tanto ormai oggi quel tenero ragazzo mi ha quasi violentato, tanto era incazzato, tu potresti gonfiarmi di pugni ed io me ne torno in California con un ottimo motivo per sparire!”
“E noi come ci divertiremmo Glam?”
“Ok … ok, la fase degli amiconi l’abbiamo espletata, passiamo al melodramma trito e ritrito, che ci contraddistingue: io, tu, Jared, poi Jared, tu ed io …!” – ringhiò piuttosto esaurito.
“Ti vogliamo bene Glam … Tu hai messo ai margini della tua esistenza Jared ed io non potrei che esserne soddisfatto e rassicurato, ma non funziona così … siamo come tante facce dello stesso diamante: compatte formiamo una pietra preziosa e rara, ma frantumati, siamo solo schegge …”
“E questa l’hai letta nei biscotti cinesi?”
“Finiscila di fare il cinico Geffen, se no quella ripassata te la do sul serio!” – esclamò Farrell, turbato e fremente.
“Vuoi scoparmi anche tu? Ahahahahh No … visto che Kevin è partito così e poi …”
“Vai al diavolo!” – e si diresse all’uscita, per poi tornare indietro: “Jared ti adora, vorrebbe solo sapere che tu non lo odi! Sei stato anche un padre per lui, cazzo!!”
“Ma come potrei odiarlo …?”
“Sentimi bene Glam: io non voglio più perdere Jared, così come non voglio che proprio questa sua malinconia verso di te, mi porti a scoppiare prima o poi! Sono stato paziente, comprensivo, mi fido del mio uomo, per cui sono nuovamente pronto ad accettare che tu esista in qualche modo nella sua vita, ma se tu continui ad evitarlo come un appestato, la nostra famiglia, quella che ci eravamo impegnati a ricostituire in Svizzera, va a farsi fottere!! E’ chiaro o devo farti un disegnino??!”
Geffen si rannicchiò sotto alla trapunta – “Farò quello che è meglio per Kevin e Lula. Loro sono la mia famiglia, prima di tutte le altre. Tieniti stretto Jared, questa volta non sacrificherò nessuno per lui. Buona serata Colin.”


Shannon guardava le stelle, attraverso la cupola di vetro, che sovrastava il solarium dell’hotel.
Il suo respiro era come un’alta marea: progressivamente saliva dai polmoni, sprigionandosi al di fuori della bocca, che si schiudeva a tratti sempre più osceni, nell’umettarsi le labbra gonfie, dopo avere baciato Tomo profondamente.
Lui, adesso, stava ricambiando tante attenzioni: gli aveva abbassato di poco i calzoni tecnici, spingendo le mani sul ventre di Shan, che temeva di cadere dal lettino doppio, dove si stavano consumando reciprocamente.
“Sc … scopami Tomo …”
“Non c’è tempo …” – disse staccandosi per tre secondi da lui.
Tomo ricominciò pompare quel sesso virile e turgido, portandoselo alla gola, soffermandosi e roteando lievemente la testa, per poi retrocedere alla punta, leccarla e completare il tutto, con carezze lascive e sporche.
“Ti … sssupplico Tomo …!”
“Oh miseria Shan!” – e gli tolse malamente tutto, calandosi di poco la salopette che indossava su di un pullover rovente ed infine lo penetrò, con alcuni strattoni, che fecero gridare il batterista dei Mars.
“Va bene così?? Shan … oh Shan … mioddiooo!”
Si inondarono a vicenda, imprecando volgarità di ogni tipo.
Appagati, si coccolarono per altri dieci minuti.
“Che bella invenzione … la signora Wong … mio cognato …” – ridacchiò Leto.
“Sì, l’essenziale è stabilire dei turni …” – ribattè il croato, giocando con i capezzoli del suo amore, pronto a ricominciare.


Jared preparò un bagno caldo.
“Cole sono qui … spogliati!” – e rise felice.
Farrell si era appoggiato allo stipite, commuovendosi per la tenerezza, che Jared gli ispirava.
Voleva solo tenerlo stretto a sé, non certo fare sesso quella notte.
I cuccioli erano riuniti in due camere, sorvegliate dalla governante e dai body guard: gli adulti avevano bisogno di intimità.
In fondo era un patto silenzioso, ma Colin non era in vena di prodezze fisiche.
“Tesoro… ti offendi se non facciamo l’amore …?”
Jared gli andò vicino: “Offendermi …?” – domandò sereno.
“Ti desidero come un pazzo, mi ecciti anche quando ti asciughi i capelli, ma ho solo voglia di respirarti … di parlare … dei nostri ricordi.”
“Anch’io ho voglia di questo …” – e lo baciò castamente.
“Mi sono portato il video del Marocco … quello delle nostre scorribande, rammenti?”
“Ogni istante … i nostri primi viaggi nel deserto, quando ti perdevi …”
“Facendoti incazzare a morte! … Dio ti amo … ti amo Jay!” – e lo stritolò, tornando a baciarlo, bagnandolo con il proprio pianto, che ben presto si mescolò a quello di Jared, che stava tremando – “Anima mia … Cole … io ti amerò per sempre. Sempre.”

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