Capitolo n. 222 - gold
Brandon controllò le prescrizioni, che l’ospedale aveva lasciato a Colin, dopo le dimissioni.
“Jared in effetti il dosaggio è massiccio, ma indispensabile nei primi momenti di ritorno alle normali attività quotidiane, per Colin.”
“Ha sempre sonno, dorme moltissimo.”
“E’ necessario, non preoccuparti.”
“Stasera ci sarà il party per l’addio al celibato di Owen e Chris, cosa ne pensi, potrebbe venirci?”
“Troppa confusione, credo sia una sorta di serata in discoteca, così mi ha spiegato Kurt, meglio di no, ma se vuole andarci …”
“No, lui non ne vuole sapere …” – sorrise imbarazzato.
“E tu?”
“Nemmeno io ad essere sinceri, ma lui insiste, dice che sono due settimane che sono chiuso in casa con lui, ma io ci sto divinamente con il mio orsone irish …” – affermò gioioso e rilassato.
“Sono contento Jared, per voi … Per quell’altra faccenda, invece?” – domandò piano lo psicologo, sempre attento a non fare gaffe, nel caso Colin arrivasse all’improvviso.
“Glam sta indagando e Colin … ogni tanto nel sonno chiama il nome di Justin, poi si sveglia, agitato e non ricorda, ma … io sono sicuro che sogna di quando …” – ed inspirò – “Lo capisco da come il suo corpo si muove … Io vedi Brandon … io cerco di non fargli mancare il sesso, ma senza affaticarlo, capisci?”
“Sì … sì certo Jared e fai bene, sia chiaro, ma dobbiamo prendere una decisione.”
“Justin ha un nuovo ragazzo, Brian … Ti sembrerà incredibile, ma non voglio creargli problemi con lui.”
“Tu sei incredibile Jared.” – e sorrise.
Kevin stava scrivendo alcune email, steso sul divano a pancia in giù.
Geffen lo stava osservando, dalla propria scrivania, dove riordinava delle pratiche arretrate.
Il giovane se ne accorse.
“Ehi daddy … hai finito?”
“Quasi … ti porto fuori a pranzo.”
“Ok … dammi solo cinque minuti.”
“A chi le mandi?”
“Cosa …? Ah queste? Degli amici a Dublino, anche una ragazza, ha un rifugio per animali abbandonati, le ho dato un po’ di soldi …”
“Hai fatto bene Kevin.” – ed abbassò lo sguardo.
“Glam cosa c’è? Mi sembri …” – “Nulla sto … sto bene.” – respirò, poi tossì, massaggiandosi il volto – “Ci andiamo al party di Rice?”
“Sì … se ti va daddy.”
“Se va a te cucciolo …”
“Si ballerà, hanno assoldato dei tizi, spogliarellisti credo, una stronzata temo ahahah” – rise solare, alzandosi.
“Che intenzioni hanno?” – chiese Glam, facendolo sedere sulle gambe, e baciandolo nella scollatura della camicia aperta a metà.
“Pessime … e ci saranno entrambi.”
“Come … come va con Chris?”
“Vuoi ridere? Mi ha chiesto di fargli da testimone, con un sms, stanotte.”
“Si vede che non riusciva a dormire, hai accettato?”
“Non ancora.” – sospirò, baciandolo con dolcezza.
Shannon posò piccoli baci sulle spalle di Tomo, che stava ancora sonnecchiando.
“Tesoro è mezzogiorno … cavoli dobbiamo alzarci.”
“Non ci penso proprio …” – disse il croato sorridendo.
“Sicuro?” – ed iniziò a fargli il solletico.
La lotta durò poco, Tomo si arrese scattando in piedi e fuggendo nella doccia, dove Shan lo raggiunse, allegro e con un unico obiettivo.
“Prendimi Tomo …”
“Ehi amore … adoro queste tue splendide idee …” – e lo arpionò per i fianchi, voltandolo, per scoparlo con irruenza, aiutandosi con il gel al mango, il loro preferito.
Shan strinse i denti ed una maniglia di sicurezza, urlando poi per la veemenza eccessiva che il compagno metteva in quell’amplesso, sussultando ulteriormente quando Tomo si impadronì anche del suo sesso, per masturbarlo e farlo venire insieme a lui.
Brian appoggiò l’ultimo scatolone sul parquet, mentre Justin appendeva dei quadri, disegnati da lui.
“Sono belli … ehi vieni qui.” – disse il moro, allungando le mani verso di lui, che le afferrò sereno.
Si baciarono.
Brian fece scendere di poco i jeans un po’ larghi del biondo – “Ma tu l’intimo non lo porti mai Justin?”
“No … e tu?” – ribattè, leccandogli il mento, che poi morse delicatamente.
“Sei dimagrito Justin?”
“Con tutta la ginnastica che mi fai fare!” – e rise, mentre Brian lo faceva roteare per il living, per poi atterrare sul divano.
Si spogliarono velocemente, per poi imboccarsi con frutta e formaggio, che Justin aveva preparato, insieme ad una bottiglia di champagne ghiacciata.
La estrasse dal secchiello, mentre Brian raccolse un cubetto, per stimolargli i capezzoli, già turgidi e pronti per la sua bocca avida, che non si fece aspettare.
Mangiavano e si toccavano.
“Assaggia questo … brie francese … e … e noci … mioddio Brian …” – ansimò, mentre l’altro faceva scorrere la sua presa capace, dalla base del suo membro, sino alla punta bagnata e pulsante.
“Voglio assaggiare prima te, piccolo …” – e lo portò sotto di lui, insinuandosi tra le sue gambe e sollevandole deciso.
“Fai … fai piano Brian … stanotte mi hai consumato …” – e si umettò le labbra, mentre Brian sprofondava nel suo collo e nella sua fessura accogliente e dilatata dapprima con le dita, in un tormento magnifico.
Owen controllò i dettagli del buffet, che precedeva lo spettacolo piuttosto movimentato, che aveva preparato per divertire i propri invitati.
Kurt passò alla End House a prelevare Jared.
“Brandon resta qui con Colin …” – disse il cantante dei Mars, poco convinto di quell’uscita.
“Ha detto che è troppo vecchio per queste cose ahahhaha non che tu ed io siamo di primo pelo ahahahah”
“Sei su di giri stasera Kurt …”
“Certo esco con il mio ragazzo preferito!” – e gli cinse la vita, mordendogli il lobo dell’orecchio sinistro.
Era da tempo che non giocavano così, ma Jared rimase turbato dall’entusiasmo di Kurt.
“Facciamo coppia allora?” – lo provocò, dandosi dell’idiota, ma con Kurt la confidenza era estrema e Jared se ne ricordò finalmente.
“No, non credo proprio. Colin sta meglio?” – disse mettendo in moto.
“Sì, dopo il matrimonio vogliamo andare qualche giorno a Santa Monica, ha scelto lui la destinazione, io guido, lui fa da navigatore … abbiamo affittato il solito cottage, per stare tranquilli e senza figli per un fine settimana.”
“Ottimo. Ora pensiamo a questo evento Jared, anche se io non ce lo vedo Chris con Owen, mi sembrano due ripieghi viventi.”
“Per superare i legami con Tomo e Shan?” – replicò assorto.
“Certe cose non si superano mai.” – e troncò il discorso.
Jared mentalmente lo ringraziò per non avere tirato in ballo anche Geffen, ma era solo una cortesia che non poteva cancellare le sue emozioni, ogni volta che la sua mente ripercorreva certi ricordi.
Il cattering era stato all’altezza delle aspettative di Rice, ma Chris non aveva molto appetito.
Ognuno si serviva e tornava ai divanetti della prima sala, mentre in quella adiacente la musica era a tutto volume.
C’erano parecchi amici dei Red Close e di Owen, anche clienti, qualche imbucato, splendide ragazze immagine, ma soprattutto giovanotti mezzi nudi, che si dimenavano in ogni angolo, tra cubi luminosi e pali fosforescenti.
C’era anche una vasca, che a turno i presenti riempivano di Dom Perignon: era destinata ai futuri sposi, per un’immersione di mezzanotte.
“Se pensa che entrerò nudo là dentro … Cazzo potevo inventarmi un’emicrania classica?” – sibilò Chris, appoggiato ad una parete del corridoio, che portava all’ascensore panoramico.
Tomo lo ascoltava, sorseggiando un cocktail troppo alcolico, come tutti quelli serviti al bar.
“Sembri già la classica mogliettina … ahahahh”
“Fottiti Tomo …” – sussurrò tirando su dal naso e scolandosi la quarta vodka.
“Smettila di bere in questo modo Chris!” – disse alterandosi.
“Dov’è il tuo animale?”
“Chissà, forse sta armeggiando con la lampo di tuo marito.”
“Sei davvero un coglione Tomo … e se fosse? Ti importa?”
“Ho … ho la nausea, scusami …” – e si precipitò nel bagno di fronte a loro.
Geffen stava scrutando i movimenti di Justin e Brian: non aveva sospetti sul grafico, tanto meno sull’amico del suo Kevin, ma qualcosa gli sfuggiva ed escludere il primo dal ricatto a Colin e Jared era azzardato.
Meglio non scartare alcuna ipotesi, continuava a ripetersi.
Kurt stava ballando con Kevin, molto scatenato come gli altri due, da cui Glam non riusciva a distogliere lo sguardo, finchè non incrociò quello di Jared, che sembrava annoiarsi.
Giocava con il suo bberry, probabilmente messaggiando con Colin.
In effetti era così.
§ Me ne torno a casa … scaldami il posto. Chiamo un taxi, Kurt sembra un sedicenne … §
§ Ok Jared … portami una fetta di dolce. Ti aspetto, ti amo, CF §
Glam sparì, dirigendosi alla terrazza.
Aveva nettare e due bicchieri.
Li posò sul davanzale e si puntò con le mani alla balaustra, godendosi la brezza fresca di marzo.
“Aspetti Kevin?”
Cercò lentamente la sorgente di quella voce, così cara al suo cuore.
“Ciao Jared … no, era per una persona che non c’era, ma che adesso è arrivata.”
“Ti senti bene Glam …?” – domandò, mettendosi le mani nel giubbotto di pelle, senza avanzare, quasi fosse impaurito da quella situazione.
“Come mai sei qui, mi hai seguito?”
“No, volevo solo respirare due minuti, prima di andare via.”
Geffen rise sommessamente – “Ok … allora un brindisi e poi ti lascio andare.” – e riempì i calici, passandone uno a Jared, che ormai era ad un metro da lui.
“Sicuro di …”
“Di stare bene Jared? Ma certo …”
“Cosa festeggiamo Glam?”
“Il … il destino … sai, ogni tanto la memoria gioca con il cuore, lo stritola, ma poi lo libera, per consentire nuove gioie e … rinnovati dolori …” – parlava seriamente, puntando qualcosa nell’oscurità.
Qualcosa che non c’era.
“Di cosa stai parlando, di noi Glam?”
“Di noi … di Kevin … è cambiato, ha perso … lui ha perso il suo candore. Troppe delusioni, troppi sbagli e la colpa è ovviamente ed unicamente mia.”
Mandò in frantumi la coppa in cristallo, scolandosi mezza bottiglia in pochi sorsi.
“E’ una corazza Glam, sta a te demolirla …”
“Come tu hai fatto con i muri che io per primo avevo alzato intorno a questa testa di cazzo?”
“Tu non sei …” – “Oh sì che lo sono Jared.” – disse risoluto, gettando anche il vuoto a perdere.
“Stai esagerando con il bere Glam …”
“Non temere, ho bevuto il mio primo cognac a sette anni, dopo che … che il mio vecchio mi aveva riempito di botte … a volte dimentico quei momenti … ma è solo un attimo …” – disse respirando a fatica.
Jared gli sfiorò un braccio, ma Geffen si scostò repentino – “Eh no, non voglio che tu … ora torna da Colin … pensa al destino, lui si scopa Justin, tu lo lasci, mi rivuoi, io voglio Kevin, ma il mio ex mi manda al diavolo ogni giorno, Colin sta male, Kevin torna … e noi siamo soddisfatti, finalmente … Parlavi sul serio, quando lo hai insultato in quel modo?”
Le sue iridi celesti erano come pugnali, ancora una volta, nel petto di Jared.
“Sì … sì certo, era tutto vero, dicevo ciò che pensavo, ciò che sentivo.”
Geffen strizzò le palpebre – “Vedi, non c’è sincronia … anche se … anche se il nostro amore non è mai stato da meno da quello che ti unisce a Colin.”
“Lo so Glam …” – disse con un tono spezzato da un singhiozzo, inghiottito a fatica.
« C'est la vie, souvent sans souci, mais le plus souvent pleine de souvenirs … » - e se ne andò.
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