Capitolo n. 207 – gold
L’arrivo di Kevin sollevò il morale di Lula, che era stato prelevato da Shan e Tomo a casa di Geffen alla partenza per la montagna.
“Aveva il cuore spezzato … sai Jared non ho mai visto Glam in questo stato.”
Il fratello stava facendo un resoconto impietoso a Jared, che ascoltava assorto, imbacuccato in una coperta sul divano della suite, sorseggiando una cioccolata calda.
Colin era sulle piste degli slittini con gli altri bimbi, coadiuvato da Jude e Robert, che non si erano mai divertiti così tanto, soprattutto nel vedere quanto fosse reattiva la loro Camilla al nuovo contesto, ai colori ed alla neve, infagottata nel suo tutone, sistemata sul passeggino triplo insieme a July ed Isotta, come se fossero tre gemelle, nonostante il differente colore della pelle.
“A me ha chiesto di tenerlo aggiornato, sugli spostamenti di Kevin ed io gli ho promesso di farlo, ma mi sembra di tradire la fiducia di Kevin, che quando si sono lasciati mi ha pregato di avere cura del figlio e del suo ex compagno, l’ha definito così … Senti Shan cosa devo fare?” – domandò mesto, abbracciandolo.
“Tesoro io mi toglierei da questo casino, prima che di affogarci nuovamente, visti i tuoi sentimenti per Geffen, a meno che tu ora non mi dica che non senti altro che affetto ed amicizia per lui.” – replicò severo.
“Non voglio più fare soffrire Colin, questa è la mia priorità, ma vorrei che Glam non mi escludesse dalla sua vita, come sta facendo da quando si sono separati, come se mi odiasse …”
“Lui non ti odierà mai Jared …” – gli sussurrò, guardandolo amorevole.
“Inizio a temere di avere avuto troppo da Colin, da Glam ed ora le cose stanno cambiando, come una punizione meritata e se ci penso …”
“E tu non pensarci! Accidenti Jared, lavora sodo per ricompattare il tuo cuore e la famiglia che hai costruito con Colin, lui non ti abbandonerà mai, stanne certo!”
Xavier e Phil si aggregarono, preferendo un lungo giro su di una slitta, trainata dai cavalli.
“Il nonno mi aveva detto che era divertente e devo dire che aveva ragione!” – esclamò il giovane, stringendosi ancora di più al compagno.
Xavier, pur avendo già vissuto molto, in ambienti piuttosto disincantati, ora sembrava apprezzare anche le minime cose, considerando tutto davvero speciale ed unico.
Phil non smetteva mai di osservare questa purezza, che a volte lo commuoveva, acuendo il suo amore per lui.
“Non ti lascerò mai …” – mormorò il regista, come rapito dai sorrisi di Xavier, che gli promise sottovoce, che si sarebbe sdebitato per tutte quelle attenzioni, appena giunti in hotel.
Erano entrambi estremamente riservati e si comportavano al meglio delle loro possibilità di resistenza, come si ripetevano ridendo di gusto.
Colin cercò la nursery, nei bagni del ristorante, dove anche Jared era finalmente sceso per unirsi al pranzo collettivo, in una sala riservata da sempre alla coppia ed ai loro invitati.
“Tesoro ti senti meglio? La schiena …?”
“Ciao Cole … mi sei mancato, ma sto meglio, grazie.” – e lo baciò con passione, incurante di chi si muoveva intorno.
Farrell si sentì in imbarazzo, capendo che Jared non si sarebbe accontentato di un semplice approccio come quello, seppure intrigante.
“Jay … devo togliermi da qui, prima che mi arrestino per esibizionismo.” – gli sussurrò, infilando la propria lingua nel suo piccolo orecchio, perfetto per proporzioni e forma.
I rigonfiamenti all’altezza dei rispettivi inguini non potevano essere scambiati per un pacchetto di kleenex, come Jared suggerì scherzosamente a Colin, che non trovò di meglio che spingerlo nel primo bagno libero, lasciando a Jude e Robert il cambio dei pannolini delle tre principesse, che già protestavano per avere la loro pappa quotidiana.
Downey sogghignò complice – “Per questa volta passi, ma domani tocca a noi Judsie, fare i collegiali nella toilette degli uomini!”
“Rob se non faccio l’amore con te entro stasera io impazzisco, sono tre giorni che sono in astinenza!” – si lamentò, tra il languido ed il provocante, mentre lottava con gli adesivi del pampers di Camilla.
“Se permetti, SIAMO in astinenza ahahhaha solo tre, a me sembra di più!”
“Ok, sincronizziamo gli orologi, dopo cena ci eclissiamo ed affidiamo Camilla ai nostri soci, ok Robert?” – e gli leccò le labbra carnose, suscitando una forte ilarità nelle piccole, che batterono le manine all’unisono – “Ecco vedi Rob, ci applaudono, siamo tutti d’accordo!” – e risero felici.
I fianchi di Jared erano così sottili, che i palmi bramosi di Colin li brandivano con ostentazione e possesso estremi: era così leggero, che sollevarlo era un’inezia per l’irlandese, che si spingeva in lui, con spinte sempre più audaci.
Erano nudi solo dalla vita in giù, Colin non si era neppure tolto i jeans, abbassandoli alle caviglie, come “uno scaricatore di porto in calore”, si autodefinì in quel modo, provando un’eccitazione sconvolgente.
Le bocche non si erano staccate mai ed anche nell’incavo di Jared, quella di Colin si imponeva con un movimento simile a quello del suo bacino robusto e virile.
Il cantante era in estasi, carente di ossigeno, ma avido di carezze, che Farrell non rimandò, masturbandolo con metodo, fino a riempirsi la mano dei suoi umori, in contemporanea ai propri, che salirono nelle viscere di Jared, fino a farlo quasi svenire per l’orgasmo, che investì la sua prostata già convulsamente contratta in spasmi laceranti.
Intorno alla tavola imbandita, Kevin presentò l’amico Brian ai presenti, che lo salutarono con simpatia, ma chiedendosi tacitamente chi realmente fosse.
In tutta quella confusione, nessuno si accorse subito di lui, ma quando constatarono che lo stesso aveva preso una camera singola, anche se accanto a quella di Kevin e Lula, pensarono che era un semplice conoscente del ragazzo.
Brian non rimandò qualche delucidazione ed aggiunse i dettagli del lavoro, che svolgeva insieme a Kevin.
“Dublino? Ma dici sul serio?” - domandò Colin, non avendo compreso il nome del loro locale.
“E’ il Red House, l’ho chiamato così in onore dei Red Close, che ci hanno suonato un paio di volte, vero Kevin?”
“Sì infatti … Alla sera sono distrutto, lavoriamo parecchio ...”
“Verremo a trovarvi alla prima occasione, promesso.” – concluse Farrell, toccando la gamba di Jared, tra la tovaglia ed il divanetto, infiltrandosi poi sotto al maglione, solleticando la sua spina dorsale.
“Dio sono a pezzi ragazzi!” – esordì nel silenzio generale, mentre Tomo e Shan sembravano persi su di un altro pianeta.
Xavier e Phil erano già spariti, portandosi il dolce in stanza.
Downey bisbigliò qualcosa a Jude – “Siamo una banda di maniaci sessuali … Che esempio stiamo dando ai nostri cuccioli?”
“E’ una battuta, vero Rob?”
“Ci puoi scommettere tesoro ahahahah” – ed anche loro si eclissarono.
I piccoli furono accompagnati a dormire anche dai body guard e soprattutto da miss Wong, immancabile e preziosa per tutti.
Nonostante gli scabrosi propositi, le tre coppie cullarono sul petto Isy, July e Camilla, per poi proseguire nelle loro culle, quella premura adorante.
“Tra tre ore la nostra signorina reclamerà il biberon Rob …”
“Io in tre ore come minimo ti smonto!” – e non riuscirono a trattenere la loro ilarità, perdendo la sensualità del momento.
Jared e Colin erano più abituati alla presenza dei neonati nei paraggi delle loro alcove, ma Isotta era irresistibile nei suoi singulti affettuosi, sgambettava serena tra i suoi due papà speciali – “Dio come la amo … Jared nostra figlia è un dono incredibile … a volte … a volte mi chiedo se merito tanta gioia …”
“Colin che diavolo dici? Tu … tu meriti il meglio.” – e lo baciò, mentre le loro dita si intrecciavano a quelle minute della cucciola, quasi assopita completamente.
“Ssssttt … Isy è nel mondo dei sogni, mettiamola al sicuro e poi occupiamoci di noi Cole …”
“D’accordo, non chiedo di meglio Jay.” – e sorrise radioso.
Quando si rinfilarono sotto le coltri tiepide, l’intimo, unica cosa rimasta loro addosso, volò in diverse direzioni.
Si strinsero l’uno all’altro, tuffandosi nei rispettivi corpi più e più volte, prima dell’alba.
Lula aveva un broncio piuttosto evidente a colazione.
Kevin provava a farlo ridere, ma lui non era dell’umore giusto.
“Hai sentito papà Glam stamattina cucciolo?”
Lui annuì, mangiando con poca voglia un secondo biscotto; il resto di quell’armata scoppiettante di risa e scherzi, stava invece divorando il buffet.
“Papà era triste …”
“Sì … sì lo immagino Lula … ti chiedo scusa se non sono stato all’altezza di questa situazione …” – disse sconfortato, rendendosi conto che non erano le parole giuste per un bimbo.
Brian gli lanciò un’occhiata interrogativa, così fece Colin, mentre Jared provava a coordinare le idee, per spiegargli che non stava facendo la cosa migliore per Lula.
Improvvisamente il suo splendido sorriso si accese, fissando un punto oltre le spalle di Kevin.
“Papà!!!” – gridò, lanciandosi verso le vetrate, oltre le quali, sotto alla pensilina, da un suv scesero Geffen, Pamela, le gemelle, Brandon, Kurt e Martin, che corse incontro a Lula.
Glam si inginocchiò per prenderlo sul cuore, raggiante.
Nel frattempo il dottor Cody si era avvicinato agli amici, sottolineando la sua presenza come necessaria, in caso di scontri, suscitando un tiepido entusiasmo, anche perché i timori che Kevin e Glam litigassero pesantemente non erano per niente remoti.
“Ehi nino, come stai?” – disse Pamela, coccolandolo, così le gemelle.
Kurt andò a salutare calorosamente Jared ed il resto di quella famiglia, che sembrava ricomporsi, nonostante le crepe creatisi da alcune settimane.
Kevin fece alcuni passi incerti, sentendo salire una rabbia sorda dal suo stomaco.
Era indubbia l’esigenza del figlio di averli entrambi accanto, ma Kevin si sentiva sconfitto.
Preferì scomparire nei corridoi, salendo velocemente le scale verso l’appartamento, che divideva con Lula.
Jared gli andò dietro, risoluto a convincerlo a dare un’estrema possibilità a Geffen.
Quando si ritrovò faccia a faccia con lui, una volta chiusa la porta, fece un tentativo, che gli apparve da subito vano.
“Cosa … cosa cazzo dovrei fare, eh Jared??! Ora cosa pensa di fare, tornare con lei, rubarmi il figlio che ho adottato con lui, sarebbe come toccare il fondo, un’umiliazione terribile, riesci a capirlo??!” – gridò piano, tremando per il livore crescente.
“Ma Pamela e le ragazze sono qui in vacanza, ci sono anche Kurt e Brandon, non fraintendere questa cosa dannazione!!”
“Tu continua a giustificarlo, io lo faccio da anni e ci ho rimesso anche la salute!! Lo sai … lo sai che ci sono giorni in cui non riesco ad alzarmi, per le fitte alle gambe, per i formicolii, così sono costretto ad impasticcarmi, a fare controlli periodici, limitando lo sport, controllando ciò che mangio, per non aumentare di peso, che oltre a mortificarmi, sarebbe anche deleterio per i miei disturbi! E non ho mai rinfacciato questo a Glam, Dio mi è testimone, così come di quanto l’ho amato e di come lo amo da impazzire anche adesso, ma lui distrugge ciò che io costruisco senza nessun rimorso, solo falsi pentimenti, che annulla con i suoi tradimenti, con le sue menzogne!!”
Il suo sfogo era come un fiume in piena ed il tono talmente acuto, da permettere a Geffen di sentire tutto, oltre quella sottile barriera in legno, che stava scrutando, fermo in piedi vicino allo stipite.
Kevin sembrava soccombere ad ogni sillaba, impallidendo ed arrossendo, come a corrente alternata, fino a ricadere sul materasso – “Sono … sono niente insieme a lui … e ho il terrore di essere ancora meno senza Glam … Se sapesse quanto è importante per me … “
“Lui lo sa Kevin … non puo’ non saperlo …”
Bussarono.
Kevin sussultò, pensando che fosse Lula o la cameriera per riordinare.
Jared aprì con circospezione e quando si ritrovò davanti Geffen, con gli occhi lucidi ed il respiro spezzato, lo lasciò passare, abbassando lo sguardo e dicendo “Ti prego non peggiorare le cose.”
Kevin si tolse il maglione e la camicia, restando a torso nudo, si sentiva soffocare.
Geffen aprì la finestra e gli porse dell’acqua fresca.
Le dita del giovane fremevano, come il suo cuore, che provava una cupa rassegnazione: appena ebbe bevuto alcuni sorsi, Glam riprese il bicchiere, accarezzando il dorso ed il palmo incerto di Kevin, che si ritrasse, singhiozzando – “Sono … svuotato … non … non farmi più così male daddy …”
Sentirsi chiamare di nuovo in quel modo, per Glam fu un segno di incoraggiamento, ma si sentiva bloccato da tutto il resto.
“Sai … io ho fatto una promessa a nostro figlio … che ti avrei riportato a casa, che saremmo tornati insieme Kevin …” – disse a fatica, liberando quel pianto, che si tradusse in due rivoli sul suo volto ancora bellissimo.
Kevin finalmente lo guardò.
“Perché non la smetti con i tuoi ingressi trionfali Glam … con questo modo arrogante di imporre i tuoi sentimenti, schiacciando chi ti ha voluto bene davvero, ma che tu hai saputo buttare via, senza appello?!”
Il rancore stava riaffiorando minaccioso ed inesorabile.
“Kevin io volevo soltanto rendere felice il nostro bimbo.”
“Posso capirlo, sai? Anche se penserai che sono diventato un mostro, ma se ciò è accaduto, la responsabilità è unicamente tua … sopporterò questo supplizio per Lula. Adesso vattene Glam.”
Lui si avviò verso l’uscita, bloccandosi ancora per pochi istanti, stringendo la maniglia, quasi a stritolarla – “Io non mi arrendo con te Kevin. Te lo dimostrerò.”
Arrivato quasi all’ascensore, vide scendere un ragazzo che non conosceva, ma che si diresse velocemente da Kevin, che lo lasciò entrare, dopo una sua esortazione decisa.
Geffen voleva scoprire chi fosse ed in fretta.
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