Capitolo n. 220 – gold
Il tetto del resort, dove avevano fatto l’amore per l’ultima volta: un panorama mozzafiato, al tramonto.
“E’ qui che farete la vostra festa di addio al celibato Chris? Buffo …”
“Sì Tomo … buffo.” – e fece spallucce, appoggiandosi alla balaustra, entrambi con le mani in tasca, come ad impedirsi gesti inopportuni.
Il posto era deserto, si erano dati appuntamento per dirsi qualcosa, che non riusciva a venire fuori.
“Nel tuo sms mi dicevi che era importante Chris …”
“Sì, quando ci sei di mezzo tu, lo è sempre …” – sorrise piano, come se tutto lo ferisse.
“Vederci … cioè quando siamo stati qui …”
“E’ stato bellissimo Tomo.” – lo interruppe, per non sentire scuse inutili, rimorsi o rimpianti fuori luogo.
“Chris questa … questa cosa ci tormenterà sempre, ne sono certo.”
“Questa … cosa? Il nostro amore, chiamalo con il suo nome, accidenti!” – ringhiò, come per difendere qualcosa che non c’era più.
“La colpa è mia Chris, ma ora non serve a niente, stai per sposarti, forse avrete anche dei figli e …”
“Cosa cazzo stai dicendo Tomo??”
“Io voglio solo che tu sia felice, cazzo!!” - e lo strinse a sé, disperato almeno quanto lui.
Chris tremava, così Tomo.
“Ti … ti amo croato del cavolo …” – e rise, singhiozzando.
“Ed io amo te, mio splendido … “ – e gli segnò gli zigomi, baciandoli, per poi riprendersi la sua bocca, perché non poteva fare altrimenti.
Davvero non poteva.
“Lui è … mi piace Colin.”
“Sono felice per te Justin …”
Il ragazzo gli aggiustò il cuscino, mentre Farrell si sistemava su di un fianco.
Justin tornò a sedersi e Colin gli prese i polsi, con dolcezza – “Brian quindi vivrà a Los Angeles, tu porti i mobili … è … romantico …”
“Credo di sì …”
“Avete già fatto l’amore?”
Quella domanda aveva qualcosa di innocente, di puro, come se Colin volesse sapere tutto di lui, sentendo un affetto smisurato: gli occhi di Justin gli trasmettevano sensazioni piacevoli, ma i farmaci enfatizzavano certe sue frasi, spontanee ed a volte imbarazzanti.
Proprio come se Colin fosse un bambino.
Justin arrossì.
“E’ … è splendido, anche … anche lì ahahhah”
Risero insieme su quella confidenza.
Jared arrivò, senza fare rumore.
Farrell sorrise – “Ciao tesoro … lo sai che il mio Justin ha un nuovo ragazzo? … Il mio … il mio amico Justin …” – aggiunse con una perplessità, su come gli era uscito quel “mio”.
Leto replicò sereno – “Brian è un ottimo ragazzo, me lo ha detto Kevin … Non che abbiamo spettegolato eh Justin, non fraintenderci, siamo una famiglia … e voi siete i benvenuti.”
“Ti ringrazio, anche a nome suo … devo andare, dobbiamo fare questo trasloco.”
“Ok … Colin scusami, accompagno Justin, ho dimenticato una cosa in auto, scendo con lui al garage sotterraneo e torno.”
“Ok … a dopo, ciao Justin.” – “Ciao Colin, a presto.”
In ascensore Jared si chiuse nelle spalle – “Devo dirti una cosa e spero che non ti offenderai Justin.”
“Ti ascolto Jared …”
“E’ per quei dvd, il nostro legale voleva fare un sopralluogo con un suo collaboratore nel tuo alloggio.”
“Ok … a me fa solo piacere che si venga a capo di questa storia, perché la trovo spaventosa … Ma stai parlando di Geffen?”
“Sì lui. Qui c’è il suo numero, dovresti dargli istruzioni, indirizzo e … insomma mettetevi d’accordo …” – e sorrise imbarazzato.
“Va bene, lo farò.”
Alicya tornò a trovare Colin.
Gli stava mostrando delle foto.
“Ecco qui è il battesimo di Henry … il nostro Henry …” – e sorrise.
Colin aggrottò la fronte – “Sì Henry lo ricordo bene … ma il resto … forse mi tornerà tutto in mente … Tu ed io siamo stati insieme tanto tempo?”
“Quasi due anni Colin …” – rispose delusa.
“E poi?”
“Poi … sei tornato con Jared.”
“Ah ecco … sì, ma quello lo ricordo, sono andato a casa sua, voleva vedermi per un film, mi aveva telefonato …” – e lo rammentava con gioia crescente.
Entrò un’altra visitatrice.
“Ciao Pamela!”
“Ehi ombre! Ma come sei bello oggi! Ciao Aly.” – ed inondò la stanza di allegria.
“Ciao Pam … ah di lei ti ricordi?”
“Sì Aly … è la mamma delle gemelle di Geffen, lui l’ha amata da pazzi, vero Pam?”
“Vero! Un secolo fa! Ti ho portato la frutta, che mi aveva chiesto Jared.”
“Dov’è Jared?” – domandò improvvisamente turbato.
“Eccolo, sta arrivando, guarda che meraviglia di guapo!”
“Ciao ragazze, come state? Oh quante Polaroid … amore stai facendo esercizio di memoria?” – chiese allegro, abbracciando Pamela e dando un bacio tra i capelli alla Curus, che si rialzò, raccogliendo tutto – “Ok, torno … magari domani con Greg.”
“Ah vi siete poi sposati?” – chiese Farrell, distratto dal decolté di Pamela e dalle occhiatacce di Jared, senza cattiveria.
“No Colin, lo faremo a giugno!” – disse tradendo un certo nervosismo.
Salutò i presenti e sparì.
La ex di Glam si sprofondò in poltrona – “Oh che stanchezza. Il nino di Phil mi ha fatto un ritratto, lo vuole mettere all’asta!”
“Chissà che bello … scommetto che quella peste ha fatto un capolavoro.”
“Ah non saprei Colin, sono poco coperta, questo è certo!”
Jude gli baciò la tempia sinistra, per poi spegnersi dolcemente nell’incavo del collo di Robert, che chiuse le palpebre, sorridendo e riprendendo il controllo del respiro, come stava facendo il compagno, che avvolse con le sue braccia muscolose.
Jude fece altrettanto, passando gli avambracci intorno a quel busto abbronzato ed imperlato di sudore.
“Dobbiamo farlo più spesso …” – ridacchiò Downey.
“Cosa? L’amore per quattro volte di fila … non penso di farcela … non so cosa ci sia preso questo pomeriggio … Non riusciamo proprio ad alzarci dal letto.”
“La bimba è tranquilla, l’abbiamo controllata e sembrava darci il suo assenso, non trovi Judsie?”
Camilla iniziò a piangere.
“Ecco appunto, deve essere cambiata, dobbiamo scegliere altre pappe, mi pare che la … disturbino troppo!” – e sorrise, recuperando l’accappatoio.
“Jude …”
“Sì amore.” – disse voltandosi, raggiante come non mai.
“Volevo dirti che … ti amo, ma … ora preferisco confessarti che è il numero cinque il mio preferito!” – e si coprì con il lenzuolo, schivando un cuscino volante.
“Voglio andare a casa Jared … e voglio fare sesso …” – rise accogliendolo sul cuore, che perdeva un battito ad ogni bacio ed ad un oceano di carezze, da parte del cantante dei Mars, che si sentiva immerso in una vera rinascita insieme a Colin.
“Lo faremo presto … ora devi accontentarti di … questo …” – e fece scivolare la propria mano sotto ai boxer del suo uomo irlandese.
“Mioddio …” – ed aprì di poco le gambe, sentendo un tremito ovunque.
Jared lo spogliò del tutto, facendo scendere l’intimo alle ginocchia di Colin, che lo attirò a sé con un bacio profondo.
Avevano chiuso la porta chiave, pronti ad essere insultati da Sally o dal neurologo.
Colin accarezzò a propria volta Jared, che si era infilato seminudo sotto alla coperta con lui.
Si riempirono a vicenda i palmi bollenti dopo pochi minuti.
“Cazzo mi sei mancato … Jared … mi sei mancato …”
“Anche tu Colin … da morire.”
Ripulì tutto velocemente, ma Colin era di nuovo eccitato.
Lo fece venire con la bocca, facendolo urlare.
“Colin … Cole stai bene, vero?” – e sorrise, baciandolo su tutto il viso arrossato e felice – “Mi sento … libero …” – e si assopì sereno.
Di nuovo quella suite 214, di nuovo la testata del letto in ottone, di nuovo le dita di Chris, che la stavano stritolando.
Il suo sembiante sembrava danzare, impalato e colmo del sesso di Tomo, che andava gonfiandosi, verso un altro orgasmo assurdo per intensità e copiosità.
Il front man dei Red Close gemette straziato dall’eccessivo piacere.
Pianse.
Tomo lo capovolse sotto di sé, arpionando le lenzuola stropicciate, colpendolo ossessivamente, sapeva che era arrivato al suo punto più vitale e recettivo, per godere senza limiti e sentirlo completamente.
Lo masturbò con vigore, per portarlo ad un principio di svenimento, intossicato da miliardi di endorfine.
Chris era stremato.
“Voglio … io voglio te Tomo … portami via … portami via.”
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