Capitolo n. 219 – gold
Il respiro di Justin si riequilibrò lentamente.
Il petto di Brian era madido ed accogliente, dorato nella luce ormai al crepuscolo, che li inondava entrambi, stesi sul parquet caldo, per i loro corpi, ancora vibranti, dopo due orgasmi, con il sospetto reciproco che potevano anche ricominciare da subito.
Il biondo gli baciò il capezzolo sinistro, perdendosi a sentire i suoi battiti, assorto, ma sereno.
“Tua zia … ma non eri in orfanotrofio? Era acquisita, sei stato adottato Brian?”
“No, era la sorella di mia madre, ma solo quando avevo sette anni mi ha raccolto da quell’immondezzaio … Kevin invece finì in una famiglia di ricconi, ma non gli hanno mai voluto bene davvero. I miei nonni, i genitori di mio padre intendo, non vollero accollarsi il sottoscritto, quando i miei morirono in un incidente stradale. Avevo pochi mesi e non ero su quell’auto per puro caso.”
“Ed i tuoi nonni materni?”
“Non mi hanno neppure visto nascere, erano già nelle mani del cielo. Mia zia era convinta che quei due stronzi mi avessero tenuto con loro, lei era in Europa, ma quando rientrò in California venne subito a prendermi, non riuscivo a crederci.”
“Insomma una seconda mamma per te Brian …” – disse con una dolcezza toccante nella voce.
Il moro lo fissò.
“Che c’è Brian …?”
“Sei … sei tu Justin …” - e lo strinse forte, per poi piangere, in silenzio.
“Come andiamo Colin?”
Oscar era simpatico, del Texas, grande e grosso, un sorriso accattivante, che ti faceva dimenticare quanto fosse severo come fisioterapista: Farrell lo capì dopo cinque minuti.
Geffen sorrideva, apprezzando i progressi immediati dell’amico irlandese.
“Insomma … ho mal di schiena …”
“Ma cammini bene, su avanti, un po’ di coraggio, domani andrà meglio!”
“Sicuro …?”
“Reggiti alle sbarre, non hai una paralisi, è solo stanchezza, devi resettare il sistema. Ok, bravo, ancora due passi … Dov’è il tuo fidanzato?” – chiese simpatico.
“Jared è mio marito.” – replicò Colin sorridendo felice al pensiero di lui.
“Ok, dov’è tuo marito?”
“A casa con i nostri figli.”
“Lo sai che le mie bambine sono sue fan?”
“Adesso lo so …” – e si bloccò, riprendendo fiato.
“Che fai Colin? Avanti! Non morirai per questo, anche se ora ti sembra il contrario.!” – disse deciso.
“Ok … ci riprovo.”
“Il tuo amico chi è?”
“Il mio avvocato, l’ho portato per farti causa se mi fai cadere ahahahh”
“Ma sentitelo, fa lo spiritoso! Se non fossi uno dei miei attori preferiti …” – e rise.
“Lui è Glam, uno dei miei migliori amici …” – aggiunse seriamente, arrivando a destinazione, dove Geffen lo stava attendendo con un sorriso – “Bravo Colin …” – mormorò lui, abbracciandolo un attimo dopo.
Oscar era soddisfatto e li lasciò da soli, dopo averli salutati cordialmente.
Andarono a sedersi su di un divanetto, con una bibita.
“Dio che strazio … Glam come vanno le cose con Kevin?”
“Abbiamo dormito insieme a Lula e Brady … Stamattina abbiamo parlato e lui mi sembra tornato davvero … credendoci insomma.”
“Lo sapevo che sarebbe andato tutto per il meglio.”
“Kevin è sempre stato un ragazzo sincero, non lo fa per compiacermi, ma adesso tocca a me non deluderlo.”
“Sì …” – inspirò forte, stringendo i pugni.
“Ehi Cole, tutto ok?”
“Certo … mi manca … Jared … ascolta, devo … devo chiederti una cosa Glam …” – e gli prese le mani, con gli occhi lucidi all’improvviso.
“Ti ascolto …” – ribattè Geffen preoccupato.
“Devi … tu devi giurarmi che se qualcosa andasse storto … devi giurarmi che non abbandonerai mai Jared ed i nostri bimbi … Giuramelo Glam.” – e due lacrime precipitarono sul suo viso segnato da un’ansia spaventosa.
“Colin te lo giuro, ma smettila di chiedere queste cose, tu starai alla grande e prima di quanto pensi, ok??” – gli urlò piano, fissandolo.
“Ho … ho tanta paura Glam …”
“Lo so … oh cazzo, non devi arrenderti, non devi Colin …” – e voltandosi sul fianco, lo avvolse, accarezzandogli la schiena – “Ti voglio bene Glam …”
“Anch’io, sai? E se ti sento fare ancora questi discorsi ti picchio!” – ed ingoiò un singulto di apprensione.
Jared arrivò in quel momento, ma non volle disturbare quel momento tra loro.
Se ne andò nella camera di Colin, aspettandoli con pazienza e domandandosi cosa avesse turbato i loro animi.
Quando arrivarono, Colin si illuminò.
“Tesoro … mi hai portato le foto?”
“Ciao amore … sì … com’è andata?” – domandò esitante, soffocandolo quasi, con il proprio abbraccio.
“Sono stato bravo, vero Glam?” – e l’altro annuì, aiutandolo a coricarsi.
“Grazie Glam …” – “Di niente Jared … adesso vado.”
Lo congedarono, ma Colin era agitato al pensiero di vedere le immagini dei suoi cuccioli.
“Angelo mio …” – sussurrò davanti ad un paio di scatti di Isotta.
“E’ stupenda, vero? Ho anche un video … aspetta che …” – ma un leggero bussare li interruppe.
Erano Kim ed Alicja.
“Ciao Colin, Jared, possiamo?” – disse la Curus sorridente.
Farrell le scrutò – “Ciao …” – disse poco convinto e poi girandosi verso Jared, aggrottò la fronte – “Ma … chi sono queste signore?”
Robert stava schivando l’omogeneizzato, che Camilla sembrava non gradire poi molto.
Jude ridacchiava, steso sul divano.
“Ok … ok piccola peste, vuoi la guerra? E sia!” – ed invece di imboccarla, le tirò una cucchiaiata sui capelli.
“Rob!! Ma cosa fai??!” – protestò l’inglese alzandosi per soccorrere la figlia, che stava ridendo felice, insieme al suo papà americano.
Si bloccò, ridendo a propria volta – “Siete stupendi …” – disse, ammirandoli mentre le loro fronti erano appoggiate, con Downey che le diceva quanto la amasse e lei sembrava ricambiarlo con dei vagiti gioiosi.
“Vi siete imbrattati tutti … che disastro!”
Il campanello salvò Robert da ulteriori rimproveri; pulendosi con una salvietta andò ad aprire.
“Chris …? Ciao, entra.”
“Ciao papi, scusa se non ho avvisato …”
Downey lo abbracciò – “Sei sempre il benvenuto. Cosa ti porta in questa landa di passato di verdure e formaggio ahahahah?”
“Ciao Jude … co-cosa? Ma che hai combinato?”
“Ciao Chris … accomodati.” – disse Law radioso, mentre cambiava la tutina a Camilla.
“Grazie … volevo solo dirvi che abbiamo rimandato il matrimonio con Owen, per … per rispetto a Colin e poi lo faremo qui, nella villa di Los Feliz, la prima domenica di marzo.”
“D’accordo Chris … ci sarà anche lui, ne sono certo.”
“Lo spero Robert … anzi, ne sono certo.” – e sorrise, senza smettere di guardare la loro principessa.
Alicya e Kim seguirono Jared ed il medico, nello studio di quest’ultimo.
“Non … non si ricorda di noi …” – disse affranta la madre di Henry.
“Senta, non è il caso di allarmarsi, si tratta di quei vuoti di memoria comprensibili.”
Jared era perplesso – “Dottore mi scusi … ma se Colin ricorda il periodo dei nostri primi film e poi di quando stavamo insieme, sia prima che dopo la nostra separazione di quattro anni, come può avere cancellato sia Kim che Alicya?”
Quel modo di esprimersi infastidì le presenti, anche se Jared diceva la semplice verità.
“A volte la nostra mente fa proprio questo: cancella alcuni fotogrammi e puo’ essere per motivi diametralmente opposti. Una condizione di disagio o di odio oppure di … indifferenza verso precise figure del passato …”
“Noi gli abbiamo dato due figli!” – protestò la Bordenave, anche se poi si calmò subito – “Non fraintendetemi … Jared io so quanto sia terribile ciò che è successo a Colin, ma, a parte certi trascorsi, eravamo in piena armonia, tutti quanti o sbaglio? Vero Alicya?”
“Sì Kim, confermo, magari non ci si vedeva spesso, ma … insomma abbiamo un bambino insieme.” – disse dispiaciuta.
Shan si stava piegando dal ridere, accucciolato sul letto della camera arancione alla End House insieme al fratello.
“Erano inviperite ahahahah soprattutto Aly … oh ma perché questa cosa mi diverta così tanto ahahhaahh non lo capisco Shan ahahahah”
Era uno scarico di tensione, così Brandon diagnosticò la reazione di Jared, che era subito corso da lui a spiegare la situazione.
“Un semplice vuoto di memoria … Comunque con implicazioni non gravi, del resto sia Kim che Alicya hanno la loro vita, non fanno più parte direttamente di quella di Colin, si puo’ anche sopravvivere a questo.” – sentenziò, concentrato più sul fronte Justin, che su altro.
Quando Jared si calmò, iniziarono a tornare sull’argomento.
In quell’istante il cellulare di Jared vibrò.
“E’ lui … un attimo Brandon, sì pronto, ciao Justin.” – disse sereno.
“Jared … ciao … ti disturbo?”
“No affatto, stavamo parlando di te.”
“Ah … con chi?”
“Cody … lo psicologo, sai per Colin, lui non ha ancora recuperato certi ricordi.”
“E come sta?” – chiese cercando di mantenere la calma, mentre Brian stava seduto al suo fianco in auto, fumando una sigaretta.
“Discretamente … senti Justin, forse dovremo vederci, con Brandon intendo.”
“Ok … ok dove e quando?”
“Puoi passare adesso? Siamo a casa, ti do l’indirizzo.”
“Sì sono … sono in giro, con Brian.”
“Porta anche lui. A dopo.”
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