martedì 12 luglio 2011

GOLD .- CAPITOLO N. 210

Capitolo n. 210 – gold

Le loro mani, così i corpi nudi, si intersecavano come una di quelle orchidee di rara bellezza: le immagini scorrevano sulla tv al plasma, il dvd era arrivato a metà.
“Il mercato dove abbiamo comprato i nostri ciondoli Jay …”
“Li conservo come reliquie Cole … con le nostre ciocche di capelli …” – sorrise.
“Questa l’hanno vista tutti … quando ci siamo scambiati la promessa di amicizia eterna … Guarda Rosario, lei sapeva di noi …” – e gli posò un bacio sulla spalla sinistra, assaporandone la pelle profumata e liscia.
“Ci ha sempre appoggiati … c’erano mille persone intorno e noi eravamo come immersi in un mondo a parte …” – sospirò, socchiudendo le palpebre.
Colin strinse di più le dita a quelle di Jared, premendo con i palmi, sui rispettivi dorsi di lui, caldi e frementi.
La sequenza successiva era di un tramonto, con Leto in primo piano, su di un balcone – “La sera della nostra prima volta … Colin è stato così bello …”
“Ci siamo preparati con una calma snervante, stavo per scoppiare Jared … poi è stato stupendo … come ora piccolo …” – e gli baciò la nuca, mordendola a tratti e con leggerezza.
Jared gemette, affondando il viso nel cuscino e spingendo i propri fianchi contro quelli di Colin, che stava rapidamente cambiando idea su come proseguire quella notte ormai magica e suggestiva.
Farrell non riusciva a fermarsi; con voce roca gli sussurrava il suo amore – “Dio … quante volte ti ho preso così Jay …?”
“Mai abbastanza … in quei mesi … “ – disse piano, sentendosi penetrare dal compagno, le narici colme del suo odore, una chimica perfetta, che li univa dal primo momento.
Colin era terribilmente virile e prestante, un’energia inesauribile, che andava a mescolarsi e sublimarsi con quella di Jared, che era pronto a riceverlo senza mai stancarsi.
Lo colpiva con metodo, ad entrambi sembrava di impazzire: nel frattempo altri fotogrammi si fondevano con il presente, i baci ripresi negli angoli più disparati di quel set, incastrato nel passato, come qualcosa di intoccabile.
Colin uscì per un attimo, voltando Jared a sé, riprendendo possesso di lui e di quella bocca, dove ritrovava una ragione per vivere, ancora una volta.
Era ossigeno ed ambrosia, per loro che, dal fondo dell’esistenza, sino all’estremo limite sconosciuto di essa, si erano trovati, per non dimenticarsi mai, qualunque cosa fosse accaduta.


Jude accarezzava dolcemente la schiena di Camilla, che si era appena addormentata nella comoda culla, messa a disposizione dal resort.
Robert stava mettendo in ordine le cose della bambina, con estrema cura, così come faceva il suo uomo, visto che volevano ordine e pulizia assoluti, anche nei minimi dettagli, che riguardavano la figlia.
Tutto il resto poteva essere anche immerso in un’allegra confusione, ma Camilla doveva avere il meglio.
“Andata …?” - sussurrò Downey, sfiorando le scapole spoglie di Jude, che sorrise complice – “Come un ghiro … andiamo anche noi tesoro?”
“Sì … vieni.” – e lo raccolse per i polsi, accompagnandolo sul letto, dove si stesero, l’uno sull’altro.
Downey, tra le sue gambe, sottolineava le sopracciglia di Law, scendendo poi agli zigomi, ammirandone l’intramontabile fascino – “Sei bellissimo Jude …” – disse, con la voce rotta dall’emozione.
“Quando me lo hai detto, in quello scantinato …” – e rise, con una delicatezza amorevole.
Robert rise a propria volta – “Oh sì … eravamo coperti di fuliggine e polvere da sparo … i nostri costumi strappati e la tua camicia aperta a metà … i tuoi pettorali Judsie mi toglievano il sonno da giorni …”
“E dovevi dirmelo a tutti i costi … pensavo di svenire, per i tuoi occhi, che mi inghiottivano … mi sono sentito così amato Rob …” e nel dirlo, ricambiò quelle linee di amore, disegnandone altrettante sul suo collo, dopo essersi umettato le labbra, con sensualità.
Si baciarono, così profondamente, da non avere bisogno di altro, sino all’alba, quando si risvegliarono abbracciati e felici, più che mai.


L’aereo privato di Rice, atterrò al Lax verso mezzanotte.
Chris si era assopito, ma Owen era pronto a svegliarlo con baci dispettosi, su quel volto incantevole.
“Siamo arrivati cucciolo …”
“Owen … ciao …” – ed il suo sorriso illuminò l’ambiente circostante, infondendo in Rice l’assoluta convinzione, che avergli chiesto di sposarlo, era stata la decisione migliore della propria vita.
Shannon era un fantasma, che raramente ritornava nei sogni di Owen, così come quello di Tomo, si presentava in certe situazioni per Chris.
Una parte di loro avrebbe voluto poterli comunque vivere come amici, ma era una prova da evitare.
Il tempo, probabilmente, avrebbe fornito una soluzione.
Il gossip gay annunciò la cerimonia in quel di New York per San Valentino: quando personaggi noti condividevano le loro scelte delicate con il resto del mondo, era un segnale preciso ed apprezzato, da chi voleva una società evoluta e distante da preconcetti, ipocrisie e discriminazioni.
La famiglia di Rice aveva accolto Chris con molto affetto: persino la madre li aveva scortati ad un tè con il nuovo sovrano di Inghilterra, il giovane William, adorabile insieme alla moglie Kate, che comunque rimase affascinata dal cantante dei Red Close.
Owen abbozzò una scenata di gelosia, quando tornarono nella loro camera, ma ne rimase lusingato e non abbandonò mai lo stato di grazia e serenità, di cui si sentiva destinatario da quando si era innamorato di Chris.
“La mia segretaria ha preparato gli inviti vecchio stile e dovremmo controllarli e firmarli …”
“Dici sul serio Owen? Pensavo usassimo sms ed e.mail ahahahah”
“Ne manderemo, tranquillo … a proposito, a chi lo diciamo della sacra famiglia di Meliti?” – domandò dubbioso, mentre si dirigevano alla residenza di Los Feliz.
“Devo … vorrei pensarci amore …” – e lo baciò, preferendo interrompere sul nascere quel discorso sgradevole.


“Dieci giorni di girato e poi voliamo in Marocco a febbraio Jared. Torniamo per il b.day di Becki, cosa ne pensi?” – disse Colin radioso, uscendo con lui dalla doccia, dove avevano cantato e riso, come due folli.
“Sì sì sì! Ed Isy …?”
“Per una settimana avrà le coccole delle mie sorelle, dei Wong, gli zii … è al sicuro, giusto?” – replicò con un certo timore.
“Ma certo Cole …” – disse Leto sorridente – “Siamo sempre con lei e poi l’Africa non è il luogo adatto per lei …” – e lo strinse sul cuore.
“Andiamo dai nostri figli, li voglio strapazzare di coccole … Magari, se siamo fortunati, torniamo con un nuovo tesoro dal nostro viaggio Jay …” – gli bisbigliò, impossessandosi del suo ventre, con un tocco che Jared conosceva bene.
“Colin … !?”
“Lo sai che non ne ho mai abbastanza di bimbi con te Jared ahahah” – e lo sollevò, facendolo volteggiare – “Ne avremo ancora, ne sono sicuro!!” – esclamò, prima di uscire in corridoio, per dirigersi alla camera dei pargoli, tutti svegli e pronti a fare un amabile terremoto.


Brian volle partecipare alla gara di snow board, che somigliava di più ad una sfida, affiancando Kevin, contro Kurt e Jared.
Shannon faceva da giudice, troppo distratto da Tomo, che riprendeva l’evento.
Finì sommariamente alla pari, ma Jared e Kurt sembravano uniti come due gemelli, per come escludevano i presenti quando erano insieme.
“Cosa sai di lui, Kevin?”
“Di Kurt? … Lui ed il dottor Cody stanno insieme da un’eternità e si adorano … Non dirmi che ti piace Brian!?” - chiese sorridendo, gustandosi una cioccolata calda in un rifugio ad alta quota, dove l’intera brigata era salita per il pranzo, con cui andavano a concludere quel soggiorno invernale.
“E’ tremendamente sexy … a me di solito piacciono più giovani, ma questo Kurt … wow!” – e rise, attirando proprio la sua attenzione.
“Brian è l’amante di Kevin?”
“Cosa? Ma no Kurt …” – disse Jared, controllando gli agganci della sua tavola.
“Continua a fissarmi.”
“Gli piaci, è palese ahahahh”
“Non mi interessa. E se poi dovessi tradire Brandon, farei la corte a te, così avrei almeno un sacco di legnate da uno fico come Colin ahahhaahh”
“Oddio … Sai, Colin vuole un altro figlio, anzi, più di uno …” – Jared lo disse gioioso.
“Anche noi ne vorremmo un altro … Non sappiamo deciderci, si pensava ad un’adozione, ma i limiti di età di Brandon …” – mormorò sconsolato.
“Andate ad Haiti … fareste un dono magnifico ad uno di quegli angeli. Pensaci Kurt.”
“Lo farò Jared … Andiamo agli slittini? Voglio registrare un video con Martin ed i suoi cuginetti.”
“Subito! Andiamo!” – e si alzarono, abbracciandosi come in simbiosi.

Owen e Chris fecero l’amore sul divano, di fronte al caminetto acceso.
I capezzoli del giovane erano così turgidi, da trarre un piacere assurdo anche dai semplici baci di Owen, che si ergeva per toccarli ripetutamente, mentre Chris lo cavalcava, con crescente coinvolgimento.
Le iridi degli amanti si rivestirono di un sottile ludibrio, un attimo prima che i loro sessi ritrovassero un orgasmo appagante e completo.
Riequilibrato il respiro, Owen cullò il suo promesso sposo: Chris si compiaceva di quell’espressione verbale, tanto da non risparmiarsi in attenzioni di ogni genere, sincere e spontanee, che consolidavano sempre di più il loro legame.
Il domani aveva un colore rassicurante.




KURT


CHRIS

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