mercoledì 27 luglio 2011

ONE SHOT - LITTLE GREEN HOUSE

One shot – Little green house
Da qualche parte in Inghilterra, 1938


Sir Jude Law e signora erano sempre i primi ad arrivare a Little green house.
L’anziana Claudette Miller, riuniva i propri parenti una volta l’anno, in autunno, per un pranzo durante il quale veniva aggiornata sulle novità riguardanti i componenti della vasta famiglia, che con il marito esploratore ed archeologo, morto dieci anni prima, aveva creato con amore ed estremo anticonformismo.
Le tre figlie, avevano sposato uomini profondamente differenti, nei modi e nelle abitudini: la maggiore, Sienna, il sopracitato Jude, membro della camera dei Lord, poi Susan, un mercante d’arte americano, tale Robert Downey junior, Molly un irlandese che produceva cerotti, Colin Farrell.
L’ultimogenito Jared, invece, era ancora scapolo, ma per precise ragioni, di cui la madre era a conoscenza.
“E quel tuo amico, come si chiamava …?” – “Justin mamma … è tornato dai suoi, in Francia.” – replicò Jared, mestamente, a quella dolce curiosità della sua donna preferita.
“E tu perché non sei con lui?”
“Divergenze di carattere mamy … lo sai come sono fatto.”
“Narcisista, testardo, volitivo, ribelle … una meraviglia direi …” – e sorrise, accarezzandogli i capelli castani lunghi.
“E questa barba, quando pensi di raderti? Stanno arrivando tutti e …”
“Dio mamma, non ti scomponi quando ti racconto dei miei amanti e poi pensi ai miei peli aahahahha”
“Amanti? Credevo ti fossi almeno fidanzato!” – esclamò con un’espressione buffa.
Jared rise, lei riusciva sempre a metterlo di buon umore – “Justin era troppo giovane e … troppo biondo!”
“Oh miseria … ah, ecco Sienna … con Jude.”
“Auto nuova … e lei di nuovo incinta, che tedio! Ne hanno già tre di pestiferi …” – disse, dopo essere andato alla finestra.
“Hai ragione, sono insopportabili … mai quanto le gemelle di Susan comunque ahhahah”
“Anche lei … con il pancione, ma guardala! Molly ci resterò male anche quest’anno e poi quelle due oche non le risparmiano certe battutine, soprattutto su Colin … sono ingiuste, lui è un uomo … perfetto.” – e sospirò, senza guardare la madre, che lo stava scrutando.
“Colin sarà … un ottimo padre, verrà anche il loro momento, sono così giovani …”
“Ed io adorerò quel bambino, lo coccolerò tutto il tempo!” – disse radioso girandosi, rivelando quanto fosse entusiasta a quel pensiero.
“Dovrai trasferirti a Dublino, temo …”
“No mamma, non ti lascerò mai …” – disse inginocchiandosi, per baciarle gli anelli ed i merletti, che ornavano le lunghe maniche dell’abito in velluto rosa antico.
“Avrai la tua vita ed io ne sarò immensamente felice Jared … E’ arrivato anche Colin, guarda …”
“Vado a ricevere le truppe!” – e si dileguò.
Corse nell’ampia corte, circondata da siepi squadrate ad arte, aiuole fiorite e con al centro una fontana, con delle sculture greche.
Salutò frettolosamente sia Jude, che Robert, dando delle pacche sul sedere alle sorelle maggiori, per poi fiondarsi da Molly, facendola roteare, ridendo con lei ed infine lasciandola alle sue proteste, per ritrovarsi tra le braccia di Colin, che lo strinse forte.
“Ciao ragazzino … mi sei mancato …” – gli mormorò.
“Bentornato Colin … anche tu mi sei mancato.” – e lo fissò, illuminando ciò che lo circondava, con quei due zaffiri birmani, che aveva al posto delle iridi.
Jude e Robert si strinsero la mano, bucando i rispettivi sguardi – “Temevo non venissi …” – gli sussurrò Downey, con aria preoccupata, ma Law fece spallucce, scanzonato come al solito, dandogli una carezza nascosta al fianco, sotto al soprabito aperto – “Preferirei morire Rob …” – fu la sua risposta, lieve come un alito di vento.
Intorno uno sciame di ragazzini, quelli di Jude, che stavano già litigando con le figlie di Robert, il tutto condito dalle urla delle madri, già isteriche.
Erano appesantite e le loro occhiatacce al vitino di vespa di Molly avrebbero potuto polverizzarla, ma lei, con eleganza, fece le congratulazioni e tornò sotto l’ala di Farrell, che dei tre consorti, era il più dolce e premuroso.
Law aveva quella freddezza british, spesso svilente, mentre Downey sembrava dare tutto per scontato, comportandosi come un buffone, poco amorevole con Susan e le bimbe.
Entrambi non facevano mancare loro nulla, ma l’amore e la passione erano un’altra cosa.
Colin, invece, era all’altezza di ogni aspettativa di Molly, che era come idolatrata da lui, con sincerità.
Era un connubio ideale, all’apparenza, quasi quanto gli altri due.


La sua bocca era calda come i suoi occhi, in cui qualche scrittore aveva versato dell’inchiostro, con cui scrivere le pagine di quei loro rari incontri.
“Colin … asp.aspetta …” – ansimò Jared, tentando vanamente di sgusciare da sotto il corpo del cognato.
“Non … non posso tesoro … ti amo così tanto …” – e tornò a baciarlo intensamente.
Erano nascosti in una delle camere da letto, nella dependance in fondo al parco, usato un tempo dal giardiniere, che vi alloggiava, ma che ormai era vuoto da parecchio tempo, dopo che lo stesso sparì senza dare spiegazioni: da quel momento, Claudette si occupava personalmente dei fiori, mentre al verde provvedeva qualche ragazzotto del villaggio, per racimolare un po’ di soldi.
Farrell insisteva, ricoprendolo di baci, ma Jared era diverso quel pomeriggio.
“Tesoro che succede …?” – chiese alfine Colin, avvertendo il suo disagio.
Jared si alzò lento, andando davanti al caminetto acceso.
“Come vanno le cose con Molly?” – domandò timidamente.
“Con … con Molly? Bene, benissimo.” – replicò Farrell deciso.
“Tu … tu mi mandi lettere meravigliose ed io piango … per ore nel leggerle, nel sentire quanto sei innamorato di me, Colin …”
Lui si mise seduto, perplesso – “E’ la pura verità Jay …”
Il ragazzo sorrise, aveva ventiquattro anni, mentre Colin trentadue.
“Adoro quando mi chiami così … Ma ho un rimorso, ancora più grande nel venire a letto con te, il marito di mia sorella …”
“Noi facciamo l’amore Jay …”
“Sì Cole, lo so … ma Molly … vorrebbe diventare mamma e …”
“Ed io padre, lo sai, ma questo dono ci è stato negato per ora.”
“A causa mia?” – ed i suoi occhi si colmarono di rammarico.
“No … no Jared, ma cosa vai farneticando?!”
“Tu con lei …” – “Ma insomma Jared!” – e rise, tendendogli le mani.
Jared le prese, baciandole, per poi andarsi a sedere sulle gambe di Farrell, che si era nuovamente disteso.
“Lo facciamo, stai tranquillo ed anche spesso … Contento?” – ribattè arrossendo.
“Dio come sei … tu sei l’uomo più buono e tenero, che conosca … Colin ti amo da impazzire …” – e lo investì di altri baci e carezze ovunque.


“E’ squallido sai …?”
“Cosa è squallido Robert?”
Law si accese la terza sigaretta, spegnendo la seconda ancora a metà, in piedi nudo davanti alla vetrata di quella camera d’albergo, poco distante dalla residenza della suocera.
Downey aveva le braccia incrociate dietro alla testa, coperto solo da un lenzuolo sgualcito da un amplesso da poco consumato, senza troppa gioia.
Quella sembrava svanita nel tempo o dimenticata in qualche angolo dei loro cuori, perennemente combattuti dai sentimenti che li avevano uniti, appena si conobbero nel salotto di Claudette.
“Le bugie … vedersi così, fare … fare del volgare sesso.” – e la voce si spense, sulle ultime parole.
Ormai era buio ed il torneo di bridge nella hall volgeva al termine: era una scusa riciclata, ma ancora efficace.
“Dobbiamo tornare Rob.” – e schiacciò la cicca nel posacene di cristallo, sul tavolino, accanto alla sedia, dove aveva gettato gli abiti eleganti e su misura.
“Dove, esattamente?” – chiese con durezza, sistemandosi sul bordo.
Jude si stava già rivestendo velocemente – “Secondo te? Dalle nostre adorabili signore! Con tanto di prole, come contorno!”
Downey si passò le dita nervose tra le ciocche corvine.
“Io … io sono stufo marcio Judsie di questa farsa, che si protrae da quanto? Sei anni?”
“Sette.”
“Sì, appunto, sette …”
“L’ultimo l’hai cancellato Rob? In effetti è stato … anzi è deprimente!” – e quei fanali di ghiaccio, rimandarono all’americano una profonda delusione.
Si sollevò, andando ad avvolgere Jude, posando un bacio tra le sue chiome biondo scuro – “Ho deluso anche te … era inevitabile … giusto?”
“No Rob … non accaparrarti il merito di questo disastro, ti costringo a dividerlo con me …” – e sorrise malamente, mentre due lacrime scendevano inesorabili, come lo scoccare della mezzanotte.
“Ti amo Jude …”
“Ti … ti amo anch’io … al diavolo!” – e lo trascinò su quel giaciglio, che sino a quell’istante aveva conosciuto solo la loro amarezza, per riscoprire insieme a Rob quanto era straordinario amarsi senza porsi alcun limite.
Avvinghiati e sudati, si univano e scomponevano, scivolando l’uno nell’altro, con foga e pieno appagamento, senza più preoccuparsi di rientrare.


Molly sfiorava la nuca di Colin, accoccolato sul suo ventre.
“Non hai sonno cara?”
“E tu?”
“Sono a pezzi …”
“Jared ti tormenta vero?” - e rise complice.
Farrell si appoggiò sul gomito sinistro, analizzando le sue espressioni – “Molly se lui sapesse …”
“Cosa? Che so di voi?”
“E’ assurdo …”
“No, ha un senso compiuto, invece: l’amore non dev’essere necessariamente composto da due lati, è una figura virtuosa, che può dispiegarsi in tre veli oppure tra strade, ma che corrono parallele, non trovi Colin?” – ed inclinando la testa, sembrò rassicurarlo con l’ennesimo sorriso.


Claudette decise di giocare a nascondino, prima di andare a tavola, alle dodici e trenta, come d’abitudine.
I nipotini erano talmente presi da quel gioco, da comportarsi stranamente bene.
Jared spazzolava Molly – “Un’altra forcina … grazie, non distrarti scimmietta!”
“Jared sei insopportabile! Ahahhahah eccola …” – e gliela porse, mentre Farrell seguiva quei gesti innocenti ed esclusivi.
Erano tutti nel prato dietro all’abitazione, allungati su coperte multicolore.
Susan non riusciva a stare seduta – “Diamine, saranno di nuovo due gemelli …” – disse con costernazione.
Sienna ridacchiò, sistemandole dei cuscini, visto che Rob era immerso nella lettura di un giallo, appoggiato ad un albero, dove Jude stava incidendo qualcosa con un taglierino affilato.
Law era a pancia in giù, molto concentrato su quell’inconsueta operazione.
“Jude potresti prestarmi un minimo di attenzione?” – gli urlò Sienna, tirandogli un ciuffo d’erba.
“Un attimo!” – le gridò di rimando – “Quanto rompe, è soffocante …” – aggiunse sommessamente.
“Ti voglio … dopo il caffè, altrimenti mi uccido!” – gli bisbigliò sogghignando Downey, nascosto dal volume aperto nel mezzo.
Jared li stava studiando, senza che i due se ne accorgessero minimamente.
Quando l’acconciatura fu terminata, Molly saltò in piedi radiosa – “Grazie rospetto! Vado a controllare l’arrosto, voi avete provveduto con i frutti di bosco, come vi avevo chiesto?”
“Ma … veramente … Colin, tu ne sapevi qualcosa?”
“Sì Jared, ma l’avevo dimenticato … agli ordini Molly, ci vediamo tra poco. Muoviti rospetto!”
“Ahh ma che simpatici, la scimmietta con l’orsone!” – e mimando un calcio nel sedere a Colin, Jared si incamminò con lui verso gli arbusti in fondo alla proprietà.

“Li hai visti?”
“Stai attento alle spine … chi, scusa Jay?”
“Quei due disperati dei tuoi soci, Robert e Jude.” – spiegò con un tono malizioso, mentre riuniva in una cesta more e mirtilli.
“Perché disperati?”
“Con quelle megere di Sienna e Susan ahahahah”
“Ma sono le tue sorelle!”
“Lasciamo stare, un puro dettaglio genetico … quei due, dicevo, penso che facciano più ginnastica di noi, caro il mio Cole!” – e gli fece l’occhiolino.
“Rob e Jude?? Ma stai scherzando?!”
“No, affatto, me ne intendo di queste cose io!” – e rise, spostandosi verso un altro cespuglio.
“A proposito … e quel Justin di cui mi hai scritto a luglio …?”
“La nostra vacanza in Grecia un dramma!”
“Questo lo so Jared.”
“E cos’altro ti serve sapere, per alimentare la tua insana gelosia?”
Farrell sgranò gli occhi lucidi.
Jared si bloccò, come incantato da quella sua purezza – “Colin …”
Si ritrovarono, cuore contro cuore, singhiozzando – “E’ … terribilmente triste Jared … mi sei entrato nelle vene ed io non voglio altro che renderti felice e viverti ogni attimo di questa esistenza insulsa!”
“Ma tu hai Molly, lei ti adora Colin, voi due vi amate e …”
“No … non è così semplice … Lei è un’idealista, mi ha conquistato anche con la sua bellezza, ma poi … poi sei arrivato tu …”
“Forse il destino è stato beffardo nel fartela conoscere durante la sua interminabile vacanza studio nella tua splendida terra Cole … sei mesi … e quando avete deciso in fretta e furia di sposarvi, sei piombato nei miei giorni … Un’emozione che non dimenticherò mai, quando entrasti nel salone, fradicio di pioggia, mentre Molly salutava la nostra governante immortale Flora …”
“Sei stato una visione, nel tuo completo da tennis bianco, pantaloni lunghi, maglietta attillata … certo il tuo maestro mi risultò subito antipatico Jay ahahahah”
“Winston? Così noioso!” – e recuperò un minimo di serenità, come Colin, sull’onda di quelle rimembranze preziose ed incancellabili.


La sera il caffè fu servito in veranda, nonostante la temperatura molto fresca.
Il giorno seguente sarebbero ripartiti.
Molly strimpellava al pianoforte una vecchia filastrocca.
Jared la scostò con uno strattone allegro e cominciò a suonare seriamente, come diceva Claudette, incantata di fronte alla bravura del figlio.
Chopin e Beethoven erano i suoi preferiti, la Sonata alla luna il pezzo che forse eseguiva meglio.
Colin si sentì avvampare quando Jared lo guardò all’improvviso; Molly se ne rese conto e gli portò un bicchiere d’acqua – “Controllati caro …” – gli disse sottovoce, mentre in realtà nessuno dava retta alle sue reazioni.
Robert stringeva il polso di Jude, seduti vicini sul divanetto in giunco, poco distanti da Susan, che stava ricamando e Sienna, che sistemava il colletto delle camicie dei suoi pargoli.
Law inspirò, trangugiando l’ennesimo cognac – “Ho bisogno d’aria, scusatemi …” e si allontanò, seguito a ruota da Robert, noncurante delle occhiate curiose dei presenti.
Jared sorrise, insistendo sulle ultime note.

“Fermati Jude!” – e provò a trattenerlo per un braccio, mentre ormai erano arrivati al campo in terra battuta, dove veniva organizzato un torneo ogni maggio, dove Jared abitualmente primeggiava.
“Per cosa?? Per ascoltarti mentre mi intorti con le solite bugie, eh Rob?!!”
Downey prese fiato – “Ok! Ok lo so cosa ti avevo promesso!”
“Nuova Caledonia … il nostro progetto segreto … tutte fandonie!!” – ringhiò colmo di rabbia.
“Non erano fandonie, accidenti Jude!” – e gli afferrò le spalle, per poi baciarlo, ma Jude lo respinse, indietreggiando livido.
“Una casa a Nouméa, le spiagge bianche ed una nuova esistenza … ho persino imparato il Francese … come ho fatto a crederti? Sono proprio un imbecille senza speranze Rob …” – e si asciugò un pianto amaro, con la manica della giacca.
“Vous êtes toujours dans mes pensées et je sais que je vais emporter avec moi l'amour … »
Law si tormentò le sopracciglia – «L’hai … l’hai imparato anche tu … ? »
« Lo so che mi dai perennemente del somaro Judsie, ma questa volta ne valeva la pena, se no come faremo a fare la spesa o cambiare un assegno quando ci saremo trasferiti sull’isola … ? » - ed arrise al viso dell’altro, che si era come rianimato a quella prospettiva, divenuta di colpo credibile.
Jude esitò ancora pochi secondi, ma quando vide Robert estrarre i biglietti della nave, che li avrebbe portati a destinazione, esultò avvolgendolo con un rinnovato entusiasmo.


« Mamma sono spariti … »
« Sì, Susan e Sienna me lo hanno detto all’alba, quando non erano ancora rincasati. Pensavano fossero in qualche pub ad ubriacarsi, ma poi hanno trovato questa Jared … » - e gli porse una busta avorio.
« Cosa … cosa dice la lettera ? »
« E’ un addio … clamoroso direi. Tu lo avevi capito cucciolo ? »
« Sì mamy … però non credevo che fossero tanto risoluti e … presi l’uno dall’altro. » - replicò falsamente sbigottito.
« Bene Jared, le unioni delle mie principesse sono giunte al capolinea. »
« Cosa dici ?! Molly è felice con Colin ! »
« Lo credi sul serio ? Lei mi ha detto come vanno le cose tra … voi tre. »
Jared deglutì a vuoto, lo sguardo vitreo.
« Mamma … »
« Ti ho preparato la valigia, come quando andavi in vacanza dai cugini di Bournemouth, ti servirà a Parigi …” – e sorrise.
“A … a Parigi? Mi stai spedendo da Justin?”
“Assolutamente, è lì che Colin vuole portarti. Ti sta aspettando al cancello, ma prima passa a congratularti con Molly …”
“Mamma ma cosa …?!”
“Dammi un bacio e scrivi presto, mi raccomando.” – e serena lo cullò, per poi scambiarsi un ultimo arrivederci.

Molly stava mangiando dei biscotti al sesamo e miele, i preferiti di Jared.
“Ciao rospetto, dai entra!” – gli disse solare.
“Molly …”
“Avete un traghetto e poi un treno da prendere, Colin è sulle spine, sai che detesta arrivare in ritardo.”
“Tu … approvi …?”
“Avete il diritto di amarvi, è il primo insegnamento di Claudette o l’hai dimenticato? So che non mi dimenticherete mai, soprattutto ora che diventerai zio Jared …”
“Oh mio Dio … scimmietta!” – e corse ad abbracciarla.
“Ehi piano, piano, sono delicata come una porcellana ahahhah”
“Sorellina … cosa farai?”
“Resterò qui, sono al sicuro, non preoccuparti.”
“E per il bambino … noi …”
“Voi ci sarete, ne sono certa e non vorrei nessun altro, credimi Jared. Adesso vai … Non c’è più tempo per altre lacrime o per ripensamenti inutili. Buona fortuna.”

Farrell aveva consumato il volante, a forza di stritolarlo nevroticamente nell’attesa di Jared, che finalmente salì, gettandosi al suo collo – “Amore … dimmi che non è un sogno … e se così fosse non svegliarmi Cole …”
“E come potrei? Sei tutto ciò che voglio piccolo …” – e lo baciò travolgendolo.
Quando si staccarono, le loro fronti sembrarono darsi sostegno, l’una contro l’altra – “Hai … hai saputo da Molly …?”
Jared annuì, mentre una lacrima dispettosa accendeva i suoi occhi così belli.
“Andiamo, la strada è lunga davanti a noi Jay …” – e girò la chiave dell’accensione.
“Sì … è lunga Cole … davvero lunga.”

THE END









Nessun commento:

Posta un commento