lunedì 18 luglio 2011

LA CATENA DEGLI ANGELI

La catena degli angeli.

Pov Robert Downey Junior

Anche se non sei qui con me, adesso, non importa.
I tuoi capelli ballavano nel vento, ieri sera, Jude.
Lo so, dopo che abbiamo litigato, avevi l’aria di chi non voleva arrendersi, ma poi, te ne sei andato.
Il vuoto che lasci, ha sempre lo stesso colore, nero.
Lo stesso odore, acre.
Lo stesso sapore … amaro ed insopportabile.
Guardami.
Me lo hai ripetuto.
Guardami e dimmi che non lo vuoi davvero, Rob!
Ti sei donato a me, lasciando tutti quelli che avevano un senso nella tua vita, solo per starmi accanto.
Senza accorgerti che le nostre vite erano state separate alla nascita.
Un gioco beffardo, aveva al proprio interno un disegno quasi diabolico.
Ci siamo incontrati, è vero, senza poterci ricordare quanto ci amassimo in chissà quante altre esistenze precedenti.
Mi hai sorriso, sai … Dio mio tu non sai quanto un tuo sorriso abbia risolto un mucchio di mie giornate.
Insulse.
Hai tutte le ragioni, ora, per odiarmi eppure non lo farai mai, piccolo mio, io questo lo so, tu lo sai …
Mi sento solo, quando sono stato solo da sempre, senza sapere che poteva essere anche peggio … senza di te.
Compromessi.
Ne abbiamo accettati troppi, pur di condividere qualcosa che non è mai stato davvero nostro.
Tanta fatica per … no, ogni sacrificio è valso, anche per un solo minuto, un solo dannatissimo minuto, in cui dirci un buongiorno o darci un bacio, anche di corsa … sì … di corsa.
E così, sei corso da me, anche per questa notte, a cui poi hai rinunciato.
Dirti basta è stato come decidere il momento preciso in cui morire, per me.
E la cosa che più mi fa incazzare è che sono ancora qui, perché rimarrò il vigliacco, che in molti conoscono, senza sapere niente di me.
Per poco.
Jude io ti amo.
Ricordami … aiutami a ricordare, il preciso istante in cui mi sono innamorato di lui, perché l’oceano è ancora gelido, è soltanto primavera ed io … io voglio saperlo, prima di allontanarmi abbastanza dalla sabbia, sulla quale, inginocchiati ed abbracciati, ce lo siamo detti la prima volta … Jude … ti amo.
Vorrei avere un senso, in questo lento incedere, perché se avessi più carattere correrei, fino a non sentire più le gambe, fino a scivolare, fino ad alzare il viso verso un sole, già tramontato ancora prima di risorgere, trafitto e screziato dai suoi ultimi raggi, dilatati dall’acqua cristallina, dispiegando le ali, mentre scendo verso il fondo, senza più inspirare, senza più pensare, senza più credere.

La catena degli angeli potrebbe essere l’ultima cosa che potrei afferrare, ma non ci arrivo, io … io non ci riesco Jude … le dita sono intorpidite, le mie ali si stanno spezzando, la pressione è eccessiva eppure non ho davvero paura, tra poco sarà tutto finito ed io potrò starti vicino, senza che nessuno mi veda o mi possa giudicare, additare, deridere … vergognarsi del proprio amore è il peccato più grave che un uomo possa commettere ed io l’ho fatto.
Merito di finire e di finire subito, ma tu … nemmeno ti sei levato le scarpe, come diavolo fai a nuotare così bene … forse dopo, me lo spiegherai …
Quando i tuoi baci diverranno il mio stesso respiro, quando la tua voce, sarà la cosa più paradisiaca da ascoltare, anche se mi stai insultando, picchiandomi, piangendo, urlando e poi …
Rob … tu sei un pazzo … ma io ti amo, ti amo stupido pazzo …
Ed io non volevo che un’ultima notte con te, prima di lasciarti andare ed andarmene, così da non pesarti più, per non deluderti oltre …
Angelo mio …

THE END



Nessun commento:

Posta un commento