giovedì 28 luglio 2011

GOLD . CAPITOLO N. 226

Capitolo n. 226 - gold


§ Ancora una volta, hai raccolto, in fondo all’orizzonte, la mia ultima lacrima Glam.
Forse è proprio là, in un punto che ancora non conosciamo, per mancanza di coraggio o per correttezza, che un giorno ci ritroveremo …
Ti guardo mentre dormi e sei … tu sei tu.
Non ti ho mai voluto così bene come adesso, grazie per avermi fatto sentire così.
Jared §

Geffen lesse quelle poche righe, su di un foglietto che Jared gli lasciò sul cuscino.
Era tardo pomeriggio, lui era andato via, lasciandolo riposare.
Si sentì stropicciato nelle emozioni, come le lenzuola che ancora sapevano di Jared, come il vogatore che aveva dimenticato: Glam lo avvicinò alle narici, inspirò, immaginando come sarebbe stato fargli l’amore dopo tanto tempo, ma quello che avevano condiviso era stato assai più prezioso.
Andò a farsi una doccia: lentamente le sue mani scivolavano sul suo corpo, che fremeva di sensazioni; appoggiato a palpebre chiuse, alla parete di piastrelle azzurrine, si masturbò.
Si sentiva bene e si sentiva male, però era come se dovesse farlo per completare quel giorno così strano, anche se di strano, nell’amare ancora Jared, non c’era davvero nulla.
Lo sentiva nei propri occhi, nei battiti, che gli permettevano di vivere per poterlo vivere, nelle gambe, da cui saliva la contrazione dell’orgasmo, che esplose, come l’ultimo grido libero, verso un cielo dolcemente triste, in un tempo dove le ore venivano scandite nella reciproca lontananza: eppure, così lontani, così vicini.

Kevin portò Lula a Los Feliz, così fece Colin con Violet, insieme a Simon, che non lo lasciava mai solo negli spostamenti.
Loro due sarebbero stati i paggetti d’onore al matrimonio di Chris ed Owen.
Erano trepidanti, nel fare il breve percorso, con i cuscini e le fedi: un fantomatico wedding planner, piuttosto eccentrico, li dirigeva come se si trattasse di una missione fondamentale.
Kevin e Colin ridacchiavano.
Arrivò anche Jared, dopo un sms di Farrell.
“Ciao tesoro, guarda i nostri cuccioli.” – disse accogliendolo con un sorriso radioso ed un bacio leggero.
“Ciao Colin, Kevin … sì sono bellissimi …”
“Lula è proprio cotto della vostra Violet, sono carini da impazzire … ceniamo fuori? Ora sento Glam.”
“Sì … ok …” – replicò Leto poco convinto, mentre Colin era distratto dagli strepiti del cerimoniere.
“Quello dove l’hanno trovato Owen e Chris? Ahahhaha A proposito, dove saranno?”
“Non ne ho idea … ah ora tocca a me, ho accettato di fare da testimone a Chris, mentre Shan lo farà ad Owen, buffo vero?” – e si allontanò.
Jared prese fiato, si sentiva teso ed avrebbe voluto essere da un’altra parte, ma, in fondo, semplicemente ancora al cottage di Geffen, che stava parcheggiando, dopo avere varcato l’ingresso monumentale, di quella residenza eccessivamente lussuosa.
Farrell gli andò incontro – “Ehi bell’uomo, allora ci offri aragosta e champagne stasera, vero?”
“Ciao Colin, come ti senti?” – ribattè con un sorriso, mentre celati dalle lenti scure, le sue pupille erano concentrate su Jared, poco distante.
“Brandon mi ha cambiato terapia, mi sento meno confuso ed ho molto appetito.”
“Perfetto, allora vada per il menù che preferisci … Ciao Jared.”
“Ciao Glam … dove ci porti?” – ed abbozzò un sorriso imbarazzato.
“Ha scelto tutto Colin, pesce e vino bianco, credo da Antonio, come al solito. Vado da Kevin e Lula … Violet è stupenda.”
“Sì … è stupenda …” – e si asciugò velocemente una lacrima dispettosa, inforcando gli occhiali da sole, per poi andare a recuperare la figlia.


“E … questa?? Dai Rob dammi retta!!”
La camera armadio era nel disordine più totale.
Jude non riusciva a trovare un abbinamento decente, per presenziare alle nozze di Rice, così da improvvisare una sfilata, davanti a Rob, che si piegava ormai dal ridere, con in braccio Camilla, allegra ed attenta agli abbinamenti del suo papà biondo.
“Tesoro ti sta bene tutto … non capisco quale sia il problema …”
“Il problema è che questo mi ingrassa, quest’altro mi sta largo e questi … questi pantaloni non … non si allaccianooo!!” - e corse in bagno a pesarsi, solo con i boxer.
Tornò digrignando i denti – “Mmm secondo te, questi slip di Klein sono composti di fibre di acciaio, Robert?”
“Fibre di cosa? E che sei, Iron man ahahahah”
“Ho preso un chilooo!!!” e rifuggì in cucina, per versare in vaporiera le verdure della bambina, poi rientrò di corsa – “Camyyy tu stasera mangerai hamburger e patatine, a me toccano le tue carotine miste a sedano e rape … che mestizia!” – e crollò su di una poltroncina, con una blusa ed una braga corta, in un assemblaggio proprio orrendo.
Downey gli andò accanto, inginocchiandosi per poi passargli la figlia – “Grazie per lo show amore … sei stato esilarante … guarda sul divano in sala ora …”
“Eh? Sul divano?? Cosa c’è sul divano???” – e sorridendo come un bimbo si fiondò a controllare.
Era un completo blu scuro, di taglio moderno, ma elegantissimo, ovviamente Dior, lo stilista storico di Jude, con tanto di accessori ed intimo.
“Robbb!!!”
La sua voce arrivò come una ventata gioiosa al cuore di Robert, che si ritrovò a baciarlo dopo trenta secondi – “Camilla, che ne dici di andare a fare un sonnellino?”
“Judsie … è ora di cena, per i ringraziamenti ci vediamo dopo la tv, ok?” – e ridendo andò a rimettere a posto quel disastro di vestiti, volati ovunque.


Colin stava lottando con le chele del crostaceo, che aveva ordinato, insieme a patate lesse e maionese.
Jared sorrise, provando ad aiutarlo – “Aspetta Cole … dovresti fare così …” – e risolse la situazione in un attimo.
“Ok … ok, ce la facevo anche da solo sai?” – sembrò protestare accigliandosi.
“Ne sono sicuro.” – replicò il cantante, distratto dai discorsi di Kevin e Glam, che non seguirono lo scambio di battute, almeno finchè Farrell non aggiunse un – “Davvero Jay? … a volte sei così soffocante!”
Sembrò scendere un gelo, Jared fissò Colin e poi i bicchieri davanti a sé.
“Oh guarda c’è Justin!” – disse Colin, con noncuranza.
Si alzò, richiamando la sua attenzione e quella di Brian, che lo aveva invitato in quel locale, per una cena romantica.
“Colin … ciao …”
“Ehi ragazzi, anche voi qui? Ciao Brian.”
“Buonasera … che coincidenza.” – disse, sorridendo tirato.
“Antonio, la cena di questi ragazzi la metti sul mio conto, ok?” – disse al proprietario, che annuì.
“Co-Colin, ma non dovevi …” – balbettò Justin.
“Figurati, lo faccio volentieri, a proposito ho parlato con il regista, voglio che riprendano il film, così torniamo al lavoro.”
“Sì … sì certo … sarebbe bello, se non è troppo presto Colin …”
“Io mi sento un leone.” – e rise.
Nel frattempo Jared e gli altri due avevano seguito la scena.
“Scusate, vado a fumarmi una sigaretta …” – “Jay ascolta … sono quelle sostanze a farlo comportare così …”
“Sì Kevin, certo.” – mormorò, strozzato da un nodo alla gola.
Glam era mortificato: quando Colin si riaccomodò, sembrava non rendersi conto di quanto avesse combinato – “E Jared? E’ in bagno?” – chiese tranquillo, riprendendo a mangiare.
“Colin … ma non ti ricordi cosa gli hai detto un minuto fa?” – domandò Kevin, palesemente alterato dal suo atteggiamento.
“Detto … detto cosa? Mi ha aiutato con questo mostro … l’ho ringraziato …” – ribattè con un’ingenuità sincera.
Geffen scrollò la testa, mentre il compagno abbandonò la tavola – “Vado da Jared in terrazza.”
Farrell lo seguì con lo sguardo perplesso – “Ma cosa è successo … Glam …?”
“Colin io comprendo che tu … no, stammi a sentire, succede che rispondi male alle persone e poi lo cancelli, a quanto pare.”
“Ma stai scherzando??” – disse con veemenza.
“No. No Colin, non sto scherzando.”
“Mi trattate tutti come un deficiente! Ecco cosa succede da quando mi sono ammalato!”
“Nessuno lo fa, Cristo!” – sibilò Geffen esasperato e preoccupato per Jared.
“Come no … ok, grazie per la splendida serata! Chiamo un taxi e torno alla End House! Ciao …” – e se ne andò.

“Ehi … cosa si dice qua fuori …?”
“Ciao Kevin … niente …” – disse schernendosi: stava piangendo piano, lasciando consumare una Camel, dopo un solo tiro. La buttò nel posacenere in granito e si voltò verso l’amico.
“Come ti senti Jared? Per quel che conta, Colin aveva già rimosso la sua incauta battuta …”
Leto scrollò le spalle – “Non ha importanza … Kevin torna da Glam, temo sia rimasto da solo …” – ed indicò Colin, che stava salendo su di un auto gialla nel parcheggio sottostante.
Era a pezzi e voleva andarsene a propria volta.
Lo fece dopo cinque minuti, congedandosi anche da Geffen – “Ci vediamo domani a villa Rice … divertitevi, almeno voi, ciao Kevin …”
“Ciao, dormi bene.”
“Farò il possibile.” – e guadagnò l’uscita, reprimendo l’impulso di inviare un sms a Glam, dove gli avrebbe scritto cose sbagliate.

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