mercoledì 20 luglio 2011

GOLD - CAPITOLO N. 221

Capitolo n. 221 – gold

Robert arrivò puntuale all’appuntamento con Chris.
Spiegò a Jude il tono del messaggio: era preoccupante e temeva i contenuti del discorso, che era pronto ad ascoltare.
“Ciao papi … ti posso ancora chiamare così Rob?”
“Certo …” – rispose sgranando gli occhi.
Quel giovane gli ispirava sempre tenerezza e gli sembrava di conoscerlo meglio di altri.
“Ho … ho visto Tomo … due volte da … da un po’ ecco …”
“Chris …”
“Ok … ok lo so, è sbagliato … è tutto un casino …” – disse in lacrime, asciugandosi con il palmo sinistro, che Downey afferrò.
“Ascoltami. Non sono qui per rimproverarti ed immaginavo che il tuo problema fosse questo, ma non credi sia venuto il momento di prendere una decisione e lasciare tutti questi uomini?”
“Io … io lo amo …”
“E sia pure. Cazzo! Non capisci che Tomo ha fatto delle scelte pesanti, hanno un’altra figlia adesso!” – disse con maggiore intensità, ma senza esagerare.
“Poteva … poteva essere nostra figlia Rob!”
“Lo hai cercato tu?”
“Che importa …?”
“Importa eccome Chris!”
“La prima volta no … eravamo in sala di registrazione … la seconda, ieri, sì.”
“Cosa ti manca con Owen?”
“A me … a me manca Tomo. Ho troppi rimpianti e non riesco ad uscirne … voglio bene ad Owen, l’ho adorato quando mi ha messo su di un piedistallo, ma c’è sempre qualcosa di formale, di imposto, che mi sta già soffocando Robert …”
“E’ paradossale, gli stessi motivi che hanno di certo indotto Shannon a lasciarlo. E tutti e due siete corsi da Tomo, che è la dolcezza fatta persona, ma anche il caos, a quanto pare, accidenti …”


“Si va a casa Cole!”
Geffen aveva riunito le cose di Farrell velocemente e Jared saltellava per la stanza, ringraziando tutti.
Kevin li aspettava nel parcheggio con Lula, ma Gary aveva appuntamento con Glam per andare da Justin e lo aggiornò, dopo essere sceso dall’hammer, che l’avvocato aveva fatto rispedire da Haiti.
“Sì me lo aveva detto … Ok, porterò a casa io Colin e Jared.”
“D’accordo, ah eccoli …”
Kevin scese per abbracciare Farrell e Lula lo seguì a ruota.
“Oh eccoti qui, il soldino di cacio!” – e lo coccolò per qualche minuto.
“Non stancarti Cole, ne dovrai spupazzare di piccoli oggi …” – disse Glam, riprendendosi il figlio.
Salutò poi tutti, senza ovviamente rivelare a Colin la propria destinazione.


“Sono arrivati … accidenti che macchina …”
Brian cinse da dietro Justin, baciandolo sulla nuca – “Corazzata direi … quello a sinistra è Glam, lo conosci vero?”
“L’ho intravisto in ospedale, ci avrò scambiato quattro parole, cavoli che eleganza … Arriverà dal tribunale.”
“Sì, bell’uomo, lo ammetto, ma tu sei molto meglio.” – e sorrise, baciandolo.
Quando entrarono, fecero le presentazioni e Geffen capì l’imbarazzo di Justin.
“Lei … lei ha visto quel video signor …”
“Chiamami Glam e diamoci tutti del tu. Sì, l’ho visto e non sono qui per giudicarti sia chiaro. Colin Farrell è anche un mio assistito da anni, per cui questa cosa potrebbe danneggiarlo fortemente. Ora mi dicono che stai per trasferirti e questo è un fatto positivo.” – disse con serenità.
“Certo, lo è in tutti i sensi.” – ed arrise allo sguardo di Brian.
“Perfetto. Ok Gary gioca con le tue apparecchiature e vediamo se ci sono cimici.” – disse, andando a piazzarsi davanti alla vetrata, che si vedeva nelle inquadrature di chi voleva ricattare Jared.
“Forse il nostro uomo o la nostra donna, ci sta osservando …”
“Tu credi, Glam?”
“Possibile, ma anche no, dall’altra parte ci sono uffici ed un piano abbandonato, dal quale chiunque poteva fare foto o filmati.”
“Come fai a saperlo?” – domandò Brian.
“Un investigatore privato ha già compiuto un sopralluogo e né dagli alloggi e tanto meno dai restanti punti disponibili, qualche sconosciuto poteva agire, a meno che non sia un inquilino oppure un impiegato.”
“Li controllerete tutti?”
“Sì Justin, lo stiamo già facendo, ma sono convinto che non arriveremo a nulla.”
“L’accesso è libero … intendo al posto che dicevi …”
“Sì, dalle scale antincendio.”
“Qui è tutto pulito Glam, possiamo andare.” – intervenne Gary.
“Andiamo pure, ma … Justin qui c’è un questionario, cerca di compilarlo e mandamelo via email, è importante.”
“Sì … lo faccio subito.”


Shannon stava scegliendo una cravatta, nel negozio dove di solito andava con Jared, ma questa volta era nel settore elegante.
“Troppo classica per te … meglio questa.”
“Ehi Owen … che ci fai qui?”
“Ti salvo da un improbabile acquisto! Ciao Shan, come stai?” – e gli sorrise.
“Bene … emozionato per le nozze?”
“Insomma … allora quale scegli?”
“Mmmm la tua direi, è divertente …”
“Appunto, vorrei una cerimonia simpatica, leggera … Daremo anche un party, per l’addio al celibato, una cosa scherzosa, due sere prima, ci verrete, vero?”
“Sì … tra dieci giorni giusto?” - disse cercando la carta di credito.
“No lascia … è un mio regalo per il testimone …”
“Co-cosa Owen?!”
Rice lo fissò – “Ne sarei onorato. Sarà un giorno importante per me e vorrei avere al fianco solo persone a cui voglio bene. Un bene vero Shan …”
“Credi che …”
“Tomo si offenderà? Temi questo?”
“Non lo so … no, è che … Ok, ok, lo farò.”
“Grazie Shan, sei un amico.” – e lo abbracciò.

Robert accostò.
“Tieni, soffiati il naso … Dio mio Chris, sei in uno stato pietoso.” – e ripartì.
“Dove stai andando?”
“Ti porto a casa con me, starai con Jude e Camilla, le cambierai il pannolino e ti distrarrai mentre vi preparo la cena, avvisa Owen e digli pure che sei con noi.” – disse risoluto.
“A Jude forse …”
“Jude ti ha accettato, così come io ho accettato Colin e Xavier e tutti quelli che Jude considera amici del cuore.”
“Sono il tuo amico del cuore …?” – chiese stupito.
“Sei un ragazzo incasinato … sei me ed è per questo che ti voglio bene.” – e sorrise, prendendolo per mano – “Ora concentrati su Owen e decidi, ma fallo subito, mancano meno di due settimane e siamo in piena emergenza.” – e rise, tentando di smorzare la tensione.


I signori Wong avevano preparato una cena eccellente, aspettando poi tutti per il dolce.
Colin mangiò poco e poi si congedò – “Saluterò gli altri domani … sono stanco Jared.”
“Non preoccuparti, li avviso io, miss Wong faremo colazione con queste prelibatezze, prepari per dodici persone, grazie.” – e salì con lui, sostenendolo insieme a Simon.
“Ce la faccio ragazzi, ma non mollatemi, sono più sicuro.”
I bambini furono calmi, anche se molto affettuosi con lui.
Andarono a nanna presto, dando la buona notte in camera dei genitori.
Isotta riposava nella culla, che Colin volle vicino al letto.
“La cambierò io … dopo pranzo …”
“Sì, non è urgente, riprenderai con calma le abitudini Cole.”
“Ma che ore sono?”
Aveva confuso il giorno con la notte, per pochi attimi.
Jared non lo comprese immediatamente.
“Le nove di sera cucciolo …” – replicò, rendendosi conto di quanto stava accadendo alla mente di Colin, che si sentiva confuso.
Il dosaggio dei medicinali doveva essere ridotto.
Si riprese subito.
“Ora dormiamo Jay … voglio solo dormire.” – e si rannicchiò, aspettandolo per abbandonarsi alle sue cure amorevoli.



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