lunedì 25 luglio 2011

GOLD - CAPITOLO N. 225

Capitolo n. 225 - gold --- You have to hole my life when you're gone



Il dottor Cody porse un bicchiere d’acqua a Jared, che sprofondò nella poltrona, dove di solito Farrell cullava Isotta, nella biblioteca.
“Adesso parliamo di te … sono preoccupato.”
“Colin è più importante, come ciò che gli sta succedendo.”
“Gli ho cambiato la terapia, vedrai che tra un paio di giorni ci saranno dei cambiamenti, ma tu stai crollando Jared.”
Leto sospirò, raccogliendosi in un pensiero ricorrente: “Lui … lui continua a vendicarsi con me … a punirmi Brandon …”
“Dovremo fargli affrontare questa cosa, ponendolo davanti alle sue responsabilità, come Justin, così come gli altri tradimenti, che tu hai dovuto subire.”
“Tu pensi che lui abbia cancellato le sue colpe, così da sentirsi autorizzato a giudicare soltanto me?”
“Non lo escluderei Jared.”
“Se sapesse di Justin io … io temo che lui possa riscoprire dei sentimenti, che provava per lui e non voglio perderlo.” – disse mestamente.
“E’ un rischio che devi correre, del resto eri pronto a lasciare campo libero a questo ragazzo.”
“Ero pronto a tutto, pur di rivedere Colin felice … Sento tanto amore, ma forse non sono in grado di gestirlo, di amministrarlo …” – sorrise scrollando la testa.
“Le tue azioni sono condizionate da molte responsabilità, Colin, i vostri figli, la band, tuo fratello … chi manca Jared?” – e ricambiò il sorriso.
“Manca sempre qualcuno … qualcuno che ha bucato la mia vita, quando se ne è andato via.”


Farrell stava leggendo i messaggi di posta elettronica, ridendo davanti al monitor.
“Ciao … che succede?”
“Jared ciao, vieni un po’ qui, è la stagione dei matrimoni!” – disse Colin, aprendo in file appena visto.
Era una breve clip, che vedeva protagonisti due radiosi Glam e Kevin, che annunciavano una cerimonia per pochi intimi, il tutto coronato dall’entusiasmo di Lula, che saltellava davanti a loro.
“Tra dieci giorni …” – mormorò Jared, fissando lo schermo.
“Sì … domani Chris ed Owen, poi a fine mese Geffen e Kevin, manca qualcuno?”
“Co-cosa Cole? …”
“Che ti prende Jay? Non sei contento per loro?” – domandò perplesso.
“No … no anzi, sto pensando a cosa regalare … devo … devo uscire Colin, ho da sbrigare alcune commissioni.” – disse tradendo una minima agitazione.
“D’accordo … Oggi viene il fisioterapista e poi voglio strapazzare di coccole Isotta. Pranzo con gli altri, tu torni amore?”
“Credo di no, mangio fuori, forse con Shannon …”


L’udienza Oxen era stata rinviata, per un malessere del giudice.
Geffen si trattenne con alcuni colleghi per un caffè, ma dopo avere letto un sms, si precipitò fuori dal tribunale.
§ Sono davanti a quel villino … se hai ancora le chiavi ti aspetto qui, se no dimmi dove possiamo parlare, spero tu ci sia Glam, grazie. Jay §
C’era qualcosa in quella frase, che inquietava Glam: avrebbe voluto richiamarlo, ma preferì recarsi subito all’appuntamento, trasmettendogli un semplice ok.
Quando Jared vide la Ferrari salire lungo la collina sorrise, scendendo dal proprio suv.
Glam parcheggiò dietro alla casa, che aveva poi acquistato per uso foresteria, scendendo velocemente per constatare le condizioni di Jared, che corse nella sua direzione – “Ehi … tutto a posto?”
“Grazie per avere trovato il tempo Glam …” – replicò emozionato, mentre entravano nel living.
“Sei pallido Jared … Avanti siedi, ti preparo un caffè.” – e si tolse giacca e cravatta, gettandole su di una sedia.
“Che eleganza …” – disse con un filo di voce, tirando su dal naso e rannicchiandosi sul divano.
“Mi è saltata un’udienza, diversamente non avrei potuto … non subito almeno, ecco qui, bevilo e spiegami …”
“Tu non ne vuoi?”
“No Jared … è forse per … per l’invito che …”
“Sono felice per voi … sul serio …” – ma due lacrime rigarono il suo viso.
“Non si direbbe …” – rise imbarazzato di rimando Geffen, asciugando quei rivoli con il pollice destro.
“Ho … ho dei problemi con Colin … sto passando un periodo assurdo e sono … sono al limite Glam …” – ribattè, alzandosi per lavare la tazza.
“Non si è ancora rimesso?”
“E’ … è complicato … quelle cazzo di pillole gli fanno rivivere solo cose negative …”
A quel punto Geffen lo raggiunse, fissandolo.
“Quali cose Jay?”
“Cose … fatti del … del passato … quando … quando noi avevamo dei problemi …” – ed iniziò a piangere sul serio.
“Jared ti riferisci ad Haiti?”
“Forse … no, anche circostanze più vecchie, quando beveva o si drogava ed io tentato di salvarlo, ma poi … solo lui riesce a farmi così male …!” – e singhiozzando si piegò, come se stesse per svenire, ma era semplicemente pietrificato dall’angoscia.
Glam lo strinse a sé, cullandolo – “Troveremo una soluzione Jared, te lo prometto.”
“Io … io vorrei soltanto chiudere gli occhi … e risvegliarmi altrove … sai quante volte medito di prendere Isy ed andarmene? E ne ho così paura di questi pensieri … Mi ero ripreso la vita che volevo con Colin, ma poi lui e Justin, mi hanno di nuovo ucciso … e tutto non era servito a niente … a niente Glam …”
L’avvocato gli accarezzava i capelli, mentre Jared affondava nel suo collo – “E’ stata soltanto una notte buia, che supererete insieme, ne sono certo …”
“Sai che … sai che il tramonto ha segnato la mia esistenza?” – e tornò a guardarlo, senza staccarsi, per poi proseguire – “In Marocco … ad Haiti … una similitudine straordinaria e dolorosa …”
“Jared …”
“Se potessi … se potessimo fare … qualcosa … andare a mangiare un gelato o passeggiare …” – aveva il respiro mozzato, tremava – “Forse non ho mai avuto bisogno di te così tanto Glam … mi dispiace … mi dispiace …” – ed indietreggiò lentamente, incerto sulle gambe eccessivamente magre.
Geffen lo sostenne appena in tempo, temendo che svenisse, ma Jared era tanto lucido quanto disperato.
“Andiamo di là …” – gli sussurrò, posando un bacio sui suoi zigomi asciutti.
Jared strizzò le palpebre, come se non credesse a quanto stava accadendo e domandandosi cosa sarebbe davvero successo.
Lo prese in braccio, per poi posarlo con delicatezza sul letto.
Glam andò ad aprire i rubinetti della vasca, nel bagno adiacente alla stanza, dove Jared si guardava intorno, sfiorando con i polpastrelli la seta di una trapunta verde acqua.
Geffen tornò per spogliarlo con cura.
Jared non riusciva a dire nulla: aspettava.
Il passaggio da quel luogo in penombra all’altro, altrettanto confortevole ed accogliente, fu come un soffio, carico del profumo del dopo barba di Glam, che immerse Jared, facendo molta attenzione – “E’ troppo calda …?”
Jared fece segno di no con il capo.
Il suo volto era incorniciato da una barba incolta, i capelli arruffati, i suoi muscoli tesi, ma dorati come il riverbero, contro cui si stagliava il profilo perfetto del cantante dei Mars.
Era incantevole e triste.
Le iridi blu mare, intrise di incertezza verso il futuro.
Lo lavò lentamente, dopo essersi tolto la camicia: il suo petto era ampio e segnato da vecchie cicatrici, che Jared seguì con l’indice sinistro, sorridendo a metà.
“Ti fanno male Glam …?”
“Non come altre cose tesoro …” – e gli baciò una tempia.
Lo raccolse in un telo ampio, tamponandolo con dolcezza: Jared non smetteva di guardarlo.
Alzò le coltri e Jared toccò il materasso, inspirando, come se fosse arrivato a destinazione.
Geffen finì di spogliarsi, tenendosi l’intimo, che dopo essersi seduto, aggrottando la fronte, volò con gli altri abiti sul parquet.
“Glam …”
“Probabilmente questo è un giorno che non cambierà niente, ma se serve a farti stare meglio, sono pronto a viverlo.” – disse, seminando un battito in quella sconfinata distesa di emozioni, che soltanto Jared riusciva a fare scaturire da ogni brandello di lui.
Si allacciarono, come due frammenti di vetro, ricomposti da un incantesimo.
Jared si addormentò quasi subito, lasciando a sé stesso solo il tempo di dirgli – “Grazie …”


§ § §
Ho ritrovato le note di questa canzone di Celentano, che adoro ed alla quale ho rubato il titolo, per esprimere le sensazioni di Jared ;-)
http://www.youtube.com/watch?v=sdRtPxmzDME



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