Jared andó a farsi una doccia, mentre Glam era impegnato a tranquillizzare Pamela, dicendole che erano rimasti nell’alloggio e che al capanno sulla spiaggia c’era stato un semplice incendio dovuto al malfunzionamento della bombola del gas collegata ai fornelli.
Contattó anche il capo dei pompieri, suo vecchio amico, comunicando che qualcuno lo aveva avvisato delle fiamme e l’altro gli chiese se aprire o meno un’indagine, ma Geffen gli suggerí che c’erano problemi piú urgenti ad Haiti.
Si era seduto alla penisola della cucina, davanti ad una tazza di caffè, pensieroso su come agire nei confronti di Dimitri.
Jared tornó, avvolto dai fianchi in giú da un grande asciugamano bianco e l’aria stanca.
Cinse da dietro Glam, all’altezza del petto, appoggiando la testa alla sua spalla.
“Ehi mascalzone…” – disse lui sorridendo, ma sentí che Jared stava tremando, per cui si alzó voltandosi per abbracciarlo.
“Strizza a scoppio ritardato, Jay…?” – provó ad ironizzare, ma l’altro era sconvolto.
“Potevo… potevo non vedere nascere mia figlia…” – i suoi zaffiri erano gonfi di lacrime, che Geffen provó ad asciugare con i pollici, mentre precipitavano lungo le guance pallide di Jared.
“Ma non è successo, guarda alla realtá ed andiamo avanti piccolo…”
“Colin… non mi perdonerá questa volta…tu, tu almeno lo hai perdonato, Glam?”
A quel quesito l’avvocato sospiró, per poi sorridere rassicurante – “Certo…e sono… sono felice che tu lo abbia fatto dal profondo e non solo per la vostra famiglia.”
“Sei il padre che avrei voluto…” – e posando il capo sotto al suo collo, inizió a singhiozzare.
“Te lo ripeto Jay… saró tutto ció che vuoi, pur di vederti felice, ma…”
“Mi manchi Glam…” – deglutí, tornando a fissarlo.
“Anche tu mi manchi… non sai quanto, ma… questa volta Jared dovrai davvero aiutarmi ad essere integro sia verso di te, ma soprattutto verso Kevin … Tu sai, tu lo sai quanto siete importanti per me.” – respiró forte – “Ringrazio Dio ogni giorno per avervi mandato nella mia vita e sai, forse la soluzione sarebbe proprio stata che foste stati i miei figli…” – rise piano.
“Saremmo stati i bambini piú felici del mondo e poi Kevin è un secondo fratello per me Glam…”
“Grazie per la fiducia, non sono stato un padre eccezionale con i miei primi ragazzi…”
“Ma sei cambiato…”
“Sí, hai ragione… Ehi guardami, hai la febbre Jared.”
“Un po’… Mi gira la testa, mi aiuti?”
“Certo, andiamo a stenderci, dormiamo ancora un po’, prendi qualcosa per la temperatura e bevi il succo che ti ho lasciato sul comodino, ok?”
“Ok Glam… Grazie.”
“A bordo. Andiamo.” – sorrise, prendendolo in braccio.
Si addormentarono dopo pochi istanti, sfiniti da tutto quello stress.
Xavier ciondolava in veranda, aspettando che Carmela portasse il caffè al grande vecchio, come lo definiva appena Meliti spuntava all’orizzonte.
Le diceva cose sconce e lei arrossiva, sparendo poi in qualche corridoio.
“Ma te la scopi, nonnino?”
Antonio sbuffó, scrollando le spalle – “Primo non sono tuo nonno, mi impiccherei al contrario. Secondo le mie abitudini sessuali non ti riguardano!” – ringhió.
“No perché sai… la mia mummia prendeva un sacco di viagra per accontentarmi, gli ho fregato un paio di flaconi e se vuoi approfittare…”
“Guarda, ti rispedirei volentieri da Suart, se non avessi fatto una promessa a Rice!”
“Owen… il mio honey!” – sospiró sognante.
“Oddio… se ti sentisse Shan, guarda che quello ti fa a pezzi.” – lo minacció ridacchiando.
“Ah quello… sí sará una forza della natura a letto, del resto trasuda sesso da ogni millimetro di pelle, me lo farei pure io…”
“Io no, grazie.” – esclamó il Leto maggiore, arrivato in quel momento, senza che Xavier se ne rendesse conto.
“Ciao caro, benvenuto, notizie di Jared?”
“Ciao Antonio, tutto bene sull’isola e qui?”
“Mmmm sinceramente ci sono molti parassiti in questo periodo.” – sibiló, puntando il ragazzo, che si alzó togliendosi la t-shirt per poi tuffarsi in piscina, schizzando i due, che rimasero ad imprecare, davanti ad un drink fresco ed invitante.
Colin stava ripetendo la parte a Jude, che era distratto dal proprio cellulare.
“Uk buddy, mi sembri Jared!”
“Uhm scusa…stavo aspettando un sms di Rob, dovrebbe tornare in serata e non vedo l’ora…” - disse raggiante.
“Fantastico, che dici usciamo a cena? O vuoi rimanere solo con lui?” – e fece una faccia maliziosa.
“A cena posso anche condividerlo con te e magari Shan, con Owen …”
“Ed io reggo il moccolo!”
“Se vuoi facciamo venire anche Xavier ahahhah”
“No, per caritá, mi fa venire l’orticaria da come me lo descrive Antonio…”
“È un ragazzo bellissimo, ha talento, eppure è odioso… Forse la colpa è di quello Stuart…”
“Faccio venire Claudine, è rimasta sola, la mamma e Catherine sono giá tornate a Dublino, che ne pensi?”
“Perfetto, lo sai che adoriamo tua sorella.”
“Sí, perché non è la vostra assistente, a me stressa 24 ore su 24…”
“Ehm… ciao Claudine…” – disse Law, con un sorriso a 32 denti.
Farrell si giró di scatto – “Ops…Ciao stellina…” – e gli arrivó una scarpa dritta sui denti.
Rice andó a prendere Lula e Josh a scuola, per poi portarli alla End House, dove avrebbero ritrovato i cuginetti.
Ricevette il messaggio di Jude, che lo invitava nel locale, che aveva scelto Colin, dopo avere avuto giá avuto una prima conferma da Shannon.
Downey sarebbe atterrato verso le cinque di quel pomeriggio assolato, dove, chi poteva cercava refrigerio con un bagno nell’oceano.
Xavier lo stava sbirciando da alcune griglie decorative, inserite nel muro di cinta di villa Meliti, spazientito per quella clausura.
Trovó un varco nella parte occupata dalla fitta siepe e si ripromise di evadere la notte stessa, specialmente perché aveva sentito di quell’appuntamento al Villa´s, un ottimo ristorante, dove avrebbe scroccato un pasto raffinato a Farrell, che di certo non gli avrebbe negato un piatto di fettuccine con ragú di agnello, per le quali andava pazzo.
Tornó nel suo laboratorio temporaneo, salutando Meliti con una boccaccia e ricevendo a riscontro un bel dito medio alzato.
Jared stava di certo sognando di Colin.
Facevano l’amore e Geffen fu svegliato dal suo respiro affannono.
Sorrideva a tratti, era incantevole e sensuale.
Glam provó un lieve disagio, come se stesse spiandoli, come avvenne nella residenza di Antonio.
Il cantante dei Mars era a pancia in giú, posizione nella quale dormiva spesso.
Chiamava il nome del suo uomo, tra un gemito ed un’amorevole contrazione sia del volto che dei fianchi.
Stritoló quasi il lenzuolo con le dita sudate, cosí come la fronte, rivivendo un orgasmo intenso e vivido.
Nonostante quell’agitarsi, non si destó minimamente.
Glam andó ad ordinare la cena, vista l’ora e l’appetito, che di sicuro avrebbe avuto anche Jared, che gli apparve nuovamente sereno.
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