Capitolo n. 158 – gold
Il gel da barba si trasformava in morbida schiuma, facendo ridere Lula – “Anch’io papá! Anch’io!!”
Geffen lo squadró ridendo – “Ok, vieni qui…” – e lo fece salire sul mobile del bagno, davanti a lui, distribuendone una piccola quantitá anche sul suo viso sorridente.
Glam aveva preso uno di quei finti rasoi in plastica a Pamela, usati per rimuovere la crema depilatoria.
Lula simulava i gesti del padre, con grande soddisfazione.
“Sono un uomo anch’io! Violet non potrá resistermi, vero papa Kevin?”
Lui, appena arrivato, aveva cinto da dietro il suo uomo, ridendo per le battute e le espressioni buffe del loro bambino.
Diede un bacio alla scapola sinistra di Glam, tradendo una certa commozione ansiosa.
“Ok Lula, vai a vestirti che andiamo a pattinare, ok?”
“Ok papá Glam, vadooo!” – e sparí.
Glam finí di rasarsi, mentre Kevin non si era mosso.
Si fissavano dolcemente.
Glam si voltó, cingendolo per la vita – “Allora che succede Kevin?” – chiese, per poi baciarlo.
“Non… io non voglio piú perdere tutto questo daddy…”
“E non succederá, te lo prometto.”
Kevin annuí, distaccandosi piano da lui.
“Lo so che non è facile credermi…” – aggiunse Geffen turbato.
Il giovane si bloccó all’altezza dello stipite.
“Glam non volevo rovinarti la giornata rivangando certe cose, scusami.”
Geffen lo raggiunse, chiudendo la porta a chiave e spostandolo deciso contro alla parete – “Tu chiedi scusa a me Kevin?! Non esiste! Sono io che dovrei letteralmente implorare il tuo perdono ad ogni passo che fai, per ogni minuto che mi concedi, in ogni singolo tuo respiro… tesoro…” – e lo bació, togliendo ad entrambi quel poco che li ricopriva, amandolo su quel pavimento, con totale tenerezza.
Shannon stava seduto in poltrona, davanti al divano, dove si erano accomodati Jared, Colin, Robert e Jude.
Sembrava una commissione di esame, mentre lui riferiva quanto accaduto con Owen, ovviamente furioso per averlo sorpreso con quel Xavier.
“Eccolo, guardate è questo qui!” – e passó loro il tablet, che Tomo gli aveva lasciato.
I quattro controllarono la scheda pubblicata on line sull’artista di Boston.
Jude sbuffó – “Ma io lo conosco… Rob ti ricordi di quel Stuart, che voleva produrre qualche episodio di Holmes?”
“No Judsie… Me lo sono perso.”
“Sí insomma è il suo ragazzo o meglio è un suo protetto, anche perché credo ci siano quaranta anni di differenza.”
“Cavoli…” – sussurró Jared, andando poi a consolare il fratello, con uno dei loro famosi abbracci – “Ehi, ma se erano lí insieme, forse solo come amici, mica li hai visti baciarsi o altro…?”
“Da come parlava quello stronzetto non si sono limitati alla semplice conoscenza Jay.”
“Io Owen lo conosco poco Shan, ma se vuoi posso parlargli…” – intervenne timidamente Colin.
“Ti ringrazio, ma me la caveró da solo… forse è il suo modo di farmela pagare perché l’ho fatto soffrire…”
“Allora poteva evitare di tornare con te!” – sbottó Jared.
“Ok gente, grazie per il sostegno, è tardi, vado a prendere le mie cose a Los Feliz e poi torno qui, se mi date un angolo dove dormire Jared…”
“Certo Shan! Ma non devi mica chiederlo accidenti!”
Rice stava sorseggiando il terzo cognac, scrutando l’entrata principale, sperando di vedersi materializzare Shannon.
Fu esaudito finalmente.
Versó velocemente quanto rimasto nel bicchiere, per poi andarsi a sciacquare con del collutorio, per non puzzare di alcol, cosa che infastidiva parecchio il compagno.
Masticó nervoso qualche arachide salata, mettendosi al notebook, fingendo di sbrigare del lavoro, come spesso accadeva.
Shan attraversó la stanza, senza neppure salutarlo.
Aveva un borsone sospetto ed Owen lo seguí nella loro camera dopo pochi secondi.
“Tesoro… dammi la possibilitá di spiegare…”
“Vai a fare in culo Owen e se hai giá provveduto con quella puttanella di Boston, tanto meglio per te, hai buon gusto, ma lo sapevo del resto!” – replicó, senza degnarlo di uno sguardo, mentre prendeva un po’ di biancheria a casaccio dal cassettone antico.
“Non è successo niente con Xavier. Proprio NIENTE!”
“Ok, allora di quale scopata stavi parlando con lui?”
“È successo tempo fa… quando… quando mi hai lasciato per tornare con Tomo…”
“Molto recente direi…”
“Va bene, ma per come mi avevi trattato… ero disperato… Lui è venuto alla galleria, ci conoscevamo solo di vista… è stato un momento di follia…”
“Spiegami allora cosa sta succedendo adesso!!?”
Rice si strofinó la faccia arrossata, poi tentó di giustificarsi – “Ha un uomo che lo tormenta. L’ha lasciato, ma non è semplice… Mi ha chiesto aiuto ed ospitalitá, cosí abbiamo organizzato una sua personale alla galleria e l’ho sistemato in un resort…”
Shan, grazie a Meliti, sapeva che era vero, ma non gli bastava.
“Quel Xavier ti parla come se fossi tu il suo mecenate adesso, è arrogante HONEY! E poi hai visto come si è comportato con me!”
“È il suo carattere…Lui credeva di usarmi anche come sostituto di Stuart nel suo letto, per questo abbiamo discusso in quel modo al telefono e poi ha la sfrontatezza della sua giovinezza, pensa che tutto gli sia dovuto perché è bello, intelligente e cosí via…Ma io l’ho respinto.” – disse mestamente.
“E per essere credibile te lo portavi in giro in barca?”
“Shan non l’ho neppure sfiorato… è piombato sulla Deep Water, per caso…”
Shan si avvicinó, spostando il bavero della camicia di Owen, passando un dito al lato destro del suo collo, scoprendo un evidente segno.
“Peccato che i correttori non siano no transfer. Sai, c’è qualcosa di buffo in questo preciso attimo.”
Senza aggiungere altro se ne andó.
Jared ricevette un sms.
“Che succede amore?” – gli domandó Colin, vedendolo perplesso.
“È Shan… non torna qui. Vuole stare da solo.”
Farrell sbuffó – “Per me sta andando da Tomo.”
La sua intuizione era esatta.
Il croato gli aprí con aria stranita – “Ehi…cosa ci fai qui?” – disse sorridendo.
“Puoi… potresti tenermi qui con te? Dormo nella camera degli ospiti o con Josh, lo dico… lo dico io a Chris, se mi dai il telefono lo chiamo e gli spiego la situazione.”
“Nostro figlio è alla End House, Chris sta giá dormendo, l’ho appena salutato via web cam… dai entra.”
“Grazie Tomo.”
“Sei venuto in moto con questa pioggia?”
“Non me ne sono neppure accorto…Sono frastornato e deluso.” – mormoró depresso.
“Fatti una doccia e riposati, ci vediamo a colazione, ma se vuoi parlare mi trovi in mansarda, devo finire una scultura per la fondazione Geffen: faremo un concerto ed una raccolta fondi, non te l’ha detto Jared?”
“Ne avevamo parlato tempo fa…Ok, adesso vado.”
“Mi dispiace Shan.”
Guardava il soffitto a cassettoni, ricordando che lo avevano scelto, lui e Tomo, dopo una breve vacanza in Toscana, dove trascorsero giorni fantastici in uno splendido casale.
Shan non riusciva proprio a dormire, quindi cercó l’ex per fare due chiacchiere.
Tomo era crollato sul tavolo del suo studio.
Shan gli spostó i capelli dal viso e lui si sveglió con un sussulto – “Shan!”
“Sí sono io… sono solo io…”
“Insonnia d’amore?” – ridacchió in modo simpatico.
“Stupiditá da cane bastonato… Owen non si merita niente.”
Tomo respiró intensamente – “In compenso Chris non si merita che io faccia qualche cazzata, stanotte, con te…”
“Tu, peró vorresti… farla?” – domandó, stringendogli delicatamente un polso.
“Ed a cosa servirebbe Shan? A farmi sprofondare nei sensi di colpa, un’altra volta ed umiliare Chris, che mi dimostra devozione ogni giorno, non credi?”
“La devozione che io non ti ho dimostrato, invece…” – e lo lasció, mordendosi le nocche e serrando le palpebre – “Sono davvero un imbecille Tomo. Tolgo il disturbo, non volermene per questa sera…”
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