giovedì 5 maggio 2011

ARACNIA - TAVOLA N. 3

Aracnia – tavola n. 3



Spock stava massaggiando i muscoli dorsali indolenziti del suo capitano.
Kirk stava con il volto sprofondato tra le braccia incrociate, sopra al grande cuscino del suo letto, dove il primo ufficiale si era sistemato dal loro arrivo.
“Sei molto teso Jim…”
“Tu no? Sono preoccupato per Colin…Quel Gresir mi ha assicurato che non gli accadrá nulla di male, ma non mi fido e se mi stesse ascoltando poco importa.” – disse risoluto.
“Probabilmente è cosí, ma credo che il consigliere appoggiasse il principe Semir.”
“Un altro sortilegio, affascinante certo, ma come poteva il prescelto volere trascorrere con lui il resto della sua vita?”
“Affascinante eh?” – e gli diede un pizzicotto.
Kirk rise – “Fai attenzione, l’ultima volta sono svenuto, la tua morsa vulcaniana funziona benissimo…”
Spock posó un bacio sulla sua nuca e Kirk si voltó, per accoglierlo meglio – “Facciamo l’amore?” – domandó, percorrendo il profilo dell’orecchio destro dell’altro; Spock annuí, tornando a baciarlo dolcemente.

Colin si ritrovó con addosso una vestaglia pesante, in broccato di seta blu, identica a quella che rivestiva la figura sinuosa e tonica del prescelto.
In un chiarore artificiale purpureo, erano inginocchiati al centro del materasso, presi a scrutarsi, in silenzio, ma per poco.
“Avevi fatto una promessa Colin…”
“Vero. Prima tu, peró… e sai il motivo.” – sorrise.
Il principe si aprí quella veste preziosa, facendola scivolare lungo il suo busto scolpito ed etereo.
Farrell respiró intensamente, nel constatare ció che immaginava – “Siamo… uguali.” – e si spoglío a propria volta, con un gesto quasi sensuale.
Il sovrano si mise seduto, portandosi i palmi sul viso, entusiasta – “Meraviglioso!” – esclamó felice.
Trascorsi pochi secondi, si strofinó la faccia – “Ma… non so cosa cambi Colin…per te intendo…”
Anche Farrell si rilassó – “Sei una creatura bellissima, ma…io non sono mai stato con un uomo.”
“Lo so… ti piacciono solo le… come si chiamano? Femmine?”
“Diciamo donne…”
“Mai vista una.” – mormoró il prescelto.
“Io ne ho una collezione di immagini sul mio…”
“Eccolo!”
“…Visore personale. Appunto.” – ridacchió, mentre il sovrano glielo passava.
Si allungarono a pancia in giú, attivandolo – “Dunque Kim… posso chiamarti cosí? Per praticitá.”
“Certo…ne hai anche come siamo noi?”
“Cioè?”
“Nude!” – e rise complice.
“Una sola… forse due…ecco qui…Lei si chiama Dora e questa…mi sembra Silvy…La prima è terrestre, l’altra del pianeta Oniris quarto, lo conosci?”
“No Colin...”
“Come ti sembrano?”
“Credo siano…come dice Spock? Interessanti.” – sorrise
poco convinto.
Farrell spense il visore, gettandolo in un angolo.
“Kim io comprendo che…”
“Non ho conosciuto neppure mia madre…sono circondato da uomini da quando sono al mondo oppure da aracnidi, anche rarissimi…Sono loro i miei fratelli, piú di Kian, che non mi sopporta…” – e con un gesto rapido illuminó un rettilario gigantesco, che occupava tre pareti, oltre i vetri temprati.
“Dio…io sono aracnofobico Kim.”
Il principe si alzó, avvicinandosi al cristallo.
Decine di ragni accorsero, ricoprendo la lastra, come a salutarlo – “Eccovi qui, i miei cuccioli…Parlo con loro, interagiamo da sempre…Sono dotati di un’intelligenza superiore, hanno una forza incredibile ed io ho nel sangue il loro dna, che si interseca nel mio alla perfezione. Ora, questo processo si è interrotto e la mutazione sta regredendo… sto giá meglio, da quando ti ho… ti ho scelto Colin.”
Farrell si coprí con un lenzuolo, raggiungendolo – “Kim ne sono lusingato, ma…”
“Ma… non sei innamorato di me, come io lo sono di te… giusto?” – abbozzó un sorriso dispiaciuto.
“Sono confuso Kim.”
“Lo posso capire, infatti mi hai baciato, ma perché lo hai fatto Colin…?” – chiese esitante.
“Perché… perché eri una visione pazzesca…tu mi piaci, mi hai … sconvolto, incuriosito, ti voglio… ti voglio bene Kim…”
“Te ne voglio anch’io…” – scoppió a piangere, stringendosi a lui.
“Kim ora cosa dovrebbe succedere? Spock mi ha parlato di una leggenda…”
Il prescelto si distaccó dolorosamente dal tenente, andandosi a sedere su di una chaise long in pelle scura.
“Se io… se io ti dicessi il mio nome, saresti costretto a rimanere qui su Aracnia, anche contro la tua volontá.”
“Tuo… prigioniero?”
“Una specie… ma sarebbe cosí egoistico ed io non voglio agire in questo modo meschino, perché… perché io ti amo Colin…Per questo ti ho scelto.”
Farrell andó ai suoi piedi, raccogliendo le sue dita gelide e tremanti tra le proprie.
“Kim… diamoci un po’ di tempo…”
“Non devi imparare ad amarmi Colin… non funziona cosí… Forse non accadrebbe mai, nonostante la tua generositá e l’apertura mentale che ti appartiene…”
“Ora cosa cambia nella tua esistenza?”
“Non saró imperatore… sai cosa mi importa…E non diventeró come Kolos.”
“Nient’altro Kim?”
Il principe si sollevó, avvolgendosi in un telo di velluto nero – “Nient’altro Colin. Non temere.” – accennó un sorriso, scomparendo nel nulla.

“Ho fallito Killian.”
Gresir dava le spalle al silente, appoggiato alla balaustra del balcone affacciato sui giardini pensili del palazzo reale.
Il panorama era infuocato da migliaia di luci, soffiava un vento caldo, l’atmosfera carica di profumi, nella primavera del pianeta.
“Mi dispiace Gresir… posso aiutarti?” – chiese intimidito anche dallo sconforto del consigliere, nonostante apparisse cosí innocuo e sconfitto quella notte.
“Sai fare miracoli, Killian? Questi terrestri pare ci credano…”
“Li hai studiati a fondo…”
“Se il principe ne ha scelto uno, devo farlo, ma…Sento che questa cosa non avrá un buon esito.”
“Per questo sei… triste?”
“La mia esistenza non è servita a niente, ora vivró solo per…”
“Per cosa Gresir?”
“Aspettare di morire.” – si voltó, su quell’amara conclusione.
“Ti lascio solo, sono di troppo.” – mormoró affranto.
Gresir lo afferró per un polso, attirandolo a sé, con uno sguardo all’apparenza feroce.
Killian tremó, sentendo la presa venire meno e le braccia del mentore avvolgerlo con tenerezza, la stessa con cui lo bació, profondamente.
Scivoló dalla bocca al collo del giovane silente, per poi risalire a guardarlo – “Sei tutto ció che amo Killian… vivró per vederti crescere insieme a me…Avró meno paura di lasciare questi luoghi, che ormai detesto, se non fosse per la tua presenza.”
“Gresir…” – sussurró stupito, per poi baciarlo di nuovo, con impeto e gioia puri.

Kian indossó una livrea tessuta con fili d’oro purissimo.
Matias lo ammirava, orgoglioso del suo protetto, pronto dalla nascita a succedere all’eventuale abdicazione del fratello maggiore.
“Sai Matias, credevo di non vedere piú questo giorno.”
“Ormai è fatta e il prescelto non potrá revocare la propria decisione.”
“Il terrestre, quel… Colin, ha accettato di unirsi a lui?” – domandó emozionato.
“Questo non è ancora noto.” – disse distrattamente, nascondendosi peró allo sguardo del giovane, per celare la sua fronte aggrottata ed un respiro mozzato.
Kian si denudó, sorridente, immergendosi in una grande vasca fumante, invitando il suo maestro – “Vieni Matias, celebriamo questo momento.”
“Con piacere mio piccolo tesoro adorato.”
Voló sul suo petto glabro – “Possiedimi Matias…voglio appartenerti per l’eternitá…”
“Ed io non chiedo di meglio Kian.” – e lo bació con ardore, consumandolo di attenzioni.

Gresir consegnó i plichi dell’accordo, che il prescelto firmó, come ultimo gesto del suo operato di principe ereditario.
Kirk li ritiró, ringraziandolo.
Alle sue spalle Spock e Farrell fecero altrettanto.
“Bene… è tempo di andare, spero di rivedervi presto consigliere Gresir.”
“Tornate quando volete, Aracnia è anche casa vostra, da oggi. L’alleanza è stata sancita e nulla potrá infrangerla.”
Kirk sospiró – “Sua maestá… sta riposando? Volevamo salutarlo.”
“Lui… lui vi porterá nel suo cuore, fino alla fine dei suoi giorni.” – disse spostando lo sguardo su Colin, che ebbe un tremito.
Gresir scomparí, trasferendoli con il suo potere direttamente sull’Enterprise.
“Accidenti… che esperienza. Colin tu stai bene?”
“Sí Jim… scusatemi, ma voglio stare da solo adesso, ne ho davvero bisogno.”
Spock gli posó una mano sulla spalla – “Tenente…se volete parlarne con me… con noi…”
Colin sorrise, liberando una lacrima luminescente – “Apprezzo la vostra gentilezza, ma è come se avessi derubato di qualcosa Kim… anche se non sapró mai il suo vero nome.” – ed uscí.

Qualunque fosse il suo nome, adesso il dolce principe stava accoccolato sul petto del suo amico Semir, tornato velocemente ad Aracnia.
Erano in riva ad un piccolo lago – “L’acqua ha il colore dei tuoi occhi Kim…”
“Sí… ma tu stai facendo fuggire tutti i pesci, con quelle zampe a mollo…”
Risero.
Semir non riusciva a mutarsi in umano quel pomeriggio – “Ho combattuto per ore, con un centinaio di Renir davvero arrabbiati… Sono troppo stanco, ti dispiace se rimango cosí?”
“Figurati. A me non fai alcuna impressione… Solo che adesso ho perso tutti i miei poteri, ma ormai non servono…” – disse assorto.
“Quanto… quanto manca?”
“Una settimana… E non l’ho detto a Colin.”
“Vedo che la telepatia non è venuta meno Kim.”
“Quella è rimasta.”
“Se avesse saputo che saresti morto, forse sarebbe rimasto, non pensi?”
“Averlo per pietá? No grazie. Ho un ego immenso, sai Semir?”
“Me ne ricordavo…”
“E quello cos’è? Dio non piangere Semir!”
“Dio…?”
“Lo diceva Colin…Lui crede in Dio…”
“Forse potrebbe salvarti, questo suo Dio…”
“Non ne ho idea Semir, ma ho chiesto a Gresir di non fare sapere nulla a Colin, me lo ha promesso…Gli dirá che sono andato in guerra. Se mai mi cercherá, ma ne dubito.”

Farrell stava imprecando contro i suoi subalterni, per una banalitá.
Kirk e Spock scesero in sala macchine, per parlargli con urgenza.
“Colin calmati, ma cosa ti prende?!” – domandó il capitano, stupito per quella sua reazione inconsueta.
“Cinque giorni di test buttati via!! Sono circondato da incapaci, ecco cosa mi prende!!” – urló fuori controllo.
“Adesso dobbiamo parlare, il signor Spock ha un… aggiornamento sulla nostra ultima missione.”
Li seguí in silenzio.
Una volta accomodatisi nell’alloggio di Kirk, il primo ufficiale vulcaniano prese la parola.
“Ho ricevuto un messaggio criptato da Aracnia. Si tratta… si tratta del principe.”
Colin scattó in piedi – “Gli è successo qualcosa?” – domandó ansioso.
“Vi avevo parlato di una leggenda… Ora ho tutti i dati a disposizione e c’è una cosa che deve sapere tenente.”

I propulsori dell’Enterprise arrivarono quasi a fondersi, per raggiungere in sole ventiquattrore Aracnia.
Sbarcarono motivando il loro ritorno per una consegna di regalie da parte della Confederazione astrale.
Matias andó ad accoglierli.
“Consigliere posso fare visita al principe?”
“Tenente Farrell non è possibile: Kian si sta allenando e…”
“Ma non lui! Suo fratello… la supplico…”
“Da quella parte… in fondo al corridoio.”
“Grazie!” – e si mise a correre.
Kirk e Spock rimasero con il consigliere, riciclando dei doni ricevuti dopo diverse imprese precedenti.
Ressero il gioco a Colin, dopo avere saputo la veritá su Kim.

Gresir stava lasciando la stanza del suo protetto.
Aveva un’aria stanca ed affranta.
Quando scorse Farrell, le sue iridi turchesi si illuminarono – “Ma allora…”
“Gresir…è ancora vivo…la prego…”
“Per poche delle vostre ore…Domani sará la sua ultima alba…”
“Ma non è possibile…Posso vederlo?”
“Prego, gli fará piacere.”

Kim era disteso tra petali di fiori simili a quelli tropicali terrestri e stoffe preziose, immerso nella penombra di una camera circolare.
Semir, seduto su di un grande trono ormai in disuso, lo sorvegliava.
Colin si bloccó nel vederlo: non era semplice trovarsi davanti quell’alieno.
“Ciao Semir…”
“Il terrestre… incredibile, ma io ti posso capire.”
“Lo so.” – replicó, senza staccare lo sguardo da Kim, che gemeva tra mille sofferenze.
“Ha iniziato a stare male solo ieri, la vita lo sta abbandonando, ma io non lo lasceró, fino all’ultimo dei suoi respiri… Lo amo, anche se da un mostro come me sembra inconcepibile ed inaccettabile.”
“Sbagli Semir. É impossibile non amarlo”
“Vi lascio soli. Sono qui fuori, chiamami se…”
“Lo faró.”

Colin si precipitó da Kim, sollevandolo per le braccia, dopo essersi tolto la giacca della divisa.
“Amore sono qui apri gli occhi… accidenti Kim svegliati!!”
Lo scrolló, ma sembrava tutto inutile.
A quel punto si denudó, infilandosi sotto al lenzuolo, tra le sue gambe, baciandolo con vigore.
Kim aprí lentamente le palpebre tremolanti – “Colin…”
“Amore… amore sono qui con te…guardami…” – stava piangendo disperato.
“Sei… sei venuto a dirmi addio…”
“Ti amo…ti amo Kim…credimi!”
“Il mio nome… il mio nome non è Kim…è Jared.”
Improvvisamente ció che li circondava svaní.
Si ritrovarono su di un prato verdissimo, sopra ad una collina sconosciuta a Jared, ma non a Colin.
“Tesoro, come hai… come hai fatto? Questa è la mia patria… l’Irlanda…Non è possibile, siamo ad anni luce dalla Terra…”
Jared si rannicchió sul suo petto – “Siamo… senza vestiti, ad anni luce da Aracnia…” – e rise.
Colin lo fissó – “Ma tu… tu stai bene…”
“Mai stato meglio…guarda Colin, c’è una casa, proviamo a vedere se ci prestano qualcosa per coprirci…”
“Una casa Jared?”
Farrell si alzó, sbigottito – “Non… non è possibile Jared, quella é…”
“L’abitazione di Claudine.”
“Dovrebbero esserci solo macerie, nessuno l’ha ricostruita dopo che…”
“Peró oggi è prima di quel maledetto giorno Colin…Eccola, sta giocando con il vostro cane.”
“Tobias…” – mormoró Colin.
“Portiamoli via di qui, presto.” – e sorrise, prendendolo per una mano, per correre da lei.
Farrell si fermó dietro alla staccionata, trattenendo Jared – “Tesoro…questa é… un’allucinazione, vero?”
“No Colin. È merito suo…” – ed aprí un varco, per mostrargli Gresir, concentrato su quell’operazione di salvataggio estremo – “È l’ultimo atto della sua potentissima mente, dopo sará mortale…”
“Lo sta facendo per te Jared…” – disse sorridendo.
“Per noi. Solo per noi.”
Farrell riprese a camminare, ma fu Jared questa volta a bloccarlo – “Ehi, prendi anche tu una di queste!” – esclamó sfilando due tovaglie dal filo dove erano stese ad asciugare.
“Grazie Jared… non era il massimo presentarti a mia sorella in queste condizioni!”
“Magari le piacevo!”
“Tu piaci a me! Ti amo Jared…ti amo da morire. Adesso torniamo a casa, dobbiamo scoprire insieme molte cose.” – e lo bació, facendolo roteare nel sole.

THE END







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