Aracnia – Tavola n. 2
Il consigliere Matias stava spazzolando i capelli del principe Kian, secondogenito dell’imperatore Kolos.
Il giovane stava seduto tra le sue gambe, su di un giaciglio sobrio, all’interno dei suoi appartamenti privati.
Arricció il naso, in una smorfia di fastidio.
“Scusami Kian.” – disse dolcemente Matias, baciandogli la nuca, mentre raccoglieva le ciocche in un nastro elastico di colore nero.
Kian indossava solo dei comodi pantaloni in seta, come il suo mentore e maestro d’armi.
Matias prese poi dell’olio, spargendolo sul busto del giovane, che si appoggió del tutto a lui – “Possiamo restare qui? Non sopporto queste cene…”
Matias sorrise, lisciandosi la barba.
“Lo sai che non possiamo.”
Kian si giró di scatto e con lo stesso impeto atterró l’uomo sotto di sé, bloccandolo.
Ci salí sopra a cavalcioni ridendo – “E se ti trattenessi con un’abile strategia?”
“Quale esattamente Kian?” – chiese sospirando.
“Questa…” – e si abbassó per baciarlo.
Matias infiló i palmi caldi sotto all’elastico dell’indumento del giovane, facendolo scivolare appena sotto ai glutei sodi e proporzionati, assaporandone la morbidezza della pelle, mentre la sua lingua faceva altrettanto con quella di Kian.
Gresir fece un gesto veloce con il braccio, chiudendo la visione sulla scena del suo antagonista, che stava osservando da diversi minuti.
Apriva spesso questi varchi spazio-tempo, spiando chi gli interessava.
Killian si era addormentato, stremato dalle sue attenzioni poco ortodosse.
Aveva creato, clonandoli, altri cinque esemplari del suo mignone, ma il silente originale era stato marchiato da lui personalmente a fuoco, con il simbolo della sua casta famigliare, un cerchio con all’interno una croce, in ben tre punti.
Su entrambi i lati dell’inguine e dietro il lobo sinistro.
Una proceduta dolorosissima, che a Killian costó quasi la vita, per la febbre virale provocata da un’imprevista infezione.
Il suo sangue era debole, come il suo carattere, secondo Gresir, che lo rimproveró durante tutto il periodo di malattia.
Il prescelto gli portó un minimo di conforto, disgustato dai modi del suo “crudele custode”, suscitandone l’ilaritá.
“Sei come Killian, un debole, cosí tuo fratello, volgare e promiscuo, in quel suo amoreggiare con il vecchio Matias: patetici!”
Matias di anni ne aveva trecentocinquanta, era un saggio rispettato ed innamorato del suo piccolo Kian, che aveva sessant’anni.
Gresir si mise seduto sul bordo, accarezzando una spalla a Killian, che si destó lentamente.
“Devo… devo lasciarti solo?” – chiese intimorito.
“No. Spostati, voglio dormire, ma tu puoi rimanere.”
“Grazie Gresir.”
“E per cosa?!” – sbottó.
Killian nascose gli occhi lucidi nel cuscino, ridandogli le spalle – “Niente. Proprio niente.” – disse mestamente, per poi riprendere sonno.
La cena era ad un’ora piuttosto tarda.
Colin si preparó con cura, ma si ritrovó nella camera del principe, mentre si stava specchiando.
Rise – “Ma tu fai sempre questi giochetti, sire?”
Lui ciondolava dal solito trespolo, con addosso una tuta aderente nera, che gli lasciava scoperta parte della schiena e quasi l’intero petto.
“Ciao Colin.” – sorrise, scendendo piano questa volta ed avvicinandosi con calma.
“Ciao… angelo senza nome.” – ribatté pacato, ammirando la sua bellezza.
I capelli neri, che incorniciavano il suo viso perfetto, avevano un profumo particolare.
“Devo conciarmi anch’io cosí per combattere?” – domandó con un sorriso incantevole.
“Non necessariamente Colin. Basterá toglierti questa uniforme, poi… cos’hai sotto?”
“Una maglietta.”
“Toglila, faremo prima.” – disse serio, sbirciando.
“Cosa … cosa stai cercando di fare? Vuoi vedere il mio corpo?”
Il principe fece un passo indietro, voltandosi per celare uno strano rossore sulle gote asciutte.
“Scusami.” – mormoró, tornando a guardarlo, ma inginocchiandosi – “Ti ho offeso Colin. Scusami.” – e prendendolo per il polso, gli bació la mano destra.
“Dio alzati…” – disse Farrell stupito.
“Dio…? Chi è Dio?”
“Un’entitá superiore al genere umano, in cui alcuni credono, altri no.”
“E tu credi Colin?”
“Sí. Lo invoco, adesso… per un po’ sono stato arrabbiato con lui, per avermi portato via Claudine, ma ho trovato maggiore conforto nel cercare la sua comprensione, attraverso le mie preghiere, nel ricordo di lei.”
Il principe si rialzó, sorridendo – “Tu dici cose bellissime…”
“Anche tu… dopo se vuoi…”
“Cosa?!” – chiese trepidante.
“Ti mostreró il mio corpo… ma prima…”
“Sí Colin?”
“Prima lo farai tu, cosí non mi replichi ahhhah…anzi, mi imiti!”
“D’accordo! Chissá se siamo uguali.”
Farrell rimase interdetto – “Sul serio non lo sai? Con i tuoi poteri…”
“Ti assicuro che non lo so Colin.”
“Ti credo… andiamo?”
“Sí, ma io devo entrare con Gresir… a dopo.”
Colin si ritrovó di nuovo davanti al suo specchio, ma alle sue spalle Kirk e Spock stavano aspettando che si muovesse, visto il ritardo.
“Mangeremo cibo orrendo.” – bofonchió Spock.
Il capitano gli sfioró la gamba sinistra, seduto in mezzo a lui ed a Colin, che notó il gesto complice.
“Smettila adesso… Dobbiamo assecondarli, guarda il tenente Farrell, combatterá addirittura.”
“Ne vado fiero Jim.” – si intromise lui, senza smettere di fissare l’ingresso, dal quale apparvero per primi Kian e Matias, seguiti dopo alcuni minuti da Gresir ed infine il prescelto, accolto da un boato di acclamazione.
I silenti autorizzati ad assistere e poi gozzovigliare erano un centinaio.
I componenti della casta una cinquantina.
Il principe indicó Colin, che si alzó, liberandosi della giacca e della t.shirt in cotone leggero.
Era pronto.
Gresir gli passó un asta in metallo, mentre il giovane sovrano se ne procurava un’altra al tavolo del fratello.
Matias impose il silenzio generale, aprendo una video chiamata con l’imperatore.
I due figli andarono al centro dell’arena, prostrandosi.
Colin si fece da parte, mentre tutti scattarono in piedi.
I rappresentanti delle delegazioni li imitarono, curiosi nello scoprire le fattezze di Kolos, sino a quel punto completamente sconosciute.
Un mormorio si diffuse, quando lo schermo rimandó l’immagine di un essere orripilante.
Sembrava un enorme ragno, che aveva mantenuto gambe e braccia umane, pur trasformandone i tessuti, indurendone la normale peluria, sfigurando la faccia, che un tempo poteva anche essere piacente.
Parlava la lingua di Aracnia, tradotta simultaneamente nei vari idiomi.
Salutó cordialmente, rivolgendosi poi al primogenito:
“Sei pronto a dare sfoggio delle tue capacitá?”
“Sí mio signore.”
“Il tuo avversario? Si faccia avanti.”
Colin affiancó il principe, mentre Kian tornava da Matias – “Sí imperatore, sono pronto. Spero di essere all’altezza.”
“Se mio figlio ti ha scelto lo sarai di sicuro. Avanti, che si dia inizio al duello, combattete!”
Dei tamburi sancirono l’inizio dello scontro, che si concentró all’interno di un cerchio di fuoco fatuo bluastro: il primo che ne sarebbe uscito avrebbe perso.
Era una prova di forza ed agilitá.
I colpi del principe erano notevoli, ma Colin non demordeva, anche se pensó fosse meglio lasciarlo vincere.
“Non farlo Colin, non permetterti di agevolarmi!” – gli ringhió ad un soffio dalle sue labbra, ansimando.
Farrell sgranó gli occhi scuri e profondi – “Ferma il tempo e gli altri…” – disse come ipnotizzato da lui.
Il prescelto lo fece, ma in questa occasione i presenti erano come pietrificati.
“Cosa c’è Colin, non stai bene?”
“No, assolutamente…” – mormoró abbassando l’arma, per poi dargli un bacio, di una dolcezza assurda.
I loro cuori tremarono, in risposta ai gemiti che precipitavano nelle loro gole, in uno scambio di un’emozione sconosciuta ed appagante.
Quando si staccarono, il principe si sentí mancare – “Colin…”
“Avanti ricominciamo.” – esclamó sorridendo.
Tutto intorno si rianimó, come se nulla fosse accaduto.
Un gong assordante decretó la fine delle ostilitá, nessuno dei due aveva ceduto, facendosi buttare fuori: il pubblico plaudí alla loro bravura, ma Kolos era piuttosto interdetto.
Il prescelto si complimentó con Colin - “Ora devo lasciarti…non riesco a sopportare mio padre quando mi tratta in questo modo.” – e sparí, insieme a Gresir.
Laute libagioni iniziarono ad allietare quella chiassosa comitiva, Kirk e Spock erano soddisfatti per l’evolversi della loro missione, ma Farrell era turbato.
“Fa male, vero?”
Gresir passó l’ennesima pezza bagnata sulla fronte del sovrano, dove sudore e lacrime si mescolavano.
"Ho… ho scelto, sai?”
“Sí lo so. Un terrestre, da non credere.” – bofonchió il consigliere, togliendosi la tunica, restando a petto nudo, con una gonna particolare, tipica della casta, in seta verde smeraldo.
“Hai caldo?”
“Si soffoca qui dentro… e c’è troppa umiditá.”
“È per la mia natura… potró di nuovo bere come prima dopo che…”
“Sí potrai! Suggere l’acqua dall’atmosfera come tutte le aracnidi non ti servirá piú maestá. Visto che cosí hai deciso.”
“Non voglio diventare come mio padre!!” – urló, il respiro affannoso.
Il contorno dei suoi occhi era bistrato di nero.
“Hai visto… hai visto cosa mi è successo Gresir da stamattina?”
Lui lo scrutó – “Sinceramente ti dona…Le tue splendide iridi risaltano…Sí, devo ammetterlo, sei ancora piú bello.” – sorrise.
“Tu che mi fai un complimento…”
“Tu che ti lamenti di continuo, da un secolo ormai, un terzo della mia vita l’ho passata a sopportare le tue lagne!”
“Non cambierai mai Gresir.” – disse sconfortato.
“Per tua fortuna, ma è servito a poco… Un terrestre… Invecchierá! E morirá!”
“NO! Se… lui accoppiandosi con me avrá una vita lunga e sará per sempre giovane, come adesso…”
Gresir si alzó, prendendo degli abiti puliti per il principe.
“Hai considerato un dettaglio?”
“Quale?”
“La sua indole sessuale. Lui si accoppia con generi femminili e non maschili, da sempre.”
“Cambierá… per me. Posso sperarlo, vero Gresir?”
“Guarda, non perdere del tempo, usa i tuoi poteri e lo soggiogherai!”
“No!! Lui… lui dovrá amarmi senza forzature!” – protestó rialzandosi ed appoggiandosi ad una parete di cristallo nero.
“Allora potrei farlo io…”
“Gresir tu non farai un bel niente!! Giuramelo!!”
Il mentore aggrottó la fronte.
“GIURAMELO!! Diversamente ti faró destituire da Kolos e mandare in esilio!!”
Sí, poteva farlo, quindi Gresir cedette – “Te lo giuro. Sei soddisfatto?” – inveii, avvicinandosi a lui.
Il sovrano gli afferró la mano destra, posandola al centro del proprio sterno, strizzando le palpebre: “Potevi… potevi essere tu Gresir… se solo…”
“Se solo cosa?! Tuo padre mi avrebbe fatto squartare, io sono nato per proteggerti, ogni mio giorno è ruotato intorno a questo destino, finché non sei nato! Ho atteso quasi duecento anni, senza potere fare altro che attenderti. Ti ho visto venire in questo mondo e ti ho…” – si interruppe, ritraendo la mano, vanamente, perché il prescelto la trattenne in una morsa disperata, spostandola sul cuore – “Mi hai amato?!”
Gresir con forza si liberó – “È ininfluente.” – replicó mestamente, come svuotato all’improvviso.
Il giovane si spostó verso le vetrate, appoggiandovi i palmi, fissando il buio e poi i due satelliti lunari ormai alti e gli altri due, che stavano sorgendo all’orizzonte.
“Non diventeró imperatore, io voglio Colin, lo amo, dal primo istante in cui l’ho visto, rinunceró all’immortalitá per lui ed a trasformarmi in un disgustoso ragno, come Kolos...”
Gresir tentó l’ultima carta – “Dimentichi il principe Semir.”
Il prescelto si voltó di scatto – “Semir?!”
“Sta arrivando, in visita… sai quanto tiene a te ed un’alleanza con il suo pianeta sarebbe l’ideale per l’economia di Aracnia.”
“Gli sono affezionato, ma non è fatto per me.”
“Lui ha assunto quel sembiante umanoide per te…”
“Lui è un alieno alto tre metri! Ancora piú inguardabile dell’imperatore e di come diventerei io!!”
“Infatti avreste dovuto…”
“Una mostruositá Gresir!!” – gridó esausto.
“Sareste stati due esseri perfetti, con la vostra struttura molecolare, Semir è una macchina da guerra, non avresti piú dovuto temere per la tua incolumitá!” – sbottó furente, per fare valere le proprie ragioni.
“La mia scelta è irrevocabile Gresir. RASSEGNATI!”
Killian chiese il permesso di entrare.
Semir era arrivato.
Il principe era spiazzato – “Ma allora non scherzavi Gresir…”
“Spero tu voglia almeno salutarlo.”
“Certamente. È il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme, ben prima che si trasformasse in qualcosa che non é.”
Matias accolse per primo, insieme a Kian, gli emissari del principe Semir, che apparve per ultimo, in un mormorio generale.
Kirk chiese a Spock chi fosse, ma lui non aveva dati disponibili.
Farrell lo osservó con cura: era alto quanto lui ed il prescelto, con un volto meraviglioso, su di un fisico atletico ed abbronzato.
Occhi di ghiaccio, chiome scure, un portamento regale.
Il prescelto entró nel salone, dove tutti stavano consumando dei frutti prelibati, salutato da un lungo applauso.
Arrise al nuovo venuto, andando ad abbracciarlo.
“Bentornato, è una sorpresa averti qui.”
“Ero in guerra, ma non potevo mancare… Come stai?”
“Ho delle novitá Semir, vieni ti presento…”
Si rivolse subito a Colin, che sembrava intimorito da quel nuovo arrivato.
Il guerriero conosceva tutti, tranne i terrestri.
Si intrattenne con loro, sostenuto nello scambio di battute anche dal principe.
“Semir ha sconfitto intere divisioni di Astra.”
“Interessante…” – disse Spock.
“Conosco Vulcano, abbiamo rifornito le astronavi durante l’ultima missione…”
“So che usate una propulsione innovativa usando i cristalli di mirix…” – disse Colin.
Semir annuí – “È necessaria, la nostra specie è pesante, le navi sono di dimensioni credo cinque volte le vostre, quando attracchiamo alle stazioni spaziali succede sempre qualche… guaio…”
Tutti risero, compreso il prescelto.
Gli altri non capirono.
Semir si grattó i capelli – “Ecco… io non sono come mi vedete… lo faccio… per lui…”
“Non… non dovrai piú farlo… devo parlarti Semir.” – disse il principe seriamente.
“Comprendo, avevo sentito che non eri piú come prima.” – replicó, con una leggera alterazione nel tono.
“Non innervosirti Semir…”
Kirk e Spock avvertirono una forte tensione improvvisa, anche nei modi di Farrell, che si affiancó al principe.
Semir schiuse la bocca perfetta – “Ah… ecco.”
“Ah ecco cosa Semir?”
“Stento a capacitarmene sire… Gresir cosa ne pensa?” – sembró polemizzare, ma era evidente che stesse soffrendo.
“Come direbbe lui, è ininfluente.”
“Mi permetto di chiedere cosa sta succedendo.” – si intromise Kirk.
“Vale anche per me…” – mormoró Colin.
“Sí, sei tu il problema terrestre…” – sibiló Semir.
Il prescelto li trasportó tutti in una nuova stanza.
“D’accordo Semir, parliamo qui, adesso.”
Kirk e Spock erano confusi, mentre Farrell si era abituato a quei trasferimenti repentini.
Giunse anche Gresir – “Bene arrivato Semir, vogliamo discuterne senza questi estranei sire?”
“Loro non sono estranei, sono i miei nuovi amici, l’hai detto anche tu Gresir. Firmeró il patto di alleanza con la Terra questa notte stessa.”
“E lui cos’è, la loro ricompensa per te?” – tuonó Semir, indicando Colin, che si innervosí a propria volta – “Cosa diavolo sta dicendo questo tuo amico, maestá?!”
Lui non gli rispose, affrontando invece Semir – “Colin saprá il mio nome. Hai compreso?”
“Addirittura… Bene. Tu hai idea di quanto sia doloroso mantenere questo… dannato involucro!!”
“Ti ho sempre accettato per come sei, non ho mai temuto l’averti vicino, giocavamo insieme Semir… Mi chiamavi Kim, ricordi?” – sorrise.
“Giá… mi ero inventato un nome per te… vista la… tradizione.”
“A me piaceva questo tuo Kim e adoravo vedere lo scorrere del tempo insieme a te, che mi insegnavi a combattere… Guarda Semir, te la ricordi questa?” – e gli mostró una cicatrice all’interno dell’avambraccio sinistro.
Risero insieme – “Ah… un mio starnuto ahahahah”
“Vero, il tuo acido è micidiale Semir…”
“Puoi dirlo forte… ahhhh” – e finalmente si tramutó.
“Impressionante…” – disse Spock facendo un passo avanti.
Una creatura aliena, dalle fattezze inquietanti.
Arrivava quasi al soffitto – “Ora capite… siamo tutti cosí, sul mio pianeta… Dunque Kim… hai scelto.”
“Sí… e tu sai che è irrevocabile questa mia condizione, qualunque sará la risposta del mio… prescelto…” – sorrise, per nulla intimorito da lui.
Colin si sentí gelare il sangue.
Semir chinó il capo, puntandolo, come una preda – “Potrei… schiacciarlo con un solo gesto…”
“Ma non lo farai Semir…” – disse sereno il prescelto.
“Ovvio…come potrei?” – e sorrise o almeno sembró farlo, in quel groviglio di tentacoli che occupava parte della sua testa.
“Kim… vieni qui…” – e lo strinse con cura, sotto lo sguardo vigile di Gresir.
“In compenso potrei stritolare te…”
“Provaci!” – esclamó Kim, tramutandosi in una farfalla variopinta, andandosi a posare in un angolo lontano da Semir, che inizió a sghignazzare letteralmente.
Il prescelto tornó da lui e Semir si tramutó nuovamente nell’umanoide iniziale, dalle splendide fattezze – “Salutiamoci con gioia Kim…”
“Volentieri … abbi cura di te.”
“Auguri… sinceri.”
Il tenente Farrell vide girare ció che lo circondava, ritrovandosi solo con il principe, in una frazione di secondo.
“Adesso devo parlarti Colin…”
“Non vedevo l’ora.”
SEMIR NELLA SUA VERSIONE UMANOIDE
IL "VERO" PRINCIPE SEMIR
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