mercoledì 4 maggio 2011

ARACNIA - TAVOLA N. 1

ARACNIA



Cast:
Chris Pine > Comandante James T. Kirk
Zachary Quinto > Mr. Spock
Jared Leto > Il prescelto
Colin Farrell > Tenente comandante Colin Farrell
Chris Meloni > consigliere Gresir
Ewan Mcgregor > consigliere Matias
Hayden Christensen > Kian
Ryan Phillippe > Killyan il silente

Tavola n. 1

Aracnia.
Un mondo lontano dalla Terra, un pianeta ultimo avamposto di difesa per la Confederazione interplanetaria.
Il comandante Kirk stava analizzando il rapporto del primo ufficiale Spock, vulcaniano mezzo sangue.
L’altro mezzo era terrestre.
La cosa lo infastidiva e raramente lasciava spazio al suo lato emozionale, mandando su tutte le furie l’amico Jim, con cui aveva avuto lunghe discussioni, prima di accettare la missione per Aracnia.
Kirk convocó il responsabile della sezione motori dell’astronave Enterprise, il cui comando definitivo gli era stato assegnato da sei mesi.
Spock si era arreso all’evidenza che proprio l’impeto emotivo di Kirk era stato decisivo nella precedente operazione di salvataggio, al largo della settima costellazione.
Colin James Farrell era un tipo scanzonato nel privato, correva dietro a tutte le rappresentanti del genere femminile, che gli capitassero a tiro, anche aliene, se non troppo “strane”, ma molto responsabile nel lavoro.
Kirk gli strizzó l’occhio, appena li raggiunse nel suo alloggio privato, dopo che gli aveva anticipato le lamentele di Spock.
Farrell ridacchió, prendendosi da bere: “Allora, andiamo a farcelo questo giro su Aracnia?”
Spock incroció le braccia dietro alla schiena, camminando avanti ed indietro, riflettendo sulla risposta adatta per mandarlo a quel paese: pur non essendo nel suo stile, ormai aveva subito una contaminazione radicata.
“Se il signor Spock dará il suo assenso definitivo, ci schioderemo da questa stazione spaziale…”
Il moro dalle orecchie a punta sbuffó: “Prima devo informarvi sui dettagli.”
“La ascoltiamo signor Spock…”
“Grazie Farrell… Aracnia, con i suoi sette soli, quattro lune e…” – “Asp… Aspetti Spock! Salti la parte…geologica, geofisica e geo tutto il resto, venga al dunque, a questo… come l’ha chiamato nel suo rapporto… uhmmm il prescelto?” – lo interruppe Kirk.
“Siete… Jim sei insopportabile!” – gli sibiló ad un centimetro dal naso.
Colin li stava osservando, sembravano due coniugi inaciditi.
Kirk non abbassó lo sguardo di sfida, quindi Spock proseguí, a denti stretti: “Sí, il prescelto, principe ereditario, primogenito dell’imperatore Kolos. Ha un fratello, Kian, che scalpita per avere il potere ed al loro fianco, rispettivamente, il consigliere Gresir per l’erede ufficiale e Matias per la… seconda scelta.”
Farrell aggrottó la fronte: “E come si chiama?”
“Chi, mi scusi?”
“Il beniamino della festa!”
“Nessuno lo sa. Insomma esiste una storia…una leggenda forse, ma è estremamente delicata.”
Kirk e Farrell si incuriosirono.
“Vedete, la societá su Aracnia è totalmente maschile. Gli abitanti sono divisi in una casta ed il resto sono definiti silenti. Pare che i nobili abbiano un’etá pluricentenaria, mentre per riprodursi venga utilizzata la clonazione ed un complesso sistema di incubazione. Il prescelto e Kian, comunque, sono stati generati da una donna, che è stata utilizzata da Kolos per infondere il germe della mutazione in loro.”
“Mutazione?... E la donna utilizzata? Che termini… osceni Spock.” – disse Kirk, sedendosi.
“Faccio la semplice relazione degli eventi.”
“Ma… ma i sentimenti signor Spock? C’è comunque amore su questo pianeta, vero?” – domandó Colin.
“Amore…? Tra i silenti, forse… La casta è insofferente a legami di questo genere.”
“Sempre peggio…” – mormoró Kirk.
“Ma la faccenda del nome Spock?”
“Farrell vede, io non ho dati sufficienti, appena sapró, vi informeró. Ora veniamo ai compiti che dovremo assolvere.”
“Quelli posso spiegarveli io. Dovremo strappare un accordo di reciproca assistenza: Aracnia si trova in una posizione strategica e pare che Kolos possieda un’armata di vascelli spaziali armati con laser di nuova generazione e schermi di protezione impenetrabili dai nostri cari amici di Durium ed Astra. Ricordate gli attacchi alla Terra di sei mesi fa?”
Farrell si appoggió al muro, perdendo lo sguardo nel vuoto.
Kirk gli andó vicino – “Colin mi dispiace… non volevo…”
“Non importa. Ora devo andare, la revisione delle apparecchiature… Ciao Jim. A dopo signor Spock.”
I suoi occhi si erano riempiti di lacrime, prima di andarsene.

Gresir tamburellava le dita sul ripiano in onice, nella camera del suo protetto.
Lui se ne stava allungato su di un letto circolare, gli occhi persi nel soffitto.
“Quando arrivano?”
“Tra poche ore. La loro astronave è giá stata intercettata, sono puntuali. Ci tengono proprio a questa alleanza.”
“Mio padre?”
“Non pervenuto. Lascia a te la decisione.”
“Che onore, Gresir.” – e si giró sulla pancia, a fissarlo.
“Hai l’aria stanca, un’altra crisi?” – chiese Gresir, falsamente interessato.
“Sí, la notte scorsa. Tu cosa facevi, mentre le mie scapole si contorcevano, nel vano tentativo di uscire, strappandomi la pelle?” – domandó, chinando la testa da un lato.
Gresir si alzó – “Non posso rimediare alla tua natura. E prima ti deciderai, prima finirá il tuo martirio.”
“Non hai risposto!” – urló di colpo, alzandosi a propria volta.
Gresir ridusse ad una fessura le sue palpebre: “Sei insolente.”
“E tu sei un bugiardo Gresir!” – gli si scaglió contro, ma l’uomo lo prese sotto il mento, sollevandolo lungo il muro, per un metro oltre a lui – “Smettila con queste scenate infantili!”
Con l’altra mano lo bloccó per i fianchi.
“Lasciami!!”
Gresir affondó il volto nel suo inguine, strofinandolo con decisione sul sesso del principe, celato dalla stoffa sottile di una tunica colore porpora.
“Ecco cosa stavo facendo! Un po’ meglio ad essere sinceri…” – e lo lasció ricadere, con un tonfo sul pavimento in marmo.
Il giovane tremó – “Tu… tu non cambierai mai Gresir…”
“Neppure tu, se è per questo.” – replicó sogghignando.
“Per Agradar ed i suoi morenti, ma non sei stanco di vivere, non ancora?!” – domandó piangendo di rabbia.
“Stanco? Secondo il sistema dei tuoi nuovi amici, non ho ancora compiuto il mio terzo secolo…”
“Non sono miei amici, nessuno lo é…”

“Comandante stiamo entrando in orbita.”
“Perfetto. Spock andiamo, a lei il comando Spencer.”
Si diressero alle cabine di tele trasporto, mentre Farrell era giá lí da una decina di minuti, impaziente di scendere e conoscere il popolo di Aracnia.
In fondo lui era il piú socievole da sempre, aperto a tutte le culture, rispettoso di usi e costumi, di ogni genere.
Si accorsero ben presto che non erano stati gli unici a sollecitare un accordo con il sovrano del pianeta.
C’erano giá altre cinque delegazioni.
“E questi…? Spock!?”
“Jim non avevamo l’esclusiva, dovresti saperlo.”
“E cosa dobbiamo fare per spuntarla?” – chiese Farrell sporgendosi dalla fila, in attesa del principe.
Kirk scrolló le spalle – “Non ne ho idea. Proviamo ad essere simpatici.”
“Simpatici? Non contate su di me.” – sbottó Spock, facendoli ridere.
“Non ho mai visto una missione tanto sgangherata Spock!”
“Comandante lei non considera il lato positivo della faccenda.”
“E quale sarebbe signor Spock?!”
“Non ci perderemo l’ufficiale Farrell in qualche locale lascivo questa volta!”
Kirk sgranó gli occhi – “Ma allora sei piú simpatico di quello che sembri!”
“Finitela! Ah eccolo… il prescelto…”
“Tacete!”
“Non serve Jim.”
“In che senso?”
“Mi sono dimenticato di dirvi che i componenti della casta sono telepatici… il principe piú di tutti. E… non toccatelo in alcun modo, non lo sopporta, vi arresterebbero.”
Colin lo stava fissando, mentre lui salutava tutti nelle lingue madri.
“Ma come fa…?”
“Assorbe il linguaggio della specie che gli sta di fronte in pochi secondi…” – spiegó Spock.
Arrivato da loro, accennó un sorriso: “Siete i terrestri voi.”
“Sí maestá. Posso chiamarla cosí?” – domandó Kirk.
“Certo, è consentito.” – disse Gresir severo, al seguito del principe.
“Un vulcaniano… Pace…” – ed aprí le dita, nel saluto tipico di Spock, che contraccambió educatamente.
Una volta arrivato di fronte a Farrell si bloccó, inclinando la testa da entrambe i lati, come se lo stesse studiando.
All’improvviso lo abbracció.
Colin si rese conto che gli altri erano in una sorta di stand by, mentre loro due avvolti in un’aurea dalle sfumature violacee.
Il principe pianse, tornando poi a scrutarlo: “È terribile… perdere una persona che si ama cosí tanto…Claudine…vero?”
Farrell annuí, commuovendosi stupito.
Il sovrano segnó i suoi zigomi e poi le tempie – “Vieni da un luogo bellissimo…”
“La mia patria lo era…” – disse timoroso.
“Tua sorella aveva un sorriso incantevole…”
“Era la gioia dei miei giorni… non ho ancora trovato una donna come lei…”
Il prescelto sorrise – “Auguri allora, Colin.” – e lo lasció.
Tutto si dissolse.
I presenti avevano assistito alla scena, Gresir in particolare, ma restando immobili ed incapaci di intervenire.
Il consigliere, stizzito, lo esortó a lasciare la sala, per prepararsi alla cena ufficiale, che la casta avrebbe offerto agli invitati.
Dei silenti li scortarono alle rispettive sistemazioni, nel palazzo reale.
Kirk e Spock erano impazienti di chiedere spiegazioni a Farrell.

Una volta soli, Colin cercó di spiegare.
“Lui sapeva di Claudine… mia sorella è stata uccisa durante l’attacco di Astra…”
“Sí Colin, è stato un momento terribile per la tua famiglia, credo che il principe abbia scandagliato i tuoi ricordi.” – disse Kirk.
“Sicuramente. Tenente io trovo incredibile non tanto questo evento, bensí il gesto del prescelto. Vi siete abbracciati.”
“No Spock, è lui che ha cominciato!” – sembró protestare, poi sorrise – “Non che abbia qualcosa in contrario, è stato… magico… era come un’aurora boreale, la sua voce mi confortava, il nodo che ho qui ogni volta che penso a Claudine sembrava … sciolto… Un incantesimo?”
Spock inarcó il sopracciglio sinistro – “La casta è caratterizzata da doti di ogni genere, come l’assumere le sembianze di alieni, umanoidi ed animali di varie specie, nonché una forza fisica impressionante. A proposito, ci sará un duello piú tardi, solitamente il principe sfida un ufficiale degli equipaggi convenuti, nulla di pericoloso, ma direi molto… interessante.”
Un silente li interruppe, portava un messaggio scritto.
Kirk lo lesse con attenzione, poi guardó Colin.
“A quanto pare il principe ha scelto.”
Farrell prese il foglietto e vide il suo nome tratteggiato con una grafia incerta.
La pareti intorno divennero da verdi ad azzurre –“Ma… ma dove?”
“Con queste mani non riesco piú a scrivere come prima…”
Il prescelto si stava lamentando, accovacciato sopra ad un armadio a specchio.
Saltó giú, ritrovandosi in un nanosecondo di fronte a Colin, che rimase allibito: “Come fai a… spostarti cosí…”
Il principe strizzó le palpebre, per poi rivelare nuovamente le iridi blu zaffiro – “Non lo so…Ti dispiace combattere?”
“No…non che sia il mio forte…”
“Vero tu pensi a simulatori, antimateria, generatori…”
“È il mio lavoro.”
“Lavoro? Cosa significa?”
“La mia… occupazione, ci vivo, mi mantengo, insomma mangio, pago l’affitto di casa…”
Il prescelto sparí di nuovo.
Era appeso ad un’asta, come un acrobata, a testa sotto – “Guarda Colin… questo è un Ritlattilux…” – e si tramutó in un enorme pipistrello.
Allargó le ali, mentre a Farrell si seccó la gola.
“Mai visto uno… potresti tornare come prima?”
Lui lo accontentó e se lo ritrovó nuovamente di fronte in un lampo – “Ti riveleró un segreto Colin.”
“Ti ascolto.”
“Non divento niente… tu vedi ció che io voglio che tu veda, capisci?”
“Una… magia?”
“Forse!” - sorrise.
“Posso farla io una domanda?”
“Sí Colin.”
“Come ti chiami?”
In quell’istante Gresir irruppe, tuonando un – “Se ne vada da qui subito ufficiale!”
Il principe si mise in mezzo – “Toccalo ed io…”
Gresir indietreggió.
Era pure sempre il suo sovrano ed il prescelto non gli era mai apparso cosí furente.
“Stai superando il limite.” – gli sussurró.
“Affari miei Gresir, torna dai tuoi silenti!”
Stranamente l’uomo accosentí a lasciarli da soli.
Il prescelto si tenne il ventre, provando una fitta insopportabile.
Farrell lo soccorse - “Che succede?”
“Niente…”
“Posso toccarti?”
“Co… cosa? Sí tu sí…” – replicó sorridendo di nuovo.
“Passato?”
“Un po’… mi aiuti? Voglio alzarmi.”
“Certo… come diavolo ti chiami ahahah”
Il principe lo ringrazió, dopo essersi steso – “Sei bello quando ridi Colin.”
“Grazie… Ti piacciono i ragazzi?”
“E sfacciato…”
“Lo so. Dovresti averlo letto qui.” – e si toccó una tempia.
Il principe gli prese il polso, baciandolo – “Gresir quando si ricorda, mi fa delle cose… che mi piacciono, ma lui è prepotente… e poi hai i suoi silenti, ne ha clonati cinque, oltre all’originale… Killian, un’anima purissima, è giovane ha ottanta dei vostri anni…”
“Ottanta??!”
“Sí… Gresir ne ha… 298…”
“E tu maestá?”
“Solo… cento… e tu Colin?”
“Trenta…”
“Per i Zuabiss!! Un infante!!”
“Ma che infante! Sono un uomo fatto e finito!!”
“Lo vedo.” – disse malizioso, ma poi il suo sembiante si imperló di sudore.
“Principe…”
“Gresir…” – mormoró piangendo.
Le pareti ritornarono verdi.
Colin si guardó intorno.
Spock stava dormendo sul petto di Kirk.
Erano nudi, sotto ad un lenzuolo fatto di una retina molto fitta, colore argento.
“Dolce principe hai sbagliato stanza!” – pensó ad alta voce, ma loro non si svegliarono.
Farrell sgattaioló nella camera a fianco, sorridendo nel vederli cosí in armonia.
Sapeva che si volevano bene, ma gli era sfuggito che il loro legame fosse cosí profondo.
Ne fu comunque compiaciuto.



IL PRESCELTO

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