Capitolo n. 164 – gold
Jared si stava ingozzando di cuscus alle verdure e gamberetti, nella sala dei doni.
Si era rintanato lí con Colin, che guardava vecchi cartoni animati con Paperino, sghignazzando come un pazzo.
“Non uscirei piú di qui…” – sospiró l’irlandese, stiracchiandosi, dopo avere spento il lettore dvd.
“Io invece vorrei girare ancora il mondo, con te…” – disse fissandolo, mentre si puliva nella sua camicia.
“Jay… ehi ma…”
“Zitto! Questa te l’ho regalata io, quindi…”
“In questo stato non posso che toglierla.” – e se la sfiló, restando in jeans, scalzo, com’era Jared, che indossava un paio di short aderenti ed una polo verde mela: un abbinamento orrendo.
“Tu frequenti troppo Downey, mio caro ragazzo americano…” – sogghignó, spogliandolo in pochi secondi.
“A me sta bene tutto Cole!”
“Modesto…”
“Realista…” – e rise.
“Ti amo Jared.” – disse il moro seriamente.
Leto gli prese il volto tra le mani, baciandolo con dolce irruenza.
Gli si mise poi sopra, a cavalcioni sulle gambe muscolose di Colin, che gemette – “Toglimi questi cosi Jared…”
“Quali cosi?” – domandó ironico – “Io sono pronto, basta no?” – “No che non mi basta Jay…” – ma lui non si mosse, prendendo le dita di Colin per portarle intorno al proprio sesso, giá turgido – “Abbi cura di me Cole…”
La schiena di Jude era cosparsa d’olio alle mandorle dolci.
Era luminosa, nell’aurea di quell’alba losangelina.
Spiccava tra le lenzuola bianche, dove Downey lo stava ricoprendo di attenzioni.
“Perché ci amiamo cosí tanto, Rob?” – chiese all’improvviso, affondando il viso nel cuscino.
“Era il nostro destino. Temo…” – e sorrise, baciandogli la nuca.
“Hai mai sofferto per la mia amicizia con Colin?”
“No tesoro, davvero mai. Certo capivo che tu eri pazzo di lui, ma…”
“E sú, volevo fare un discorso serio…” – protestó, voltandosi repentino.
“Tu vorresti fare un discorso serio, in questo stato Jude?” – e ridacchió, sbirciando la sua splendida erezione.
Law arrossí, inconsuetamente.
“Ops…” – e si coprí con un lembo delle coltri candide.
“No… non farlo, voglio guardarti Jusdie.” – la sua voce calda e decisa, alimentò maggiormente l’eccitazione nel biondo.
“Ok… non riesco a dirti di no Rob…” – ed il suo respiro aumentó, mentre spostava la stoffa, concedendosi alla sua ammirazione.
“E perché dovresti?...Tu sei mio Jude…” – e gli bació la fronte, scivolando, senza staccarsi da lui, sino alle labbra, mordendole piano, leccandole e poi invadendole a fondo.
“Toccati ora…” – mormoró, specchiandosi nei suoi diamanti cerulei.
“Sí Rob…” – e nel dirlo, socchiuse le palpebre, mentre Downey gli sfilava il guanciale da sotto, facendolo stendere completamente.
“Cosí bravo…” – disse Robert allungandosi sul fianco, per guardare meglio il suo piccolo Jude masturbarsi come un sedicenne, scabroso ed irresistibile.
La bocca di Law si spalancó, era ad un passo dal culmine.
“Robert… ti… ti prego… prendimi…”
“Dammi un ottimo motivo…”
“Voglio… voglio venire insieme a te…” – mugoló, fermandosi.
“Sí… mi basta…” – disse sommessamente, avvicinandosi al suo orecchio.
Lubrificato da quell’unguento usato per i massaggi, Downey lo tormentó dapprima con le dita, poi con dei baci sinuosi e caldi, infine penetrandolo con estenuante lentezza.
Jude si spinse verso di lui, aprendosi al meglio ed esortandolo con il proprio corpo, a possederlo senza alcuna tenerezza.
Robert si avvinghió a lui, lasciando che i propri fianchi perdessero ogni controllo.
Jude urló, per poi piagnucolare nel collo di Robert, che si lasció andare a singulti sempre piú irruenti, come i suoi colpi.
Con energia, scambió le loro posizioni, affinché Jude lo cavalcasse con gioia.
Lo accontentó, per un tempo che inizió a dilatarsi.
Il loro orgasmo fu simultaneo ed a Jude non serví stimolarsi oltre.
Crolló sul suo amante, il suo migliore amico, il suo uomo gentile e pieno di sorprese, ma, soprattutto, di amore per lui.
Downey sentí un rivolo di lacrime scivolare dalle iridi di Jude sulla propria pelle sudata: “Angelo mio…”
“Sto bene Rob… ma mi dispiace per come mi sono comportato a causa di Chris… Non ho rispettato le tue scelte, non ho… accettato che tu potessi avere a cuore la sua storia, che gli dessi spazio…”
“Guardami Judsie…” – disse prendendogli il mento.
“Sí…”
“Dio come sei bello Jude…sono cosí innamorato di te… io ti adoreró per sempre. Non puoi non saperlo…” – e lo bació, fino a consumare qualsiasi suo dubbio.
“Due giorni a Miami… e poi potrai tornare ad Haiti a concludere il tuo periodo di volontariato, cosa ne pensi Jared?”
Farrell era talmente raggiante nel formulare quella proposta, che non gli si poteva dire di no.
“Splendida idea Colin…Diciamolo ai bambini…”
“Anche a quelli cresciuti?”
“Mmmm no, per loro andrá benissimo un sms, tanto stanno ancora dormendo ahahah…”
I loro figli, invece, erano giá nel parco a giocare, con Lula, Josh e Steven.
Salutarono i genitori con affetto, chiedendo come al solito un regalo.
Simon li accompagnó all’aeroporto, sarebbero decollati dopo meno di un’ora.
“Peccato non vedrai Judsie…”
“Non preoccuparti, saremo di nuovo sul set fino a metá ottobre come minimo…”
“E Robert ha finito il film in Messico?”
“Credo di no Jared… Comunque c’è molto fermento alla Universal, sono cambiati due dirigenti di punta e pare vogliano produrre diversi film a tematica gay.”
“Interessante…potrei scrivere un soggetto.”
“Perché no…” – sorrise – “E poi lo faranno interpretare a Robert e Jude ahahahh”
“Tu non lo faresti, Colin?” – domandó con una punta di malizia nella voce.
“Con te di sicuro.” – ribatté lui deciso, facendo scorrere le mani sulla sua schiena nuda sotto alla t-shirt degli Iron Maiden.
“Cole…” – sussultó.
“Jay…” - e gli succhió un punto preciso del collo, dopo averlo trascinato nelle toilettes.
“Non… non puo’ sempre finire in questo modo al Lax, Colin…” – protestó debolmente, sentendosi toccare dappertutto.
“E chi lo dice Jared?” – replicó, lottando con la cintura dei propri pantaloni – “Lascia, faccio io Cole…”
“Allora hai voglia anche tu.” – e lo bació, spingendolo contro alla parete del vano doccia, dove si erano chiusi velocemente.
“Me la fai venire per forza…”
“Veramente io vorrei farti venire in altri modi…” – e si inginocchió, ingoiando l’erezione di Jared, con un’enfasi da infarto.
“Colin ommioddio…Colin…”
“Scopami la bocca… cosa aspetti.”
Il cantante dei Mars annuí, muovendosi con cautela, anche se avrebbe voluto lasciarsi andare.
“Impegnati di piú Jay, se no lo faró io…”
“Voglio fotterti, cosí sentirai quanto ti voglio!” – e dicendolo, lo afferró per le spalle, piegandolo davanti a sé, per prenderlo con decisione.
Farrell fremette, ma Jared si bloccó – “Abituati a me…”
“Sei… Jared…troppo…”
“Non penso, davvero, sai?” – e ricominció a sbatterlo, sfogandosi in espressioni volgari, fino a svuotarsi in lui totalmente.
Colin si accasció e Jared decise di farlo godere con una fellatio perfetta.
“Che buon sapore che hai bell’irlandese…” – ed ingoió il suo seme fino alla fine.
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