mercoledì 18 maggio 2011

GOLD - Capitolo n. 162

Capitolo n. 162 – gold



Quella lunga notte, scoppió un temporale su Los Angeles.
Geffen non riusciva a dormire.
Controlló Lula, abbracciato al suo bradipo di peluche: sorrise, era un bambino cosí solare.
Kevin dormiva profondamente, cosí come Colin, che russava leggermente, facendo ridere Jared, che a pancia in giú lo osservava.
“Sei proprio il mio orsone…ti adoro…” – e si asciugó una lacrima dispettosa.
Aveva sete e si alzó per cercare qualcosa, ma le luci del parco attirarono la sua attenzione.
C’era un enorme fontana al suo centro, in marmo di Carrara, un capolavoro, fatto realizzare in Italia.
Si interrogó mentalmente su come l’avessero trasportata a Los Angeles, ma poi il suo campo visivo fu attraversato da una figura, che camminava lentamente.
“Glam…”

Era bello passeggiare avvolti da quel tiepido mantello fatto di goccioline luminescenti, che sembravano animarsi tra il vento caldo della costa ed i lampioni alogeni, in quel vialetto tra roseti, panchine e gazebo.
Geffen si riparó sotto ad uno di questi, ormai i lampi erano terminati, lasciando il posto all’acquazzone, che si sarebbe esaurito in pochi minuti.
Scrutava il vuoto davanti a sé, seduto, i gomiti sulle ginocchia, le dita prese a tormentarsi, l’animo carico di apprensione.
I pantaloni della tuta ed il vogatore erano inzuppati, ma lui non sentiva il freddo.
Solo dei passi veloci.
Un’ombra magra, camuffata da una felpa ed un cappuccio, che scivoló con un gesto repentino.
“Jared...Ma cosa…?!”
“Che… che succede Glam?” – domandó ansioso.
Geffen si alzó piano, come se fosse schiacciato su quel ripiano da un macigno di sensi di colpa.
“É… è tutto a posto Jay…”
“No, no che non lo é…” – replicó l’altro, tirando sú dal naso, guardandosi intorno.
Le lacrime si accalcarono sotto alle palpebre di Glam, sgorgando poi come due fiumiciattoli, in uno stillicidio celeste, scheggiato di luce e rammarico.
Jared voló tra le sue braccia, tremando indifeso.
Quando riuscí a guardarlo, le sue dita percorsero il contorno del volto di Glam, che non riusciva a dire nulla, strozzato da un nodo in gola.
“Ti… ti ricordi quando non mi davi neppure un bacio… perché… perché non lo avresti mai fatto se non fossi stato tuo…” – disse Jared singhiozzando.
Geffen annuí.
“Eri… eri un uomo tutto di un pezzo, coerente… ed io soffrivo, sai? Non per un capriccio, ma perché lo desideravo tanto… di… di essere tuo Glam…”
Con uno sforzo immenso, dopo avere deglutito a vuoto un paio di volte, Geffen trovó le parole per dirgli ció che sentiva – “Forse… forse ero un uomo migliore… o forse ho perso delle occasioni magnifiche…vero?” – e sorrise, ricambiato da Jared, che poi appoggió la guancia sul suo petto.
“Non volevo lasciarti piccolo…e non voglio che ci sia dell’astio tra noi, non lo sopporto, mi… mi uccide Jay.”
Seguí un breve silenzio, fatto soltanto dei loro respiri.
“Sento… sento il rumore dei tuoi pensieri Glam…”
“È soltanto il mio cuore malato tesoro.”
Jared si staccó, prendendogli le mani – “Il nostro amore non morirá mai, anche se non potremo viverlo, ma… ma ricordandoci sempre quanto ci vogliamo bene, forse potremo essere ugualmente felici accanto alle persone che ci amano Glam…”
“Credi che… che potremo farcela Jared?”
“Se tu mi sosterrai… se tu non mi abbandonerai…”
“Non l’ho mai fatto!” – replicó deciso – “E non lo faró mai Jared.” – aggiunse, accarezzandogli le guance e dandogli un bacio sulla fronte.
“Io ci saró. Te lo prometto Jay.”
“Grazie Glam…”
“Adesso vai…”
“E tu?”
“Resto qui, ti voglio guardare mentre torni a casa…” – e gli regaló ancora un sorriso.

Tutti si ritrovarono a colazione, con una frizzante allegria.
Meliti era soddisfatto, anche perché c’erano telecamere di sicurezza ovunque e, poco elegantemente rimuginó, aveva seguito quel colloquio notturno tra Jared e Glam, che si salutarono con serenitá.
Colin e Kevin non potevano fare a meno di notarlo e ne furono come rassicurati.
Tomo e Chris arrivarono con ottime notizie.
Josh sarebbe stato dimesso nel pomeriggio.
“Fantastico! Organizziamo una mega festa alla End House! Che ne dite, Colin sei d’accordo?” – esclamó Jared, entusiasta come un bimbo.
“Certo cucciolo…” – e lo bació.
“Ok penso a tutto io, è la mia specialitá.”
Lula era scatenato, ma ancora inconsapevole della novitá.
I quattro genitori decisero seduta stante, appena si allontanó per giocare con il nonno a biliardo, di dirlo ai piccoli quel giorno stesso.
Geffen lo raggiunse nella sala dei giochi, sollevandolo perché non arrivava ovviamente al tavolo, facendo divertire tutti per le gag che imbastí con Antonio – “Ehi Meliti, volevi barare eh?!”
“Assolutamente, Lula avrebbe trovato una soluzione anche da solo, vero campione?”
“Certo nonno!” – e sferró un colpo da maestro.
Meliti fece una smorfia – “La solita fortuna dei principianti!”

Shannon fece del suo meglio per coinvolgere Owen, che gliene fu grato.
“Grazie per rendermi partecipe di questa gioia…”
“Come non potrei? Sei importante per Josh…”
“E lui… e voi lo siete per me, Shan.”
Si baciarono a lungo, mentre facevano la doccia, dopo avere fatto l’amore, in quella mattina particolare.
Avrebbero pranzato con gli altri nel ristorante davanti all’ospedale, per poi scortare Josh a casa di Colin e Jared.
Questi si era attaccato al telefono, per interpellare cattering e clown, per animare quel party fuori programma.
Farrell lo guardava con attenzione e curiositá.
“Jay fermati un secondo…” – disse sorridendo, bloccandolo per i fianchi, mentre saltellava, soddisfatto di avere la situazione sotto controllo.
“Che c’è? Ho dimenticato qualche dettaglio?” – domandó radioso.
“No… no amore mio, sei stupendo…Mi chiedevo solo se…”
Jared lo fissó – “Colin sto meglio. Ho avuto un chiarimento con Glam, sinceramente non c’era motivo di alimentare altra tensione, soprattutto adesso che abbiamo fatto le nostre scelte. Spero di non urtarti con questo mio discorso…” – disse esitante.
Farrell sorrise – “Vieni qui… ti prego… vieni subito.” – e si strinsero.
“Colin ti amo…” – mormoró sospirando.
“Non ne sono mai stato tanto sicuro come ora Jared.”

Jude si rannicchió sul petto di Downey, che aveva perduto mille pensieri nell’oscuritá insonne.
“Sei qui con me Rob…?”
Lui inspiró – “Sí, certo Judsie…”
Law fece correre le sue iridi vivaci sul suo collo, precedendo il passaggio successivo delle labbra morbide.
Salí sopra di lui, che mugugnó, come a protestare per quell’amorevole assalto da parte di Jude, che giá in carenza di ossigeno per l’eccitazione, esprimeva chiaramente i propri desideri, insinuandosi tra le gambe di Robert, per profanare quella fessura calda ed invitante, dove spesso ritrovava sé stesso e l’armonia insieme al compagno.
“Dob… dobbiamo parlare Judsie…” – accennó, cingendogli la vita tra le cosce fresche e muscolose.
“Dopo amore…io non ho tempo per parlare adesso…” – e sorrise malizioso, leccandogli i capezzoli.
Downey inarcó la schiena, gemendo per le prime spinte asciutte del biondo, che annaspó verso il comodino, cercando un gel per lenire quegli spasimi continui.
“Aspetta… Jude…”
“Ok…” – e si mise in ginocchio, irrigidendosi, mentre la sua erezione andava spegnendosi, davanti al palese rifiuto di Robert, che sbuffó.
Si erse faticosamente, sgranando gli occhi scuri – “Jude mi sento a disagio… ieri sera non so cosa mi sia preso e non deve piú accadere.” – disse serio.
“Non è successo niente di grave… abbiamo fatto sesso in un modo…”
“In un modo ignobile! Ti ho… aggredito.”
“Ti sbagli Rob, non usare quel termine, è assurdo!”
Downey scrolló la testa – “Vorrei non fosse accaduto, cosí come vorrei che tu ritrovassi la sicurezza, che sembri avere perduto.” – mormoró sconsolato.
“Io… io ti appartengo Rob, puoi farmi ció che vuoi…”
“No che non posso Judsie…”
“È colpa mia… di questa insana gelosia…”
“Noi ci apparteniamo, hai ragione, ma non ci dá il diritto di imporci reciprocamente.”
“Tu sei parte di me Robert, dal primo momento…” – e si commosse dicendolo, nascondendo il viso tra i palmi incerti.
Downey sciolse quella barriera, accogliendolo sul proprio cuore, circondando il suo sembiante tra le sue ali, come un airone, che aveva ritrovato la strada verso l’orizzonte.






Nessun commento:

Posta un commento