venerdì 28 gennaio 2011

GOLD - THE CREW AND THE CAST

Gold – Prologo


Los Angeles novembre 2015.


Glam Geffen stava rispondendo a due telefonate contemporaneamente, leggeva una email e prendeva appunti.
Da Haiti arrivavano buone notizie.
I fondi raccolti per l’ospedale, che aveva aperto sei mesi prima, nel centro di Port au Prince, erano cospicui.
Il merito andava soprattutto alla sua volontá ed alla partecipazione di molte star del cinema, della tv e della musica.
Colin Farrell e Jared Leto avevano contribuito non solo con la loro presenza, ma anche con un assegno a sei zeri – “Come nella classica tradizione americana!” – aveva esclamato il cantante, nel consegnargli quel pezzo di carta, la mano vagamente tremolante, come la voce.
“Ehi… va tutto bene Jared?”
“Sí… Sí! Non preoccuparti Glam…”
“Sei strano da qualche settimana, sicuro che… hai dei problemi con Colin?”
Una telefonata li interruppe.
Jared rispose, era Becki.
“Devo andare a prendere i bambini a scuola…Ciao Glam.”
“Ciao Jared e… grazie.” – sorrise, provando un certo imbarazzo, senza saperne il motivo.
Jared gli aveva sempre detto tutto ció gli passasse per la testa.
La loro amicizia era fatta di piccole e grandi cose, in un’armonia che coinvolgeva anche Kevin, il compagno di Geffen.
Aveva trentacinque anni, ma sembrava un ragazzino: era appena rientrato, con la posta in una mano ed il trasportino con Igor, il loro gatto, nell’altra.
“Daddy… dove sei?”
“Qui amore… aspetta, finisco questa lettera…e…” – un altro palmare che vibrava.
Kevin aprí un telegramma, che il portiere aveva ritirato per lui.
Di solito quel tipo di comunicazioni portavano solo brutte notizie, ma non in quel caso.
“Daddy… é… il gruppo!” – esclamó saltellando.
Glam si prese ancora un paio di minuti e poi si staccó da tutta quella confusione.
“Kevin… cosa succede?!”
“La band… il provino, ricordi? Mi hanno scelto!”
“I… come si chiamano tesoro?”
“I Red Close!”
Erano molto famosi, primi in classifica con gli ultimi tre album, un cantante solista dichiaratamente gay, come i testi delle loro canzoni, un vero successo.
“Ne sono felice…” – lo strinse a sé, raccogliendo tutta la sua gioia, per poi baciarlo teneramente.
Avevano parlato di quel progetto, cosí come Geffen aveva spiegato a Kevin che si sarebbe assentato per seguire i lavori ad Haiti, dove non avrebbe voluto portarlo, almeno non da subito, ritenendo la cosa pericolosa.
Nel frattempo quell’ingaggio proposto ad una delle feste organizzate dalla casa discografica dei 30 seconds to Mars, con i quali Kevin aveva suonato sporadicamente, aveva catturato tutta l’entusiasmo di Kevin, che avrebbe dovuto affrontare un anno di concerti in tutto il mondo.
I componenti del gruppo di Jared si stavano ormai dedicando ad altre cose, il cinema, la scultura, nel caso del chitarrista Tomo, mentre Shannon, il batterista, era ormai un esperto ed apprezzato fotografo.
Jared, invece, era un genitore a tempo pieno, attore per caso, ma in lavori importanti e gratificati da diversi premi, cantante e compositore nei ritagli di tempo.
“E… sposo di Colin Farrell, quando si ricorda di tornare a casa, da me e dai figli…”
Lo disse sconfortato.
Glam lo aveva invitato a cena, per aggiornarlo su alcune novitá.
“Dov’è Kevin?”
“Credo si chiami… photocall, con i ragazzi dei Close… È al settimo cielo, ma tu mi preoccupi Jared.” – gli versó del vino bianco, stavano mangiando nel ristorante vegan, da poco aperto a Los Angeles.
“Grazie Glam, ma credo sia normale…”
“Cosa Jared?”
“Non… non essere piú felici, come prima…”
“Tu e Colin? Ma non prendermi in giro…” – lo disse fissandolo, per scorgere tutte le sfumature delle sue espressioni.
“É… un vero disastro… questo ultimo anno sono state piú le volte che non ci siamo visti che quelle in cui abbiamo condiviso qualcosa!” – i suoi occhi erano lucidi, la voce strozzata.
“Per favore, andiamo via Glam…”
“Ok, facciamo un giro in auto o devi tornare a casa?”
“Alla End House ci sono i Wong e le sorelle di Cole…”
“Va bene, andiamo dai.”

Camminavano sulla spiaggia, un vento fresco scompigliava i capelli castani di Jared.
Il tempo delle tinte assurde era finito, ma quel suo viso non dimostrava i suoi quasi quarantacinque anni.
La sua bellezza era immutata, anzi, la magrezza lo portava indietro nel tempo, come anche lui avrebbe voluto fare, per ritrovare i giorni migliori insieme a Colin.
“Quando… quando facciamo l’amore non sento piú niente… sono troppo arrabbiato con lui e sai quale è il colmo? Che non riesco a litigarci… non riesco a dire niente!” – urló piano, gesticolando bloccandosi.
“Perché non gli dici ció che provi?”
“Perché lui arriva, corre dai piccoli, lui… lui li ama, ma non c’è mai, ai compleanni, alle gare di nuoto di Yari, ai saggi di danza di Rebecca, il primo giorno di scuola di Henry, ho dovuto accompagnare io Alicja! Cazzo lui riesce a travolgere tutti come un treno quando torna, si ferma e poi riparte… quattro film in pochi mesi, il Golden Globe vinto, l’Oscar sfiorato… Non ero con lui sul red carpet perché Violet aveva la febbre ed un virus, tu sai quanto è delicata per il suo cuore!” – scoppió a piangere.
Glam lo abbracció.
“Ora calmati. Jared tu devi confrontarti con lui… io non pensavo che la vostra situazione…”
“Fosse uno schifo simile!?”
“Non potete buttare via un amore come il vostro Jay…”
“Dici…? Io non voglio buttarlo via… voglio solo… solo respirare Glam… E tu? Vai ad Haiti, Kevin in tour, ma cosa sta succedendo?! Kurt e Brandon sono a New York, mio fratello e Tomo sono presi dal loro Josh e da mille cose che… io non faccio piú parte di niente…Io non sono piú… niente…”
“Jared ma cosa stai dicendo?!”
“Mi sento cosí solo…!” – crolló sulla sabbia umida, sembró sprofondare, nonostante l’esilitá del suo corpo, piegato dal peso di quella confessione.

Los Angeles, 24 dicembre 2015.

Colin arrivó nel cuore della notte.
La sua famiglia aveva cenato nel grande salone, con Jared ed i bambini, Simon e Richard, ormai piú amici che guardie del corpo, Tomo, Shan e mamma Constance, oltre a Josh, Vicki e Steven.
Nonno Meliti era in convalescenza a Palermo, dopo un delicato intervento ai reni, assente giustificato, ma con grande rammarico, visto il divertimento, che da sempre portava tra loro.
Tutti dormivano, i regali erano stati scartati, dopo una fetta di dolce e poca allegria, anche se i sorrisi non mancavano.
Tutti avrebbero voluto fare finta di non vedere gli occhi tristi di Jared.
I suoi sforzi di essere sereno con i piccoli era ammirevole.
Un rancore sottile si stava alimentando negli animi dei presenti, nei confronti di Colin, che aveva perso l’aereo per rilasciare un’intervista fondamentale per l’ultima pellicola, appena messa in circolazione.
Simon bussó piano alla camera di Jared.
“Scusami… volevo solo dirti che vado a prendere Colin, è appena atterrato…”
“Sí Simon, grazie… io vado a dormire, sono distrutto…” – accennó un sorriso.
Un canale dedicato al cinema stava trasmettendo la premiere di quel maledetto “successo annunciato”; Farrell recitava al fianco di Robert Downey Junior e Jude Law, una coppia ormai inseparabile sullo schermo – “Guardali… non ho mai capito se quei due stanno insieme…”
“Come scusa?”
“Rob e Jude… Sono bellissimi e… fortunati…” – scrolló le spalle, poi spense, salutando Simon, palesemente turbato dal suo stato d’animo.

“Cazzo è stato un volo del cazzo! Ciao Simon...”
“Ciao Colin, dammi la valigia…”
“Ok, grazie… Com’è andata a casa?”
“I regali sono piaciuti ai bimbi…”
“Mi dispiace per il contrattempo, ma non potevo davvero farne a meno.” – sembró scusarsi.
Simon si sentiva ribollire: voleva bene a Colin, avrebbe voluto dirgli molte cose, ma non era suo fratello, in fondo era solo un dipendente, anche se amava quella famiglia e si sentiva parte integrante di essa.
“Jared ha fatto i suoi soliti numeri?” – domandó sorridendo.
“No… no, non si sentiva molto in forma…”
“Strano, non me lo ha detto… È influenzato?”
“Spero di no…Siamo arrivati.”
“Perfetto, salgo subito da lui, gli altri li vedró domani, poi in serata riparto.”
Simon fece quasi uno scatto – “Non ci sarai per il compleanno di Jared?”
“Lo so, mi ucciderá, questa volta non la passo liscia, ma poi rientro per fine mese e lo porto in Mexico o dove vuole, per una settimana, giuro che lo faccio!”

Los Angeles, un passo indietro, 20 novembre 2010

“Non… non ci stiamo lasciando, vero daddy?...” – Kevin stava ansimando e sembrava un cucciolo indifeso, tra le braccia forti di Glam, che gli stava facendo l’amore nel cuore di quella notte, che avrebbe voluto non finisse mai.
“No… no piccolo mio…noi non ci lasceremo mai…” – inizió a venirgli dentro con molta dolcezza, erano innamorati come il primo giorno, ma per Geffen le emozioni erano diventate il fulcro di quella vita, che ormai era ad una svolta fondamentale.
Voleva impegnarsi con tutte quelle persone disperate, che ad Haiti gli avevano fatto un sorriso carico di speranza.
Lui non si sentiva un benefattore, anzi: erano loro i veri portatori di serenitá al suo animo, che per troppo tempo era rimasto inaridito e spettatore di quel mondo vuoto, prima di incontrare Jared e poi Kevin.
In fondo erano loro due che avevano fatto quel miracolo e tra loro erano complici, amici fraterni.
“Nulla si spezzerá Kevin… Sai dove trovarmi, ma se avrai bisogno di me io saró da te ancora prima che tu possa dire … Ti amo Kevin.”







THE CREW AND THE CAST OF GOLD



COLIN FARRELL - Himself
JARED LETO - Himself


CHRIS MELONI - is GLAM GEFFEN


SHANNON LETO - Himself


TOMO - Himself


CASSANDRA HEPBURN is SYRIA


ROBERT DOWNEY JUNIOR - Himself
JUDE LAW - Himself


Johnny Depp - is Doc. SEBASTIAN RODRIGUEZ


EWAN MCGREGOR - is OWEN RICE


KEANU REEVES - is KURT


GARY SINISE - is Doc. BRANDON CODY


RYAN PHILIPPE is KEVIN


PENELOPE CRUZ is PAMELA


JACK NICHOLSON - is ANTONIO MELITI

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