martedì 25 gennaio 2011

GOLD - Capitolo n. 43

Capitolo n. 43 – gold



Tomo stava guardando un vecchio video su You Tube, una sequenza di immagini di lui, con Shannon, che qualcuno aveva assemblato, con l’idea che stessero insieme, quando nessuno sapeva che avevano realmente una storia complicata, tanti anni prima.
Tiró sú dal naso, incrociando le braccia, sprofondando nella seggiola, davanti al portatile.
“Ehi… che succede?”
“Ciao Shan… niente… una cosa carina, di un nostro fan… sai, chissá chi dei due doveva chiedere scusa all’altro, secondo lui…”
“Ma cosa stai dicendo e…perché piangi amore?” – si avvicinó, cingendolo per le spalle, un bacio sul collo, che Tomo ricambió, cercando le labbra del compagno; dopo ogni incontro con Owen, lui faceva una lunga doccia, strofinandosi come se dovesse togliersi uno strato di pelle.
Rice usava un profumo speziato, che alimentava in Shannon ulteriori desideri, come se non bastassero giá tutte le fantasie, che coltivava prima di vederlo.
La sua intenzione di lasciarlo era stata un vero fallimento.
Almeno quella volta.
Tomo voleva fare l’amore, approfittando dell’assenza di Josh, ma Shan era a pezzi.
Rifiutarsi sarebbe stato fuori luogo, come tutto ció che si susseguiva nella sua vita da settimane, quindi si lasció fare di tutto, del resto Tomo non chiedeva di meglio.
Aveva energia a sufficienza per due, ma notó la poca prestanza fisica di Shan, che sembró giustificarsi dicendo che aveva dormito poco e che una febbriciattola lo tormentava dalla sera prima.
In effetti non era del tutto in forma, ma era solo stanchezza e stress.
Tomo gli chiese addirittura perdono, come in quella clip, facendolo sentire ancora peggio.

Colin si collegó via web cam con Jared, previo sms: quell’appuntamento non era previsto.
“Ciao tesoro, ti disturbo?” – aveva gli occhi strani.
“Colin ciao… no, assolutamente, va tutto bene?”
“Sí… sono solo preso dai preparativi… porto i bambini a sciare, volevo avvertirti… Non ne abbiamo parlato quando eri qui, avevamo di meglio da fare…” – sorrise, strofinandosi le palpebre.
“Cole…hai qualcosa che non va?” – domandó di nuovo.
“Sei cosí dolce a preoccuparti… ma è tutto a posto… mi manchi e sarebbe cosí bello se tu volassi in Colorado, insieme a noi, ma comprendo che non è possibile…”
“Al momento è complicato…” – rise nervosamente.
“Ok… comunque quando tornano vorranno salutarti, se ci sei, ma noi ci portiamo dietro il necessario per vederci e… e sentirci…” – si strinse nelle spalle, asciugandosi poi due lacrime – “Ok, sono il solito coglione, non riesco a non piangere…Jared…”
“Tesoro… sono lí con te… ti sto abbracciando…”
“Vorrei che fosse cosí… mi sembra di sentirti ogni notte, accanto a me…e quando mi sveglio…Penso che non laveró piú le lenzuola, la tua federa, fino al prossimo incontro…” – rise piano.
“Dio mio, dovró toglierti le piattole…”
“Sei… sei bellissimo quando sorridi…Ho perso il conto delle volte in cui te l’ho detto Jay…”
“Ma io le ricordo tutte Cole…”
“Senti… mi dispiace per la lettera… forse … non era il caso…”
“No, anzi. L’abbiamo letta, hai scritto cose vere, dalle quali non possiamo sfuggire…”
“Dov’è Glam ora?”
“Nel suo ufficio, in pratica è impegnato dal mattino alla sera, anche in cose pericolose, come quando arrivano i camion con i rifornimenti, i farmaci… sembra un marine…giubbetto anti proiettile, casco… Ma io non vado mai con lui, al massimo mi fanno pelare patate…”
“Meglio cosí Jared, non esporti a pericoli inutili…”
“Ci proveró… Portati le creme, se no poi…”
“Lo faró, non è una missione pericolosa…”
“Tu hai fatto cose ben piú coraggiose Colin… Hai cambiato la tua vita per me, per noi…”
“Non rimpiangeró mai quel momento…Non dimenticheró mai…Io ti amo Jared.”

Robert portó Jude a vedere un paio di alloggi.
Erano poco convinti di stabilirsi a Los Angeles, ma lí Downey aveva i due figli, cosí come Jude aveva la sua prole a Londra, dove il loro appartamento era troppo piccolo, quindi si imponeva un ulteriore trasloco.
“Almeno tu puoi evitare il divorzio… come mai non l’hai mai sposata Sienna?”
“Puó essere che la mia prima moglie avendomi spennato, non è stata un buon auspicio ahahahh?”
“Sí… puó essere…” – lo bació, incurante della signorina in carriera, che l’agenzia aveva mandato per completare quel giro esplorativo.
“Abbiamo ancora un attico… se vi interessa…”
“Quante camere per i bambini?”
“Due… ma c’è anche uno studio, che volendo…”
“Sí, io vorrei…” – disse facendo l’occhiolino a Jude, che non capí al volo le sue intenzioni.
Downey si schiantó sul suo orecchio, rivelando con un sorriso – “Vorrei un cucciolo insieme a te amore…”
“Un cane?!”
“Jude…?!!”
“Un gatto??!”
Scoppiarono a ridere, Law era irresistibile – “Ahhh un criceto! Mi pareva…”
“E la montagna partorí il topolino…” – sospiró.
“E dai Rob… Ne riparliamo?”
“Sicuramente Jude… ed ispirati con Colin…”
“Sul serio? Lui adotterebbe duecento bambini se Jared volesse…”
“L’importante è che Jared torni.” – disse, dandogli ancora una carezza tra i capelli.



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