Capitolo n. 10 – gold
“Pizza con salame ungherese… è ancora calda…” – Kevin sorrise, sollevando il coperchio di cartone.
“Sú mangia, sarai affamato, io apro la birra…”
“Ok daddy… mi fai compagnia?”
“Certo, la porti tu sul letto, a fare il solito macello?”
“Sí Glam… peccato che non ci sia Igor, non è la stessa cosa, il disastro lo fa soltanto lui… Sta bene alla End House, abbiamo avuto un’ottima idea a lasciarlo lí.”
“I disastri nella nostra famiglia sono una mia esclusiva… tieni piccolo…”
“Grazie daddy…anche per parlare ancora di famiglia, per noi.”
Geffen lo scrutó, raggiungendolo poi e stendendosi, facendo finta di mangiare, come stava facendo Kevin.
Si sforzó di mandarne giú almeno una fetta, poi tolse tutto – “Vado a lavarmi le mani Glam…”
“No, non importa, resta qui con me e spegni la luce.”
“Sí daddy… mi piace fare le cose, che mi chiedi…” – disse piano, poi si tolse la maglietta ed aiutó Geffen a sfilarsi la camicia.
Rimasero scalzi, solo con i jeans, abbracciati senza dire nulla, per almeno una ventina di minuti.
Volevano solo stringersi, perché in fondo non volevano che qualcosa rovinasse quel momento.
Colin stava demolendo il sacco da allenamento, dove scagliava i pugni fasciati dal nastro di benda bianca, che inizió a macchiarsi di chiazze rossastre.
Crolló in ginocchio, liberando un pianto, che non riusciva piú ad abbandonarlo da giorni.
Simon entró nella palestra e lo tiró sú.
“Avanti Colin, ora calmati…”
“Lasciami in pace… lasciami qui Simon…”
“Jared non ha risposto alla tua email?”
Farrell scrolló la testa, reclinandola, come sotto ad un peso insopportabile.
Il suo palmare vibró, era Rebecca.
Rispose a fatica – “Sí… pronto…”
“Papá! Vieni c’è papi al computer!”
“Cosa…?”
“Vieni, vuole salutarti!” – esultó felice.
Aveva una maglietta bianca, come i suoi pantaloni e sventolava un grembiule – “Ecco questi sono i miei abiti da lavoro bambini…” – rise.
Yari e Violet condividevano con lui quell’allegria, mentre Violet si sporgeva per le scale, per poi correre di nuovo davanti alla web cam – “Papi non andare via, papá sta salendo!”
Colin si stava precipitando.
“Non vado da nessuna parte… mi… mi lasciate solo con lui per qualche minuto?” – domandó con serenitá, che anche Colin ascoltó attraverso le casse, appena entrato nella camera dei giochi.
“Sí papi… a dopo!” – replicó Becki.
Uscirono tenendosi per mano.
Farrell si avvicinó lentamente, per poi sedersi, aggrottando la fronte sudata – “Ciao tesoro… sono in uno stato pietoso…scusa…”
“Anch’io sono un po’ sconvolto, i turni alla mensa sono uno strazio… ciao Colin, come stai?”
“Uno schifo…” – sorrise, cercando di calmarsi.
“Mi… mi dispiace, pensavo che…”
“Jared sapevo che avresti fatto il possibile per collegarti, perché tu sei fatto cosí… realizzi i sogni di chi ti vuole bene, é… è un dono… ed è anche per questo che ti amo da morire…” – la sua voce divenne finalmente piú tranquilla.
“Non voglio punirti, non voglio che tu possa pensare che questo mio viaggio serva a metterti alla prova od a torturarti… Hai… hai detto che gli altri la chiamano pausa di riflessione, ma noi non siamo gli altri Cole…”
“No Jay… hai ragione… mi… mi manchi…”- abbassó gli occhi scuri.
“Guardami Colin…”
“Mi fa male anche guardarti… perdonami Jared.”
“Devi andare…?”
“No, assolutamente no… rimarrei qui senza bere, né mangiare, tanto meno dormire se solo… se solo servisse a riaverti con me.”
“Io ritorneró da te Colin.”
“Quando?”
“Quando verrá quel momento, sarai il primo a saperlo, se ancora mi vorrai.”
“Ti giuro… io ti giuro che sará cosí Jared.”
Kevin guardava Glam dormire.
I primi raggi del giorno inondavano il suo sembiante forte e sicuro.
Il bassista era in piedi, appoggiato alla vetrata, la sua pelle era liscia i suoi muscoli tonici, il suo organismo pulito, nulla doveva intaccare ció che apparteneva a Geffen e lui era suo, unicamente suo e dal primo istante del loro amore, Kevin aveva deciso che sarebbe stato cosí fino alla fine.
Glielo disse prima di dormire, dopo l’ennesimo bacio lungo e profondo, unico scambio di attenzioni fra di loro.
Quando si salutarono all’aeroporto, poche ore dopo, Kevin si aggrappó al collo di Glam, sussurrandogli – “Forse mi pentiró di non avere fatto l’amore con te daddy…”
“Non ti negheró mai nulla Kevin, mai…” – gli diede un ultimo bacio, ancora uno, prima di andarsene.
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