Capitolo n. 40 – gold
L’alloggio di Jared era in ordine, il frigorifero pieno, il letto cambiato, il bagno pronto dopo pochi minuti.
Si spoglió, abbracciando alle spalle Geffen, che stava sciogliendo dei sali ed accendendo candele ovunque.
“Tu pensi sempre a tutto Glam… Grazie.”
“Faccio il possibile, per farti sentire meglio. Credo che tu abbia molte cose da dirmi, soprattutto adesso che Syria aspetta un bambino da te…” – sorrise, stringendolo sul cuore, per poi prenderlo in braccio ed immergerlo nell’acqua piacevolmente calda.
“Tu… tu non entri?”
“Non adesso… ti lavo la schiena ed i capelli, poi vediamo…” – sorrise.
“Potresti farlo anche… ok, capito…”
“Cosa tesoro?...” – chiese inarcando le sopracciglia.
I suoi occhi azzurri erano luminosi.
Quelli di Jared sempre fissi su di lui, come a cercare le risposte, che presto sarebbero arrivate, confrontandosi con Glam, sempre amorevole e comprensivo.
Ancora per quanto, era il quesito che stava soffocando i pensieri di Jared.
Aveva davvero paura di perderlo.
Geffen vide i segni che Colin aveva lasciato sul corpo di Jared, li sfioró, senza dire nulla, ma Jared si rese conto del suo respiro, che impercettibile, cambiava – “Mi… mi dispiace Glam…”
“Non devi. Tu gli appartieni e sei felice di ció, per cui non farti problemi.” – un sorriso tirato, quindi si sollevó, per togliersi i vestiti ed unirsi a Jared, che sorrise, facendogli posto, con quel sorriso pulito, che Glam amava.
“Ho una lettera per te da parte di Cole... Mi ha detto di leggerla insieme.”
“Ok…è la busta che hai lasciato sullo sgabello?”
“Sí…lo facciamo ora?”
“Va bene, aprila…”
Jared lo fece, tenendo il foglio tra le mani, mentre Glam leggeva.
§ Ciao Glam,
come si dice nei film? Se ora stai leggendo queste poche righe vuol dire che…
Vuole dire che Jay è tornato ad Haiti.
Ti stupirá questo mio gesto, ma è indispensabile.
Affido a te Jared, perché la preoccupazione piú grande che ho, è che possa accadergli qualcosa: l’isola è ancora un posto pericoloso, ma so che tu non permetterai a niente e nessuno di fargli del male, soprattutto a te stesso.
So che lo ami, i tuoi sentimenti appartengono a quella sfera di cose rimandabili e sempre possibili.
Incancellabili insomma.
Cosa posso farci? Niente.
Sono arrabbiato, svilito, deluso.
Ho commesso errori anche grossolani con Jared: chi si appropria di una convinzione, come ho fatto io, di vivere l’amore perfetto, la vita perfetta, dá tutto per scontato. È arroganza, stupiditá se vuoi…
Jared è irresistibile vero?
Pretendere coerenza da te o chissá cos’altro, era quanto meno un insulto.
Al vostro amore.
Conosco i sentimenti di Jared.
Cosí come conosco cosa si prova a volerti, a sapere che tu ci sei, a desiderarti.
Questo invece appartiene alla sfera di cose che io non mi perdoneró mai, anche se Jared l’ha fatto.
Purtroppo non riusciró mai ad avere il suo valore, il suo cuore.
Lui è migliore, sia di me che di te.
Lo sai.
Tu, Glam Geffen, sei l’uomo giusto, anche quasi sei completamente sbagliato.
Vorrei che Jared non soffrisse.
Che Kevin non soffrisse.
Lui è un miracolo. È un sogno… No, una realtá, per te, perché lui vive come trasposizione a volte virtuale, altra concreta di te.
Stringo i denti e vado avanti, i nostri figli ed io, restiamo in attesa di lui, del nostro Jared, che ci ama e che non ci abbandonerá mai, lui non puó… lui non deve… non dovrebbe farlo e se mai avverrá, vorrei che non fosse solo colpa mia… ne morirei.
Se ora stai leggendo questa lettera, vuole dire che…
Vuole dire che Jared è anche tornato alla End House per il b-day di Rebecca e che, forse, siamo stati insieme, che l’ho stretto a me… che abbiamo fatto l’amore… spero… la sua mancanza fisica è atroce…
Jared ti amo…
Hai capito Glam? IO AMO JARED!
Ma… ma lui NON è MIO:
MA NEPPURE TUO!
Jared, semmai, appartiene ai suoi figli… ai nostri figli… anch’io appartengo a loro.
Ed a loro, Jared ed io, dedicheremo la vita che ci resta, in qualsiasi modo, spero non distanti come ora.
Un anno fa eri ancora a Los Angeles, con Kevin, le nostre cene, le feste… Glam eravamo una famiglia…
Forse non torneremo piú ad esserla, come sogna Antonio, o forse sí… Tutto è possibile, dopo gli inferni che abbiamo passato…
Tutto.
Colin §
Geffen la ripiegó, dopo che Jared l’aveva fatta quasi cadere, scoppiando a piangere.
Uscí a fatica – “Sono a pezzi…” – singhiozzó, prendendo l’accappatoio, aiutato un istante dopo da Glam, che lo portó a letto.
Dormirono abbracciati e nudi sino al mattino, senza che succedesse altro tra loro, senza altre parole, ma unicamente lacrime, anche nei sogni agitati ed oscuri.
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