martedì 4 gennaio 2011

GOLD - Capitolo n. 6

Capitolo n. 6 – gold



31 dicembre 2015


Glam stava seduto al buio del suo ufficio, con il pc acceso sulla pagina del messenger, aspettando che il contatto di Kevin iniziasse a lampeggiare, per scambiarsi gli auguri e non solo.
Guardó l’orologio, Kevin era in ritardo.
Il suo cellulare suonó.
“Daddy ciao scusami, scusami, scusami…” – gli sembró di vedere il suo sorriso.
“Tesoro… che succede?”
“Stiamo percorrendo una strada piena di gallerie con il tour bus, non riesco a connettermi, forse cadrá anche la linea, ma volevo dirti che non mi sono dimenticato…”
“Non avevo dubbi… volevo…volevo parlarti di alcune cose Kevin…”
“È tutto a posto, stai bene vero?” – domandó concitato: da quando Glam era ad Haiti lui era terrorizzato che potesse ammalarsi per le epidemie di colera, non del tutto debellate o che il suo cuore potesse avere dei problemi.
Si era come fissato su queste due cose, diventando apprensivo.
“Sí Kevin, la mia salute è a posto…”
“Allora… Pamela? Ti crea problemi?” – il suo tono si irrigidí. Kevin era felice per la presenza delle gemelle, Glam gliele aveva fatte conoscere e loro avevano instaurato da subito un bel rapporto con il compagno del padre, comprendendo quanto fossero legati, ma sulla loro madre il giovane aveva delle riserve ed un’incontrollata gelosia.
Aveva sempre tenuto la cosa sotto controllo, ma gli dava fastidio saperla vicina a Glam.
“Pamela ha rinnovato la museruola, che le hai regalato per Natale…” – provó a scherzare, godendo della risata gioiosa di Kevin.
“Ti scriveró una email se adesso non hai tempo piccolo…”
“Ok… ti amo tanto Glam… grazie per avermi lasciato libero di vivere questo sogno… anche se…”
“Cosa Kevin?”
“È tutto cosí eccitante, ma mi manchi da morire…”
Seguí un breve silenzio.
Glam strizzó le palpebre, soffocando un pianto colmo di vergogna – “Daddy…?”
“Sí Kevin… ti amo...”
“Grazie… di esserci … e…” – seguí un rumore sordo.
“Kevin?...” – la linea era caduta.
Geffen si alzó, rovesciando la poltrona, per poi raccoglierla e scagliarla contro il muro.
Strinse i pugni, poi i denti – “Ora basta, facciamola subito finita con questa assurditá!”

Uscí dalla palazzina, dove al piano terreno era operativo l’ambulatorio medico ed il pronto soccorso, dell’ospedale adiacente.
Dall’altra parte della via, in un altro piccolo edificio, c’erano la mensa e l’orfanotrofio, con annessi degli studi pediatrici.
Aveva lasciato Jared a fare i primi passi tra le tavole da preparare per quel cenone di fine anno, offerto dalla fondazione alle famiglie di almeno otto quartieri praticamente malfamati.
Sebastian stava cercando di appendere dei festoni colorati: Glam lo vide e gli chiese dove fosse Jared.
“Credo dai bambini...”
“Ok, grazie. Ci vediamo dopo.”

Le due sorelline della sera precedente, erano sedute su uno dei banchi della classe dove disegnavano ed imparavano l’Inglese.
Jared era in bilico su di una seggiola, di fronte a loro: stavano parlando.
Glam sopraggiunse, ma loro non se ne accorsero, nonostante la porta rimasta aperta a metá.
Geffen si bloccó, vedendo quanto erano presi dai loro discorsi.
“E cosí tu sei amico del nostro zio Glam…” – disse la piú grandicella, Sara.
“Sí tesoro… siamo amici da tanto tempo…” – replicó, nei suoi occhi qualcosa di radioso e malinconico al tempo stesso.
“Zio Glam è buonissimo!” – intervenne la piú piccola, Lory.
“Sí lo é… è una delle persone migliori che io conosca…”
“Ce ne sono altre?”
Lui sembró riflettere o semplicemente ricordare – “Sí… nella mia vita… almeno due… Anche Colin è davvero speciale…”
“E chi è Colin?!”
“Colin é… è il mio… il mio compagno.”
Loro si guardarono, poi sorrisero.
“Perché non è qui?”
“Lui è a casa, Sara, con i nostri bambini, i nostri figli…”
“Avete litigato?”
Jared respiró forte – “Abbiamo bisogno…di stare lontani per… per poi… tornare a casa…” – la sua voce sembró spegnersi.
“Zio Glam conosce Colin?”
“Sí… Sí sono amici, loro sono…Sono la mia vita Lory…”
“Tu allora hai … due vite!” – disse battendo le manine.
“No… la vita è una sola, ma il mio cuore… è diviso a metá. Ed è sbagliato, li faccio soffrire…” – il suo tono divenne amareggiato.
“E loro non ti hanno fatto soffrire mai?”
“Sí Sara… ma è stato in un’altra… vita…” – sorrise, poi proseguí – “Forse ha ragione Lory, ho due vite…Vorrei che almeno una fosse quella giusta.”
Geffen provó ad andarsene, ma Jared si era alzato – “Glam… ehi, non entri?”
“Ciao…non volevo interrompervi…”
“Ziooo!!! Sei pronto per la festa?!”
“Sí piccole pesti… Dov’è Lula?”
“Si sta vestendo, noi siamo giá pronte!” – esclamó Sara.
“Va bene, adesso tornate di lá, poi le maestre vi accompagneranno quando saremo tutti pronti…”
Jared si mise le mani in tasca, appoggiandosi al muro.
Glam tornó a fissarlo – “Dobbiamo parlare Jared.”
“Sí lo so… andiamo sulla spiaggia?”
“Andiamo.”

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