Capitolo n. 8 – gold
Nel 2008/2009 Jude Law e Robert Downey junior conobbero un successo inaspettato interpretando rispettivamente Watson ed Holmes, nell’omonimo film di una serie di tre, seguita poi da otto film per la tv, che ebbero un successo planetario, portandoli a lavorare a stretto contatto fino al 2015.
Persero la testa l’uno per l’altro dalla prima stretta di mano, accompagnata da un sorriso da canaglia, di Jude, e da uno sguardo profondo di Robert.
Era stata una vera magia, che non conobbe mai crisi.
Stavano bene insieme, cercavano di suggere il meglio da quella relazione, fatta di risate, rispetto, sesso ed amore allo stato puro.
Robert aveva una moglie, Susan, con cui lavorava, in quanto produttrice, che gli diede una figlia, nel 2012.
Lo stesso accadde a Jude, ma un maschietto, il quinto figlio per lui, da donne diverse, in questo caso dall’eterna fidanzata, l’attrice Sienna Miller, nel medesimo periodo, come se con Rob si fossero messi d’accordo.
Un loft a Londra, acquistato da Robert nel 2010, il loro rifugio.
Quando lavorarono con Colin Farrell per un film di azione, dai toni anche grotteschi, quasi una parodia, anche sul male di vivere e le fissazioni di uomini, che avevano troppo, trovarono da subito in lui un amico e confidente perfetto.
Conoscevano anche Jared, ma non avevano mai instaurato con lui lo stesso feeling, anche per mancanza di tempo ed occasioni.
L’ennesima mancata, quella cena a cui Farrell li aveva invitati.
Conoscevano i dettagli della sua vita con Leto, i figli, qualche traversia, che aveva minato il loro legame, ma erano inconsapevoli dei recenti sviluppi.
“Oh miseria… ma dove siamo a Versailles, Rob?”
“Mmmm pare di sí ahahhah… dai andiamo, noi ci dobbiamo accontentare dei nostro bugigattolo a Londra, Jude…”
“Ma lí noi siamo felici, vero?” – lo disse piano, baciandolo con estrema dolcezza – “Buon anno amore…” – “Anche a te, piccolo.” – sorrise, li separavano sette anni, Jude ne aveva 43, mentre Downey era uno splendido cinquantenne, come si auto lodava davanti allo specchio la mattina, bombardato dalle cuscinate di Law, che era ugualmente un incanto.
Colin aveva preparato un aperitivo davanti al caminetto, che loro gradirono, dopo averlo salutato molto affettuosamente.
“Allora irish buddy, auguri!” - esclamó Jude, proponendo un brindisi.
“A voi… grazie per essere qui… è davvero un momento pessimo…”
Robert scrutó i suoi occhi, notando che erano gonfi ed arrossati – “Colin… hai dei problemi?”
“Jared se n’è andato.”
“Andato dove?”
“Via, Jude…” – disse mestamente, ma non voleva rivelare i dettagli, per rispetto a Jared.
“Avete litigato?”
“No Robert… o meglio sí, ma non è per qualche dissapore, anzi… è solo perché sono stato un anno troppo lontano da lui, da ció che avevamo costruito con tanta fatica… dal nostro sogno.”
Jude si strinse nelle spalle – “Vedrai che tornerá, anche se non capisco perché ti abbia voltato le spalle, se avevate davvero realizzato il vostro sogno…” – dicendolo perse le proprie iridi lunari nel vuoto.
Robert respiró un po’ piú intensamente. Jude lo guardó – “Tutto a posto tesoro?” – gli chiese, lui sorrise, posando il bicchiere – “Sí Jude, non preoccuparti.” – replicó con tenerezza.
“Ok vi sto tediando, venite, credo sia tutto pronto…”
“Andiamo Colin, ma se vuoi sfogarti, noi ti ascolteremo…”
“No, basta cosí, anche se ti ringrazio Robert… come stanno i vostri figli?”
Jude si mise seduto, strofinandosi il viso tirato – “Stanno tutti bene, grazie.”
§ Ciao Kevin,
mai avrei voluto scriverti queste righe, ma non posso sottrarmi ad essere sincero con te.
Ho aspettato anche troppo.
Sono solo pochi giorni che qui ad Haiti è arrivato Jared. Si è allontanato da casa, da Colin, dai bimbi, da tutto e tutti.
Non lo ha abbandonato e tanto meno si sono separati, ma il loro rapporto è entrato in una crisi, di cui eravamo tutti inconsapevoli.
Mi aveva accennato qualcosa, ma avevo sottovalutato il suo stato di disagio.
Cosí come ho sottovalutato l’effetto che mi avrebbe fatto rivederlo in questo contesto ed in questo momento particolare.
Non voglio giustificarmi o cercare il tuo perdono, perché sono imperdonabile Kevin.
Lo amo ancora.
Ci amiamo ancora.
Scrivo di getto questa veritá, che mi sta dando tanta gioia e tanta amarezza.
Il sapere che saresti tornato da me, dopo il tuo tour, forse non mi è bastato per esserti fedele, forse non ci credevo davvero o forse su questa dannata bilancia dei sentimenti, ció che provo per Jared ha un peso maggiore rispetto a quello che sento per te, forse sono il solito arrogante ed egoista, di tanti anni fa, forse … forse …
Kevin l’ultima cosa che volevo era farti soffrire a causa mia… Ti amo, riesco solo a pensare a questo, quando arridi nei miei sogni, nel ricordo di noi…
Mai ti ho voluto o protetto o sono rimasto con te per dei sensi di colpa… Tu sei il mio Kevin, sei il mio cucciolo… il mio bambino…
Perdonami.
Glam. §
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