Capitolo n. 48 – gold
Colin invió l’email completa di video della serata a Jared, anche se era molto tardi.
Scrisse anche un sms che apparve direttamente sul visore del cellulare del compagno.
Glam lo vide illuminarsi e lampeggiare.
Guardó se fosse una chiamata, ma poi lesse le poche righe - § Amore c’è posta per te, la nostra cucciola si è improvvisata regista e vorremmo un tuo parere… mi manchi, ma ora provo a dormire, solo per sognarti Jay… a presto ti amo, tuo Cole §
Geffen sorrise.
Gli sembrava di sentirle tutte quelle emozioni, che agitavano il cuore di entrambi.
Continuavano ad amare Jared, si ostinavano, nonostante fosse impossibile averlo completamente, come se poi risultasse davvero necessario, forse sarebbe stato meglio fuggire insieme loro due, lui e Colin, ridacchió stirandosi al fianco di Jared § In fondo ci abbiamo provato…§ - pensó, rassegnandosi a quel destino assurdo.
Owen si fermó al bar, per un ultimo bicchiere di amaro alle erbe.
Ci fece mettere un cubetto di ghiaccio, suscitando una risata in Kurt, che passava per dargli la buona notte – “Ho mangiato troppo… Dio mi sembra di avere una zavorra al posto dello stomaco…”
“Ti consiglio di stare sveglio ancora un po’ Owen…”
“Credi? Non ho nulla di interessante da fare…”
“Non guardare me ahahahh Acqua passata!” – esclamó, mentre mandava un messaggio a Brandon.
Si aggregó anche Jude, alla ricerca di una camomilla calda per Robert – “Tutto bene?” – “Sí Kurt, abbiamo esagerato a tavola… mai piú!” – rise sereno.
“Sei carino a fargli da infermiera…” – ridacchió Owen, ma Law non gradí, fulminandolo con uno sguardo inequivocabile – “Dormi bene Kurt.” – disse sorridendogli, ricambiato.
“Ops… sono stato indelicato?”
“No Owen, sei stato stronzo, di me cosa pensi, che faccio da badante a Brandon, visto che di anni ne ha sessanta, dieci piú di Robert?” – chiese sarcastico, ma diretto.
“Ma… io…”
“Almeno noi abbiamo due uomini che ci amano piú della loro vita, non è cosa da poco, credimi. Buona digestione, ciao Owen, a domani.” – e se ne andó.
Rice si sentí ribollire: era vero, solo come un cane, ecco cos´era, dopo una lunga relazione, fatta solo di bugie e tradimenti, abbandonato e scartato per uno piú giovane, ridotto a fare da amante praticamente di un uomo sposato e con un figlio.
§ Faccio pena… § - pensó, un nodo alla gola e poi la voglia di spaccare tutto.
Rimise il giaccone, cuffia, sciarpa, guanti e dopo sci, uscendo per le vie semi deserte, alla ricerca di aria fresca e luciditá.
Moriva dalla voglia di mandare un sms a Shan, ma temeva di combinare un casino, quindi rinunció.
Fissava la sua finestra accesa, due stanze oltre la sua.
Lo scorse con il piccolo tra le braccia: aveva mal di pancia ed era rimasto con i genitori, per un mare di coccole.
Shan lo cullava, dandogli dei baci leggeri tra i capelli, poi arrivó Tomo, per unirsi a quella terapia di amore, erano bellissimi.
Owen pianse, rannicchiandosi dietro ad una colonna, come se loro potessero accorgersi di lui, ma era impossibile.
Shan e Tomo erano nella luce, Owen nel buio § Come un topo in una fogna… § - gli sembró la riflessione finale.
Rientró, chiamando l’addetto alla reception: “Mi prepara il conto? Devo rientrare a Los Angeles per un’emergenza.”
“Certo signor Rice…Carta di credito?”
“Sí… tenga. Potrebbe dire ai miei amici che li saluto, ma che non posso trattenermi oltre?”
“Sicuramente, speriamo di averla presto di nuovo nostro ospite. Ecco la ricevuta. Buon viaggio.” – disse con estrema cortesia.
Becki e Violet stavano saltando sul letto di Colin, ridendo come pazze – “Basta piccoleee!!! Aahhahah” – protestó inutilmente, anche perché dopo un secondo c’era anche Jude che le imitava – “Alzati, alzati, alzati!!!” – urlavano tutte e tre, mentre Farrell cercava di nascondersi sotto a piumone e cuscini.
Finalmente si arresero, cosí come Colin, che promise di unirsi a loro per la gara di slittini e copertoni.
“Che roba è Jude?”
“Un torneo… il nostro hotel contro quello di fronte… A proposito, mi hanno detto che Owen è tornato notte tempo in California…” – disse con aria misteriosa.
“Davvero? Strano…a parte che devo ancora capire cosa ci facesse qui.”
Jude si alzó e chiuse la porta – “Lo sapevi che era un cliente di Kurt?”
“No, non lo sapevo… Pensi ci volesse provare con lui?”
“So soltanto che è un bastardo, ieri sera ha offeso sia me che Kurt, visto che abbiamo dei compagni attempati secondo lui…”
“Che stronzate… spero di essere anch’io come Rob e poi come Brandon, sono fantastici…”
“Sí Robert poi è instancabile, sono io il poltrone ahahah”
“Figurati, sei sexy da morire…” – e gli fece l’occhiolino, cosí da scatenare una rissa a base di solletico, che lo costrinse ad alzarsi davvero.
“Faccio una doccia Jude…”
“Ed io vado dal mio marmottone adorato. Ci si vede sul campo di battaglia!”
“Ok… ti voglio bene Jude…”
“Anch’io, a dopo.” – replicó raggiante.
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