Capitolo n. 45 – gold
Glam aveva portato fuori a pranzo le due figlie.
“Perché non c’è anche zio Jared?”
Solo una delle due lo chiamava ancora cosí, mentre l’altra, nata cinque minuti prima di lei, aveva perso quell’abitudine.
Si sentiva piú grande e matura, nonostante fossero gemelle, il che divertiva il padre.
“Credo che sia sparito in qualche pentola alla mensa, oggi aveva il turno delle pulizie…” – replicó ridendo.
“Come vanno le cose con Colin?”
Geffen le fissó, stupendosi ogni volta per come loro avessero accettato la sua nuova vita, quello che loro avevano definito un percorso meraviglioso, vista la gioia che lui dimostrava accanto a Kevin, ma sul quale adesso avevano qualche dubbio, visto il ritorno di Jared.
“Colin mi ha scritto una lettera, non una email, nero su bianco, con le sue emozioni… È arrabbiato, ma è altrettanto sicuro che Jared tornerá a casa, non solo per i figli, anzi, la ragione principale resta ció che li lega da sempre… Ed ha ragione.” – disse senza nessuna inclinazione nella voce, come se fosse un concetto acquisito.
Le domande sull’argomento si spensero, negli occhi di Glam, che non voleva parlarne oltre, dopo una lunga notte con Jared, dove avevano fatto l’amore, senza piú chiedersi e tanto meno promettersi nulla.
Se proprio doveva essere la sua medicina o la terapia indispensabile a fargli capire che non era quello il suo posto, allora Glam lo avrebbe fatto, per varie ragioni o forse soltanto per una, sempre la stessa da quando lo conosceva: lo amava oltre sé stesso, come una nuova malattia, la sua, dalla quale non sarebbe guarito mai.
I suv si riunirono davanti alla End House.
C’era nell’aria un’energia positiva, soprattutto da parte di Colin, che non riusciva ancora a credere che non avrebbe affrontato quell’avventura da solo.
I bambini erano molto esigenti e la presenza di Richard e Simon non sarebbe bastata.
Josh era in visibilio per la novitá.
Kurt ebbe la semplice, ma efficace idea, di andargli a comprare quanto indispensabile, con Shan, per giustificare l’assenza di entrambi.
Tomo prese un taxi, scaricó i bagagli ed abbracció Shan – “Hai trovato tutto tesoro?”
“Sí… il nostro piccolo non sta piú nella pelle… Guardalo…” – si sforzó di sorridere, indicando il figlio, che stava correndo avanti ed indietro, insieme ai cugini.
Arrivó Owen, da solo.
Colin andó a salutarlo – “Benvenuto… ma il tuo amico?”
“Ha dribblato l’invito, a lui piace solo il surf, pazienza!” – disse con un bel sorriso.
“Ok, dieci minuti ed andiamo…”
“Va bene Colin, ho posto in auto, se qualcuno volesse aggregarsi…”
“Vengo io con te!” – esclamó Kurt.
“Ok…perfetto…” – ribatté sgranando gli occhi chiari, che non riuscivano a smettere di cercare quelli di Shan, che rimase indifferente.
Robert e Jude salirono in auto con Colin, le bambine e Simon alla guida.
Richard trasportava invece Josh, Yari, Tomo e Shan.
Infine Kurt ed Owen presero a bordo grande parte delle valigie.
Il resort era al completo, un vero caos di persone, ma anche una sana confusione, nella quale ci si poteva perdere.
Una volta arrivati, dopo una sosta a base di hamburger, senza neppure scendere, si sistemarono nelle camere, tutte in legno e tappezzerie scozzesi, rosse, gialle e verdi, Colin e Jared adoravano quel posto.
Lo chiamó per avvisarlo che erano tutti sani e salvi.
“Allora sei in ottima compagnia amore…”
“Sí Jared, manchi solo tu… diciamo che farei a meno di loro se… ok hai capito…” – rise, mentre toglieva i giubbotti alle piccole – “Ti passo le principesse…”
Lo salutarono elettrizzate – “Papi ci sono gli zii Robert, Jude, Kurt… e Tomo e Shan… e… un altro signore…Owen!” – esclamarono, su suggerimento di Colin.
Quando riprese il cellulare, Jared gli domandó come mai si fosse aggregato – “Veramente doveva portarsi un amico, che ha declinato… Ma lui è venuto lo stesso… è simpatico.”
“Ok, saluta tutti… Ti bacio a presto Colin…”
“A presto Jared, ti amo anch’io...”
Quando riattaccó sentí una fitta allo stomaco, ma l’arrivo di Jude con un improbabile cappello a forma di corna di renna, gli scatenó una risata irrefrenabile – “Ma io mi chiedo come mai abbiate tutti questa reazione quando mi vedete!” – protestó amabilmente.
“Oddio… sei buffissimo ahaahhah” – lo abbracció, non riusciva a smettere.
Entró anche Robert e Jude sbarró le iridi – “Cazzo mio marito!”
“Mi sa che quell’assurdo copricapo si addica piú a me che a te Jude! Se volete vi lascio soli ahahhahah”
Erano fatti cosí, felici e liberi di esserlo, dopo avere preso tra le mani le loro vite, finalmente.
Nessun commento:
Posta un commento