Capitolo n. 3 – gold
Simon inserí un cd a basso volume nel lettore del suv, mentre portava all’aeroporto Jared.
“So che hai un bel rapporto con Colin, tienilo d’occhio, ok?”
“Sí Jared… spero di tornare presto a riprenderti…”
“Lo spero anch’io, ciao Simon.”
Colin arrivó in fondo alla proprietá, camminando sotto ad una pioggia leggera.
Continuava a ripetersi che non era possibile.
Poi afferró il proprio cellulare e mandó un sms a Jared, sperando che lo leggesse prima di imbarcarsi.
§ Ti amo piú della mia stessa vita e ti aspetteró, dovessi farlo per l’eternitá. Ti saró fedele e ti dimostreró che non sono lo stronzo che… Perdonami Jared, perdonami… A presto ti bacio. Tuo Cole. §
Lui lo lesse, poi lo memorizzó in una casella a parte. Spense tutto e partí.
Glam Geffen stava facendo una riunione con il personale del suo ospedale.
Il dottor Sebastian Rodriguez, fratello di Pamela, la sua ex compagna e madre delle due gemelle, lo ascoltava con attenzione.
Insieme a lei ed alle ragazze, si erano trasferiti ad Haiti, per esigenze di studio, di lavoro e d’amore.
Pamela era ancora molto legata a Glam e, pur conoscendo tutti i dettagli della sua vita con Kevin, sperava ancora di avere una possibilitá con lui.
Le figlie di Geffen erano entrambe orientate verso la medicina e la pediatria, quindi volevano fare esperienza diretta e vivere un po’ quel padre a rate, che idolatravano.
In una email Glam aveva spiegato anche a Jared questo stato di cose, incuriosendolo.
Sebastian era un ottimo chirurgo, specializzato anche nello studio delle malattie infettive ed in urologia.
Aveva un’aria stralunata e simpatica, ma dagli occhi profondi non trapelavano mai i suoi veri pensieri.
Aveva intravisto Jared e Colin alla serata benefica di sei mesi prima e quando Glam gli spiegó che proprio Leto avrebbe dato una mano alla loro organizzazione, rimase stupito.
Pamela gli aveva raccontato tutto di Glam e lui ebbe subito delle perplessitá su come Geffen avrebbe reagito di fronte a quella novitá.
I punti all’ordine del giorno furono esauriti in un paio d’ore. Glam ringrazió tutti e si avvió verso il mercatino della cittá.
Doveva fare alcuni acquisti.
Jared guardava fuori le nuvole, poi il mare, infine la costa. Era arrivato.
Sentí una forte emozione, poi, a tratti, una pace, colorata di arancione, fu quella la sfumatura che associó a quell’esperienza.
Lasció i bagagli al deposito dell’aeroporto.
Solo due trolley, con abbigliamento leggero e qualche libro, oltre al pc da tavolo, il lettore mp3, pochi cd ed un diario nuovo, da riempire di foto e parole, oltre a nuove canzoni, che si era ripromesso di scrivere.
Guardó la mappa della cittá sul palmare ed infiló le cuffiette, seguendo le istruzioni memorizzate.
Arrivó senza rendersene conto, al centro di Port au prince, tra bancarelle, grida giocose, colori, profumi ed un tramonto incredibile.
I sorrisi delle persone lo colpirono, erano come carezze di benvenuto.
In quel formicolio vivace, si fece strada, verso un grande banco di frutta e spezie.
Un signore poco piú alto di lui stava scegliendo delle ananas e delle prugne.
Quando si voltó, riconobbe il suo sorriso e lui, di contro, le pozze colore del cielo, che arrisero al suo viso sorpreso, quanto felice.
“Glam!!!”
“Non riesco a crederci… accidenti…” – mormoró.
Corsero l’uno incontro all’altro.
“Ma… sei davvero qui Jared…”
“Sí… pensi ancora che sia uno scherzo?”- domandó tremando.
“Se lo è, credimi, è bellissimo…” – tornó a stringerlo.
Il tempo si fermó, Jared vide all’orizzonte come una luce, che fissó nella propria mente e che si ripromise di trovare anche nel giorno in cui avrebbe lasciato quei luoghi, che sentiva cosí familiari e rassicuranti, quanto l’abbraccio di Glam, che asciugó le sue lacrime preziose.
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