Capitolo n. 44 – gold
Al tavolo rotondo del ristorante messicano si erano riuniti Robert, Jude, Shan, Tomo, Colin e Kurt, che era rientrato a Los Angeles per il funerale del padre di Monica la mamma naturale di Martin.
“Utero in affitto? Ho letto che sempre piú coppie gay ricorrono a questo sistema…” – disse Jude, assorto in qualche ragionamento.
“Sí, è stata una cosa voluta sia da me che da Brandon, perché lui di figli ne ha diversi…” – rise – “Ma non è per questo, diciamo che ci andava di farlo ed a me di avere un bambino… A dire il vero non so se sia la cosa giusta, ci sono molti bimbi che hanno bisogno di amore… come Josh, ecco, dopo ho avuto dei dubbi, forse Shan e Tomo hanno fatto la scelta migliore…Anche Colin con Jared, per Yari e le bimbe…”
“L’importante è che siano al centro della nostra vita, sono una responsabilitá totale.” – intervenne Robert, mentre Colin stava trangugiando mezzo litro di acqua gelida – “Dio… ma cosa ci hanno messo in questi fagioli!”
Tutti risero, poi l’argomento si spostó sul lavoro e sulle ultime novitá.
“Allora Jude avete scelto la vostra alcova?”
“Sí Colin…vero Rob?”
“Vero. Un attico…carino, spazioso…”
“Potete stare alla End House quanto volete…”
“Sí ma poi io sono sonnambulo e potrei venire in camera tua e farti di tutto!” – sibiló stile fantasma, avvinghiandosi a Colin, mentre Downey rideva di gusto.
Gli altri notarono come Robert non si infastidisse, nonostante Jude e Colin si toccassero in continuazione, facendosi dispetti e coccole spudorate.
Jude era fatto cosí, ma mai avrebbe offeso od umiliato il compagno: gli era fedelissimo.
Lui aveva sempre tradito le donne della sua vita, ma l’uomo che amava era sacro.
Lo disse apertamente, rendendosi conto di un’occhiataccia da parte di Shannon, con il quale non era ancora riuscito ad interagire in modo chiaro.
“Allora stasera tutti in Colorado?” – esclamó Robert, mitigando la tensione.
“Venite anche voi?” – disse Cole.
“Sí, certo, ma anche voi tre? Dai Kurt, avvisa mr Freud ed unisciti a questa brigata di sciroccati!”
“Ok… ma sí, dovrei avere il necessario nel loft…”
“Hai piú visto Crane?” – domandó Shan.
“Crane?... Sí, a Natale, sono andato a fargli gli auguri… è invecchiato parecchio…”
“Chi è questo Crane, se posso…” – chiese Jude.
“È un tizio che mi ha fatto finire su di una sedia a rotelle, dopo avermi pestato. Vedi…?” - si voltó, tirandosi giú la maglietta e mostrando le cicatrici rimaste dopo l’intervento alle vertebre danneggiate – “È ricoverato da anni in un ospedale psichiatrico, ma siamo riusciti a… spiegarci… Una strana storia…” – fece un sorriso tirato, mentre Law avrebbe voluto sprofondare, sentendosi inopportuno con la sua curiositá.
Tomo alzó gli occhi e vide entrare Owen; non era solo.
“Ma guarda, c’è Rice… con quel Tim, che zecca!”
Shan tossí, si stava quasi strozzando – “Cazzo questa pietanza é… immangiabile…!” – disse fissando quello che stavano facendo i due, fermi alla zona bar, per un aperitivo.
“Bevi tesoro… ah certo che Owen ci va pesante, tequila alle due del pomeriggio…Avrá pessime intenzioni ahahhaah”
“Smettila Tomo, potrebbe sentirti…” – protestó Shan, polverizzandolo con lo sguardo, mentre Kurt lo stava scrutando, non senza attirare l’attenzione anche di Jude.
“Ma se sono a venti metri da qui…Ehm ci ha visti…”
Rice si diresse verso di loro, con aria simpatica, mentre Tim preferí andarsene in bagno.
“Quanta bella gente… Ciao Tomo, Shan…” – strinse la mano a tutti.
“Cosa mi consigliate?”
“Non i fagioli… non la zuppa…non oso pensare a come passeremo la notte…” – mormoró Colin, massaggiandosi gli addominali, sotto alla t-shirt dei 3ßstM di Jared, con Jude che strabuzzó gli occhi – “Copriti svergognata! Ahahahh”.
“Scioglieremo tutti i pupazzi di neve ad Aspen ahhaahh” – sentenzió Tomo.
“Andate a sciare?!”
“Sí Owen, una settimana, andiamo tutti…” – disse Jude sorridente.
“Bello… è una vita che non uso il mio snowboard… Tu Shan sei un campione o sbaglio?”
“Campione… no… mi piace…” – disse arrossendo.
“Sí, piace anche a me… Quasi quasi mi aggrego, ci sará posto in hotel secondo voi?”
“Penso di sí…mando un sms a Claudine cosí controlla…vieni da solo?”
Rice aggrottó la fronte – “No, ci porto Tim, il tipo di prima che… mi ha abbandonato direi, ma torna sempre ahhaahh”
“Ok… ci saranno i cuccioli, miei e di Jared, oltre a Simon e Richard i nostri body guard…altre iscrizioni?” – chiese Colin sorridente.
“No, direi proprio di no… allora a che ora si parte?”
“Alle diciotto tutti alla End House, poi si va…ok?”
“Va bene, perfetto. Ah ecco Tim, lo aggiorno, ci si vede dopo, buon proseguimento ciao a tutti.” – e se ne andó, mentre Shan stava affogando nella rabbia.
Colin stava vestendo i bambini, con l’aiuto di Robert, alle prese con Violet.
“Come sei bella… sei una vera lady…” – sorrise stringendola sul cuore.
“Rob… senti, volevo chiederti scusa, io con Jude… a volte esageriamo… siamo due cretini…”
Downey lo fissó, sereno e tranquillizzante – “Guarda che potete vivere la vostra amicizia come volete, so quanto sei importante per Jude e viceversa… Ma so anche quanto sia unico il nostro amore e non vorrei sembrarti arrogante, ma è ció che sento. Ci siamo fatti una promessa, dal primo giorno: nel caso ci fossimo innamorati di un altro, ce lo saremmo detti subito. Non è mai successo…Non ancora almeno!” – sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.
“Voglio un bene dell’anima a Jude e se non fosse per voi, per tutti e due, mi sentirei perduto…” – disse mestamente, una volta che i piccoli erano tornati nella loro stanza.
Robert lo abbracció – “Vieni qui… Vedrai che andrá tutto bene, Jared non puó lasciare andare un uomo cosí meraviglioso…”
Jude irruppe in quell’istante, unendosi a quel – “Coccole time! Non posso mancare!”
Shan fece sbattere cosí forte la blindata del loft di Owen, alla Rice Tower, da fare vibrare i vetri e gli argenti sui vassoi dell’ingresso.
“Ehi, tu non dovresti essere a preparare la valigia?” – disse con noncuranza provocatoria.
“Cosa cazzo stai facendo?? Cosa pensi di fare?” – urló furioso, avvicinandosi a lui pericolosamente.
“Ma… non hai pensato che ci potesse essere qui con me anche Tim?”
“A fare cosa?? Un pompino come l’ultima volta??”
“No, ma perché dovrebbe essere un problema? Tu vuoi restare in famiglia, io sono ufficialmente single… perció…” – ed arrivó a pochi centimetri dal suo volto.
“Cosa sta succedendo…? Cosa ti sei messo in testa…” – ansimó, stringendogli le braccia.
“Forse voglio metterti alla prova, quella della gelosia l’hai superata a pieni voti…ma non mi basta, io voglio stare con te, ma vivere struggendomi come l’ultimo degli stronzi, inizia a starmi stretta come condizione.” – sibiló stringendo i denti ed i pugni.
“Credevo… che l’unica condizione che stavi vivendo era l’amore che sentivi per me, Owen.” – lo lasció libero da quella morsa, voltandogli le spalle.
“Shan…?” – lo rincorse, ma lui lo gettó sul pavimento – “No. Questa volta non mi butteró su di te, non ti picchieró… io non finiró nel tuo letto Owen… sei davvero uno stronzo. Tu la prova l’hai superata, bravo, davvero… bravo.”
La moto di Shannon sfrecciava sul lungo mare, le lacrime gli stavano offuscando la vista.
Arrivó a casa di Kurt e vi si precipitó.
“Shan… cosa cazzo é…?” – “Kurt… Kurt tienimi qui… sto…sto troppo male…!” – si gettó ai suoi piedi, singhiozzando disperato.
“Cristo alzati… alzati… mi stai spaventando…hai litigato con Tomo?”
“No… no… con Owen…”
“Sei stato da lui?”
“Sí… ero cosí incazzato…”
“Dai sediamoci… prendi questo…” – e gli passó un fazzoletto.
Shannon si asciugó il viso stravolto.
“Non… non riesco neppure a respirare… lo amo… lo amo da morire…” – e scivoló dal divano.
Kurt prese un tranquillante, di quelli che Brandon consigliava ai pazienti, che non volevano dipendenza dai farmaci, ma solo un rimedio veloce ed efficace.
Lo fece ingoiare quasi a forza a Shan, con dell’acqua – “Stenditi… e calmati… respira…”
Trascorsero almeno venti minuti, poi Shan ricominció a respirare regolarmente.
“Mancano tre ore all’appuntamento alla End House… devi riprenderti e dobbiamo risolvere questo casino…”
“Kurt… io…io non ce la faccio piú… io sto impazzendo…”
“Vuoi che chiami Jared?”
“No… no, non adesso…ho tanto sonno…”
“Ora dormi…avviso solo Tomo che sei da me, inventeró qualcosa…”
“Sí… grazie Kurt… la mia vita ormai… é…tutta una menzogna…” – e si assopí, senza smettere di tremare.
Nessun commento:
Posta un commento