sabato 29 gennaio 2011

GOLD - Capitolo n. 50

Capitolo n. 50 – gold



Glam procedeva davanti a Colin ed agli altri due, che si guardavano di tanto in tanto, sia in ascensore, che poi nel corridoio.
Jude teneva le mani in tasca, mentre Robert si grattava nervosamente la nuca.
Li fece accomodare, indicando un tavolo con dei vassoi colmi, portati per la colazione – “Se volete favorire, forse pensavano che io mangiassi come un cinghiale…” – sorrise, tradendo un crescente nervosismo.
“Non so loro, ma io non riuscirei a mandare giú nemmeno una briciola…” – disse Colin, lo sguardo perso nel vuoto, oltre la finestra, davanti alla quale si era bloccato, aspettando che Geffen parlasse.
Downey si mise sul divano, mentre Law stava nei paraggi di Farrell, che improvviso si voltó.
“Hai detto che Jared non sa che sei qui.”
“Vero. Gli ho detto che dovevo andare al mio studio, per dei visti e non è una balla, dopo ci vado…”
“Ok, ma ora cosa vuoi?”
“Parlarti di Jared.”
“Ti ascolto…” – incroció le braccia, fissandolo.
Glam si appoggió al muro, senza sapere dove mettere le mani, quindi imitó Colin.
“Ti ricordi il suo periodo di crisi esistenziale, in bilico tra te e me?”
“Come potrei dimenticarlo… è stato un incubo…”
“Sí, ma alla fine gli hai dato la possibilitá di scegliere e lui è tornato da te…”
Colin scrolló le spalle, con un sorriso tirato, ironico – “Oh sí, certo, non prima di venirtelo a dire e finire a letto con te Glam.”
“Lascia stare questi dettagli e non tocchiamo i tasti di chi è andato a letto con chi, ti prego Colin.” – ribatté deciso.
“Ma no tocchiamoli questi tasti!” – alzó la voce, facendo due passi verso di lui, che rimase impassibile.
“Come vuoi Colin, se puó servire, ma per me resta tempo perso.”
“Ti sei scopato il mio compagno ed è tempo perso?! Lo hai fatto anche questa volta, anche se Jared non mi ha ferito confessandomelo, è come negare l’evidenza!”
“Cazzo lascia stare questo argomento!” – anche Glam si alteró.
“Lo so benissimo che è lui che ti si butta addosso!! Almeno fosse il contrario, ma tu non è che poi ti tiri indietro! Hai tradito la nostra famiglia, hai tradito la nostra amicizia Glam!! Hai tradito Kevin, che è il ragazzo migliore che potesse capitarti, non lo meriti, non ti meriti un cazzo!!” – ormai gli era vicino e gli sferró un manrovescio, a cui Geffen non reagí.
Jude guardó Robert, come a chiedergli come comportarsi, ma lui con un’occhiata gli fece capire che non dovevano intervenire, almeno non ancora.
“Ok picchiamoci, cosa pensi di risolvere?!” – lo afferró per le spalle, spostandolo ed andando al centro della stanza.
“Colin l’unica cosa che voglio è vedere Jared felice, ma sta degenerando, si comporta in un modo assurdo, come se stesse reagendo ad un trauma, sará quello che tu gli hai fatto subire l’anno scorso, sará che ce l’ha con tutti, ma ora troviamo un modo tu ed io per riportarlo a Los Angeles cazzo!!”
Il piano di Geffen era piuttosto semplice: non avrebbe mai prevaricato Jared nel rivelare a Farrell della gravidanza di Syria. Li avrebbe semplicemente messi uno di fronte all’altro, in modo che emergesse il vero motivo per cui lui restava ad Haiti, cioé il bambino, cosí da responsabilizzare Jared a prendere delle decisioni con l’unico compagno della sua vita, l’uomo che lui voleva al proprio fianco, evitando di perderlo sul serio in tutti quei mesi, compromettendo anche la sua storia con Kevin.
Glam voleva venirne fuori da quel legame con Jared, che ormai considerava malato, anche se irrinunciabile.
Lui avrebbe pensato a Syria, mentre loro tornavano a casa dai figli; lei gli era cosí cara, con le email complete di foto con l’ecografia del giorno prima, dove Jared l’aveva accompagnata - § Glam la prossima volta viene lei… vieni tu… Jared era distratto, premuroso ovvio, ma distante, ti pensava… credo…Torna presto, un bacione. §
Insieme a Pamela l’avrebbero seguita sino al parto e poi anche la ragazza meritava di avere voce in capitolo, senza dare per scontato il suo trasferimento a Los Angeles.
Peraltro sia Colin che Jared potevano restare sull’isola, le opzioni erano varie, ma Geffen in quell’attimo si sforzava di trovare le parole giuste per convincere Colin a seguirlo.
Davanti alla sua rabbia, si rese conto che quel viaggio era vano quanto inspiegabile al suo interlocutore.
“Perché non lo lasci semplicemente andare Glam?!”
“Ci ho provato! L’altra sera…ma lui gioca con sé stesso, con me, ma alla fine sei tu che lo avrai, pertanto vienitelo a prendere, prima che combini altre cazzate!”
“Senti, ho sbagliato con Jared, Dio sa quanto! Ora non rovineró tutto, perché lui non è ancora pronto, è come un percorso e finché non arriverá alla fine, ci volesse un giorno oppure un anno o due, non sará guarito! Sai che succederebbe? Quello di cui parlavi prima, quel suo continuo correre avanti ed indietro, tra te e me! Giá me lo vedo alla End House, a crucciarsi, pensandoti, accidenti … a te, cazzo!!!”
Colin era pallido, le dita frementi, Jude gli prese un bicchiere d’acqua – “Grazie…non… non mi sento bene, vado in camera e tu torna da dove sei venuto o vattene all’inferno Glam…”
“Ti accompagno Colin…” – mormoró Jude, portandoselo via.
Robert si trattenne ancora qualche minuto.
Geffen sprofondó su di una poltrona, tenendosi la testa tra le mani.
Downey sorrise incredulo – “Ma… fammi capire una cosa Geffen…”
“Come, scusa…?” – replicó senza muoversi di un millimetro.
“Ti è cosí difficile stare lontano da Jared, dirgli che fra voi non puó esserci altro che una semplice amicizia e rispedirlo al mittente?”
Glam gli puntó i due fanali azzurri e vividi, tanto che Robert provó un disagio inconsueto – “Tu non conosci Jared… tu non sai cosa si prova a trovarselo vicino, con quello che dice, la sua risata, i suoi occhi… Ma non ci vedi? A me ed a Colin?... Come ci ha… ridotto?”

“Colin devi mangiare qualcosa… ti prego…”
“Non ci riesco Jude… comunque grazie… é… è incredibile… oltre a non farsi i cazzi suoi, quello pretende che io… io vada a riprendermi Jared, correndo il rischio di perderlo per sempre, di soffocarlo! Se Jared avesse voluto restare con me l’avrebbe fatto al compleanno di Becki, ma non era il momento giusto…” – le sue erano riflessioni ad alta voce, mentre si spogliava, restando in boxer e vogatore neri, per infilarsi un attimo dopo a letto, rannicchiandosi come un bambino impaurito dagli eventi.
Jude non riusciva a trattenere le lacrime, si allungó accanto a lui, sopra al piumone, abbracciandolo – “Mi dispiace… vederti cosí é… è assurdo Colin…”
“Non devi piangere Jude…non serve a nulla, anzi, sono i tuoi sorrisi a farmi stare meglio ora che … che mi sento morire…”
“Oh cazzo…ma cosa gli è venuto in mente a quel bastardo di venire qui?! Forse sai era quello che voleva, farvi litigare, forzando le cose tra voi…”
“Qualunque cosa avesse in mente ha fallito ed io… io continuo a chiedermi cosa possa dargli piú di me, non sapró mai cosa diavolo ci trovi Jared in Glam…e cosa diavolo ci ho trovato io, per finirci a letto, tradendo il mio sposo…” – quella parola era da tanto che non affiorava alla sua mente.
Tornó con i pensieri a Denver, alla cerimonia organizzata a sorpresa da Jared, alla gioia di essere stato scelto da lui, all’impegno che si era preso con il suo ragazzo americano, per dargli una casa, la stabilitá che gli era sempre mancata, una famiglia vera, dei figli da amare… Tanta fatica, per poi rovinare ogni cosa… Amare Jared era un lavoro impegnativo, ma che dava tante soddisfazioni, pensó Colin, una simmetria fatta di molte sfumature, forse troppe per la sua esistenza, forse era un compito da dividere con Glam…Ricacció quella stupida teoria in fondo al cuore, cercando i sonniferi, che Jude aveva abilmente nascosto.
“Dove… dove li hai messi?” – domandó con un filo di voce.
“Se li vuoi, dovrai uccidermi Colin…”




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