Capitolo n. 80 - sunrise
“Ok facciamo l’accampamento!”
Jared prese un materasso gonfiabile, trovato nello sgabuzzino ancora confezionato, mentre Sammy recuperava coperte e cuscini.
Dean si occupò di candele ed incensi, oltre a disporre i vassoi di tramezzini e frutta su di un tavolino comodo da raggiungere, completo di bibite miste, ma non alcoliche.
Si sistemarono ai piedi del divano, indossando delle comode tute, dimenticate nell’armadio sia da Glam che da Jared.
Una maglietta di Geffen era rimasta appesa, il cantante dei Mars la ricordava nitidamente, come l’istante in cui Glam l’aveva indossata per pochi minuti e poi sfilata, per restare con lui, in una giornata particolare.
Il profumo del suo dopobarba era rimasto impresso nel tessuto, così indossarla fu per Jared come averlo accanto in quelle ore, in cui voleva parlare apertamente di sentimenti, di ricordi anche scomodi, con Sam e Dean, pronti ad ascoltarlo ed a ricambiare la sua fiducia.
Colin mise a letto Rebecca e Violet, occupandosi poi dei gemelli, mentre miss Wong cambiava Isotta ed Amèlie.
C’era una quiete quasi irreale alla End House, dopo un susseguirsi di voci e risa, dai corridoi alla nursery, dove Farrell aveva parlato per circa un’ora via web cam con Jared.
Il cantante gli aveva raccontato di come le iniziative procedessero a gonfie vele, sia all’asilo che all’orfanotrofio, elogiando la disponibilità di Sam e Dean, nonché la serietà di Chris e Steven, all’altezza delle aspettative.
Colin lo vedeva sereno e Jared era premuroso ed attento ad ogni parola e sguardo amorevole per il consorte e quella prole scatenata di fronte al monitor.
“La crema di carciofi e peperoni, con il tofu, è stata un’abbinata geniale Sammy … ancora uno e poi basta …” – Jared rise, cercando l’ennesimo sandwich, mentre i i due giovani si erano allungati, Dean nel mezzo, avvolto dal corpo di Sam, che gli respirava e parlava tra il collo ed i capelli morbidi.
Anche Jared si rannicchiò, abbracciando un guanciale e sotterrandosi sotto una coltre in lana, che ben presto spostò, perché eccessivamente pesante.
“Ok … allora cosa volete sapere della mia esistenza ultra sgangherata?”
Dean sorrise – “Quello che ti senti di raccontarci, che … ti pesa sul cuore.”
Jared annuì, con una smorfia simpatica delle sue – “Avete un secolo? Ahahaha No … ehm … basta fare il cretino, adesso ho davvero bisogno di raccontarvi di me, di Colin, di Glam … e non solo.” – strizzò le palpebre.
“E noi ti ascolteremo volentieri Jared …” – disse pacato Sam, spegnendo la tv, a cui nessuno badava.
“Questo posto fa parte di me … Ad Haiti, Shannon, nostra madre ed io abbiamo vissuto, eravamo piccoli e girovaghi, con lei, che faceva il possibile per darci un percorso decoroso, ma anche emancipato e libero, talvolta anticonvenzionale. Erano anni magici, nonostante poi siano successe cose spiacevoli …” – inspirò, per poi proseguire.
“A quindici anni, in assenza di un vero padre, mi affezionai molto al nuovo marito di mia zia, la sorella di mamma … Credo che da lui partano un sacco delle mie angosce, sapete?”
Sul viso di Dean si spense il sorriso, mentre la sua attenzione andò ad acuirsi.
Sammy lo strinse impercettibilmente di più, accarezzandogli il petto sotto la casacca e rendendosi conto di quanto i battiti del compagno fossero aumentati.
Jared scrollò la testa – “Inutile girarci intorno … Quello che pensavo un amico, un genitore mancato, mi ha … fatto del male … Minacciando di farne anche a Shannon, mi costrinse a cedergli e … Ok, non è semplice …”
“Jared …” – sussurrò Sammy, dandogli una carezza sullo zigomo sinistro ed un bacio a Dean, che aveva ormai gli occhi lucidi.
“Quello che chiamavo papà ha atteso che fossi maggiorenne, per abusare completamente di me, però mi ha violentato da quando ne avevo quindici, come te Jared.” – si sfogò, senza alzare la voce.
“Mi dispiace Dean … Ho pensato che se fosse stata da uno sconosciuto, la stessa violenza, avrebbe avuto una gravità differente, sapete? Per fortuna non ebbe una seconda occasione, ci trasferimmo prima, senza che la mamma sapesse di lui e di me … Anzi, nella nostra famiglia è ancora ricordato con affetto, dopo che il cancro lo uccise piuttosto presto.”
“La giusta punizione!” – ringhiò Dean, bevendo poi un altro sorso di succo all’arancia, anche se avrebbe preferito un Martini.
Jared si raggomitolò maggiormente.
“Le persone che amo, hanno cercato di proteggere il mio cammino, da ulteriori traumi, innanzitutto Colin, nonostante ...” – si interruppe, sorseggiando dell’acqua.
“Di Colin … mi innamorai subito … Era di un’ingenuità imbarazzante, completamente inadatto al mondo del cinema e di Hollywood. Ancorato alle tradizioni, alla sua Irlanda, protetto da un nucleo solido, sembrava un eterno azzardo questo mestiere, per la sua indole inquieta ed eccessivamente sensibile. I complimenti lo disorientavano, le critiche lo distruggevano … E l’ha fatto per un sacco di tempo, arrivando persino a morirne … Quando lo lasciai, per venire qui, dopo un anno in cui mi aveva trascurato pesantemente, Colin ricadde nell’abuso di farmaci … Fu per questo che … che mi aggredì … proprio in quella stanza, dove dormite …”
“In che senso Jared?”
“Nel senso peggiore Sammy …” – abbassò lo sguardo.
“Colin …?” – sottolineò esterrefatto Dean.
“Già … incredibile vero?” – e tirò su dal naso, pervaso dal rammarico – “Non era lui … era un mostro, che dormiva in qualche angolo della sua anima, sporcata da droghe legali e depressione … Ero disperato, annientato … e violentato dall’uomo che amavo di più al mondo … da colui che aveva realizzato i miei sogni … Alla fine lo amai ancora di più … E rinnovai la mia promessa di sostenerlo affinchè si disintossicasse, come in passato.”
“Cioè l’hai accompagnato in clinica?”
“Certo Dean … E non per il senso di colpa per averlo tradito con Glam, visto che io e Geffen stavamo insieme qui: era la mia … seconda vita, non un’alternativa e tanto meno un ripiego. Glam è stato straordinario e non smetterò mai di … di amarlo … Lui non si è mai presentato come Colin, completamente strafatto, in balia di crisi nervose, anche quando provavo a lasciarlo … Una sera … una sera era finito in un locale di Malibu, con pochi soldi e c’era un tipo, più grande di Colin e parecchio, che gli offrì una dose in cambio di … sì insomma, sesso orale … Colin era talmente in astinenza che quasi cedeva, ma nel tirarsi indietro, quello gli urinò addosso, in segno di sfregio, buttandogli per giunta la bustina accanto al cesso, dove si erano rifugiati, insultandolo … Quando piombò nel mio appartamento, stringeva quel pezzo di plastica intatto, singhiozzando e supplicandomi di non dirlo a sua madre, al fratello … Ovvio che non l’avrei mai fatto, ma Colin era nell’alienazione più assurda. Il giorno dopo entrò in riabilitazione per tre settimane … estenuanti … Orribili.”
“E risolse?”
“Sì Sammy … Si ristabilì, andammo dai suoi nonni a Dublino, ci adoravano. Solo che poi … Io decisi di lasciarlo, quando Colin mi dimostrò di reggersi sulle proprie gambe. Lui impazzì dal dolore e trascorsero quattro anni: infine fui io a cercarlo, nel frattempo anche lui non aveva mai smesso, ciò nonostante i contatti erano nulli … Stava con Alicya, era nato Henry, qualcuno parlava di nozze, però Colin la lasciò e da quell’istante non ci siamo più separati.”
“Non capisco la ragione del tuo abbandono, quando era finalmente pulito Jared.”
“Sì Dean, anche per Colin fu inspiegabile quella mia decisione … In realtà il mio istinto di sopravvivenza lo reclamava, quell’atto tremendo di troncare, ma non potevo esistere senza Colin … lo amo da morire … Lo amo e basta.”
Jared fece una pausa, sollevandosi per cercare una sigaretta nella sacca da viaggio, dove vigeva una confusione storica.
“Vi dispiace?” – e fece per accendersi una sigaretta – “Ne volete …?”
“Ok, grazie … posso Dean?”
“Non ti preoccupare amore … ne prendo un po’ da te …” – e sorrise.
“Volete sapere di Glam, ora?”
Sam scrollò le spalle – “La verità? Non vediamo l’ora Jared.”
“Ok … da dove comincio …?”
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