Capitolo n. 77 - sunrise
Dean li vide abbracciati sotto le coltri in quel letto troppo piccolo per due persone, ma perfetto per Jared e Colin.
L’irlandese aprì un occhio, tossendo piano, per non svegliare il compagno, avvinghiato a lui, un’espressione serena sul volto.
“Ciao …” – disse con voce roca al giovane, che si stava avvicinando portando un vassoio e due tazze di caffè.
“Buongiorno … Sammy ha preparato le meringhe con la panna gelato, ne vuoi una Colin?”
“Sì … grazie …” – e sorrise a metà, sollevandosi mal volentieri, per assaggiare quella delizia mega calorica.
“Dio … che buona …” – bisbigliò, facendone cadere alcune briciole sulla fronte di Jared, che con una smorfia iniziò a riprendere i sensi.
“Ehi ragazzi … gozzovigliate già così presto?” – e rise, appoggiandosi sui gomiti e leccando il dolce di Colin, che protestò sonoramente.
Dean rise, passandone uno anche a Jared, che lo divorò letteralmente.
“Stanotte il temporale ha allagato il balcone, ho pulito, ma dovremo cambiare la tenda Jared.”
“Ok … l’ho lasciata aperta ieri, è sempre così ad Haiti, sono acquazzoni torrenziali.”
“Per fortuna che oggi è migliorato … potremo decollare senza problemi …” – osservò Farrell, mantenendo il sorriso.
Jared gli diede un bacio nel collo, cercando poi i boxer e la t-shirt nel comodino – “Faccio una doccia. Mi fai compagnia Cole?”
“Certo … Grazie Dean per la colazione.”
“Grazie a voi, torno da Sammy.” – e sparì nella stanza in fondo al corridoio.
“Simpatico …” – disse l’attore, avvolgendosi in un lenzuolo.
“Sì … è un bravo ragazzo … Ha migliorato il proprio atteggiamento, forse per merito anche di Brandon.”
“Sì … forse.”
“Daddy io sono pronto.”
“Lo vedo … Vieni qui un attimo Kevin.” – Geffen gli porse le mani, seduto alla scrivania del suo studio all’interno del centro.
“Quante carte Glam …” – disse timido, prendendo posto sulle sue gambe.
L’avvocato lo fece rilassare sul proprio petto e Kevin affossò il volto nel collo di lui, che sapeva di caffè e di uomo, di padre affettuoso, di amico sincero nel momento della necessità.
“Ti amo daddy …”
“Stanotte è stato bellissimo Kevin.” – disse convinto ed appagato, accarezzandogli la schiena .
“Potrei … potrei farti felice anche prima di partire, se mi vuoi daddy …” – e riemerse, guardandolo, in attesa di un bacio, che la sua bocca stava reclamando.
Quella sua bocca disegnata, carnosa e capace, che trovò la sua strada, dopo che Kevin aveva slacciato i pantaloni di Glam, precipitando sino al suo inguine bollente.
“Non ti fai la barba Cole?”
“No … sembro un disperato?” – ed accennò un sorriso.
“Un pochino.”
Risero.
“Ok la faccio …”
Era a torso nudo, solo i jeans addosso, scalzo, di fronte allo specchio, il rasoio di Jared, che gli designava un pizzetto affascinante.
“Perfetto … se no poi pungi Isy ed Amèlie … per non parlare dei gemelli …” – disse a bassa voce il cantante.
“Mancherai loro come l’aria … a me succede già Jared … ma questi giorni voleranno, vero?” – e lo strinse, quasi al rallentatore, come a fargli sentire quanto fossero in simbiosi
“Tornerò prima che te ne accorga Colin.”
Tomo fumava nervosamente.
Era stato il primo ad arrivare all’aeroporto, senza aspettare nessuno.
Chris gli aveva chiesto di trovarsi nell’hangar per un saluto, ma il croato avrebbe preferito essere già a casa.
Aprì il note book, scorrendo dei vecchi file.
Un video del viaggio in Spagna con Chris sembrava spiccare tra il resto di file dai nomi più disparati.
Lo aprì, con il volume al minimo.
Erano fotogrammi ed una breve sequenza, di risa e scherzi tra le vie di Madrid.
Chris era incantevole.
Tomo scaricò anche la posta, accorgendosi di una e-mail di Denny.
La aprì, i battiti accelerati.
Era un Denny solare, seduto su di un muretto; armeggiava con il cellulare di ultima generazione per mandare quel “contributo per la tua sopravvivenza”, come lo definì a titolo di prologo.
§ Ciao Tomo, guarda cosa mi fai fare …
Ti pensavo, ero qui, a fare una corsetta … se quando atterri mi chiami passo a prenderti, se no … sei uno sfigato! Ahahahah
Ok … scherzo … scusa … § arrossì § … ti … ti volevo dire cose piuttosto impegnative … Ma sul serio, non sto divagando Tomo.
Meglio vedersi, beviamo una birra, facciamo … Spero faremo … § rise sfuggente, poi concluse § A presto, ti bacio … ciao. §
E svanì.
“Ciao Tomo.”
Il chitarrista si girò di scatto – “Chris … ciao.” – ed azzerò la distanza, abbracciandolo.
“Glam è qui sotto Colin … Andiamo?”
“Preferirei tu rimanessi qui Jared … Ti dispiace?”
Jared inspirò – “Ok … ok Cole, se preferisci fare così …”
“Sì tesoro. Scendi comunque …?”
“Certo, prendo le chiavi, i ragazzi sono andati a fare la spesa.”
“Salutameli allora … ok, andiamo.”
“Tu e Steven state facendo la cosa giusta, però siate prudenti, ok Chris …?”
“Sicuro, però volevo dirti che sei stato davvero … davvero speciale Tomo, nel supportarci in questa avventura.”
“Magari rientrerete con un bel bambino.” – e sorrise.
“Magari … Dai una coccola a Josh da parte mia.”
“Lo farò Chris.”
Prima una leggero tocco, poi un bacio sulla tempia sinistra.
L’arrivederci di Geffen fu casto, mentre Colin baciò ripetutamente Jared, che sembrava all’improvviso spaventato nel vederlo andare via da lui.
Fu soltanto un istante.
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